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Premesse: le trasformazioni di Galileo
Diamo queste due definizioni:
L'evento può essere quindi considerato in sé come assoluto, ma non può mai prescindere dai riferimenti spazio-temporali, che per la definizione data sono relativi, poiché non esiste un sistema di riferimento privilegiato rispetto agli altri.
La relazione classica delle coordinate spazio-temporali di un evento era data dalle trasformazioni di Galileo. Consideriamo un sistema di riferimento inerziale S' che si muove con velocità costante v rispetto ad un sistema S come è mostrato in figura 1 (p. seguente). Per comodità, scegliamo gli assi corrispondenti paralleli e supponiamo che il loro moto relativo avvenga lungo l'asse comune x, x'. Questa scelta particolare non è vincolante, poiché possiamo poi generalizzare ad arbitrarie orientazioni e velocità relative dei riferimenti. Notiamo inoltre che possiamo considerare S in movimento con velocità - v rispetto a S' allo stesso modo in cui consideriamo S' in movimento con velocità v rispetto a S.
Considerando un evento in un punto P, ne misuriamo le coordinate spazio-temporali in ciascun riferimento inerziale. Un osservatore solidale con S identifica la posizione e l'istante in cui avviene l'evento, assegnandogli le coordinate spaziali x, y, z e il tempo t. Un osservatore solidale con S' identifica lo stesso evento con le coordinate spazio-temporali x', y', z', e t'. Si cerca quindi la relazione che sussiste fra le misure x, y, z, t e x', y', z', t'. I due osservatori inerziali usano metri, che sono stati confrontati e calibrati l'uno con l'altro, e orologi, che sono stati sincronizzati e calibrati l'uno con l'altro. Il procedimento classico consiste nell'assumere che gli intervalli di lunghezza e gli intervalli di tempo siano assoluti, cioè che siano gli stessi per tutti gli osservatori inerziali dei medesimi eventi. L'ipotesi dell'assolutezza di queste misure è una delle ipotesi di "buon senso" della teoria classica.
Da queste premesse discendono le trasformazioni di Galileo, in accordo con quanto rappresentato in figura 1.
x = x' + vt
y = y'
z = z'
t = t'
Abbiamo esplicitato il concetto, fino ad Einstein rimasto implicito, dell'assolutezza del tempo, indicando che esso è lo stesso per il medesimo evento sia che venga misurato da un osservatore solidale con S, sia che lo misuri un osservatore solidale con S'.
La meccanica classica e le trasformazioni di Galileo implicano che il tempo, lo spazio e la massa - le tre grandezze fondamentali della meccanica - siano tutte indipendenti dal moto relativo dell'osservatore.
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