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Appunti scientifiche |
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La velocità istantanea
La velocità media è una grandezza utile per caratterizzare il moto però a volte può portare a considerazioni sbagliate. Per esempio, supponiamo di viaggiare in automobile e percorrere 92km in 2 ore. La nostra velocità media è di 46km/h ma sicuramente ci saranno stati solo pochi istanti durante i quali avevamo tale velocità. Per avere una rappresentazione più accurata del viaggio, occorre effettuare la media su intervalli di tempo più piccoli. L'ideale sarebbe conoscerne la velocità in ogni istante: questa idea di una velocità corrispondente a ogni istante di tempo è proprio ciò che intendiamo con l'espressione"velocità istantanea" e viene definita come il limite per la variazione di tempo tendente a zero del rapporto che definisce la velocità media (delta x/delta t). Dal punto di vista grafico siamo soliti considerare la velocità media in un grafico spazio-tempo come la pendenza della retta che congiunge due punti corrispondenti agli istanti iniziali e finali. Man mano che gli intervalli di tempo diventano più piccoli, la retta assume una pendenza il cui valore si avvicina sempre di più a quello della pendenza della tangente. Ciò può essere riassunto nel seguente risultato generale: la velocità istantanea in un dato istante è uguale alla pendenza della tangente al grafico spazio-tempo in quell'istante.
Il concetto di velocità istantanea nasce nel Medioevo, nel contesto delle più ampie ricerche di cinematica effettuate soprattutto presso il Merton College di Oxford ed elaborate soprattutto da Nicola Oresme anche attraverso la prima rappresentazione grafica. In particolare, si dà la seguente definizione: 'Nel moto non uniforme la velocità sarà misurata in un qualsiasi istante dalla linea che descriverebbe il corpo se, per un determinato periodo di tempo, si muovesse uniformemente con quel grado di velocità con cui si muove nell'istante dato'. Queste idee e rappresentazioni grafiche furono riprese da Galileo Galilei, che spesso è erroneamente indicato come l'ideatore del concetto di velocità istantanea. Per Galilei era necessaria una geometrizzazione (rappresentazione 'statica') dello spazio e del moto, e a questo fine il concetto di velocità istantanea era di base come per il passaggio da una concezione (antica e medioevale) del moto come 'processo' ad una concezione del moto come'stato'. Galilei individuò anche quale fenomeno fisico potesse dare informazioni effettive indirette sulla velocità istantanea non direttamente misurabile (per la misura della velocità sono necessarie due misure di posizione a due istanti differenti): il processo d'urto, dipende approssimativamente, per la sua rapidità, dalla velocità istantanea dei corpi al momento dell'impatto. Isaac Newton seguì l'idea di Galilei di una concezione del moto come 'stato' ed elaborò il calcolo differenziale proprio per rappresentare matematicamente il concetto di velocità istantanea: storicamente quindi è il concetto di derivata a nascere da quello di velocità istantanea, e non viceversa, e l'analisi non è che una scienza del 'moto generalizzato".
Il presente rapporto è il rapporto incrementale(rapporto tra l'incremento della funzione e l'incremento corrispondente della variabile indipendente) della funzione spazio relativo all'istante generico t e all'incremento delta t. Si passa così al concetto di derivata: la derivata di una funzione f(x) in un punto Xo è il limite, se esiste, del rapporto incrementale, al tendere a 0 dell'incremento dato alla variabile indipendente. La velocità istantanea diventerà perciò:
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