Il fotone
Albert Einstein,
invece, prese subito sul serio questa possibilità della quantizzazione
dell'energia, e nel 1905 propose di rompere definitivamente con la fisica
classica e di postulare un'individualità propria per gli elementi d'energia,
ossia affermare che il campo elettromagnetico era fisicamente costituito da
quanti, i quali furono in futuro battezzati da Arthur Compton "fotoni".
Ogni fotone ha
massa nulla e trasporta un'energia E direttamente proporzionale alla sua
frequenza.
Tale modello non è
in contraddizione con la teoria di Maxwell: l'enorme numero di fotoni che
costituisce un normale fascio fa sì che questi si comportino come un'onda.
A dare manforte
all'interpretazione einsteiniana contribuirono poi alcuni importanti
esperimenti quali: l'effetto fotoelettrico, l'effetto Compton e l'esperimento
di Franck e Hertz.