Fisica all'alba del XXsecolo
Le grandi teorie
unificatrici che erano state l'intimo filo conduttore della ricerca avevano
condotto verso la fine del XIX secolo a ridurre la fisica a due grandi
capitoli: la fisica della materia e la fisica dell'etere o, meglio, della
radiazione. Materia e radiazione sembravano due entità indipendenti, in quanto
la materia può esistere senza la radiazione e la radiazione può attraversare
gli spazi vuoti di materia. Appartiene ad una più approfondita analisi, propria
del XX secolo e frutto di una vera e propria "rivoluzione" di cui l'opera
einsteiniana ne è uno dei pilastri portanti, il concetto per il quale tutto ciò
che noi osserviamo, e l'osservazione stessa, non è né materia né radiazione, ma
interazione tra queste due realtà. Il problema dell'interazione tra materia e
radiazione fu uno dei problemi fondamentali della fine del secolo, perchè era chiaro
che se le due realtà esistevano indipendentemente l'una dall'altra tutto il
mondo fenomenico sorgeva dalla loro azione reciproca.
In sostanza il
problema si riduceva a trovare il meccanismo o il modello attraverso il quale
la materia è capace di emettere e di assorbire la radiazione. La
teoria elettromagnetica della luce forniva equazioni che ponevano un legame tra
campi elettromagnetici, cariche e correnti. Esse descrivevano benissimo i
risultati macroscopici delle esperienze, ma già dall'ultimo decennio del secolo
i fisici si erano accorti che le equazioni di Maxwell non erano applicabili
alle radiazioni emesse o assorbite dalle ultime particelle della materia.