ACCELERATORI DI PARTICELLE
A iniziare dagli anni '40 ebbe grande
importanza nello studio delle particelle subatomiche l'utilizzazione di
macchine sempre più grandi e potenti: gli acceleratori.
Gli acceleratori sono macchine di enormi dimensioni che possono essere lineari
o circolari e la cui lunghezza o circonferenza è dell'ordine dei chilometri.
Essi accelerano, attraverso potenti campi elettrici e guide elettromagnetiche,
sparandole una contro l'altra, oppure contro materiali-bersaglio, vari tipi di
particelle, sviluppando in tal modo gigantesche quantità di energia. I fasci di
particelle accelerate penetrano come sonde profondamente nella materia,
rivelando i suoi frammenti costitutivi. L'energia concentrata a un limite
estremo è capace di materializzarsi istantaneamente in nuove particelle, spesso
instabili, che non esistono in condizioni normali, ma che ci permettono con la
loro effimera comparsa di interpretare sempre più a fondo l'intima struttura
della materia. Le particelle finora identificate sono più di duecento (tra
particelle e antiparticelle). Gli scienziati non riescono a "vedere", nel senso
ottico del termine, le particelle negli acceleratori. Perciò in queste
apparecchiature sono montati dispositivi chiamati detector, le cui dimensioni e struttura possono essere estremamente
vari. I detector misurano diversi parametri delle particelle (massa, energia,
radiazione emessa, altri valori) dai quali si risale al tipo di particella
"osservata". I detector fondamentali sono tre. Nel punto più vicino al punto di
collisione vengono piazzati i rivelatori
delle tracce rilasciate dalle particelle cariche elettricamente, i quali
mostrano le traiettorie e gli angoli di diffusione. Per identificare la carica
elettrica delle particelle attraverso il verso che prende la loro traiettoria,
sono fatte passare attraverso un campo magnetico che si trova dentro il rivelatore
di traccia: in tal modo le particelle con carica positiva incurveranno in un
certo modo, le particelle con carica negativa in modo opposto. Al di fuori dei
primi rivelatori trovano posto i calorimetri
il cui scopo è misurare l'energia prodotta sia dalle particelle cariche sia
dalle particelle neutre che emergono dal processo di collisione; nel punto più
lontano dal punto di collisione si trovano i rivelatori di muoni, che sono le
particelle più penetranti e quindi quelle che possono arrivare più lontano delle
altre. Chiaramente le traiettorie delle particelle neutre non possono essere
rivelate ma la loro energia può essere comunque misurata dai calorimetri. Nel
caso di particelle estremamente penetranti e non rilasciano energia né
producono una traiettoria, la loro presenza viene dedotta dalla quantità di
moto che esse sottraggono alle altre particelle che si producono nel processo
di collisione.
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