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Appunti scientifiche |
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==Il bilancio aziendale== L'impresa come organismo vivente Abbiamo più volte ricordato che si definisce "impresa" il complesso organizzato di beni e persone che, attraverso l'acquisizione e l'impiego di risorse di varia natura ("input"), effettua in un determinato periodo di tempo ("esercizio") la produzione di specifici beni o servizi("output") con la finalità di raggiungere, attraverso la loro vendita, specifici obiettivi di tipo economico. L'impresa è paragonata ad un "organismo vivente": vive se produce beni o servizi utilizzabili per la sopravvivenza, ovvero "utili", in caso contrario l'insieme di attività viene abbandonato o cessa perché non riescono a sopravvivere gli individui che costituiscono l'impresa |
L'impresa: sopravvivenza La sopravvivenza dell'impresa è legata a quella degli individui che la compongono e questa, a sua volta, dipende dalla capacità di realizzare beni e servizi utili e scambiabili (su un mercato) in modo tale da riuscire a procurare agli individui stessi i mezzi di sopravvivenza o producendoli direttamente o acquistandoli da altre imprese in cambio dei beni prodotti dall'impresa stessa; La capacità di scambio di un bene o servizio viene detta "valore", dunque il fine di un'impresa è la creazione di valore; con la crescente complessità dei processi di produzione si è giunti alla specializzazione delle imprese per fasi produttive |
L'impresa: sopravvivenza Con la specializzazione per fasi produttive ogni impresa acquisisce "valore" da altre imprese e successivamente fornisce a sua volta "valore" fino a raggiungere l'utilizzatore finale: si parla quindi di creazione di "valore aggiunto"; In termini monetari l'impresa acquisisce valore (input) dall'esterno dando in cambio un "intermediario rappresentativo" (il denaro ma non solo), apporta miglioramenti o trasformazioni al valore ricevuto e lo cede ad altri nuovamente in cambio di denaro (o altro); In questo modo la sopravvivenza di un'impresa è garantita dalla capacità di generare più denaro di quanto ne consumi per acquisire valore (input); col tempo solo le imprese più efficienti sopravvivono (selezione naturale). |
L'impresa: condizioni di sopravvivenza Abbiamo già detto nella prima parte del corso che l'impresa può rappresentarsi schematicamente come un doppio processo "tecnico-commerciale" (realizzazione delle varie fasi di acquisizione-produzione-vendita) e "economico-finanziario" (attività volte all'ottimizzazione della trasformazione del valore aggiunto in denaro); Lo svolgimento di tali processi richiede che vengano acquisite risorse e questo genera costi (d'acquisizione) che sommati ai costi di trasformazione costituiscono i costi sostenuti dall'impresa (esborsi finanziari); dalla vendita dei beni o servizi realizzati l'impresa ottiene ricavi di vendita (incassi); |
L'impresa: condizioni di sopravvivenza La condizione di sopravvivenza dell'impresa sarà dunque che il valore prodotto e trasferito sia superiore (o almeno pari) a quello acquisito, ossia, che gli incassi siano pari o superiori agli esborsi finanziari: Incassi >= Esborsi In tal modo l'impresa ottiene i mezzi per proseguire nella sua attivià e, se la differenza tra incassi ed eborsi (ricavi e costi) è adeguata, è in grado di svilupparsi impiegando tale surplus (profitto); Normalmente è necessario che i proprietari apportino altro denaro per far decollare l'attività; tali somme sono legate a titolo definitivo alla vita dell'impresa; |
L'impresa: condizioni di sopravvivenza Si parla in questo caso di "capitale di rischio" distinguendolo dal "capitale di terzi" eventualmente prestato da altri finanziatori (banche, intermediari finanziari, fornitori.) che per sua natura è una sorta di prestito a tempo che prevede sia la restituzione entro certi tempi e modi prestabiliti (da un contratto di finanziamento) sia una remunerazione (oneri finanziari); Talvolta la condizione di sopravvivenza può non verificarsi, sia per un basso livello di incassi (dovuto a beni non accettati dal mercato, o a causa di prezzi di vendita inadeguati), sia un alto livello di esborsi (ad es. per un eccessivo impiego di risorse o per un loro costo troppo elevato); |
L'impresa: condizioni di sopravvivenza Un'ultima causa di non sopravvivenza dell'impresa è legata allo sfasamento temporale tra esborsi ed incassi, in parte dipendente dalla durata del processo produttivo. Tali ipotesi di disequilibrio comportano al management dell'impresa di affrontare tre ordini di problemi: Un problema commerciale, legato all'esigenza di massimizzare l'accettazione dei beni da parte del mercato (dunque massimizzare i volumi di vendita e i relativi incassi) Un problema tecnico-produttivo, volto a minimizzare l'utilizzo delle risorse necessarie a ottenere i beni (minimizzando così i relativi esborsi) Un problema finanziario, per minimizzare lo sfasamento temporale tra esborsi ed incassi e assicurare il denaro all'impresa nel periodo tra esborsi e incassi. |
La gestione aziendale Le tre problematiche ricordate sono tra loro strettamente interconnesse; richiedono pertanto un approccio unitario. L'insieme di attività necessarie a tenere sotto controllo e a trovare soluzione a tali problematiche viene definito col termine di "gestione aziendale" o d'impresa. Per poter monitorare e risolvere i problemi legati alla gestione d'impresa è necessario controllare i fenomeni aziendali che danno luogo a esborsi (costi) e a incassi (ricavi), dunque rilevarli e misurarli. Il "metro" di misura è il denaro, per quanto imperfetto. |
Gestione aziendale e contabilità Ogni "fatto" aziendale oltre ad essere misurato va ovviamente rilevato: in questo caso lo strumento che si utilizza è la contabilità aziendale, a sua volta distinguibile tra contabilità generale e contabilità analitica, i cui principi e regole saranno il contenuto di questa seconda parte del corso e di cui anticipiamo la norma fondamentale, ossia il "principio della partita doppia": ogni fatto aziendale comporta allo stesso tempo una variazione positiva e negativa, ossia occorrerà registrare ogni quantità monetaria, allo stesso tempo, in "conti" diversi e in "sezioni" opposte, in modo che si attui sempre l'uguaglianza tra accreditamenti (iscrizione di somme nella sezione dei conti denominata "Dare") e addebitamenti (iscrizione di somme nella sezione "Avere"). |
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==Fondamenti di contabilità== Contabilità e bilancio di esercizio Si dice gestione l'insieme coordinato delle operazioni compiute durante l'intera vita dell'azienda per raggiungere obbiettivi prefissati. Caratteristiche fondamentali sono l'unità o unitarietà (le operazioni si svolgono per il raggiungimento di un unico fine) e la continuità (le operazioni si svolgono senza alcuna interruzione). Le operazioni di gestione, dette anche fatti di gestione o fatti amministrativi, possono essere: esterne (pongono l'azienda a contatto con l'ambiente esterno) o interne (hanno origine e si concludono all'interno dell'azienda). Dall'esigenza di rappresentare in modo esauriente, intelleggibile e veritiero i fatti di gestione nascono i documenti contabili che compongono il bilancio di esercizio (Stato Patrimoniale, Conto Economico e Nota Integrativa, oltre alla relazione dei sindaci e dall'eventuale certificazione contabile) |
Costi, ricavi e utile La gestione è caratterizzata dall'acquisto dei fattori produttivi, dalla loro combinazione e dalla vendita del prodotto ottenuto. L'acquisizione dei fattori determina delle uscite di denaro o il sorgere di debiti. Il costo esprime, la quantità di risorse a cui l'azienda deve rinunciare per procurarsi i fattori produttivi ed è misurato dalla quantità di mezzi monetari impiegati per l'acquisto. Con la vendita dei prodotti ottenuti l'azienda consegue i ricavi. Il ricavo esprime il recupero delle risorse impiegate ed è misurato dall'entrata di denaro o dal credito ottenuti dalla vendita dei prodotti. Se RICAVI > COSTI, l'impresa consegue un utile o profitto, creando in tal modo nuova ricchezza, che può essere impiegata per remunerare i soci ed espandere l'attività. |
Gestione e contabilità Ogni fenomeno per poter essere misurato deve essere rilevato: nell'ambito aziendale, il meccanismo che consente di misurare i fenomeni economici è la contabilità aziendale, sua volta distinguibile tra contabilità generale e contabilità analitica. Nell'ambito contabile dunque, attraverso entrate ed uscite (valori numerari) e costi e ricavi (valori rappresentati nel Conto Economico) nonché attraverso valutazioni del patrimonio (rappresentate nello Stato Patrimoniale), andremo ad esaminare tutti gli accadimenti aziendali, rilevando gli stessi in maniera sistematica e riportandoli nei documenti di bilancio. |
Contabilità e bilancio di esercizio La finalità primaria della contabilità generale è rilevare la consistenza del Patrimonio Netto, in un dato momento, e misurarne la variazione in un dato periodo. Il risultato della variazione si chiama reddito di esercizio, ossia del periodo considerato. Se questo risulta positivo allora in tal caso sarà rilevato un utile di esercizio. Viceversa se il reddito è inferiore a zero, allora si rileverà una perdita di esercizio. La contabilità generale si conclude con il bilancio di esercizio, documento contabile che espone i risultati delle operazioni compiute nel periodo amministrativo di competenza sulla base di alcuni principi. |
Contabilità e bilancio di esercizio La finalità della contabilità analitica è invece quella di localizzare nel tempo e nello spazio costi e ricavi dell'impresa. Per questo con la contabilità analitica vengono imputati i costi e i ricavi ai diversi centri di responsabilità e ai diversi prodotti. Le rilevazioni della contabilità analitica vengono inoltre compiute su base temporale (mesi, trimestri, semestri) più limitate di quelle della contabilità generale che, come detto, di solito guarda all'intero anno amministrativo, ossia l'esercizio, di cui va a comporre il bilancio. |
A cosa serve il bilancio Il bilancio ha finalità conoscitive ed informative per una serie di soggetti. Innanzitutto quelli interni all'azienda, che intendono conoscere "realmente" l'andamento della gestione. In secondo luogo tutti i soggetti esterni all'impresa, che per diversi motivi hanno con l'impresa una serie di rapporti economici. Nel corso dei decenni il bilancio ha esteso le sue valenze informative, giungendo a rappresentare un documento con cui l'azienda si relaziona con "stakeholder" esterni alla compagine sociale, elaborando pertanto ulteriori schemi rispetto ai soli documenti civilistici (bilancio fiscale, bilancio sociale, bilancio ambientale etc) |
Di cosa si compone il bilancio Il bilancio di esercizio si compone di tre parti fondamentali: Stato Patrimoniale - Conto Economico - Nota Integrativa. A questi documenti si aggiunge, per alcune forme societarie (es. Spa), la relazione del collegio sindacale (quando questo sia richiesto); talora, infine, le aziende corredano i documenti del bilancio con una certificazione contabile (redatta da un revisore dei conti): è il caso, ad esempio, delle aziende quotate sui mercati finanziari e più in generale di aziende che sono solite mantenere rapporti con una pluralità di soggetti esterni (talchè la certificazione assume funzione di garanzia sulla solidità dell'azienda stessa). |
I documenti del bilancio Lo Stato Patrimoniale è un prospetto che mostra l'ammontare, in un dato istante, del patrimonio dell'impresa, ossia dell'insieme del valore dei beni e diritti impiegati stabilmente nell'attività d'impresa, e la sua composizione (cioè le singole voci di attivo e passivo). Il Conto Economico è un prospetto che pone in evidenza il processo di formazione del risultato economico di esercizio (reddito di esercizio) mostrandone la composizione (costi e ricavi). La Nota Integrativa ha una funzione esplicativa (con note e tabelle) di Conto Economico e Stato Patrimoniale, presentando tutte le informazioni che non hanno contenuto contabile e commentando i criteri di valutazione applicati. |
Grandezze di fondo e di flusso Lo Stato Patrimoniale (SP) mostra la situazione dell'impresa a fine anno. E' una "instantanea" di beni, diritti ed obblighi. Ma attenzione: lo SP può informare sulla situazione di una impresa in un istante, ma non ci può fornire dati sulla sua evoluzione. Per le grandezze dello SP si parla di grandezze di fondo (ossia riferite ad un istante) Il Conto Economico (CE), indica invece il riflesso economico delle operazioni di gestione. Il riferimento è dunque al periodo. In tale caso si parla di grandezze di flusso. Tale differenze ha implicazioni pratiche: lo SP finale dell'esercizio "t" sarà uguale a quello iniziale dell'esercizio "t+1". Il CE invece si azzera ad ogni inizio esercizio. |
Principi contabili: capitale netto Sia lo SP sia il CE vengono redatti sulla base di alcuni principi contabili. Il primo e più importante di tali principi è il seguente: posto che denominiamo attività tutti gli elementi che compongono il capitale (patrimonio) di un'impresa e passività tutti i valori relativi ad impegni che l'azienda ha assunto nei confronti di terzi (ad es. l'obbligo di rimborsare a scadenza un prestito ricevuto), l'insieme delle attività è detto capitale (patrimonio) lordo, mentre l'insieme delle passività è detto capitale di terzi. La differenza viene detta capitale netto: capitale lordo - capitale di terzi = capitale netto Le voci fondamentali che compongono il capitale netto sono: il capitale sociale, le riserve e l'utile d'esercizio. |
==Fondamenti di contabilità== (pag2) Il postulato della proprietà cap.lordo-cap. di terzi=cap. netto può essere riscritto come: attivo-passivo=netto ossia: attivo = passivo + netto Tale regola, detta "postulato della proprietà" è anche nota come "principio contabile fondamentale" e ci dice che l'impresa sopravvive se il netto del proprietario aumenta, ossia si ottiene un utile dalla gestione, in modo tale che gli incassi generati superino gli esborsi (ricavi>costi ovvero attivo>passivo, o netto>=0) |
Contenuto informativo del bilancio Secondo l'art. 2423 del Codice Civile italiano, il bilancio deve essere redatto (in euro) dagli amministratori "con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società e il risultato economico dell'esercizio" Onde poter ottemperare all'obbligo di cui sopra, la redazione del bilancio dovrà osservare una serie di principi ed in particolare: - principio di inerenza tra costi e ricavi - principio di competenza - principio di prudenza |
Bilancio e principi contabili Osservare il principio di inerenza tra costi e ricavi significa iscrivere in bilancio tutti e solo i costi e ricavi tra loro inerenti (ossia legati gli uni agli altri); poiché di solito i ricavi si realizzano dopo un certo tempo da che si sono sostenuti gli inerenti costi, esiste un modo (le capitalizzazioni) per "neutralizzare" quei costi a fronte dei quali non sono ancora sorti i relativi ricavi; Il principio di competenza richiede invece che in bilancio siano inseriti tutti e soli i costi e ricavi di competenza dell'esercizio. Da qui la necessità di ricorrere all'artificio dell'ammortamento per rilevare correttamente quei costi che, sostenuti per cassa in un singolo esercizio, si riverberano su più anni d'attività (es. impianti) |
Bilancio e principi contabili Infine il principio di prudenza mi richiede di inserire tutti i costi sostenuti o da sostenere, ancorchè solo probabili (purchè si rispettino i primi due principi), ma solo quei ricavi che risultino certi. Il principio di prudenza sarà alla base, inoltre, della valutazione delle scorte e rimanenze (materiali, immateriali o finanziarie), che dovranno riflettere al meglio il reale valore di tale elemento patrimoniale (e per le quali potrò adottare a seconda dei casi il meccanismo di valutazione LIFO, ossia "last in first out" o FIFO, ossia "first in first out", ottenendo valori talvolta assai differenti). |
La regola della partita doppia Fin qui abbiamo esaminato principi generali e regole di valutazione necessarie ad impostare il bilancio affinchè risponda ai requisiti di legge. Nella realtà quotidiana per tener conto delle molteplici attività della gestione si utilizzano numerose voci e conti. Attenzione però: è altrettanto utile capire cosa è aumentato e cosa è diminuito. Possiamo dunqu introdurre il concetto di variazione in aumento e variazione in diminuzione. Un esempio classico è quello relativo ai crediti vs clienti, ossia dei crediti che nascono nei rapporti della nostra impresa con i clienti. Attraverso la contabilità, possiamo individuare il totale dei crediti sorti (segno +) distintamente da quelli incassati (segno -). |
Il funzionamento dei conti Il concetto di variazioni in aumento e in diminuzione ci porta a ragionare in termini di conto (o mastro). Parlando di "conto" ci si riferisce alla sua movimentazione. Consideriamo ad esempio la cassa. Il conto cassa avrà due sezioni: la sezione a sinistra è detta "dare". In tale sezione si registrano gli incrementi del conto (es: incassati 1.000 euro da un cliente. Nel dare del nostro conto cassa inseriremo il valore 1.000, dato che la cassa ha subito una variazione in aumento dei propri valori); la sezione destra è invece detta "avere": in essa si riportano tutte le variazioni in diminuzione del conto. (es: pagata bolletta telefonica per 1.000 euro. In avere del nostro conto riporteremo il valore 1.000 per indicare che si è realizzata una diminuzione di 1.000 euro del conto cassa). |
Le regole di rilevazione Ricaviamo la seguente regola: -la sezione dare accoglie gli aumenti delle attività e dei costi, le diminuzioni delle passività, del patrimonio netto e le rettifiche dei ricavi; -la sezione avere accoglie le diminuzioni delle attività e le rettifiche dei costi; gli aumenti delle passività, del patrimonio netto e dei ricavi. La contropartita in partita doppia La regola fondamentale della "partita doppia" è che le scritture siano sempre duplici per ogni fatto di gestione riportato nei documenti contabili: una in dare di un conto ed una dello stesso importo in avere di un altro conto. Nell'ipotesi di più scritture in dare e più scritture in avere, conta che il totale delle registrazioni in dare sia uguale al totale delle scritture in avere. Occorre registrare ogni quantità due volte, in conti diversi e sezioni opposte, in modo che si attui sempre l'uguaglianza tra addebitamenti e accreditamenti. La contabilità generale, tenuta in partita doppia, presuppone la preventiva redazione di un piano dei conti, cioè la definizione dei conti che costituiranno il sistema contabile. |
La registrazione nel libro giornale Il libro giornale in partita doppia (nella forma manuale) si compone di più colonne: le prime due colonne indicano il numero di codice dei conti che devono essere rispettivamente addebitati e accreditati, secondo la numerazione fissata dal piano dei conti, mentre la terza colonna accoglie gli articoli del giornale. Per ogni articolo si indica il numero progressivo, la data, il titolo dei conti da addebitare e da accreditare, la descrizione dell'operazione fatta in modo sintetico, ma contenente tutti i necessari riferimenti; le ultime due colonne riguardano gli importi parziali e totali delle registrazioni. Il titolo del conto da addebitare si scrive a sinistra (in dare); Il titolo del conto da accreditare si scrive a destra (in avere), preceduto da una 'a', abbreviazione di avere. |
Dai conti allo Stato Patrimoniale Sappiamo che lo SP è il prospetto che ci consente di effettuare una "istantanea" della nostra situazione gestionale. Lo SP ha il medesimo funzionamento di un singolo conto. Infatti accoglie nella sezione sinistra (dare) tutte le voci attive (attività o attivo patrimoniale) e nella sezione destra (avere) tutte le voci passive (passività o passivo patrimoniale). Alla data di chiusura dell'esercizio (o comunque quando andiamo ad interrogare la nostra situazione) sarà possibile dopo un breve riepilogo della situazione dei singoli conti di attivo e passivo, conoscere la composizione dell'attivo e passivo patrimoniale. |
Il Conto Economico Se da un punto di vista "finanziario" la rilevazione degli accadimenti di gestione è rilevata nello SP, gli aspetti economici sono come detto riepilogati nel CE. Anche questo prospetto accoglie nella sezione "dare" i costi ed in quella "avere" i ricavi. Per quanto concerne i ricavi le variazioni in aumento si inseriscono nella sezione destra (avere) e quelle in diminuzione (dovute principalmente a rettifiche) nella sezione sinistra (dare). Il contrario vale ovviamente per i costi che dunque accolgono in avere la variazioni in diminuzione ed in dare quelle in aumento. |
==Il bilancio d'esercizio== Riclassificazione del bilancio Il processo di riclassificazione del bilancio consiste nell'operazione di passaggio dei due prospetti del bilancio (Stato Patrimoniale e Conto Economico) dalla forma civilistica ossia prevista dal Codice Civile (e destinata alla pubblicazione) alla forma tecnica. Il fine di tale operazione è quello di migliorare la capacità di programmazione e il controllo della gestione dell'impresa; a partire dalla format tecnica (o riclassificata) del bilancio sarà infatti possibile calcolare una serie di indici o quozienti detti indicatori o indici di bilancio, attraverso i quali sarà possibile condurre analisi dettagliate sui risultati della gestione e sulla situazione economico-finanziaria dell'impresa. |
Come riclassificare il bilancio La lettura del bilancio consente di evidenziare il reddito di esercizio conseguito dall'impresa in un dato periodo e dunque l'entità dell'utile da distribuire agli azionisti o della perdita da coprire. Il contenuto del bilancio assume maggior valore indicativo attraverso la riclassificazione, che può avvenire in vari modi, in base alle numerose e differenti esigenze informative della direzione aziendale. Non esiste un'unica forma di riclassificazione né per il Conto Economico né per lo Stato Patrimoniale, qui si forniranno alcuni tra gli schemi maggiormente utilizzati. |
Riclassificazione Conto Economico Posto che: Forma civilistica componenti del reddito evidenziate per natura Forma tecnica componenti del reddito evidenziate per natura e per destinazione (aree della gestione aziendale) Individuiamo due schemi tra i più diffusi: C.E. a ricavi e costo del venduto C.E.secondo la nozione di valor aggiunto C.E., le aree di gestione Prima di vedere tali schemi occorre precisare come la forma civilistica non consenta di capire come e perchè si sia formato il reddito d'esercizio, che attiene alle diverse aree della gestione: - gestione caratteristica (tipica): è relativa al processo di acquisizione dei fattori produttivi, alla loro trasformazione e vendita. La differenza tra costi e ricavi di tale gestione produce il risultato operativo caratteristico; |
- gestione atipica: detta anche gestione patrimoniale, si occupa degli investimenti accessori o patrimoniali (es. Affitto locali a terzi, dividendi da partecipazioni finanziarie etc). La differenza tra costi e ricavi produce il risultato della gestione atipica, che sommato al risultato operativo caratteristico porta al risultato operativo globale; - gestione finanziaria: origina oneri e ricavi finanziari (es. Interessi passivi da pagare sui finanziamenti ottenuti, interessi attivi derivanti dagli investimenti finanziari effettuati). La differenza tra costi e ricavi dà origine al risultato della gestione finanziaria che sommato al risultato operativo globale identifica il risultato ordinario; - gestione straordinaria: è relativa ad attività non ricorrenti (es. vendita immobile, danni per incidenti, furti etc); la differenza tra costi e ricavi genera il risultato della gestione straordinaria che sommato al risultato ordinario porta al risultato ante imposte; |
- gestione fiscale: riguarda le imposte sul reddito d'impresa e dà origine all'accantonamento imposte. La differenza tra risultato ante imposte e accantonamento origina il risultato netto. C.E. a "costi e ricavi del venduto" Si parte dai Ricavi di vendita per giungere al risultato netto: + Ricavo del venduto - Costo del venduto = Risultato Lordo - Spese commerciali, amministrative e generali = Risultato operativo caratteristico + proventi diversi = Risultato operativo globale - Oneri finanziari, + Proventi finanziari = Risultato ordinario + o - componenti straordinari = risultato ante imposte - accantonamento imposte = risultato netto |
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C.E. a "nozione del valor aggiunto" Anche qui si parte dai Ricavi di vendita per giungere al Ris. netto: + Ricavo del venduto + rim. Finali - rim. Iniziali + impianti costruiti in economia = Valore produzione caratteristica - acq. Mat. Prime - rim. iniziali m.p. + rim. finali m.p. - costi ind. + altri ricavi e proventi = Valore aggiunto lordo - Costo del lavoro = Margine operativo lordo - amm.ti e svalutazioni - accantonamenti = Risultato operativo globale + proventi fin. - oneri fin. = risultato ordinario + proventi str. - oneri str. = risultato ante imposte - Accantonamento imposte = risultato netto |
Riclassificazione Stato Patrimoniale Dei vari schemi presentiamo quello che riorganizza le voci dello Stato Patrimoniale secondo il criterio della liquidità, ossia accorpa le voci secondo una scala di attitudine di ciascuna voce a tornare moneta, presentandole a partire da quelle per le quali occorre maggior tempo, sino a giungere a quelle già immediatamente liquide, secondo lo schema seguente, che analizzeremo voce per voce.
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- Attività immobilizzate (IM): voci dell'attivo che si possono/devono trasformare in moneta dopo un periodo superiore all'anno. Nell'esempio un impianto del valore di 600. - Attività circolanti (AC): voci dell'attivo che si trasformeranno in moneta entro un periodo di tempo inferiore all'anno. Nell'esempio: Rimanenze materie prime 150 Crediti verso clienti 400 Disponibilità liquide 800 - Passività Consolidate (PL): voci del passivo che si devono restituire ai creditori dopo un periodo superiore all'anno. Nell'esempio un mutuo per l'acquisto dell'impianto. - Passività circolanti (PC): voci del passivo (debiti a breve) che si devono restituire ai creditori entro un periodo inferiore all'anno. Nell'esempio debiti verso i fornitori per 200 |
- Capitale Circolante Netto (CCN): rappresenta il complesso dei mezzi finanziari impegnati per sostenere e conseguire una certa quota di fatturato. E' calcolabile come differenza tra le Attività Circolanti e le Passività Circolanti: CCN = AC - PC Le Attività circolanti sono: - Rimanenze di magazzino - Crediti verso clienti - Crediti verso imprese a breve - Crediti verso altri - Ratei e risconti attivi - Disponibilità liquide Le Passività circolanti sono: - Obbligazioni (parte corrente) - Mutui passivi (parte corrente) - Debiti verso consociate - Debiti verso fornitori - Debiti diversi - Debiti a breve verso banche - Ratei e risconti passivi |
Le finalità dell'analisi di bilancio Bilancio in forma legale per informare i soggetti esterni all'impresa Forma tecnica per consentire un approfondimento dei risultati da parte dei soggetti interni all'impresa Controllo - analisi delle cause nell'esercizio trascorso ed azioni correttive per l'esercizio successivo Programmazione - definizione degli obiettivi per il successivo esercizio |
==Il bilancio d'esercizio I== Analisi di bilancio (schema)
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Indici di bilancio Sono tre le principali famiglie di indici di bilancio, ognuna in grado di fornirci distintamente informazioni: Indici di redditività Misurano la capacità dell'impresa di remunerare il capitale Indici di posizione di liquidità Capacità dell'impresa di fronteggiare i fabbisogni finanziari Indici di solidità patrimoniale Misurano il bilanciamento fra capitale proprio e capitale di terzi Indici di redditività . del capitale netto (ROE) . del capitale investito nella gestione caratteristica (ROI) . delle vendite (ROS) . di rotazione del capitale investito nella gestione caratteristica (ROT) |
Indici di redditività Redditività del Capitale Netto (Return on Equity) ROE = Risultato Netto / Capitale Netto Redditività del Capitale Investito (Return on Investment) ROI= Risultato Operativo / Capitale Investito Redditività delle Vendite (Return on Sales) ROS = Risultato Operativo / Ricavi di Vendita Rotazione del Capitale investito (nella gestione caratteristica) ROT = Ricavi di Vendita / Capitale Investito Da cui: ROI = ROS*ROT |
ROE - Return On Equity ROE = Risultato Netto / Capitale Netto : Il Risultato Netto (RE) è il dato finale del conto economico riclassificato Il Capitale Netto è la media aritmetica tra i due valori di Capitale Netto: quello di inizio esercizio (N) e quello di fine esercizio (N+1) Il ROE, generalmente in forma di percentuale, esprime la remunerazione del capitale che gli azionisti hanno conferito all'impresa Il ROE va comparato con le remunerazioni in impieghi alternativi |
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ROI - Return On Investment ROI = RO / Capitale Investito Il Risultato Operativo (RO) è dato dal margine operativo lordo (MOL) meno la somma di (ammortamenti + accantonamenti) del conto economico riclassificato Il Capitale Investito è la media aritmetica tra i due valori dell'Attivo (IM+AC): quello di inizio esercizio (N) e quello di fine esercizio (N+1) Il ROI, generalmente in forma di percentuale, esprime la remunerazione del capitale lordo che i soggetti interessati (i "creditori") hanno affidato all'impresa; il ROI può calcolarsi come "globale" o "caratteristico" |
ROI - globale ROI = Risultato Operativo Globale / Capitale Investito : Il Risultato Operativo Globale (RO) è la somma dei risultati della gestione caratteristica, della gestione atipica, di ammortamenti e accantonamenti Il Capitale Investito continua ad essere la media aritmetica tra i valori dell'Attivo di inizio (N) e di fine esercizio (N+1) ROI - caratteristico ROI = Risultato Operativo Caratteristico / Capitale Investito Il Risultato Operativo Caratteristico (RO-PG) è dato dal margine operativo lordo (MOL) meno i proventi della gestione atipica del conto economico riclassificato Il Capitale Investito continua ad essere la media aritmetica tra i due valori dell'Attivo (IM+AC) impiegato nella gestione caratteristica: quello di inizio esercizio (N) e quello di fine esercizio (N+1) |
ROI - caratteristico Il ROI misura la capacità di: -acquisire a condizioni vantaggiose i fattori di produzione -combinare tra loro i fattori x ottenere un prodotto di buona qualità -vendere a condizioni vantaggiose Il ROI non misura la capacità di gestire le risorse finanziarie necessarie all'impresa ROS - Return On Sales ROS = Risultato Operativo Caratteristico / Ricavi di Vendita Il Risultato Operativo Caratteristico (RO-PG) è dato dal margine operativo lordo (MOL) meno i proventi della gestione atipica del conto economico riclassificato I Ricavi di Vendita (RV) sono dati dal valore globale dei Ricavi Netti di vendita del conto economico riclassificato Il ROS, generalmente in forma di percentuale, esprime il grado di efficienza della gestione caratteristica ossia misura la capacità del management nella gestione dei costi di produzione |
ROT - Rotazione capitale investito ROT =Ricavi di Vendita / Capitale Investito I Ricavi di Vendita (RV) sono sempre dati dal valore globale dei Ricavi Netti di vendita del conto economico riclassificato Il Capitale Investito è sempre la media aritmetica tra i due valori dell'Attivo (IM+AC) impiegato nella gestione caratteristica: quello di inizio esercizio (N) e quello di fine esercizio (N+1) Il ROT, generalmente in termini di unità, esprime il numero di volte in cui il capitale investito si trasforma in mezzi finanziari attraverso le vendite ovvero misura la capacità del management nella gestione commerciale |
ROI - scomposizione Possiamo già ora notare che: ROS*ROT = (R.O. / R.V.) * (R.V. / C.I.) = R.O. / C.I. = ROI Inoltre: ROI = Risultato Operativo caratteristico / Capitale Investito moltiplicando il secondo membro per: Ricavi di Vendita / Ricavi di Vendita (=1) si ottiene ROI = (R.O.c. / C.I.) * (R.V./R.V.) ROI=(R.O.c. / R.V.) * (R.V. / C.I) Da cui di nuovo ROI = ROS * ROT |
==Il bilancio d'esercizio II== Indici di (posizione) di liquidità I tre più utilizzati sono: L'indice di liquidità generale (ILG) L'indice di liquidità primaria (ILP) L'indice di rotazione del capitale circolante lordo (IRC) Ma esistono anche ulteriori indici quali ad esempio quelli: . di rotazione dei crediti commerciali (ICC) . di rotazione dei debiti commerciali (IDC) . di rotazione del magazzino (IRM) |
ILG (current ratio) ILG = Attivo Circolante / Passivo Circolante L'Attivo Circolante (AC) è dato da [Rimanenze (RM) + Liquidità differite (DF) + Liquidità immediate (DL)] dello stato patrimoniale riclassificato Il Passivo Circolante (PB) è dato dall'insieme dei debiti che l'impresa deve estinguere entro l'anno ILG è detto "current ratio" ILG evidenzia la capacità dell'impresa di restituire i debiti a breve con le entrate connesse all'attivo circolante La dottrina suggerisce che per una sana e prudente gestione debba essere ILG > 2 |
ILP (quick ratio) ILP = (AttivoCircolante - Rimanenze) / Passivo Circolante ILP è dato da [Liquidità Differite (DF) + Liquidità Immediate(DL)] / [Passivo Circolante (PB)] ILP è detto "quick ratio" ILP evidenzia la capacità dell'impresa di restituire i debiti a breve con le entrate connesse all'attivo circolante senza fare ricorso alle rimanenze di magazzino che costituiscono la quota di attivo circolante che con più difficoltà si trasformano in moneta nel breve periodo La dottrina suggerisce che per una sana e prudente gestione debba essere ILP > 1 |
IRC - indice di rotazione IRC = Ricavi di Vendita / Attività Circolanti I Ricavi di Vendita (RV) sono dati dal valore globale dei Ricavi Netti di vendita del C.E. riclassificato Le Attività Circolanti (dette anche Capitale Circolante Lordo) sono date dalla media aritmetica tra i due valori dell'Attivo Circolante (AC) impiegato nella gestione caratteristica: quello di inizio esercizio (N) e quello di fine esercizio (N+1) IRC, generalmente in termini di unità, esprime il numero di volte in cui il capitale circolante lordo si trasforma in mezzi finanziari attraverso le vendite |
Altri indici di rotazione ICC = Ricavi di Vendita / Crediti Commerciali IDC = Acquisti / Debiti Commerciali IRM = Ricavi di Vendita / Rimanenze di magazzino Da essi è possibile ricavare ulteriori indicazioni ed in particolare la durata media dei crediti commerciali (365/ICC), la durata media dei debiti commerciali (365/IDC) e il periodo di giacenza media del magazzino (365/IRM). |
Indici di solidità patrimoniale Indice di indipendenza finanziarie (IIF) Indice di indebitamento diretto (IID) Rapporto di indebitamento indiretto (1/IIF - 1) |
IIF - Indipendenza Finanziaria IIF = Capitale Netto / Capitale Lordo IIF evidenzia il grado di indipendenza finanziaria dell'impresa nei confronti di terzi, ovvero l'indipendenza dei proprietari rispetto ai finanziatori La dottrina suggerisce che per una sana e prudente gestione debba essere IIF > 0,5 |
IID -Indebitamento Diretto IID = Capitale Terzi / Capitale Netto IID = (Capitale Lordo - Capitale Netto) / Capitale Netto IID = (Capitale Lordo / Capitale Netto) - (Capitale Netto / Capitale Netto) IID = (1/IIF) - 1 IID evidenzia il grado di dipendenza finanziaria dell'impresa nei confronti di terzi, ovvero la dipendenza dei proprietari rispetto ai finanziatori La dottrina suggerisce che per una sana e prudente gestione debba essere IID < 1 |
Scomposizioni del Roe Roe = Risultato netto / Capitale Netto Ma è anche vero che Roe = Risultato Operativo / Capitale Investito * Capitale Investito / Capitale Netto * Risultato Netto / Risultato Operativo, dove RO/CI = redditività del capitale investito (ROI) CI/CN = rapporto di indebitamento e RN/RO = tasso di incidenza degli oneri extragestione E' anche possibile individuare una formula, detta della leva finanziaria, elaborata da Modigliani e Miller: Roe = [Roi + (Roi - i)*Ct/Cn]*Rn/R*n |
Scomposizioni del Roe Roe = [Roi + (Roi - i)*Ct/Cn]*Rn/R*n Nel dettaglio: - Ct è il capitale di terzi - Cn è il capitale netto (o proprio) - "i" è il tasso d'interesse sul capitale di terzi (Oneri finanziari / Capitale di terzi) - Ct/Cn è l'indice di indebitamento - Rn è il risultato netto - R*n è il risultato ordinario Dalla formula si evince che se Roi>i all'azienda conviene indebitarsi poiché si ha un effetto moltiplicativo (leva) sul Roe |
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