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Cap. 8
La "TECNODOOR" - AZIENDALE
di Comper Damiano & C. S.n.c.
1 Background aziendale
1.1 Come è nata l'azienda
1.2 La scelta del settore e del prodotto
1.3 La strategia aziendale
2 La scelta di aderire al progetto di Economia di Comunione
3 Valori, cultura e strategia aziendale
4 La gestione delle risorse umane nell'azienda
5 Il contributo delle risorse umane al capitale relazionale
5.1 Il rapporto con i dipendenti
5.2 Il rapporto con i fornitori e con i clienti
5.3 Il rapporto con le banche e con i concorrenti
6 Il ruolo delle risorse umane nella creazione di valore d'impresa
La "Tecnodoor" è un'azienda dinamica e tecnologicamente all'avanguardia di Iserna (TN), specializzata nella realizzazione di chiusure industriali e civili personalizzate.
La sua costituzione risale al 1994 per opera di Damiano Comper (con una partecipazione del 51%) e di un altro socio, che deteneva invece il 49%.
La scelta del settore dei portoni è derivata dall'esperienza personale acquisita dal padre di Damiano, il signor Pietro.
Pietro Comper è imprenditore dagli inizi degli anni Settanta (più precisamente dal 1973) quando, insieme ad altri soci, era a capo di una S.r.l.
In quel periodo una grande azienda (la Nones) aveva notato, probabilmente a livello europeo (Germania soprattutto), che era stato lanciato sul mercato un nuovo prodotto e aveva proposto al sig. Pietro di capire se era in grado, con la propria azienda, di fornirlo. Il prodotto in questione erano i portoni che attualmente troviamo in Italia. E' in questo modo che nasce l'interesse per il settore dei sistemi di chiusure industriali e civili da parte del signor Pietro.
Il sig. Pietro lavora fino al 1988 solo ed esclusivamente per la Nones, non potendo, per via di contratti formali tra le parti, produrre per l'estero.
Nel frattempo il figlio del signor Pietro, Damiano, una volta terminato gli studi di ingegneria, esprime il desiderio di andare a lavorare nell'azienda del padre. Damiano sarebbe diventato, dopo un periodo di esperienza di circa due anni, il quarto socio dell'azienda, poiché ciascun socio si impegnava a cedergli una parte delle proprie quote.
Subito dopo la laurea Damiano ha la grande possibilità di progettare tutte le strutture di chiusura dell'Autogerma di Verona, collaborando con le grandi ditte della Germania. Grazie a questo tipo di esperienza, capisce di avere le capacità per poter fare le progettazioni di portoni e di aver raggiunto una maturità tale da permettergli l'ingresso come socio nella ditta del padre.
Nel frattempo, però, gli altri due soci si rifiutano di mantenere l'accordo precedentemente preso e così Damiano decide di mettere in piedi una propria azienda insieme ad un amico esperto in elettronica: è la nascita della Tecnodoor.
Il sig. Pietro è combattuto: non sa se continuare con i suoi soci o se andare con il figlio e si rivolge ad un consulente esterno per avere un parere "arbitrale". Capisce così che la cosa migliore è di lasciare i suoi soci e di andare a lavorare come dipendente nella ditta del figlio.
Dopo un anno e mezzo dalla costituzione della Tecnodoor, il socio di minoranza si ritira per problemi suoi personali e così entra in società il sig. Pietro. Tale ingresso segna anche la nascita della Tecnodoor come azienda di Economia di Comunione.
Oggi la Tecnodoor opera sul mercato nazionale estendendosi fino alla regione del Lazio e si avvale anche della collaborazione di ditte satellite esterne.
L'azienda è specializzata nella costruzione di chiusure automatiche, portoni e porte industriali e civili
La scelta del settore deriva dall'esperienza personale del sig. Pietro. Il signor Pietro è da sempre un metalmeccanico e la carpenteria in particolare l'ha sempre attratto. In particolare, a suo dire, il settore dei portoni è tale per cui:
q Il prodotto che si realizza non è mai uguale: variano le misure, ma nel contempo variando le misure è necessario studiare sistemi migliori per farli funzionare. Ciò porta il signor Comper a svolgere con entusiasmo il lavoro all'interno dell'azienda.
q E' un prodotto che sul mercato è sempre richiesto. La Tecnodoor non ha mai incontrato crisi di produzione e ciò gli dà sicurezza e stabilità.
"Il fatto che lo stesso prodotto non si ripete - sottolinea il sig. Pietro- ti fa capire che tu sei in una continua evoluzione anche a livello tecnologico e che sei costruttore di una cosa nuova, non un operatore comune. Questa convinzione coinvolge tutti i dipendenti dell'azienda e tutti coloro che lavorano in questo settore."
La produzione attuale della Tecnodoor, sempre con il supporto di partner stabili e seri che danno il loro prodotto o una parte del loro prodotto, comprende:
Portoni vari (a libro, sezionali, scorrevoli, perlinati,.);
porte basculanti per garage e porte varie (multiuso, flessibili,.);
serrande in acciaio;
serramenti in alluminio;
portoncini blindati di vario tipo;
cancelli;
pareti divisorie.
destinati principalmente alle strutture industriali. Questo per una scelta di tipo commerciale perché si rendono conto di non avere ancora acquisito un livello di specializzazione sufficiente nell'ambito delle strutture civili (ad esempio nella costruzione delle porte interne delle abitazioni)."Non vogliamo fare qualcosa di cui non abbiamo un'esperienza tale da potere garantire la qualità del prodotto" tende a sottolineare il sig. Pietro.
"La nostra pubblicità è fatta dai clienti - riprende - Quello che diamo cerchiamo di darlo bene"
La strategia scelta dalla Tecnodoor è l'adozione di una produzione che permetta al costruttore di avere "le chiavi in mano". Ciò significa obbligare sotto un certo aspetto le ditte costruttrici, i progettisti o gli architetti a mettersi in contatto con l'azienda per formare un lavoro di équipe. Con un lavoro di équipe nasce un prodotto migliore perché ciascuno porta le proprie esperienze.
La progettazione è il fulcro attorno al quale interagiscono una serie di elementi : affidabilità, manutenzione, clienti, prestazioni, materiali. Se il prodotto nasce da un lavoro di équipe tra progettisti, ingegneri e operatori tecnici (concurrent engineering), dove ognuno porta le proprie competenze, conoscenze ed esperienze, il risultato non può che essere la realizzazione di un prodotto di qualità superiore.
"Proponendo la formula "chiavi in mano" - spiega il sig. Pietro - noi abbiamo una gestione che non è autonoma da parte nostra, ma è già stata vista in precedenza in sede di progettazione. Essa contiene l'armonia dell'architetto, ha il sostegno strutturale dell'ingegnere e il supporto della fattibilità dell'operatore che siamo noi. Da tutto ciò risulta un prodotto di elevata qualità che mette tutti nelle condizioni di aver fatto qualcosa di bello. In linea di massima all'interno dell'azienda non abbiamo mai delle contestazioni perché anche nella progettazione delle cose gli operatori sono preparati e sanno fare il loro dovere."
Una volta che il prodotto è stato realizzato, esso deve essere installato. In un primo periodo l'installazione veniva affidata a squadre di montatori esterni specifici per portoni, serramenti,.In seguito, invece, sono state create e formate con appositi corsi delle squadre interne aziendali in grado di garantire un'assistenza tecnica al cliente nel caso si presentasse un prodotto che privo di funzionalità o non collocato in modo corretto. "Questo è veramente importante per l'azienda perché elimina qualsiasi tipo di contestazione e mette il cliente nelle condizioni di dire che il prodotto gli piace e gli va bene, diventando così potenzialmente un promotore dell'azienda" sottolinea il sig. Pietro.
La Tecnodoor aderisce al progetto di EdC solo nel 1996 con l'ingresso in azienda del sig. Pietro.
Già negli anni Ottanta, partecipando ad un incontro organizzato dal Movimento dei Focolari, il sig. Pietro capisce che può dare una svolta al modo di gestire la propria azienda agendo in modo più cristiano e più corretto nei confronti di tutti, in maniera tale da creare armonia. Il sig. Pietro sente forte l'esigenza e l'attesa come imprenditore di vivere anche nel mondo del lavoro i valori in cui crede. La vere "bomba" è stata però il lancio del progetto di Economia di Comunione da parte di Chiara Lubich nel 1991.
L'entrata del sig. Pietro nell'azienda del figlio Damiano, che condivide con il padre gli stessi valori, è l'occasione per aderire concretamente al progetto di Economia di Comunione.
"Quando abbiamo fatto la scelta di aderire a questo progetto - interviene il sig. Pietro - sono andato da mia moglie e le ho chiesto se se la sentiva di venire a lavorare in azienda per essere il "filtro" di tutta la situazione. Sarebbe stato così possibile uno scambio di idee e un confronto che garantivano la presenza del "socio nascosto" e grazie a questo rapporto tra noi diventava più facile mettere al centro del nostro lavoro l'uomo, ogni uomo: il socio, i dipendenti, i fornitori, i clienti, i concorrenti."
La sig.ra Maria Pia aderisce alla proposta, anche perché capisce che è importante la sua presenza in un rapporto padre/figlio che può essere difficile, soprattutto nell'ambito del lavoro. "Sono venuta a fare un po' da collante" - interviene la sig.ra Maria Pia- "Ciò che anche nei momenti più difficili ha sempre sostenuto l'impresa è la stata la coesione, l'intesa e la fiducia profonda tra noi e tra le persone che gravitano attorno alla Tecnodoor"
L'azienda non ha trovato difficoltà ad aderire all'Economia di Comunione, sia per il numero limitato dei soci, sia perché con un modo di agire "propositivo" e che vede il positivo, tutti ci stanno bene: dipendenti, fornitori e clienti.
Con l'Economia di Comunione è cambiato invece il modo di gestire l'azienda. Le imprese di solito fanno un budget di previsione e si danno degli obiettivi e l'importante è raggiungere il fatturato che permetta di raggiungere tali obiettivi. La Tecnodoor, invece, come le altre aziende di Economia di Comunione, lavorano in maniera diversa, puntando all'uomo come prima risorsa.
"Avendo come obiettivo l'uomo - precisa il sig. Pietro - si è nelle condizioni di non dover operare solo per una questione di denaro. Ci si rende conto che esso è una conseguenza del proprio agire. Non si parte dicendo "Devo vendere questo per avere un utile ", ma "Devo vendere questo perché l'altro sia soddisfatto il più possibile." Ieri, ad esempio, sono andato per vendere un portone. Parlando con il cliente e cercando di capire le sue esigenze, ho visto che sarebbe stato opportuno aggiungere delle finestre, e gli ho così fatto la proposta. Lui è stato molto contento perché era una soluzione che non aveva preso in considerazione e mi ha ringraziato. Guardandola da un'ottica imprenditoriale avrei potuto dire "Bene, sono riuscito a vendere un portone più costoso." Guardando la cosa da un'ottica diversa, invece, sono stato contento perché sono riuscito a soddisfare le esigenze del mio cliente."
Nei primi anni la Tecnodoor ha iniziato la usa attività in un capannone preso in locazione a Rovereto, e a livello di contabilità veniva gestito tutto dagli artigiani. Era una conduzione molto familiare. Nel giro di pochi anni l'azienda è passata da un fatturato di 205 milioni nel 1994 a un fatturato di quasi tre miliardi nel 1998, anno in cui è stato deciso di prendere un nuovo capannone in leasing. "L'Economia di Comunione ti porta ad essere orientato al futuro, a fare sempre meglio, sia all'interno che all'esterno dell'azienda" sottolinea la sig.ra Maria Pia.
Per qualificare sempre più il prodotto, l'azienda ha iniziato le procedure per ottenere la certificazione ISO 9001 che attesta, oltre la qualità del prodotto, anche quella della progettazione, dell'installazione e del servizio garantito[3]. Si è evoluta la gamma dei prodotti offerti: non più solo portoni per i privati e per i garage, ma anche "chiavi in mano" con la realizzazione di interi complessi industriali (capannoni, recinzioni, cancelli,..).
"Il check up finalizzato alla certificazione di qualità, ad esempio, ha richiesto l'adozione di particolari moduli per procedere in un modo corretto e lineare. - racconta la sig.ra Maria Pia - Se prima avevamo tanti agenti che ci portavano il lavoro, l'utilizzo di queste procedure ha portato a fare una selezione degli agenti che non sono stati al passo con l'evoluzione e si sono eliminati da soli.
Ora il più delle volte è il cliente che ci interpella direttamente. Probabilmente perché alla gente piace trovare un certo tipo di rapporto."
In Trentino la Tecnodoor fa parte ormai da cinque anni di un gruppo di imprenditori che hanno scelto di aderire al progetto di Economia di Comunione e che in ogni incontro cercano di approfondire alcuni punti del bilancio sociale. Ciò dà ai singoli imprenditori una grande maturità perché c'è la possibilità di confrontarsi in modo diretto e aperto, di condividere delle esperienze o delle difficoltà incontrate e di scambiarsi un aiuto reciproco e solidale.
"Per quanti riguarda la ripartizione dei profitti - prosegue la sig.ra Maria Pia -noi diamo ogni anno una quota dei nostri utili agli scopi dell'Economia di Comunione ed il rimanente viene capitalizzato."
Ma l'Economia di Comunione è fatta di tanti aspetti e non è solamente legata alla donazione di una parte degli utili. L'utile è anche creare un ambiente sereno, avere con le persone un rapporto tale da renderle felici, tenere un comportamento corretto,.. Sono quegli utili che sono molto più grandi e che sono incalcolabili. "Il fatto di pagare le tasse, per esempio, - ci dice la sig.ra Maria Pia - è mantenere uno Stato che poi mantiene e aiuta i cittadini con la sanità, l'istruzione,.."
Il fatto di vivere la legalità e di comportarsi in maniera corretta è già di per sé un modo per "formare uomini nuovi". Avere e formare "uomini nuovi" è una delle esigenze dell'Economia di Comunione e la loro presenza è vista come centrale per la nascita del progetto, per il suo funzionamento, per la sua crescita. Il progetto EdC mette in modo esplicito come basi dell'agire economico elementi come la fiducia, la reciprocità, il dono, la gratuità, l'amore, l'unità. Valori, invero, non completamente assenti negli studi di economia d'azienda.
La sfida che si trova però a raccogliere "l'uomo nuovo" è quella di innovare l'ambito aziendale immettendovi un suo valore aggiunto: "la vita di comunione".[4]
Le imprese che aderiscono all'Economia di Comunione pongono a base la condivisione - una condivisione che sfocia nella comunione - e, su questa base, con questa prospettiva, impostano il proprio stile di gestione.
Così facendo l'impresa diventa un laboratorio privilegiato di nuove idee per quanto riguarda l'organizzazione interna, il rapporto cono il personale, ma anche per le scelte produttive e per il mercato. E' lì che si sperimenta che la necessaria divisione dei ruoli non intacca la sostanziale dignità di ognuno e l'uguaglianza fra tutti. E' questo atteggiamento di grande libertà che è in grado di sprigionare creatività che, in altre circostanze, rimarrebbero nascoste e, quindi, improduttive. La condivisione, in un'impresa, va poi combinata con competenza, professionalità, aggiornamento continuo, tutti fattori che la rafforzano.
L'adesione al progetto di Economia di Comunione ha anche portato i signori Comper ha scegliere e valutare gli investimenti in modo diverso. Si è fatta attenzione a migliorare l'ambiente di lavoro con una struttura nuova e funzionale nel rispetto delle norme sulla sicurezza e l'igiene.
Un anno e mezzo l'azienda incontra una grande difficoltà con il personale, che nel mese di luglio subisce una serie di infortuni. I signori Comper si trovano a dover andare in azienda alle tre del mattino per far fronte alle consegne e agli impegni presi con i clienti.
Pur in mezzo alle mille difficoltà, la comunione e l'unità tra chi agisce nell'impresa è stato il primo segreto per andare avanti e superare i momenti più duri ed è stato poi il primo passo per la realizzazione del successo economico. "In mezzo a tutte quelle difficoltà - sottolinea il sig. Pietro - in quel periodo sono arrivate in azienda tantissime richieste di commesse commerciali che non incidevano quasi per niente sul discorso produzione. L'utile che non si poteva fare sulla produzione perché non c'erano gli operai, entrava attraverso la possibilità di compravendita. E' incredibile vedere come anche in quei mesi di difficoltà l'azienda ha sempre chiuso i suoi bilanci mensili in attivo."
La cultura d'impresa è un elemento chiave nei risultati aziendali: tutte le aziende di maggiore successo si caratterizzano per la presenza di valori culturali evidenti, intesi e condivisi che portano i clienti ad avere un atteggiamento di fiducia profonda nei confronti dell'azienda e a sostenerla anche nei momenti di difficoltà.
Oltre a gestire un'azienda come la gestiscono tutti, l'imprenditore di un'azienda di Economia di Comunione deve essere tale da rimanere dentro all'impegno di vita che si è preso. Questo nell'ambito dell'azienda avviene non solo a livello di manager, ma anche di tutta l'équipe che ci lavora dentro. Una condizione indispensabile per vivere il progetto di Economia di Comunione in azienda è che nessun compito o problema debba diventare più importante del rapporto con le persone. "Non è sempre facile -sottolinea il sig. Pietro - Ma abbiamo il nostro socio "nascosto" che agisce quando noi arriviamo in fondo ai nostri limiti. Quando noi ad un certo punto non sappiamo più come andare avanti perché ci vorrebbe una reazione "umana", ci fermiamo per mantenere i rapporti, per essere coerenti con la nostra vita, e vedi che c'è Qualcuno che interviene e fa le cose più grandi di quelle che abbiamo pensato."
Alla Tecnodoor non esistono manager e dipendenti, ma "collaboratori". Tutti sono sullo stesso piano per portare avanti insieme l'attività aziendale in modo meno pesante possibile. Considerando che le ore di lavoro sono le più di una giornata, è importante cercare di fare un lavoro che dia qualcosa e non porti via soltanto.
In un'azienda però, pur lavorando in équipe, ci vuole qualcuno che prenda in mano le situazioni e prenda le decisioni. Questo ruolo è rivestito in particolare dal sig. Pietro "Non c'è nessuno che impone. - dice il sig. Pietro - Io devo fare il mio lavoro, ma devo anche essere disponibile a tutti quelli che sono i chiarimenti di cui le persone hanno bisogno."
In un'azienda che vuole essere un'azienda di Economia di Comunione le relazioni sono fondamentali. E' importante quindi creare all'interno dell'azienda dei rapporti umani che non siano solo "fraterni", ma anche di équipe.
La collaborazione è molto importante perché:
q permette di costruire dei rapporti ottimali;
q porta la serenità all'interno dell'azienda e quindi la capacità di trasmetterla poi all'esterno;
q ognuno sente di essere parte vitale nell'ambito dell'azienda;
q permette di avere un prodotto di qualità.
Nello studio dell'azienda che ad un certo punto comincia ad espandersi e a crescere, la fedeltà ai valori aziendali rappresenta la carta vincente che garantisce la competitività e il successo dell'organizzazione attraverso il conseguimento di elevate performance.
I pilastri su cui si regge la Tecnodoor sono.
Riconoscere la presenza del "Socio nascosto" nella conduzione dell'azienda;
La disponibilità tra tutti i collaboratori a comprendersi e ad aiutarsi reciprocamente;
Il mettere tutti sullo stesso livello;
Credere a quello che si fa e credere al progetto dell'Economia di Comunione.
Il clima e la cultura aziendale diffusi dai vertici aziendali penetrano tutta la struttura organizzativa per cui i rapporti tra i dipendenti della Tecnodoor, che sentono e respirano questo clima di famiglia, sono anch'essi caratterizzati da atteggiamenti di amicizia e collaborazione.
Nei primi anni della Tecnodoor, quando i dipendenti erano principalmente extracomunitari, è stato necessario un intervento "educativo". Nel capannone, per esempio, sono state realizzate delle docce e dei servizi appositamente per venire incontro alle loro esigenze. Non c'era però da parte dei dipendenti una gestione corretta. Una sera la sig.ra Maria Pia ha riunito tutti e ha spiegato che il capannone nuovo era una ricchezza per tutti, che dava la possibilità ad esempio di fare la doccia prima di andare a casa, ma gli operai non volevano ricevere ordini da una donna. Maria Pia allora ha spiegato loro che proprio perché donna teneva all'ordine e alla pulizia, e da allora è scattato un nuovo rapporto tra gli operai e la sig.ra Comper.
"Un'altra volta - ricorda la sig.ra Maria Pia - due operai, uno italiano e l'altro boemo, avevano litigato e non si guardavano neanche in faccia. Non c'era più collaborazione tra loro e si era creata una rottura. Sono allora intervenuta per riprendere uno dei ragazzi e facendolo ragionare, è riuscito a perdonare il collega e a ricostruire un nuovo rapporto."
Adesso che ci sono principalmente operai italiani, la situazione è cambiata. Non ci sono culture diverse (cosa che invece succedeva in passato) e questa omogeneità facilita la gestione dei rapporti. I dipendenti vengono così coinvolti nello spirito della gestione aziendale da sentirsi partecipi
Nel processo di selezione del personale, si dà enfasi, oltre alle competenze minime richieste, alla disponibilità delle persone a collaborare e lasciarsi coinvolgere nella realizzazione della gestione aziendale
"Noi stavamo cercando un capo officina, - dice la sig.ra Maria Pia - ma era molto difficile trovare una persona competente. Alcuni nostri amici personali, proprietari di una ditta vicina, un giorno ci hanno chiamato perché avevano bisogno di un portone. Pietro è andato lì per vedere il da farsi e il capo officina di quella ditta gli dice che stava cercando lavoro perché non si sentiva sicuro nel tipo di lavoro che stava svolgendo e si è proposto. E' un ragazzo molto competente e serio, che riesce ad avere un bellissimo rapporto con tutti gli operai e che è riuscito ad essere amico ma anche una persona che dà un'indicazione. Lui è poi il tramite con Damiano, responsabile tecnico della produzione e della progettazione aziendale."
I corsi di formazione per gli operai vengono svolti dal responsabile della sicurezza direttamente in officina per la specificità del lavoro.
Per quanto riguarda la formazione del personale che lavora in ufficio, invece, non ci sono dei corsi specifici, ma l'esperienza del check up e la presenza del consulente sono state molto importati. "Ci siamo però proposti che quando usciranno dei corsi per i responsabili dell'ufficio acquisti o vendite - sottolinea la sig.ra Maria Pia - garantiremo la nostra partecipazione ".
La partecipazione del personale alle decisioni aziendali avviene in modo periodico sola a livello amministrativo dove si fanno riunioni quindicinali (o settimanali quando particolari esigenze lo richiedono) in cui ognuno porta le problematiche riscontrate, le soddisfazioni, i problemi e le difficoltà incontrate,. e dalle quali si riparte tutti insieme. Il dialogo è uno degli elementi portanti per la costruzione di relazioni stabili e durevoli: esso accresce la fiducia e facilita la risoluzione dei momenti di crisi.
Damiano è molto attento alle attitudini di ogni dipendente e verifica se una persona è soddisfatta o meno di fare un determinato lavoro e se è il tipo di lavoro per il quale è portato. Anche l'abbinare il personale per ogni lavoro cercando di mettere insieme quelli tra i quali c'è più sintonia è molto importante
Alla Tecnodoor si crede alla necessità di una cultura aziendale, e grande attenzione è riservata al contatto personale. Uno dei modi con cui la cultura è costruita e mantenuta fra tutto il personale è la creazione di rapporti sociali che vanno al di là del rapporto di lavoro. L'azienda incoraggia i propri dipendenti (e non solo) ad organizzare momenti di svago e di divertimento fra di loro come gite sulla neve e cene insieme. Tutto ciò aumenta il grado di coinvolgimento e l'entusiasmo.
L'azienda ha poi un'attenzione particolare nei confronti di chi può essere in una situazione di bisogno e cerca, nell'ambito delle sue possibilità, di dare una mano. I sig.ri Comper più volte hanno prestato garanzie a favore dei loro dipendenti o concesso anticipazioni su future spettanze . Ci sono poi degli incentivi e degli aumenti di stipendio per valorizzare il lavoro svolto, anche perché ognuno è corresponsabile dell'andamento positivo dell'azienda.
L'impresa di EdC punta a valorizzare tutti i rapporti che gravitano attorno all'azienda. Secondo questa logica si accresce lo stock di capitale relazionale che poi, a livello aziendale interno, si riflette in una più facile trasfusione di capitale umano in capitale strutturale. Viene richiesto ai lavoratori un elevato grado di professionalità per riuscire a mantenere nel tempo buone relazioni con i clienti, fornitori, concorrenti.
La Tecnodoor ha iniziato la sua attività nel 1994 assumendo solo personale extracomunitario (albanesi, marocchini,..) La manodopera disponibile era quella poiché Trentino non c'è carenza di lavoro. Questo fino a due anni fa.
Improvvisamente uno dei capo officina lascia l'azienda senza che ci fosse una rottura. "L'unica cosa forse- sottolinea la sig.ra Maria Pia - è che noi, per scelta, non paghiamo gli straordinari in nero e a loro questa linea non piaceva. A loro non interessa il discorso dei trattenute per la pensione perché sono persone che non hanno radici."
L'azienda si trova così a dover fare nuove assunzioni: oggi alla Tecnodoor collaborano, oltre ai due soci, quattordici dipendenti di cui un solo straniero. "Questo però non per scelta nostra"- sottolinea la sig.ra Maria Pia - "Sono queste le persone che abbiamo trovato sul mercato del lavoro."
I dipendenti hanno un rapporto molto bello tra di loro, con il capo officina e anche con Damiano (che è il responsabile della produzione e della progettazione). Raccontano tutto quello che succede, le difficoltà incontrate nel lavoro, come è andata la giornata,.
Essendo presente questo spirito di collaborazione, si riesce ad avere dal loro lavoro un prodotto di qualità perché c'è una corresponsabilità a lavorare. "Loro, a differenza dei primi assunti - racconta il sig. Pietro - non vengono a lavorare per lo stipendio. Non appena si presenta un bisogno all'interno dell'azienda, loro vengono e fanno fronte ai loro impegni. Le mansioni dell'azienda non vengono loro imposte, ma proposte e la grande differenza è proprio qui. "Ci sarebbe da fare" suona in maniera diversa dal "Devi fare". In questa maniere agiscono in modo diverso: sentono l'impegno e non l'obbligo di dovere fare questo o quello."
Con questo tipo di rapporto i dipendenti si sentono liberi di ammettere anche i loro errori prima di far uscire il prodotto dall'azienda. Ciò garantisce la qualità del prodotto e l'immagine dell'azienda stessa.
Anche per quanto riguarda gli orari lavorativi, c'è molta correttezza e responsabilità. Alla Tecnodoor i dipendenti si sentono liberi di rimanere oltre l'orario di lavoro se c'è bisogno di finire un lavoro o di chiedere un giorno o delle ore di permesso. Questa libertà è fondamentale per le aziende di Edc: è un modo diverso di agire e di operare nell'ambito della produzione che porta alla realizzazione degli utili.
Stefania Vella, responsabile dell'ufficio acquisti, racconta che le difficoltà nello svolgimento del proprio lavoro sono all'ordine del giorno: il fornitore che non vuole dare la merce ad un dato prezzo, che esegue le consegne quando e come vuole,.. e fare il primo passo non è sempre facile.
"Ricordo una volta - racconta Stefania Vella- che uno dei montatori esterni non si era comportato in maniera corretta e così gli ho detto che noi non avevamo più bisogno di lui. Parlando con Pietro, Damiano e gli altri di quanto era successo, mi hanno detto di chiamarlo e di chiedergli scusa per il modo in cui avevo reagito. Io sono una tipa molto orgogliosa, però in quel momento, ho sentito di dover fare quella telefonata, soprattutto per chiedere scusa al montatore. Terminata la chiamata, che si è svolta nella calma più assoluta da entrambe le parti, ho sentito dentro di me una grande gioia e soprattutto ho ridimensionato il motivo per il quale stavo lavorando. Veramente anche attraverso questi piccoli passi si può rivoluzionare il mondo."
Prima della venuta di Stefania Vella in azienda, la Tecnodoor presentava, nei bilanci relativi al settore trasporti, un deficit abbastanza sostenuto. Il trasporto era affidato ad un unico trasportatore che faceva un po' i propri conti. Con l'ingresso di Stefania Vella e del suo modo di agire (molto preciso e puntiglioso), il trasportatore ha dovuto fare una scelta: o iniziare a lavorare in maniera corretta con certi criteri, parametri e schemi, o lasciare. Ha preferito la seconda alternativa, e alla fine dell'anno l'azienda aveva eliminato quei deficit causati da una cattiva gestione.
Il check up aziendale ha portato ad una divisione dei ruoli: ognuno ha un suo compito che cerca di portare avanti nel migliore dei modi. Grazie all'intervento di un consulente esterno che è stato in azienda parecchi mesi facendo delle visite settimanali, si sono viste le diverse attitudini di ognuno. Stefania Vella è risultata adatta a coprire l'incarico dell'ufficio acquisti e lei sta cercando di portarlo avanti nel migliore dei modi.
"Il modo di agire dell'Economia di Comunione ti porta ad essere retto - dice il sig. Pietro - La correttezza delle persone porta gli altri a dover fare una scelta: o ad essere anche loro corretti, o a lasciare."
Cinzia Tartarotti, responsabile insieme al sig. Pietro dell'ufficio vendite, sottolinea l'importanza del rapporto di famiglia che esiste tra i collaboratori per sentirsi liberi di dire le proprie difficoltà e di rapportarsi con l'esterno in modo più retto. Se c'è un corpo unico è più facile rapportarsi con l'esterno.
Di fronte a clienti che non vogliono fare le cose nella legalità o che non vogliono pagare, per esempio, c'è il coraggio di comportarsi con rettitudine, anche rischiando di perdere il lavoro. "Essendoci uno spirito di collaborazione tra tutti all'interno dell'impresa, io so che se non faccio bene il mio lavoro ci saranno delle ripercussioni anche sul lavoro degli altri colleghi. Recentemente - racconta Cinzia Tartarotti - un cliente abituale che ha un cantiere nella zona di Torino aveva ordinato due portoni dello stesso tipo dei precedenti, ma non voleva pagare la parte della trasferta e del trasporto dicendo che avrebbe cambiato ditta se ciò non fosse stato concesso. Noi lavoriamo per la Tecnodoor e non per il mondo esterno e l'arroganza del cliente mi aveva fatto molto arrabbiare. Parlando cono Pia, ci sembrava corretto tenere ferma la nostra posizione perché per noi era quello il prezzo che permetteva di coprire i nostri costi. Alla fine abbiamo mandato il fax con il prezzo che avevamo convenuto precedentemente e il cliente ha accettato. Non si tratta di non fare lo sconto, ma di stabilire il prezzo giusto che permetta di coprire i costi. Una volta i clienti erano i padroni: noi cerchiamo di cambiare questa mentalità."
"Ricordo una volta - racconta la sig.ra Maria Pia - che a fine mese non avevo possibilità di pagare per una serie di insoluti che non erano andati a buon fine. Mio marito mi disse di non pagare visto che anche noi non eravamo stati pagati nei termini, ma io non ero d'accordo. Per me i fornitori si erano comportati bene e quindi sentivo che dovevo essere corretta nei loro confronti pagandoli. Fine mese si avvicinava e io non riuscivo a trovare un modo per saldare il debito di fornitura. Una mattina, e precisamente due giorni prima della scadenza, andando in banca trovo l'avviso di un bonifico della stessa cifra dell'importo da pagare eseguito da una ditta di Rovereto. Questa azienda aveva ordinato dei portoni e ancora prima che cominciassimo a farli, al momento della stipulazione del contratto, aveva voluto pagare in anticipo. E questo senza che noi chiedessimo niente. Sono cose che possono succedere, ma quando avvengono ti fanno proprio vedere la presenza di questo "socio nascosto" e di quanto sia importante e determinante nei rapporti la sima profonda che si viene a creare."
La fiducia è uno dei requisiti essenziali per avere un rapporto cooperativo tra le parti e su questo pilastro l'azienda costruisce la sua immagine positiva.
Il modo di agire dell'Economia di Comunione porta ad agire in maniera corretta non solo nei confronti dei fornitori o dei clienti, ma anche di tutti quei soggetti che gravitano intorno all'azienda. A volte si tratta di mettere in risalto il positivo, a volte di andare controcorrente dicendo anche quello che non funziona bene, sempre però puntando alla valorizzazione della persona che ci si trova di fronte.
"Poche settimane fa abbiamo vissuto una bella esperienza con il nostro commercialista che conosce anche lui l'Economia di Comunione. L'anno scorso ci siamo trovati piuttosto male a lavorare con il suo studio perché era cambiato il personale e c'era molta disorganizzazione nella gestione del lavoro: non c'era un referente preciso con cui parlare, i lavori venivano fatti all'ultimo minuto,. In una riunione a livello aziendale abbiamo capito che non potevamo portare avanti un simile rapporto. Mercoledì scorso ho incontrato questo commercialista e gli ho espresso il mio disagio per tutta la situazione che si era venuta a creare. E' stato un bel momento di dialogo dove lui ha accolto bene le osservazioni e ha ammesso che erano fondate. E' ripartito un nuovo rapporto."
Nelle aziende di Economia di comunione c'è questa tensione a non rompere mai i rapporti, a vedere sempre il fratello davanti, con i suoi problemi, con i suoi difetti, e a trovare quel "filo" che permette di ricominciare tirando fuori il positivo di ogni persona.
Anche con le banche c'è un bel rapporto personale ed esse valorizzano molto la cultura aziendale presente alla Tecnodoor. Vedendo che i signori Comper hanno dato garanzie in banca per alcuni conto correnti dei propri dipendenti o che sempre hanno aiutato chi si trovava in difficoltà economica all'interno dell'azienda stessa, sono tranquilli e si instaura dei rapporto nuovo di fiducia.
Per quanto riguarda il rapporto con i concorrenti, per la Tecnodoor sono dei rapporti più che buoni. Addirittura l'azienda acquista il materiale dai fratelli di una ditta
concorrente e con loro il rapporto è di tipo continuativo.
"C'è un concorrente in zona - afferma il sig. Pietro - che era un mio ex dipendente e, molte volte, me lo trovo sul mercato. Al là di questo rapporto concorrenziale nell'ambito lavorativo, a livello personale quando ci troviamo in autostrada o all'autogrill, per esempio, ci fermiamo delle mezz'ore a parlare insieme della nostra economia o dei nostri affari. Non ho mai avuto difficoltà. Ci sono stati invece dei momenti in cui, ad esempio, mi mancava qualche pezzo di materiale e lui me lo ha dato. Non c'è motivo di creare contrasto o di vedere l'altro come nemico perché se ciò accadesse si perderebbe di vista il fatto che l'altro è un uomo e, di conseguenza, non varrebbe più tutto quello che si sta facendo come azienda di Economia di Comunione."
Per un'azienda di EdC il concorrente è una persona che ha bisogno di lavorare e che ha davanti a sé un mercato in cui anche lui deve posizionarsi.
"E' però importante comportarsi con etica. Quando ad esempio io o il mio concorrente sforiamo da quello che può essere un budget di qualità o di costi, ce lo segnaliamo. Ricordo un periodo, ad esempio, in cui per lui io avevo dei bassi costi. Mi fece così notare che dovevo alzare i prezzi perché nel Trentino eravamo solo noi due a fare il mercato. Io gli dissi che ciò non era vero perché oggi la gente si muove su un mercato più ampio e quindi preferivo tenere come punto di riferimento i prezzi a livello nazionale."
Alla Tecnodoor le risorse umane contribuiscono in maniera elevata alla creazione del valore d'impresa, grazie soprattutto al sistema organizzativo che si è venuto a creare. Il check up e la conseguente evoluzione organizzativa intrapresa hanno messo l'azienda nelle condizioni di garantire ad ogni persona presente una rendita molto più grande rispetto alle singole capacità individuali. Il lavoro in équipe dà dei risultati inaspettati che non sono solo economici. "Se io da solo valgo dieci - spiega il sig. Pietro- e Cinzia da sola vale dieci, lavorando insieme non valiamo venti, ma le nostre capacità diventano esponenziali. Il valore del nostro collaborare semplifica le cose e aumenta sia i profitti, sia l'espansione dell'azienda, la serenità e la fiducia all'interno di essa. E' un qualcosa di non quantificabile."
Il valore che si viene a creare non deriva solo dall'applicazione di particolari procedure. Sono i rapporti, infatti, che amplificano tale tipo di rendita. I rapporti sono fondamentali perché permettono fare cose impensabili che singolarmente non sarebbero possibili e di condividere insieme sia le difficoltà gestionali che le soddisfazioni.
Tab. 9 - Andamento economico della Tecnodoor nel periodo 1994-2000
ANNO |
FATTURATO |
UTILE/PERDITA |
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L. 205.000.000 |
19.672.000 |
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L. 2.512.000.000 |
22.194.000 |
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L. 2.232.846.000 |
2.004.000 |
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L. 3.053.789.000 |
29.247.000 |
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L. 2.894.381.000 |
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L. 3.626.240.000 |
101.781.000 |
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L. 2.52 |
156.267.000 |
Nella progettazione tradizionale si avevano una serie di fasi sequenziali per ottenere il prodotto finale, con un time to market abbastanza lungo. Da una fase sequenziale (di tipo statico) si è arrivati ad un processo adattivo (di tipo dinamico) in cui tutto è monitorato e rimesso in discussione, valutando di volta in volta gli scostamenti. Tutto questo ha dato il via a delle tecniche di progettazione simultanea (dette anche concurrent engineering CE) che prevedono un'integrazione dei ruoli degli ingegneri di progettazione e degli ingegneri di fabbricazione.
La concurrent engineering si propone una serie di obiettivi legati al cliente, tra cui vengono in rilievo:
tempi di consegna sempre più contenuti (una riduzione cioè del time to market);
varietà sempre più ampia di prodotti;
maggior qualità dei prodotti stessi;
e tutto questo a costi competitivi di produzione.
Per un credente è la presenza che Gesù ha promesso: "Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro" (Mt. 18,19-20)
Il processo di certificazione ISO 9001 porta dei benefici all'azienda che possono essere:
(a) Interni, come ad esempio:
Canali comunicativi più efficienti;
Servizi più efficienti e più controllati;
Riduzione del numero di difetti presenti nel prodotto;
Miglioramento nella pianificazione e organizzazione della formazione;
Sistema di gestione delle lamentele e dei problemi;
Miglioramento del sistema di controllo su agenti e collaboratori;
(b) Ed Esterni (o di marketing), come ad esempio:
Miglioramento dell'immagine e del profilo aziendale;
Garanzia di una valutazione indipendente;
Aumento di riconoscimento tra i clienti;
Aumento dell'affidabilità per una organizzazione accreditata.
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