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Appunti scientifiche |
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Di particolare interesse pratico nello studio degli equilibri chimici è l'analisi dei fattori che in qualche modo possano influire sull'equilibrio, spostandolo verso le specie chimiche che si desidera ottenere.
Il principio di Le Chatelier, o principio dell'equilibrio mobile, ci offre un criterio generale per prevedere lo spostamento di un equilibrio in risposta a sollecitazioni esterne.
Il principio afferma infatti che un sistema in equilibrio tende a mantenerlo inalterato, neutralizzando per quanto possibile qualsiasi azione di disturbo esterna.
Per quanto riguarda un equilibrio chimico possiamo affermare che se esso viene sottoposto ad un'azione perturbatrice esterna, l'equilibrio si sposterà, facendo variare le concentrazioni di equilibrio delle specie chimiche, in modo tale da rendere minimi gli effetti della perturbazione.
Prima di analizzare le diverse perturbazioni cui può essere sottoposto un equilibrio chimico e gli spostamenti relativi, prevedibili sulla base del principio di Le Chatelier, ricordiamo che il valore della costante di equilibrio viene modificato solo da variazioni della temperatura, mentre rimane costante per ogni altra modificazione delle condizioni sperimentali.
1) Modificazione delle concentrazioni
Applicando il principio di Le Chatelier possiamo prevedere che in risposta ad una variazione nella concentrazione di una delle specie chimiche che partecipa alla reazione, l'equilibrio si sposti in modo da riottenere la concentrazione originaria.
In altre parole se aumentiamo la concentrazione di una specie chimica l'equilibrio si sposterà dalla parte opposta, se invece diminuiamo la concentrazione di una specie chimica l'equilibrio si sposterà verso il lato della reazione in cui è presente la specie la cui concentrazione è diminuita.
Per esemplificare quanto detto ricalcoliamo le concentrazioni di equilibrio per la reazione
H2 + I2 2HI
nell'ipotesi che all'equilibrio vengano aggiunte 0,4 moli di Iodio. Nell'esempio precedente erano inizialmente presenti 0,8 moli di Iodio. Sarà allora sufficiente ricalcolare le concentrazioni di equilibrio come se inizialmente fossero presenti 0,8 + 0,4 = 1,2 moli di Iodio.
L'equilibrio finale non dipende infatti dal momento in cui lo disturbiamo (possiamo pensare di aggiungere 0,4 moli indifferentemente all'inizio o alla fine della reazione). Costruiamo allora una nuova tabella
Specie |
Concentrazioni iniziali |
Concentrazioni all'equilibrio |
H2 |
2/1,6 = 1,25 mol/L |
1,25 - x mol/L |
I2 |
1,2/1,6 = 0,75 mol/L |
0,75 - x mol/L |
HI |
0 mol/L |
2x mol/L |
Utilizziamo ora i valori delle concentrazioni di equilibrio, espresse in funzione di x, all'interno delle legge di azione di massa
e, sostituendo opportunamente le concentrazioni di equilibrio
si ottiene un'equazione di secondo grado che risolta fornisce la seguente soluzione
x = 0,68
Le nuove concentrazioni di equilibrio saranno pertanto pari a
Specie |
Concentrazioni all'equilibrio |
H2 |
1,25 - x = 1,25 - 0,68 = 0.57 mol/L |
I2 |
0,75 - x = 0,75 - 0,68 = 0.07 mol/L |
HI |
2x = 2(0,68) = 1,36 mol/L |
Se le confrontiamo con le concentrazioni di equilibrio precedenti l'aggiunta di 0.4 moli di Iodio, osserviamo come l' l'equilibrio si sia spostato verso destra, cercando in questo modo di diminuire la concentrazione del reagente I2, che era stata aumentata. Parte dello iodio aggiunto ha reagito con l'idrogeno (facendone diminuire la concentrazione) per dare acido iodidrico (aumentandone la concentrazione).
Specie |
Concentrazioni Equilibrio precedente |
Concentrazioni dopo l'introduzione di 0,4 moli di Iodio |
Variazione |
H2 |
mol/L |
mol/L |
|
I2 |
mol/L |
mol/L |
|
HI |
mol/L |
mol/L |
|
Un modo per far avvenire completamente una reazione è ad esempio quello di eliminare continuamente i prodotti di reazione mentre si formano (non sempre è comunque possibile). In questo modo infatti la reazione si sposta continuamente verso destra fino a che tutti i reagenti non si sono trasformati in prodotti di reazione, senza essere mai in grado di raggiungere l'equilibrio.
Un altro modo di spostare una reazione verso i prodotti di reazione è di farla avvenire con un eccesso di un reagente sugli altri.
Esempio
In un reattore nel quale vengono introdotti 4 g di PCl5 si instaura il seguente equilibrio omogeneo in fase gassosa:
PCl5 D PCl3 + Cl2
con formazione di 0.8 g di PCl3. Calcoliamo i grammi di Cl2 da inserire nel reattore per ridurre la quantità di PCl3 a 0.5 g.
A) Calcoliamo il numero di moli
delle tre specie chimiche all'equilibrio.
I pesi molari sono
PCl5 = 208.25 g/mol PCl3= 137.35 g/mol Cl2 = 70.90 g/mol
Il numero di moli iniziali di PCl5 è pari a 4/208.25 = 1.921x10-2
Il numero di moli di PCl3 che si formano all'equilibrio è pari a 0.8/137.35 = 5.82x10-3.
Poiché durante la reazione per ogni x moli di PCl5 che reagiscono si formano altrettante moli di PCl3 e di Cl2, allora 5.82x10-3 sono anche le moli di PCl5 che hanno reagito e le moli di Cl2 che si sono formate all'equilibrio. Il numero di moli delle tre specie chimiche all'equilibrio sarà pertanto
PCl5 = 1.921x10-2 - 5.82x10-3 = 1.339x 10-2
PCl3 = 5.82x10-3
Cl2 = 5.82x10-3
B) Calcoliamo la Kn della reazione
Immaginiamo ora di aggiungere all'equilibrio x moli di Cl2. In queste condizioni l'equilibrio si sposta verso sinistra (principio di Le Chatelier). Delle x moli di Cl2 che abbiamo aggiunto, una parte y reagirà con y moli di PCl3 per dare y moli di PCl5 . In questa situazione il numero di moli all'equilibrio saranno
PCl5 D PCl3 + Cl2
1.339x10-2 + y 5.82x10-3 - y 5.82x10-3 + x - y
La quantità y deve essere tale per cui il numero di moli di PCl3 che rimarranno alla fine siano pari alla quantità desiderata, cioè 0.5/137.35 = 3.64x10-3 mol. Dunque deve essere
5.82x10-3 - y = 3.64x10-3 da cui y = 2.18x10-3
Sostituendo il valore della y trovato si avrà
PCl5 D PCl3 + Cl2
1.339x10-2 + y 5.82x10-3 - y 5.82x10-3 + x - y
1.339x10-2 + 2.18x10-3 5.82x10-3 - 2.18x10-3 5.82x10-3 + x - 2.18x10-3
1.557x10-2 3.64x10-3 3.64x10-3 + x
Sostituendo queste quantità nella relazione di equilibrio si ha
da cui, risolvendo rispetto alla x, si ottiene x = 7.18 10-3 mol, pari a 7.18 10-3 x 70.90 = 0.51 g di Cl2
2) Modificazione della pressione
Le modificazioni della pressione incidono solo sulle reazioni che decorrono in fase gassosa, in quanto liquidi e solidi sono praticamente incomprimibili.
In base al principio di Le Chatelier possiamo prevedere che una reazione in fase gassosa reagisca ad un aumento di pressione esterna spostando il suo equilibrio in modo da rendere minimo tale aumento. In altre parole l'equilibrio si sposterà in modo da ridurre il numero complessivo di molecole presenti all'equilibrio (la pressione è infatti direttamente proporzionale al numero di particelle presenti) e quindi verso il lato della reazione in cui è complessivamente minore il numero di moli gassose.
Da quanto detto risulta evidente che risentono di variazioni di pressione solo le reazioni gassose in cui il numero totale di moli dei reagenti è diverso dal numero totale di moli dei prodotti di reazione. Nel caso in cui il numero di moli gassose dei reagenti sia uguale al numero di moli gassose dei prodotti l'equilibrio risulta indifferente ad un cambiamento di pressione
Prendiamo ad esempio i seguenti tre equilibri gassosi e sottoponiamoli idealmente ad un aumento di pressione
aumento di pressione
N2 + 3H2 2NH3 spostamento verso destra
PCl5 PCl3 + Cl2 spostamento verso sinistra
2HI H2 + I2 indifferente
Esempio 1
In un recipiente di 10 litri vengono introdotte 0,8 moli di N2O4 (ipoazotide). Alla temperatura di 299 K si stabilisce il seguente equilibrio
N2O4(g) D 2NO2(g)
la cui costante alla suddetta temperatura è kp = 0,172. Calcolare come varia la concentrazione di equilibrio del biossido di azoto dopo aver portato il volume del recipiente da 10 litri a 2 litri, mantenendo costante la temperatura.
Calcoliamo le pressioni iniziale dell'ipoazotide
Calcoliamo ora la pressione di equilibrio del biossido di azoto, osservando che per x moli di N2O4 che reagiscono si formano 2x moli di biossido e ricordando che le variazioni di pressione sono direttamente proporzionali alle variazioni nel numero di moli.
Specie |
Pressioni iniziali |
Pressioni all'equilibrio |
N2O4 |
1,96 atm |
1,96 - x atm |
NO2 |
0 atm |
2 x atm |
Utilizziamo ora i valori delle pressioni di equilibrio, espresse in funzione di x, all'interno delle legge di azione di massa
e sostituendo opportunamente
che, risolta, da il seguente valore x = 0,27 atm
La pressione parziale delle specie chimiche all'equilibrio è dunque pari a
Specie |
Pressioni all'equilibrio |
N2O4 |
1,96 - x = 1,96 - 0,27 = 1,69 atm |
NO2 |
2 x = 2(0,27) = 0,54 atm |
Osserviamo come la pressione dell'ipoazotide sia all'equilibrio circa 3 volte maggiore di quella del biossido di azoto.
Calcoliamo ora le pressioni parziali di equilibrio dopo che il volume è stato portato da 10 a 2 litri, con un relativo aumento della pressione esercitata sulla miscela gassosa.
La nuova pressione iniziale per l'ipoazotide sarà ora pari a
L'equazione di equilibrio diventa
x vale ora 0,63 e le nuove pressioni di equilibrio saranno
Specie |
Pressioni all'equilibrio |
N2O4 |
9,81 - x = 9,81 - 0,63 = 9,18 atm |
NO2 |
2 x = 2(0,63) = 1,26 atm |
Osserviamo come, dopo aver compresso la miscela gassosa, la pressione dell'ipoazotide sia ora circa 7 volte maggiore di quella del biossido. L'equilibrio si è dunque spostato verso sinistra, dove minore era il numero di moli.
Esempio 2
A 450°C la reazione di sintesi dell'ammoniaca N2(g) + 3H2(g) = 2NH3(g) presenta una costante di equilibrio kp = 4,51 10-5. Calcolare la resa della reazione e la percentuale di ammoniaca all'equilibrio quando la pressione passa da 10 atm a 250 atm.
Indichiamo con n il numero iniziale di moli di Azoto che reagiscono con 3n moli di Idrogeno e con a la resa della reazione, espressa come rapporto tra il numero di moli di ammoniaca che realmente si formano ed il numero di moli che si formerebbero se la reazione si completasse.
Tenendo conto che, se la reazione si completasse, si formerebbero 2n moli di ammoniaca, allora all'equilibrio si formeranno 2na moli di ammoniaca, per generare le quali avranno reagito na moli di Azoto e 3na moli di Idrogeno.
All'equilibrio saranno pertanto presenti
numero di moli di ammoniaca = 2na
numero di moli di Azoto = n - na = n(1-a
numero di moli di Idrogeno = 3n -3na = 3n(1- a
numero di moli totali = 2na + (n - na) + (3n - 3na ) = 2n(2 - a
Le frazioni molari delle specie chimiche saranno pertanto
e le loro pressioni parziali all'equilibrio
Scriviamo ora la relazione di equilibrio
la quale, ponendo x = (1 - a), viene convenientemente trasformata in
dalla quale si ricava facilmente l'incognita x
e dunque la resa a vale
Calcoliamo ora la resa alla pressione di 10 atm e di 250 atm
calcoliamo infine la frazione molare di ammoniaca presente alla pressione di 10 atm e di 250 atm
Esempio 3
Alla temperatura di 50°C l'ipoazotide, in equilibrio con il biossido di azoto
N2O4(g) D 2 NO2(g)
presenta un grado di decomposizione a = 0,360. Sapendo che la pressione totale della miscela gassosa all'equilibrio è di 260 mm Hg, calcolare il grado di dissociazione alla pressione totale di equilibrio di 152 mm Hg
Se indichiamo con n il numero di moli iniziali di N2O4 introdotte nel recipiente, le moli all'equilibrio possono essere espresse in funzione di a. All'equilibrio si decompongono infatti na moli di N2O4 e si formano 2na moli di NO2. E quindi
moli di N2O4 all'equilibrio = n - na
moli di NO2 all'equilibrio = 2na
moli totali all'equilibrio = n - na+ 2na = n + na = n (1 + a
Con questi dati possiamo calcolare le frazioni molari dei due gas all'equilibrio
e
Scriviamo ora la relazione di equilibrio per la Kp in funzione delle pressioni parziali dei due gas all'equilibrio, espresse come prodotto della pressione totale della miscela per la frazione molare di ciascun componente (legge di Dalton delle miscele gassose)
esprimiamo le frazioni molari in funzione del grado di decomposizione a e la pressione totale della miscela all'equilibrio in atmosfere (260 mm Hg = 260/760 atm)
sostituiamo i valori e calcoliamo Kp
Ora esplicitiamo il grado di decomposizione a
Dalla relazione
dopo opportuni passaggi si ottiene
Sostituendo alla pressione totale di equilibrio della miscela la nuova pressione di 152 mm Hg, pari a 152/760 = 0,2 atm. otteniamo
Diminuendo dunque la pressione totale all'equilibrio (da 260 mm Hg a 152 mm Hg) il grado di decomposizione dell'ipoazotide aumenta dal 63,0% al 72,7% (secondo quanto previsto dal principio di Le Chatelier, al diminuire della pressione l'equilibrio si sposta verso il lato dove sono presenti un maggior numero di moli gassose. In questo caso verso destra.)
3) Variazione della temperatura
In base al principio di Le Chatelier una reazione reagisce ad un aumento di temperatura modificando le condizioni di equilibrio al fine di rendere minimo l'effetto dell'apporto di calore.
Lo spostamento sarà quindi differente a seconda che la reazione sia esotermica o endotermica.
Per prevedere in modo semplice le variazioni dell'equilibrio è possibile trattare il calore di reazione come un reagente nelle reazioni endotermiche e come un prodotto di reazione nelle reazioni esotermiche.
reazione endotermica A + B + calore C + D
reazione esotermica A1 + B1 C1 + D1 + calore
- In tal modo se aumentiamo la temperatura, fornendo calore ad una reazione endotermica, la reazione si sposterà verso i prodotti di reazione, poiché in tal modo il calore fornito viene assorbito per formare i composti più energetici. Se aumentiamo invece la temperatura in una reazione esotermica, l'equilibrio si sposta, per lo stesso motivo, verso i reagenti.
- Una diminuzione di temperatura sposta invece i due equilibri in senso opposto, verso il lato in cui compare il calore. In tal modo la reazione si oppone alla diminuzione di temperatura producendo calore.
Le variazioni di temperatura modificano anche il valore della costante di equilibrio, la quale assumerà pertanto valori più elevati se l'equilibrio si sposta verso destra e valori minori se l'equilibrio si sposta verso sinistra.
Tale comportamento può essere interpretato ricordando che la costante di equilibrio si ottiene come rapporto tra le costanti di velocità della reazione diretta e della reazione inversa.
Nel grafico che segue si può osservare come in una reazione esotermica l'energia di attivazione della reazione diretta è maggiore dell'energia di attivazione della reazione inversa.
Come abbiamo già avuto modo di dire, quanto più elevata è l'energia di attivazione tanto più sensibile risulta la velocità di una reazione agli aumenti di temperatura. Per questo motivo un aumento di temperatura accelera maggiormente la reazione inversa (con grande Eatt) della reazione diretta (con piccola Eatt). Ciò implica che kinv aumenta di più di kdir ed il loro rapporto (kc) a temperature maggiori risulta pertanto più piccolo.
Molto spesso è necessario scegliere con grande attenzione le condizioni in cui far avvenire una reazione, poiché facendo variare certi parametri possono ottenersi benefici in termini di resa di una reazione, pagandoli però in termini di velocità. Un tipico esempio di quanto affermato è il processo Haber-Bosch per la produzione dell'ammoniaca, a partire da idrogeno e azoto gassosi
N2(g) + 3H2(g) 2NH3(g) + 46 kJ/mol
Come si può osservare il processo è esotermico e se vogliamo aumentare la resa di ammoniaca dobbiamo lavorare a basse temperature per spostare l'equilibrio verso destra. In tal modo però la velocità di reazione diventa talmente bassa da risultare economicamente inaccettabile. Aumentando la temperatura aumenta la velocità di reazione, ma l'equilibrio si sposta verso sinistra e la resa in ammoniaca diminuisce drasticamente. La soluzione, proposta da Haber, consiste nel mantenere elevata la temperatura per consentire una velocità di reazione accettabile e di spostare l'equilibrio verso destra, per aumentare la resa, lavorando a pressioni elevate ( la reazione si svolge infatti in fase gassosa ed i prodotti di reazione sono presenti con un numero di moli inferiore rispetto ai reagenti).
Appunti su: tabelle principio di le chatelier, equilibrio chimico riassunto, |
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