COMPOSIZIONE
CHIMICA
L'ardesia è una roccia metamorfica di origine sedimentaria
costituita in prevalenza da illite e clorite (35-50%), carbonato di calcio
(40-50%), quarzo (10-15%) e caratterizzata da una fissilità molto marcata
secondo un piano di scistosità. La fissilità è la proprietà della roccia di
dividersi facilmente secondo piani paralleli, in modo da formare lastre più o
meno sottili. L'origine delle ardesie risale ad una sedimentazione detritica
che formava nel Cretaceo superiore, tra 80 e 70 milioni di anni fa, grandi
spessori di fanghi e sabbie. L'origine di questi sedimenti è legata alle prime
fasi dell'orogenesi alpina e alla forte erosione che agiva sulle masse rocciose
in sollevamento. Il materiale detritico si accumulava lungo le scarpate marine
e periodicamente scivolava verso le zone abissali, originando correnti di
materiali in sospensione, dette torbide. I sedimenti che ne derivano, indicati
con il nome di flysch, sono caratterizzati dall'alternanza di bancate a volte
dello spessore di parecchi metri e costituite da materiale a granulometria più
grossolana, con altre formate da sedimenti più fini, generalmente argillosi.
Nel caso dei materiali che stiamo descrivendo, indicati con il nome
formazionale di Scisti della Val Lavagna, il sedimento originario presentava
alternanze di livelli arenacei, costituiti prevalentemente da sabbie a granuli
quarzosi, e di livelli di fanghi argillosi o argilloso-calcarei. Durante lo
sviluppo dell'orogenesi alpina, questi sedimenti furono dapprima ricoperti da
altre masse rocciose e assieme a queste sollevati e ripiegati subendo gli
effetti di energiche deformazioni. L'effetto combinato di 1) pressioni
orientate, conseguenti alle spinte tettoniche, 2) pressione di carico che
raggiunse circa 0.3-0.4 GPa, corrispondente a 3000-4000 atmosfere, 3) aumento
delle temperature fino a valori di circa 250-350°C (pressioni e temperature
stimate sulla base di equilibri fisico-chimici tra le fasi minerali), ha
trasformato (metamorfismo) l'originario sedimento e gli ha conferito, in un
periodo di tempo che si aggira tra 60 e 50 milioni di anni fa, le attuali
caratteristiche. Il colore nero comune sia alle ardesie italiane che ai
corrispondenti prodotti europei è dovuto alla presenza di un finissimo pigmento
grafitico, originato dalla trasformazione di sostanze organiche presenti
nell'originario sedimento.
CARATTERISTICHE
TECNICHE DELLE ARDESIE
Le caratteristiche tecniche di una roccia includono
proprietà meccaniche e chimiche. Entrambe dipendono dalla composizione
mineralogica della roccia, cioè dai minerali che la costituiscono, dalle loro
percentuali relative e dalle strutture, ossia dalla forma, dimensione e
disposizione geometrica dei granuli minerali nella roccia stessa. In
particolare, la fissilità dell'ardesia dipende dal fatto che i minerali
argillosi tendono a disporsi su piani paralleli tra i quali sono sistemati, in
finissime strutture lenticolari, i granuli di calcite e di quarzo (figure 6,
7). La roccia si suddivide lungo i piani rappresentati dai fillosilicati. A
causa della grana molto fine si possono così ottenere lastre molto sottili.
D'altra parte, poiché tra un piano di fissilità e l'altro, i minerali sono
organizzati in una struttura compatta, le lastre presentano una elasticità ed
una resistenza alla flessione abbastanza elevate. Tra i pregi delle ardesie
della Val Fontanabuona va ricordata la facile divisibilità a spacco mediante
semplice pressione di un cuneo parallelamente alla scistosità principale. Si
possono così ottenere lastre molto piane, di grandi dimensioni e dello spessore
di pochi millimetri, con superfici eccezionalmente regolari, e rugosità molto
bassa. La rugosità è generalmente caratterizzata da sottili striature
isorientate descritte dai geologi come "lineazioni di intersezione". Va inoltre
notato che le ardesie sono motto più resistenti all'azione delle piogge acide
di altre rocce che contengano simili quantità di carbonato di calcio. Questo
fatto è dovuto proprio alla microstruttura della roccia, in cui i granuli sono
fasciati dalle lamelle di illite. Il colore è invece soggetto a schiarirsi
quando è esposto alla luce. Questo fatto è principalmente dovuto all'azione dei
raggi ultravioletti, capaci di penetrare gli strati superficiali della roccia e
di ossidare il pigmento grafitico. L'estrema rarità di pirite costituisce un
pregio per le ardesie della Val Fontanabuona, in quanto questo minerale
soggetto ad alterarsi in superficie provoca macchie e cavità. Va tenuto
presente che come tutte le rocce, le ardesie, prime di essere estratte
contengono una certa quantità di acqua intergranulare (acqua di cava); in
queste condizioni il materiale è relativamente più tenero e più facilmente
lavorabile. E' quindi molto importante mantenere l'acqua di cava fino alla
definitiva lavorazione. Va inoltre osservato che una perdita troppo brusca
dell'acqua di cava per evaporazione può portare alla fessurazione del
materiale. Una volta stagionata l'ardesia non può più riassorbire l'acqua
intergranulare, ed essa presenta anzi valori di assorbimento dell'acqua
estremamente bassi. La porosità molto bassa delle ardesie risulta inoltre molto
favorevole nei confronti della gelività. L'uso tradizionale di lastre di
ardesia come piano di cottura discende da una buona resistenza al fuoco. Le
ardesie hanno un coefficiente di dilatabilità molto basso e, se non sottoposte
a sbalzi di temperatura troppo forti, per la loro struttura fine ed omogenea,
la dilatazione non produce deformazioni. Nella tabella (figura 8) sono
riportati dati medi per le principali proprietà meccaniche. Infine, le ardesie
sono rocce relativamente tenere, in quanto i principali costituenti, illite e
calcite, sono minerali a bassa durezza. Questo fatto, oltre alla grana molto
fine, permette una buona lavorabilità.