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IL PLATINO
CENNI STORICI Dalla preistoria alle principesse sino alle dive pop la storia del platino, il cosiddetto 'nuovo metallo', è molto più antica di quello che si possa pensare. Frammenti di platino sono stati ritrovati nei meteoriti che si schiantarono sulla terra due miliardi di anni fa. Da allora, questo raro e seducente metallo è apparso sporadicamente nel corso della storia, talvolta scomparendo per secoli, ma sempre affascinando coloro che avevano occasione di incontrarlo. Gli antichi Egizi, le civiltà pre-colombiane e i conquistadores spagnoli conoscevano bene il platino, che a partire dal 1700 incominciò ad affascinare in ugual misura re ed alchimisti. Il platino divenne popolare a partire dalla metà dell'800 ed oggi è il metallo prezioso preferito dalle star e da tutti coloro che amano le cose belle e preziose.
Due miliardi di anni fa, molto prima dell'età dei dinosauri, quando la vita sulla terra era
ancora a livello batterico, un enorme
meteorite si schiantò sul nostro pianeta nell'area del continente nord
americano. E' il più antico impatto meteoritico che sia mai stato scoperto. I
meteoriti sono originati da una supernova - cioè l'esplosione di un'enorme
stella (di cui vediamo alcuni resti nella foto) e sono ricchi di metalli tra
cui il platino.
Nel 1200 a.C. Gli Egizi importarono dall'antico regno di Nubia
l'oro che conteneva tracce di platino e ne fecero gioielli e ornamenti utilizzando i due metalli mescolati. Nessuno ha mai scoperto se il loro uso del platino fosse intenzionale. 700 a.C. La figlia del re di Tebe, l'alta sacerdotessa Shepenupet, venne sepolta in un prezioso sarcofago decorato con geroglifici d'oro e di platino. Anche un piccolo scrigno di platino (nella foto) venne posto nella sua tomba.
Nel 100 a.C. Le antiche civiltà sud americane, tra cui i famosi Incas, utilizzavano sia il platino che l'oro per creare anelli da naso e altri gioielli cerimoniali. Successivamente il platino sparì per due millenni dalla storia dell'umanità, dimenticato per centinaia d'anni, per riapparire brevemente quando gli esploratori europei partirono alla scoperta del nuovo mondo.
Nel 1590 il platino venne ritrovato dai Conquistadores spagnoli, che lo
definirono spregiativamente 'platina', cioè 'piccolo
argento'. Don Antonio de Ulloa y Garcia de la Torre, ufficiale della
flotta spagnola, fu uno dei conquistadores che equivocò il valore del platino.
Assetati d'oro e delusi dal suo aspetto, gli Spagnoli consideravano il platino
un metallo inferiore, una specie di 'oro acerbo' e lo ributtavano nei
fiumi dell'Equador affinché diventasse maturo. Ancora una volta, il
platino sparì misteriosamente dalla storia.
Nel XVIII secolo, il platino
cominciò ad arrivare in Europa e diventò presto un ingrediente altamente
apprezzato dalla follia alchimistica. Per le sue qualità chimiche il
platino veniva utilizzato per pozioni e intrugli di intrepidi inventori
che cercavano di trasformare il piombo in oro.
Nel 1751 il riconoscimento scientifico del platino avvenne a cura dello
scienziato svedese Theophil Scheffer+ e immediatamente il metallo diventò
popolare presso le corti europee. Nel 1780 il re di Francia Luigi XVI lo
dichiarò l'unico metallo adatto ai re e il suo orafo di corte Marc Etienne
Janety forgiò per lui numerosi oggetti da tavola, tra cui una bellissima
zuccheriera.
Fine '800. In Europa e in Russia dilagava la moda del platino. Re, regine, zar e maharaja indossavano gioielli in platino e sottili fili di platino venivano utilizzati per ornare gli abiti di corte. Carlo VI di Spagna commissionò la creazione di una 'Stanza di Platino' nel Palazzo Reale di Aranjuez. A testimonianza della grandezza e dello splendore dell'epoca, gli intarsi in legno della stanza vennero decorati in platino.
Inizio '900. Louis Cartier creò le sue prime collezioni di gioielli in platino, rivelando per la prima volta le caratteristiche sino allora sconosciute del metallo. Cartier usava il platino per realizzare i suoi pezzi in 'stile ghirlanda' e per valorizzare la luce dei diamanti. La sua arte nella lavorazione del platino fu impareggiabile e venne nominato dal re Edoardo VII di Inghilterra 'gioielliere dei re e re dei gioiellieri'. Non solo i re, ma anche i maharaja apprezzarono particolarmente le creazioni di Cartier, come il maharaja di Patiala che indossa (nella foto accanto) una decorazione da turbante e un collier firmato Cartier.
ASPETTO GENERALE
Il nome deriva dallo spagnolo platina, che a sua volta deriva da plata=argento, e simboleggia gli errori che si facevano in antichità, fino a quando nel 1750 Sir Brownrigg ne diagnosticò la differente composizione; è un metallo che, per le sue caratteristiche, ha visto negli anni aumentare a dismisura il suo valore.
Il platino è
un elemento metallico molto raro, di simbolo Pt e numero atomico 78; appartiene
al gruppo VIIIB (o 10) della tavola periodica ed è pertanto tra gli elementi di
transizione.
È il più importante del gruppo dei platinoidi, che comprende inoltre rutenio,
rodio, palladio, osmio e iridio. Questi elementi venivano usati nelle leghe già
ai tempi dell'antica Grecia e dei romani, ma sono citati nella letteratura
europea solo a partire dal XVI secolo. La distinzione tra il platino e gli
altri platinoidi risale comunque all'inizio del XIX secolo.
Il Platino è un metallo grigio con punto di fusione molto alto, è duttile e malleabile, si dilata poco per riscaldamento ed è caratterizzato da elevata resistenza elettrica. E' relativamente inerte chimicamente e resiste agli attacchi dell'aria, dell'acqua, degli acidi e dei normali reagenti; si scioglie lentamente in acqua ragia (miscela costituita, in volume, di una parte di acido nitrico (HNO3) e tre parti di acido cloridrico (HCl) concentrati) formando acido esacloroplatinico (VI), di formula H2PtCl6; è attaccato dagli alogeni e reagisce per il riscaldamento con l'idrossido, il nitrato e il cianuro di sodio. Fonda a 1772°C, bolle a 3827°C, ha densità relativa 21,45 g/cm3 e peso atomico 195,08. In natura il platino si ritrova allo stato elementare, ma è presente anche in alcuni minerali poco diffusi, tra i quali la sperrylite, la sopperite e la braggite. Sono state rinvenute sfere di metallo del peso di circa 9 kg.
SIMBOLO CHIMICO |
Pt |
CLASSE MINERALOGICA |
Elemento nativo |
GRUPPO |
Monometrico |
SISTEMA |
Cubico (gruppo spaziale: Fm3m) |
ABITO |
Cubico (molto raro), più spesso granulare e a fiocchi (cristalli immersi in matrice), ma si trovano anche belle pepite |
DUREZZA |
|
PESO SPECIFICO |
14-22 (ma il platino puro ha peso specifico di 21,44) |
INDICE DI RIFRAZIONE |
Monorifrangente |
COLORE |
Grigio, grigio acciaio, grigio acciaio-biancastro, grigio argento |
LUCENTEZZA |
Metallica |
TRASPARENZA |
Opaca |
SFALDATURA |
Assente |
STRISCIO |
Polvere bianco-grigiastra |
FRATTURA |
Rugosa, scagliosa |
PLEOCROISMO |
assente |
L'origine del platino nella crosta terrestre avviene all'interno di rocce ignee ultramafiche in associazioni con cromite ed olivina:si rinviene però più facilmente in depositi di tipo alluvionale (placers) dopo che la corrente ha spazzato via i corpi meno densi.
Il Platino si può trovare in diverse zone del mondo, tra queste: negli Usa(Michigan e Arizona), in Australia, in Russia (Urali), in Germania, in Inghilterra, in Brasile, in Colombia.
Per la sua inalterabilità all'aria, sia alla temperatura ambiente sia ad alta temperatura, e la sua resistenza alla maggior parte degli agenti chimici (acqua regia esclusa), il platino è utilizzato per la fabbricazione di numerosi apparecchi di laboratorio e attrezzature dell'industria chimica (crogioli, capsule, catalizzatori in lega al 10% di rodio, ecc.). Per ovviare alla sua eccessiva malleabilità è spesso necessario unirlo in lega ad altri metalli, come oro, rame, rodio, iridio, palladio, tugsteno. Nell'oreficeria il platino è impiegato in lega col rame (10%) o col rutenio (5%) oppure con l'iridio (10%). In elettronica vengono impiegate leghe platinorodio (10%) per i contatti, per i resistori dei forni a resistenza, per le termocoppie. Per i contatti elettrici sottoposti a manovra frequente vengono preferite leghe di platino e iridio (20%) o di platino e rutenio (10%). Taluni elettrodi sono migliorati con l'addizione di una piccola percentuale di tugsteno (fino al 5%). Il platino e le sue leghe hanno varie altre applicazioni in chirurgia, nella protetica dentaria, nelle apparecchiature fisiche di precisione (mentre campione in platino al 10% di iridio), per la preparazione di filiere per vetro o raion (platinorodio oppure lega formata per il 25% di platino, per il 25% di oro, per il 50% di palladio).
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