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Il petrolio e l'inquinamento
la quantità di petrolio che è annualmente riversata negli oceani è 600 tonnellate.
le zone più inquinate sono il mediterraneo, il mare del nord, il canale della
manica ed i mari del giappone.
spesso durante il trasporto di petrolio sulle petroliere si verificano
incidenti. ecco alcuni esempi che causarono la dispersione d'enormi quantità di
petrolio in mare.
la petroliera torrey canyon, il 18 marzo 1976, arrivava dal Kuwait con un carico di 117.000 tonnellate di petrolio, si schiantò contro i frangenti della costa inglese ed in 42 giorni le correnti diressero l'intero carico verso le coste inglesi e francesi, che furono contaminate per 260 chilometri. per ripulirle si adoperarono 10.000 tonnellate di detergenti tossici che aggravarono considerevolmente il contesto. questo drastico episodio causò non solo il decesso di molti uccelli marini e vari squilibri nelle catene alimentari, ma anche il calo disastroso del turismo e la distruzione di paesaggi naturali.
la petroliera erika negli ultimi mesi del 2000 ha avuto un incidente ed ha emesso nel mare del nord ampie quantità di petrolio lungo le coste dell'Inghilterra nord-occidentale.
la petroliera jessica, nel gennaio 2001 ha urtato contro uno scoglio nei pressi delle Galapagos e il petrolio che trasportava, una volta in mare, era diretto verso il paradiso incontaminato, ma le correnti gli hanno fatto cambiare rotta e quindi gli animali delle Galapagos sono in parte salvi.
il settore agricolo
fertilizzanti e concimi chimici, penetrando nelle falde acquifere, inquinano l'acqua potabile che giunge sino alle nostre abitazioni (rubinetti). i cibi che vengono lavate con quest'ultima, contaminandosi, divengono nocivi per l'uomo.
le piogge acide
le piogge acide sono un'alterazione del ciclo dell'acqua causato dall'attività umana. durante la tempesta di pioggia acida in scozia (1984) il tasso d'acidità era pari a quello dell'aceto. le regioni che traggono maggiori danni da questo fenomeno sono quelle silicee, perché le rocce con alta percentuale di silicio resistono alle intemperie e quindi le acque di queste zone sono povere d'elementi derivati dalla degradazione delle rocce, quindi incapaci di neutralizzare il fenomeno acido. la conseguenza è che in tutti i corsi d'acqua aumenta il tasso d'acidità. questo ha gravi riscontri negativi sulla salute di chi le utilizza.
i fiumi e laghi italiani maggiormente inquinati
i fiumi italiani più inquinati sono: il po, la bormida, la stura di demonte ed il cervo in piemonte; il lambro, l'olona, il serio e l'adda in lombardia; il brenta ed il bacchiglione nel veneto; il crostolo, il panaro ed il reno in emilia; l'arno in toscana; il tevere ed il liri nel lazio; il volturno in campania.
i laghi più inquinati sono: il lago d'orta, a causa dell'apertura di un'industria che scarica in esso residui di rame ed ammoniaca; il lago di varese, di como e d'iseo ed il lago maggiore.
si può definire inquinata l'acqua il cui stato e la cui composizione
sono alterati. quest'alterazione rende il prezioso elemento naturale
inutilizzabile, lo priva della potabilità ed aumenta la sua temperatura.
l'inquinamento idrico causa a sua volta quello termico: se in un'acqua non
inquinata ne affluisce una alterata, si manifestano cambiamenti climatici.
per valutare quantitativamente il grado d'inquinamento acquatico si ricorre
alla d.b.o., la domanda biochimica d'ossigeno:
essa è un processo che consiste nel rilevare il peso, per volume unitario
d'acqua, dell'ossigeno che, con la degradazione delle materie organiche, si
discioglie in essa. maggiore è la quantità di rifiuti presenti nelle acque, più
l'ossigeno contenuto in esse viene esaurito dalla loro decomposizione.
i pesci e le creature ittiche rischiano l'asfissia per l'assenza di ossigeno;
in questo caso, i batteri anaerobi, che contribuiscono al processo di
putrefazione dell'acqua, subentrano a quelli aerobi che in normali condizioni
cooperano alla sua autodepurazione.
le sostanze che più frequentemente agiscono da inquinanti idrici e che hanno proprietà tossiche sul nostro organismo sono più o meno dannose a seconda della quantità presente nell'acqua. il nostro corpo può tollerare diversi milligrammi di queste sostanze per ogni liro d'acqua assunto. vediamo, nella tabella sottostante, quali sono le sostanze pericolose e quanti milligrammi di queste ultime è in grado di tollerare il nostro corpo:
i fluoruri: la loro presenza è
essenziale nelle acque potabili, aiutano anche a prevenire le carie dentali. se
la loro percentuale è elevata provocano la fluorosi endemica cronica. questa malattia
si manifesta con macchie giallognole, grigiastre o quasi nere sulla dentatura
dei bambini.
gli idrocarburi:
sono cancerogeni, arrivano alle acque tramite scarichi industriali ed
imbarcazioni a motore, divengono solubili solo in presenza di detergenti ed
altre sostanze.
i detergenti
anionici: sono i residui delle preparazioni di detergenti sintetici,
sono dannosi per le creature ittiche e producono schiuma nei corsi d'acqua ai
quali pervengono tramite scarichi industriali. i detergenti, oltre a far perire
flora e fauna acquatiche, causano squilibri ecologici, perché limitano o
sopprimono gli scambi areiformi tra acqua ed aria. il problema è stato in parte
risolto grazie all'adozione di detergenti biodegradabili.
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