Come si realizza un
processore
Malgrado l'abbattimento dei costi di produzione, legato soprattutto
alla maggiore quantità di prodotti venduti, la fabbricazione di un
microprocessore dell'ultima generazione resta appannaggio di poche
multinazionali americane e giapponesi a causa dell'estrema complessità e
delicatezza dell'intero processo produttivo. Nella realizzazione di chip
esistono due tecnologie alternative: la bipolare, che porta alla produzione di
integrati meno densi (con un minor numero di transistor) ma molto veloci, e la
CMOS (Complementary Metal Oxide Semiconduetor) che viene utilizzata in tutti
gli attuali processori per PC e consente livelli altissimi di
integrazione. I microcircuiti digitali vengono impressi su dischi di
spessore inferiore a due decimi di millimetro ricavati 'affettando'
un cilindro di silicio purissimo monocristallino. Il disegno della circuitazione viene fissato
su diversi strati (tanto che la fetta di silicio è denominata
'wafer') mediante un processo di fotolitografia che impiega la luce
ultravioletta, filtrata attraverso apposite maschere, per fissare i tracciati e
bagni di sostanze chimiche per eliminare le parti superflue: Tutto il
procedimento deve avvenire in un ambiente ad atmosfera controllata, affinché
sia mantenuto il massimo grado di purezza dei materiale; infatti i transistor
sono ricavati proprio 'drogando' il silicio con infinitesime quantità
di altri materiali che ne alterano le caratteristiche di conducibilità
elettrica, ricavando zone adiacenti di conduttori, isolanti e
semiconduttori. Una grande importanza
rivestono anche le fasi di controllo dei chip prodotti, poiché solo una
percentuale limitata dei processori così realizzati risulta dotata di
un'affidabilità sufficientemente elevata da garantire il funzionamento alle
frequenze previste. Il livello di
miniaturizzazione raggiunto durante la lavorazione ed il numero di transistor
impiegati sono elementi fondamentali per valutare le doti di un
microprocessore. L'attuale Pentium Il è
realizzato con una tecnologia a 0.25 micron che pone dei limiti alla frequenza
raggiungibile da questo processore, mentre per il Pentium 3 si parla già di un
processo produttivo a 0.18 micron e sono in cantiere realizzazioni con un
livello di miniaturizzazione che dovrebbe raggiungere 0.13 micron, permettendo
frequenze dell'ordine dei gigahertz.