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Utopia
Innanzitutto è bene chiarire il significato di "utopia" : Per utopia si intende un progetto apparentemente irrealizzabile basato su dei principi giudicati universalmente giusti. L'utopista è colui che non vuole basare le sue preferenze e le sue scelte ideologiche partendo dallo studio della realtà, ma decide di voler seguire un ideale che ritiene giusto pur sapendo che questo ideale resterà irrealizzato..
Tuttavia il termine fu coniato da Thomas More (successivamente latinizzato in S. Tommaso Moro), filosofo e statista inglese del XVI sec., L'etimologia proviene dal gioco di parole greche (luogo che non c'è) ed (bene) + (luogo felice) : entrambi i significati possono essere compresi nell'accezione di Tommaso Moro in quanto si trattava di un isola fantastica, quindi non esistente, ma dove regnava la concordia, la tranquillità ed il benessere tra i cittadini. Egli volle immaginare un'isola felice in cui gli abitanti conducessero una vita migliore, solidale e pacifica : si trattava dell'isola di Utopia.
Il concetto di "utopia" nasce nell'età classica grazie alla "Repubblica" di Platone, in cui egli descrive la "polis ideale".
Platone immagina una società tripartita composta dai produttori, detentori della ricchezza (contadini, artigiani, commercianti), a cui seguivano i custodi, cioè i soldati difensori della città, ed infine i governanti, i quali dovevano essere i filosofi.
Per ogni classe vi è stabilita una ben specificata educazione sociale seguita dalle virtù e dai doveri che i componenti dovevano possedere.
Al fine di scardinare ogni possibile egoismo viene abolita la proprietà privata, la famiglia e le parentele .
Platone era pienamente conscio dell'inattuabilità del suo progetto, in ogni caso è stato il primo scritto nella storia nel quale viene ipotizzata una società "ideale" in tutte le sue componenti e, a distanza di 2000 anni, verrà ripreso ancora da socialisti, comunisti e perfino dai nazisti per le proprie tesi.
Oltre alla "polis ideale", Platone dà vita ad "Atlantide", che viene descritta in altre due sue opere (dialoghi) Timeo e Crizia. Atlantide è una leggendaria isola (o continente) che si trovava, secondo Platone nel mezzo dell'oceano Atlantico e che sarebbe stata distrutta da un terremoto o da un maremoto tra i diecimila e i quindicimila anni fa. Nel Clizia Platone descrive più nel dettaglio la situazione geopolitica di Atlantide: era un isola ricca e potente divisa in 10 zone,ognuna governata da un figlio di Poseidone e al centro della città vi era il tempo dedicato a Poseidone e Clito.
Nel Timeo si racconta che Atlantide era una monarchia assai potente, con enormi mire espansionistiche. Situata geograficamente oltre le Colonne d'Ercole, politicamente controllava l'Africa fino all'Egitto e l'Europa fino all'Italia. Proprio nel periodo della guerra con gli Ateniesi, un immenso cataclisma fece sprofondare l'isola sotto l'Oceano, distruggendo per sempre la civiltà di Atlantide.
Al 1602 risale la prima stesura della "Città del Sole" del filosofo calabrese Tommaso Campanella, in cui s'immagina un dialogo tra un cavaliere di Malta ed un ammiraglio genovese di ritorno da un viaggio intorno al mondo.
Questi racconta di aver visto un isola all'altezza dell'equatore, identificata da alcuni critici nell'odierno Sri Lanka, in cui sorgeva la "Città del Sole", una fortezza praticamente inespugnabile circondata da sette mura ed avente quattro ingressi situati in corrispondenza dei quattro punti cardinali.
Il capo assoluto della città è il sacerdote Sole o Metafisico, al quale vengono associati tre principi con funzioni di collaborazione : Pon (Potenza), Sin (Sapienza) e Mor (Amore). Il primo si occupa dell'esercito e dell'arte militare, il secondo dell'istruzione e delle scienze, infine Mor dell'educazione, della generazione, della salute, del vestiario e del cibo.
Vi è la totale messa in comune di ogni bene quali il vitto, le scienze, gli svaghi e perfino le donne! Anche i figli sono cresciuti in comune.
Tutti i cittadini hanno la giornata lavorativa fissata a 4 ore ed il resto del tempo è dedicato oltre che alla preghiera, all'apprendimento e ed allo studio.
Vi è una sorta di forte ripudio verso il commercio, l'unica forma di scambio tollerata è il baratto.
Infine vi è un ampia parte dedicata alla religione : i cittadini credono nell'immortalità dell'anima, inoltre il Sole, capo assoluto della città, riesce a capire i bisogni di questa tramite un complesso sistema piramidale di 'confessioni'.
A concludere il filone utopico del periodo umanista sarà sir Francis Bacon (successivamente italianizzato in Francesco Bacone), filosofo, magistrato e politico inglese del XVII sec. con lo scritto "La nuova Atlantide", composto tra il 1614 e il 1617, rivisto nel 1624 ma mai completato.
Bacone è anche uno dei capostipiti del metodo scientifico moderno.
In "La nuova Atlantide" immagina di essere naufragato in un isola fino ad allora sconosciuta, su cui sorge la città di Bensalem, e che dopo aver superato una prima riluttanza da parte dei suoi abitanti, riuscirà ad entrare ed a conoscere il sistema e la società della città stessa.
Viene riaffermato il valore della famiglia, vista come istituzione basilare della società.
Viene rivisto il tema della religione, che per Campanella aveva assunto una singolare importanza, mentre in Bacone viene limitato all'unico compito di tenere a freno i vizi.
Da notare che i cittadini di Bensalem sono tutti cristiani.
Al di là della famiglia, particolare rilievo assume la parte relativa alla scienza. La città viene concepita come un grande laboratorio scientifico all'aria aperta in cui vengono studiati tutti i fenomeni della natura e sperimentate nuove tecniche e invenzioni nei più disparati campi: "vi sono luoghi per vari tipi di esperienze: caverne, stagni, cascate, pozzi, fonti, osservatori marini, grazie ai quali condurre esperimenti in condizioni ambientali particolari; laboratori per esperimenti meteorologici, case di cura e termali, orti botanici, giardini zoologici, gabinetti ottici, laboratori per lo studio dei suoni e dei profumi, officine meccaniche."
Secondo Bacone il sapere scientifico e tecnologico è la vera chiave per garantire il benessere di tutti i cittadini.
Quella di Bensalem ne risulta essere una civiltà scientificamente avanzata, in cui l'uomo ha addirittura imparato a volare o ha già inventato medicine in grado di allungare la vita.
A governare la città non sono più i filosofi di Platone, detentori di una conoscenza 'astratta', né addirittura il sacerdote di Campanella, il quale non è detto che abbia delle capacità innate per farlo, ma gli scienziati, detentori di un sapere 'pratico'.
Latino:
La città di Dio (in Latino De Civitate Dei,) è un'opera latina scritta in ventidue volumi da Sant'Aurelio Agostino tra il 412 e il 426.
L'opera rappresenta una apologia del Cristianesimo nei confronti della civiltà pagana, in essa vengono trattati argomenti come Dio, il martirio, i Giudei ed altri argomenti riguardanti la filosofia cristiana. Il movente occasionale fu il saccheggio di Roma da parte dei Goti di Alarico.
Questo testo può essere suddiviso in due parti:I-X e XI-XXII.
Nella prima parte Agostino fa ricadere la responsabilità delle sciagure che hanno travolto l'impero Romani sul paganesimo.
Nella seconda parte si teorizza l'esistenza di due civitates, quella terrena e quella celeste; la prima, del diavolo,è fondata sull'amore di sé ed è organizzata secondo criteri di potere, ricchezza e piacere, gli abitanti di questa città inoltre godono dei beni terreni come se fossero valori autonomi. Invece quella celeste, è fondata sull'amore di Dio, è abitata da coloro ai quali la rivelazione ha indicato la retta via. Questa anticipa in terra la vera e unica "città" dell'umanità, quella "di Dio" nei cieli; è costituita dai cristiani e dalla chiesa, ma neppure essa è in grado di realizzare completamente la città di Dio, perché la vera patria dell'umanità non può essere di questo mondo e non può appartenere al tempo.
Dell'una e dell'altra Agostino narra l'inizio e la fine, per giungere alla conclusione che, con il giudizio universale, avverrà la completa separazione delle due "civitates", quella di Dio sarà salva per l'eternità, quella terrena sarà dannata.
Storia dell'arte:
Ippodamo da Mileto (V sec. a.C.) fu un grande architetto e urbanista greco. Ideò lo schema ippodameo, l' impostazione urbanistica tipica delle città greche, che si diffuse poi in tutto il Mediterraneo, caratterizzando anche le città fondate dai Romani. Questo schema si basava su una pianta ortogonale cittadina con assi perpendicolari fra loro; alcuni detti cardi, (direzione nord-sud) altri detti decumani (direzione est-ovest) che si incrociavano formando angoli retti, detti 'a scacchiera'. Si formavano degli isolati rettangolari in cui si disponevano le case. Le strade secondarie variavano di larghezza da tre a cinque metri, ed erano un numero più elevato rispetto alle strade principali, che erano larghe da cinque a dieci metri. Le strade minori erano distanziate più o meno trenta metri l'una dall'altra, le strade maggiori da cento a duecento metri. Una generale impostazione urbanistica come questa era già stata inventata prima di Ippodamo, ma fu grazie a lui se essa trovò una teoria corretta e coerente per essere realizzata. Creò progetti urbanistici basati sul suo schema ippodameo per le città di Mileto, di Priene, Olinto e, forse, per Agrigento, Pompei e Paestum.
L'Utopia di Ippodamo da Mileto
Ippodamo fu anche un
filosofo politico, e la sua aspirazione alla città perfetta consisteva in un
centro abitato creato unendo fattori della società spartana e quella ateniese.
Il suo progetto contava un ideale di diecimila abitanti, spartiti in tre classi
sociali: gli artigiani; gli agricoltori; i guerrieri. Lo spazio doveva essere
diviso in tre zone, una dedicata alla venerazione gli dei, una pubblica e una
riservata alle proprietà private. Vi dovevano essere poi terre di proprietà dei
contadini e terre adibite all'uso comune. Dei giudici anziani erano a capo
della giustizia e le cariche pubbliche dovevano essere elette dal popolo.
Lo scherma urbano di Ippodamo da Mileto è un fondamento dell'urbanistica di
oggi, e ci ha permesso di progettare nuove città ben strutturate.
Piano Regolatore
Il piano regolatore generale (PRG) è lo strumento di programmazione del territorio. Esso è composto da zone omogenee contrassegnate dalle lettere A B C D E F
A= centro storico
B= zona di completamento
C= zona di espansione
D= insediamenti produttivi
E= verde agricolo
F= attrezzature di interesse collettivo (parchi, verde attrezzato)
Il PRG si attua con il Piano particolareggiato che è lo strumento nel quale vengono visualizzati: le strade, le sagome degli edifici, il verde pubblico, le urbanizzazioni secondarie(scuole, asili nido, chiese ecc)
Infine l'ultimo strumento attuativo del piano regolatore è la concessione edilizia. Il piano regolatore di pachino, adottato nel 1984, approvato nell'88, è scaduto nel 98 (dura 10 anni). A tutt'oggi la revisione del piano regolatore obbligatoria non è avvenuta. Pachino opera con uno strumento urbanistico obsoleto e non riesce a programmare il nuovo piano. Da qui diventa un' utopia anche la programmazione urbanistica e aiuta l'abusivismo edilizio.
Il piano del colore
Esso è un elaborato contenuto nel piano particolareggiato dei centri storici o del piano di recupero dei centri storici(aree vincolate). E' lo strumento caratterizzante del recupero delle tradizioni costruttive di una collettività. la sua elaborazione consiste: nella ricerca storica di ogni singolo monumento o costruzione, nella ricerca di tutti quegli elementi caratterizzanti delle murature ed infine nella riproduzione originaria delle coloriture che sono tipiche di ogni zona del territorio. Si pensi che alcuni centri storici hanno come colore predominante il giallo ocra ad esempio, altri il rosa antico e così via.
La policromia tipica delle aree di espansione diventa dispersiva e non caratterizzante, al contrario un centro storico monocromatico diventa omogeneo e caratterizzante. Il piano del colore è stato brillantemente sperimentato solo in alcune città d'Italia ( Firenze, Roma, Siena ecc), in Sicilia esempi importanti di piano del colore non se ne conoscono; quasi sempre esso si identifica con le scelte di qualche sovrintendente che autonomamente stabilisce il colore di un determinato centro storico. Tale imposizione nel tessuto urbano, se da una parte rende omogeneo parte del nucleo abitato, dall'altra parte non lo caratterizza in quanto non è basato su ricerche scientifiche tipiche del piano del colore. A pachino non si è riusciti a stabilire un'unica coloritura per i centri storici poichè spesso i cittadini non rispettano nessuna regola, da qui ne deriva che il piano del colore a Pachino diventa un' utopia.
Italiano:
La tematica dell'utopia la si può intravedere anche da un punto di vista prettamente letterario ed è possibile analizzarla tramite il futurismo italiano, movimento letterario che si sviluppò dal 1909 fino all'inizio della seconda guerra mondiale.
Al 1909 risale infatti la pubblicazione a Parigi da parte di Marinetti del "Manifesto del Futurismo", dal quale è possibile capire gli scopi che si proponeva questa corrente.
E' un movimento aggressivo, affascinato dalla velocità, dalla "guerra - sola igiene del mondo - il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore del liberatori, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna."
Vi è inoltre il rifiuto d'ogni aspetto del passato : "Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie", è necessario pertanto elaborare uno stile libero ed un pensiero nuovo.
Vi è quindi un nuovo stile, in cui ovviamente non vi è alcun elemento proveniente dalla cultura classica o ottocentesca, ma anzi vi è una totale rielaborazione caratterizzata dall'uso delle "parole in libertà", ovvero nella mancanza di qualsiasi legame sintattico - grammaticale fra loro.
La giustificazione della guerra, da parte dei futuristi, è perché è l'unico modo per cancellare il passato e costruire un nuovo mondo.
I futuristi, infatti, furono tutti interventisti all'inizio della prima guerra mondiale, e successivamente fu un movimento fortemente legato al fascismo.
Ma la glorificazione della guerra fu ben presto un illusione che disperse, durante e dopo la prima guerra mondiale, molti degli intellettuali e dei letterati che fino a prima avevano dato pieno appoggio a questo movimento.
La conoscenza e il vivere in prima persona gli orrori che provoca la guerra, d'altronde, ha avuto effetti shockanti su di loro.
Anche il dopoguerra, caratterizzato da un periodo difficile e doloroso, che apriva un futuro non facile ma anzi totalmente ignoto, fu un'altra delle cause per la morte del movimento.
Inglese:
An anti-utopia is the reverse of a conventional utopia. Its aim is to promote the creation of a better society by presentino a negative society as hideous. An anti-utopian novel tends also to exaggerate tendencies already present in a society and to portray a mightmarish vision of the future. Orwell's Nineteen Eighty-Four belongs to this. The novel was written in 1948 and its title was obtained by reversing the last two figures. Symbolically it suggests the idea that 1948 contained in itself the germ of a 1984.
Ministry of Truth bureaucrat Winston Smith is the protagonist; although unitary, the story is three-fold. The first describes the world of 1984 as he perceives it; the second is his illicit romance with Julia and his intellectual rebellion from The Party; the third is his capture and imprisonment, interrogation, torture, and re-education in the Ministry of Love
Oceania is a totalitarian state of omnipresent, two-way television surveillance; informants are everywhere; and Winston's romance with Julia is betrayed as a political transgression. Their imprisonment at the Ministry of Love (the most feared of the four ministries) features torture, brainwashing, and re-education in Room 101 (via the prisoner's worst fear). Those degradations re-educate them to love only Big Brother and The Party. Afterwards, disgusted by his love affair with Julia, Winston Smith surrenders his mind, body, and soul to Big Brother; like-wise Julia. On release, each admits having betrayed the other to survive, something they had vowed not to do; each is apathetic toward the other's betrayal.
The thematic likenesses between Nineteen Eighty-Four and Animal Farm are: the betrayed revolution; the person's subordination to the Party collective; the rigorously enforced class distinctions among Party members, i.e. the Inner Party, the Outer Party, the Proletariat; the Cult of Personality concentration camps Thought Police; compulsory, regimented, daily exercise; the youth leagues.
As in the Nazi and Stalinist regimes, propaganda is pervasive; Smith's job is rewriting historical documents to match the contemporaneous party line, the orthodoxy of which changes daily. He re-writes and re-prints newspaper articles (society's official records) to delete from the collective memory all people rendered unpersons by Party order.
Astronomia:
Quando si chiede ad uno scienziato come si possano conciliare i due termini, utopia e scienza, viene risposto che bisogna innanzitutto definire che cosa si intende esattamente con il termine 'utopia' e che non si può parlare di utopia in ambiente scientifico, dal momento che la scienza si basa su assiomi certi e il metodo scientifico, basato sulla dimostrazione, non può presentare aspetti utopici.
Tuttavia vi sono ancora delle ipotesi che non hanno trovato una dimostrazione esaustiva:
Se ad esempio la teoria del Big Bang descrive l'origine e l'evoluzione dell'Universo fino ad oggi, quale sara' la sua evoluzione futura ? Si potrebbe pensare che l'espansione iniziata col Big Bang continuera' all'infinito. In realta', il destino del nostro Universo potra' anche essere diverso. Al suo interno agiscono due forze contrapposte: la spinta dell'espansione, che fa allontanare le galassie sempre piu' l'una dall'altra, e la forza di gravitazione, che tende a tenerle legate e a frenare l'espansione. Quale sara' la fine dell'Universo verra' deciso da quale delle due prevarra'. Esiste una densita' critica della materia, al di sopra della quale l'attrazione gravitazionale puo' frenare l'espansione. I cosmologi preferiscono usare un parametro, detto Omega, per descrivere il tipo di universo in cui viviamo. Omega rappresenta il rapporto tra la densita' di materia totale presente nell'Universo e la densita' critica. Se Omega e' minore di 1, la materia presente e' insufficiente per controbilanciare la spinta di espansione, e l'Universo e' destinato ad espandersi indefinitamente. Questo tipo di universo si dice 'aperto'. Se Omega e' maggiore di 1, al contrario, l'espansione verra' prima o poi frenata e poi, lentamente, le galassie cominceranno a riavvicinarsi, fino a scontrarsi e a fondersi tra loro, in un gigantesco impatto che viene definito 'Big Crunch' (la situazione opposta al Big Bang). Questo e' il caso di universo 'chiuso'. Infine, se Omega e' esattamente uguale a 1, l'espansione rallentera' lentamente ma l'attrazione gravitazionale non sara' sufficiente a far collassare l'Universo su se stesso. E' questo il caso di universo 'piatto'. Da queste considerazioni appare chiara l'importanza di determinare la quantita' di materia presente nel cosmo. Come si puo' fare? Ci sono fondamentalmente due metodi: il primo consiste nel misurare la densita' media della materia, sommando le masse di tutte le galassie presenti in un certo volume e dividendo per il volume stesso, naturalmente tenendo conto della loro distribuzione irregolare. Purtroppo, come abbiamo visto, la gran parte della massa che ci circonda e' costituita da materia oscura, inaccessibile alle osservazioni. Per questo motivo e' cosi' importante stabilire qual e' il suo contributo esatto alla massa totale dell'Universo. Il secondo metodo consiste nell'osservare la velocita' di allontanamento di galassie a diverse distanze, cioe' di diverse eta', e calcolare di quanto l'Universo ha decelerato la propria espansione negli ultimi miliardi di anni.
Fisica:
il moto perpetuo è solo un'illusione e forse un sogno di molti fisici, ma la natura lo vieta e la possibilità di costruire macchine che neghino i principi della termodinamica è solo una vera e propria utopia.
Si considerava 'moto perpetuo' un moto che si mantenesse costante nel tempo senza intervento esterno, in quanto prima dell'enunciazione delle leggi della dinamica si riteneva che un corpo per muoversi avesse sempre bisogno di apporto di energia.
Vi sono due generi di moto perpetuo: di prima e di seconda specie che rispettivamente violano il primo o solamente il secondo principio della termodinamica ed è per questo motivo che possono essere considerati utopia.
Prima specie
Appartiene a questa categoria una macchina che produca in uscita una quantità di energia maggiore di quella che consuma. Una volta avviata la macchina funzionerebbe indefinitamente autoalimentandosi, in evidente violazione del principio di conservazione dell'energia (primo principio della termodinamica). Molte delle proposte per queste macchine utilizzano magneti come fonti di energia dal nulla ed impiegano sistemi ad attrito nullo. Se molti di questi sistemi possono marciare anche per lungo tempo prima di fermarsi, da essi non è fisicamente possibile estrarre energia gratuita.
Seconda specie
Dispositivi di questo tipo dovrebbero essere in grado di convertire interamente il calore estratto da una sola sorgente a temperatura costante in lavoro. Ciò è in violazione del secondo principio della termodinamica: un esempio di macchina a moto perpetuo di seconda specie sarebbe una nave capace di avanzare sottraendo calore all'acqua del mare e trasformando quel calore in energia cinetica, senza cederne una parte ad una sorgente più fredda dell'acqua di mare. Il primo principio della termodinamica sarebbe rispettato da tale macchina termica a rendimento unitario. Oggi si considera comunemente il secondo principio come una conseguenza della meccanica statistica, e la sua validità è ritenuta un fatto meramente probabilistico. Di conseguenza sono possibili violazioni del secondo principio, sia pure con probabilità piccolissima; quella che resta esclusa è la possibilità di provocare tali violazioni in modo riproducibile e quindi utilizzabile.
Trasmutazione degli elementi (Alchimia)
Nel periodo iniziale di questi studi, agli inizi del 1900, gli unici strumenti disponibili per compiere esperimenti sul nucleo furono le particelle alfa emesse dai corpi radioattivi. Con l'aiuto di questa particelle, Rutherford, nel 1919, riuscì a trasmutare nuclei di elementi leggeri; potè, per esempio, trasformare un nucleo di azoto in un nucleo di ossigeno, aggiungendo la particella alfa al nucleo di azoto ed espellendone, nello stesso tempo, un protone.
Fu questo il primo esempio di una serie di processi su scala nucleare i quali, similmente ai processi chimici, condussero alla trasmutazione artificiale degli elementi.
Il successivo sostanziale progresso fu, com'è ben noto, l'accelerazione artificiale dei protoni, per mezzo di congegni ad alta tensione, ad energie sufficienti a produrre la trasmutazione nucleare di elementi come il litio in elio. Questa scoperta aprì una direzione di ricerca completamente nuova, che può essere denominata fisica nucleare nel senso proprio del termine, e che condusse assai presto ad una conoscenza qualitativa della struttura del nucleo atomico.
durante alcuni esperimenti recenti sulla fusione fredda si è avuta la trasmutazione di tungsteno in oro, si tratta appunto di un' utopia divenuta realtà, poiché è stato possibile coronare il sogno degli alchimisti di trasformare un metallo in oro. Ma le quantita' in peso di questi metalli sono irrisorie e proprio nel caso dell'oro equivalgono a meno di pochi milionesimi di grammo, tuttavia il significato scientifico di questo risultato e' di importanza notevole.
Storia:
La pace in Palestina fa parte di quel sogno di promuovere la democrazia in Medio Oriente che ancora non si avvera dopo anni di guerra e migliaia di morti. Le ragioni di tali conflitti trovano spiegazione spesso in fatti storici molto lontani nel tempo, tra i quali la millenaria diaspora del popolo ebraico o la dissoluzione dell'Impero Ottomano agli inizi del . Nonostante ciò, a partire dagli anni sessanta, il problema vicino-orientale è diventato di crescente attualità grazie ai media che propongono sempre più spesso notizie su una realtà che a volte si focalizza sugli eventi più tragici ed eclatanti, trascurando di indagare sulle ragioni storiche, sociali e culturali in cui il problema affonda le proprie radici.
Le guerre tra Israele e
i paesi arabi confinanti iniziano nel 1948, quando nasce lo stato ebraico. I
palestinesi rigettano il piano di spartizione delle nazioni Unite (due stati
per due popoli) e una coalizione di stati arabi, tra i quali Iraq, Giordania,
Siria ed Egitto attacca Israele che riesce a difendersi e a ricacciare indietro
le truppe avversarie. I territori che per le Nazioni Unite spettano alla
Palestina sono la Cisgiordania, Gerusalemme est e la Striscia di Gaza. Nel 1956 Israele, sfruttando la crisi di
Suez, attacca l'Egitto ma viene fermato dalla comunità internazionale. Nel 1964
nasce l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina che punta a dare una
rappresentanza ai palestinesi, slegandoli dalla dipendenza dai paesi arabi.
Poco dopo ne diventa capo Yasser Arafat che la guiderà fino alla morte. Nel
1967 scoppia la guerra dei Sei Giorni con la quale Israele occupa la Striscia
di Gaza, la Cisgiordania e Gerusalemme est. Nel 1973 Egitto e Siria attaccano
Israele; è la guerra dello Yom Kippur. Israele occupa il Sinai in Egitto e le
alture del Golan in Siria. Nel 1979 l'Egitto firma un accordo di pace con
Israele. Finiscono così le guerre tra Israele e gli stati arabi, da questo
momento in poi allo stato ebraico si contrapporrà solo l'Olp. Nel 1982 Israele
invade e occupa la parte meridionale del Libano per distruggere le basi
palestinesi. Dal 1987 al 1992 i palestinesi cominciano una forma di resistenza
popolare, chiamata Intifada, Nel 1993 vengono firmati gli Accordi di Oslo e
sembra che il conflitto stia per finire, ma i nodi principali restano irrisolti
e rimandati a un secondo turno di negoziati: la nascita di uno stato
palestinese indipendente, il ritorno dei profughi palestinesi, il controllo
delle scarse risorse idriche e lo status di Gerusalemme. Nel 1994 la Giordania
firma un accordo di pace con Israele. Nelle zone che dovrebbero diventare il
futuro stato palestinese comincia una forma di autogoverno guidata
dall'Autorità Nazionale Palestinese, presidente della quale viene eletto nel
1996 Yasser Arafat. Israele si ritira dal Libano nel 2000. La tensione
ricomincia a salire e, nel settembre 2000, comincia la seconda Intifada
scatenata da una provocatoria passeggiata dell'allora candidato premier
israeliano Ariel Sharon sulla Spianata delle Moschee. Le principali formazioni
militari che combattono Israele sono: la Brigate Izz ad-Dīn al-Qassam
(braccio armato di Hamas, vicina ai Fratelli Musulmani), la Jihad Islamica, il
Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, le Brigate dei Martiri di
al-Aqsa (braccio armato del partito Fatah). Il conflitto ha cominciato a calare
d'intensità quando, l'11 novembre 2004, muore Arafat. Il governo israeliano,
guidato da Ariel Sharon, e le cancellerie delle grandi potenze mondiali, si
dichiarano di nuovo pronte al confronto con i palestinesi, dopo che Arafat era
stato considerato negli ultimi anni un interlocutore poco credibile. A gennaio
2005 si tengono le elezioni presidenziali in Palestina e successore di Arafat
viene nominato Mahmoud Abbas (Abu Mazen). Il dialogo riprende, ma il governo
Sharon decide unilateralmente di sgomberare la Striscia di Gaza, occupata nel
1967, ad agosto 2005. L'esercito di Tel Aviv sgombera con la forza i coloni israeliani
e lascia l'amministrazione del territorio ai palestinesi. Il 25 gennaio 2006,
le elezioni politiche in Palestina sanciscono la vittoria del partito armato
degli islamisti di Hamas. Adesso si attende la formazione del nuovo governo
palestinese, tra lo scetticismo dell'opinione pubblica internazionale.
Fino a quando non si troverà un'intesa per l'uso della striscia di gaza da
parte di entrambi i popoli, il problema palestinese non potrà essere risolto.
Ma non ci sarà nemmeno pace 'se i palestinesi stessi non combatteranno il
terrorismo'. Tuttavia attualmente è un'utopia pensare ciò . Con ogni
probabilità, la nascita di uno Stato palestinese aprirebbe anche la soluzione
del problema di Gaza, con Hamas in sicura difficoltà a mantenere il suo potere
sulla Striscia, rafforzando la leadership palestinese moderata, e soprattutto
togliendo ogni pretesto e residua simpatia ai gruppi estremisti e alle
formazioni terroristiche.
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