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Totem e tabù
Totem e tabù (1912-1913) appartenente alla prima topica freudiana, forma dei blocchi isolati, venuti a crearsi quasi per illuminazione del loro autore e proiettati al di là dei confini della scienza medico- psicologica. Diventa un capolavoro della cultura sulla quale la psicanalisi ha esercitato la sua influenza; essa si caratterizza con disapprovazione come una tendenza a "risolvere problemi di psicologia individuale facendo ricorso a materiale derivante dalla psicologia dei popoli".
Freud inoltre ad espandere la psicologia individuale verso la psicologia dei popoli si gettò letteralmente sull'opera più attuale dell'antropologia inglese e ben presto padroneggiò i volumi allora disponibili di due enormi opere del medesimo autore: J. Frazer, quali totemismo ed esogamia e poi diverse parti del Ramo d'oro.
Successivamente studiò i dati sull'etnologia, sui rapporti familiari dei popoli primitivi sulla scorta delle opere di Frazer e di altri saggi sull'argomento. Quest'ultimo viene citato da Freud con parole di lode e di consenso dicendo che "la legge vieta agli uomini solo ciò cui sarebbero indotti dai loro estinti"
Quindi invece di dedurre, dal divieto regole sull'incesto, dovremmo concludere piuttosto che c'è un istinto naturale che spinge all'incesto e che se la legge lo reprime di conseguenza reprime altri istinti naturali, e agendo così, gli uomini sono arrivati alla conclusione che il soddisfacimento di tali istinti sono rivolti agli interessi generali della società. Tuttavia Frazer afferma che " è più probabile che nei sistemi a due classi e cioè la successione matrilineare sia più vecchia di quella patrilineare, sull'osservazione che l'orrore per l'incesto con la madre è verosimilmente assai più antico dell'orrore dell'incesto con la figlia.
Ma la storia dell'umanità non presenta né l'evoluzione magia-religione-scienze che Frazer esigeva, né un modello di religione pienamente comprensibile in base a questo scopo, modello puro e incontaminato.
Comunque l'insistente richiamo a queste concordanze intese come fenomeni comuni di due sfere umane divise, che cadano, la prima sotto la competenza dell'etnologo (Frazer), e la seconda sotto quella del medico e dello psicanalista (Freud) questo è il metodo scientifico di Totem e Tabù. Con Il ramo d'oro tuttavia Frazer diede se non altro l'esempio di come creare lo schema dell'accadere preistorico, che Freud, e in seguito i suoi adepti credettero si fosse unito al normale campo psichico basato sui fatti di uomini non nevrotici.
L'orrore dell'incesto:
Le nostre conoscenze sull'uomo preistorico e sulle fasi di sviluppo che egli ha attraversato derivano dagli strumenti pervenuti fino a noi, da ciò che sappiamo della sua religione e dalla sua concezione di vita, testimonianze conservate direttamente oppure tramandate sotto forme di leggende, miti e fiabe e dai residui del suo modo di pensare ancor oggi rintracciabili nei nostri usi e costumi. Tuttavia l'uomo preistorico è anche in un certo senso nostro contemporaneo; esistono ancora oggi uomini che noi consideriamo molto vicino all'uomo primitivo. È questo il modo in cui consideriamo le popolazioni cosiddette selvagge e semiselvagge, la cui vita psichica riveste un particolare interesse per noi.
Psicologia dei popoli primitivi: gli aborigeni australiani
Sono considerati una razza particolare, che non costruisce né cose, né capanne durevoli, non coltivano la terra, non allevano animali domestici ad eccezione del cane. Non conoscono neppure la ceramica. Si nutrono esclusivamente della carne di tutti gli animali che riescono ad uccidere e di radici che estraggono dal terreno. Non conoscono re, né capi, ed è un dubbio che si possa attribuire loro tracce di religione, intendendo con ciò l'adorazione ad esseri superiori. Nella loro vita sessuale si propongono di evitare con ogni cura e con assoluta severità rapporti sessuali incestuosi.
Presso gli Australiani le inesistenti istituzioni religiose e sociali sono sostitute dal sistema del totemismo. Le tribù australiane si compongono di stirpi e clan che prendono il nome del rispettivo totem.
Il totem:
è in primo luogo il progenitore del clan, ma ne è lo spirito tutelare e il sacerdote. Gli trasmette oracoli e anche se si presenta come una forza ostile e pericolosa, conosce e risparmia i suoi protetti.
Il suo carattere non è innato in un solo animale o in un solo essere, ma in tutti gli individui della stessa specie. Di quando in quando si svolgono feste durante le quali i membri del clan rappresentano o imitano con danze rituali i movimenti e le caratteristiche dei loro totem. Per l'australiano l'appartenenza al totem è il fondamento di ogni obbligo sociale: da un lato precede in importanza l'appartenenza alla tribù e dall'altro sposta in secondo piano i rapporti di consanguineità. E come quasi ovunque vige il totem, vige anche la legge secondo cui persone di uno stesso totem non possono avere rapporti sessuali tra di loro e non possono quindi sposarsi.
L'esogamia:
si supponeva che l'esogamia in origine non avesse mai avuto alcun collegamento con il totemismo, ma che ci sia stato un nesso in un momento successivo (quando si dimostrò necessario introdurre limitazioni nei matrimoni) tale unificazione comunque esiste e si dimostra assai solida, con ulteriori considerazioni apportate qui di seguito. In Australia la punizione assegnata per chi ha rapporti sessuali con una persona di uno stesso clan è la morte ; se un uomo si serve della donna come moglie viene perseguitato e ucciso dai suoi compagni e così anche la donna, ma se si riesce a sfuggire alla cattura dopo un certo tempo l'offesa viene dimenticata. Nella tribù dei ta-ta-thi l'uomo viene ucciso mentre la donna è percossa e trafitta con una lancia, fino a portarla alla morte. Ma ciò nonostante tutto ciò che deriva dallo stesso totem è legato da un rapporto di consanguineità, è una famiglia, e in essa anche il più lontano grado di parentela è ritenuto un impedimento assoluto all'unione sessuale.
Matrimonio di gruppo ed individuale:
consiste sul fatto che un certo numero di uomini eserciti dei diritti su un certo numero di donne. Ragion per cui i figli nati da tale matrimonio di gruppo si considerino fratelli e sorelle, benché non tutti siano stati generati dalla stessa madre. È comunque possibile stabilire che sussiste ancor oggi una certa forma del matrimonio di gruppo presso le tribù degli Urabunna e dei Dieri. Codesto matrimonio avrebbe quindi preceduto presso questi popoli il matrimonio individuale e non sarebbe scomparso senza lasciare evidenti tracce della sua esistenza nelle lingua e nei costumi.
I costumi:
questi costumi o divieti tradizionale consistono nell'evitare certe persone, ciò si estende ben oltre le popolazioni totemistiche australiane. Nella nuova Caledonia, quando un fratello e sorella s'incontrano, la donna fugge nella boscaglia e il maschio tira vanti senza volgere il capo. Nella nuova Britannia (penisola Gazzella) una sorella non può più, a partire dal suo matrimonio, parlare col fratello o pronunciare il suo nome. Nelle Isole Figi le regole che impongono tali divieti sono particolarmente severe: riguardano non solo i consanguinei ma anche fratelli e sorelle di differente origine. La misura cautelativa più diffusa, più rigorosa e più interessante, è quella che impone all'uomo di evitare la suocera, in vigore tra i popoli della Malesia, Polinesia, dell'Africa e ovunque sussistano tracce di totemismo e di parentela di gruppo. Nelle Isole Banks l'uomo deve evitare la suocera e viceversa, se s'incontrano in un sentiero la donna si fa da parte e gli volta la schiena, e così anche l'uomo. A Vanua Lava l'uomo non cammina sulla spiaggia dietro la suocera finché l'alta marea non abbia cancellato le orme di quest'ultima; possono tuttavia rivolgersi la parola ma solo a debita distanza.
Il tabù e l'ambivalenza emotiva:
tabù è una parola polinesiana, il cui significato si distingue in due occasioni opposte:
Santo, consacrato
Inquietante, pericoloso, proibito, impuro
Il suo opposto si chiama in lingua polinesiana noa ossia "usuale", generalmente "accessibile" e si esprime essenzialmente in divieti e restrizioni, tali sono diversi dai divieti religiosi e morali. Queste proibizioni sono prive di qualsiasi giustificazione e la loro origine è sconosciuta, incomprensibile ai nostri occhi. In senso stretto comunque il tabù comprende soltanto:
Il carattere sacro o impuro di persone o cose
Il genere di proibizione che risulta da questo carattere
La santità o impurità che deriva dall'infrazione di questo divieto
Il suo opposto (noa) significa generale o comune. In senso più lato si possono distinguere diversi tipi di tabù:
Naturale o diretto, che è il risultato del mana (forza misteriosa) inerente ad una persona od una cosa
Trasmesso o indiretto che deriva anch'esso dal mana
Quest'ultimi si dividono in:
Acquisito
Imposto da un sacerdote, da un capo o da qualcun altro
Intermedio, ove sono presenti ambedue i fattori, come nel caso di una moglie fatta propria dal marito.
Il tabù è inoltre usato per altre limitazioni e i suoi oggetti sono moltissimi quali:
Diretti che fanno per fine
La protezione da possibili disgrazie di persone importanti (capi, sacerdoti ecc..) e di cose
La difesa dei deboli come donne, bambini e la gente comune dal possente mana
L'assicurazione degli atti più importanti della vita (nascita, matrimonio, bisogni sessuali ecc..) contro qualsiasi cosa interferisca con essi
La protezione di esseri umani dall'ira e dalla potenza di dei e spiriti.
Non vi è dubbio però che all'inizio la punizione per la trasgressione di un tabù opera in maniera automatica, il tabù violato si vendica da sé. E alcuni pericoli derivanti da tale trasgressione possono essere evitati tramite cerimonie di espiazione e purificazione. Esistono inoltre tabù permanenti e temporanei, nella prima categoria fanno parte i sacerdoti, i capi, i defunti e tutto ciò che appartiene a loro. Quelli temporanei si collegano a determinate circostanze come le mestruazioni, la condizione del guerriero prima e dopo la spedizione, alle attività come la pesca, la caccia ecc.
In sintesi il tabù è tutto ciò che si tratti di persone o di località, di oggetti, di circostanze temporanee, è portatore o fonte di questa caratteristica misteriosa. È anche il divieto derivante da tale proprietà e infine i tabù (in senso letterale) un qualcosa che ci lega al tempo stesso al concetto di sacro, di ciò che è al di sopra della norma e così pure pericoloso, impuro, inquietante.
Tabù di sovrani:
il comportamento dei popoli primitivi verso i loro capi, re, sacerdoti è sostenuto da due principi che sembrano intendersi reciprocamente piuttosto che contraddirsi. Un sovrano non solo và difeso, ma bisogna anche sapere da chi difendersi. I Nuba dell'Africa orientale per esempio credono che morirebbero se entrassero nella casa del loro re-sacerdote; tuttavia possono scansare la loro pena denudandosi la spalla sinistra e facendosi mettere sopra la mano del re. In tema di efficacia risanatrice del contatto regale non serve cercare esempi nei popoli selvaggi.
In epoche poco lontane i re inglesi hanno esercitato questo potere sulla scrofola (malattia simile alla peste), ad esempio: Carlo I si diceva, avrebbe guarito nel 1633 cento malati in un colpo solo. Del terribile effetto del contatto attivo avuto sia pure involontariamente con il re o con ciò che gli appartiene invece descriviamo i seguenti racconti :
un capo neozelandese lasciò dietro al suo cammino i resti del suo desinare; uno schiavo sopraggiunto dopo di lui vide il cibo e lo mangiò senza dire nulla a nessuno. Ma quando uno spettatore lo informò che il cibo apparteneva ad un grande capo lo schiavo fu colpito da forti crampi allo stomaco , che durarono fino alla morte.
Una donna morì quando venne a sapere che la frutta che aveva mangiato era stata presa da un luogo tabù. Andava esclamando che lo spirito del capo l'avrebbe uccisa per questo, e ciò accadde nel pomeriggio : a mezzogiorno del giorno dopo la donna morì.
La necessità quindi di difendere il re da tutti i pericoli immaginabili deriva dall'enorme importanza che egli ha nel bene o nel male, per i suoi sudditi. Sembra però un evidente contraddizione il fatto che persone dotate di grande potere necessitino di un enorme cura per essere protetto da ogni cosa lo minacci. Il sovrano c'è solo per i suoi sudditi, la sua vita ha valore finché rispetta i doveri della sua posizione ordinando il corso della natura per il beneficio del popolo.
Se manca a tale dovere, la cura, la devozione, l'omaggio religioso cessano per trasformarsi in odio e in disprezzo.
"Oggi venerato come un dio, domani ucciso come un delinquente"
Tabù di morti:
si manifesta anzitutto nelle conseguenze che porta con sé il contatto col morto, e nel trattamento di quanto sono in lutto con quest'ultimo.
Presso i Maori, chiunque avesse toccato un cadavere o partecipato alla sua sepoltura era considerato impuro e quasi escluso del tutto da ogni rapporto con il suo prossimo. Non poteva entrare in nessuna casa, né avvicinarsi a persone o a cose senza contagiarle con la sua infezione e non gli era permesso neppure toccare il cibo con le mani. Nell'isola di Tonga chi toccava il cadavere di un capo defunto restava impuro per dieci mesi, ma se toccava il cadavere ed era anch'egli un capo il suo stato di impurità era limitato a 3-5 mesi, secondo il rango del morto. Sostanzialmente simili ma più interessanti invece sono le limitazioni tabù di quelle persone il cui contatto con i morti dev'essere inteso in senso metaforico: parenti in lutto, vedovi o vedove.
Animismo, magia e onnipotenza dei pensieri:
Animismo:
L'animismo è la dottrina delle anime ovvero la dottrina degli esseri spirituali in generale. Da questo concetto si distingue l'animatismo, nonché la teoria che considera tutto ciò che ci appare inanimato, vivente. Ciò che ha dato origine a questi termini è la conoscenza della natura e dell'universo che hanno i popoli primitivi a noi noti. Essi popolano il mondo di una quantità di esseri spirituali benevoli o malevoli; attribuiscono a questi spiriti e demoni la causa degli eventi naturali e ritengono che essi diano vita non soltanto agli animali e alle piante ma anche alle cose inanimate del mondo. Un terzo elemento e forse il più importante di questa filosofia della natura è che anche i singoli esseri umani siamo soggetti ad una analoga "animazione". Secondo questa credenza, le persone umane contengono anime, che possono abbandonare la loro dimora e migrare in altri uomini, naturalmente dopo la morte dell'individuo. Il problema della morte dovrebbe essere il punto di partenza per la formazione della teoria; per l'uomo l'immortalità sarebbe cosa ovvia, l'idea della morte interviene un po' più tardi ed è recepita solo con incertezza.
L'animismo è un sistema di pensiero che permette di concepire il mondo come una totalità a partire da un unico punto di vista. L'umanità ha dato origine a tre concezioni del mondo:
La concezione animistica (mitologica)
La concezione religiosa
La concezione scientifica
La prima a sorgere è quella animistica, questa ora è una teoria psicologica.
Magia:
insieme al sistema animistico vi sono delle istruzioni intese a padroneggiare uomini, animale e cose, o meglio i loro spiriti. Queste istruzioni, sono note con i nomi di "incantesimo" e "magia". L'incantesimo è sostanzialmente l'arte di influire sugli spiriti, sottomettendoli alla propria volontà con l'impiego degli stessi mezzi di cui si è sperimentata l'efficacia con gli uomini viventi.
La magia, invece, è una cosa diversa : essa prescinde in fondo dagli spiriti e si avvale di mezzi particolari, non dei comuni mezzi psicologici. La magia è la componente più antica e più significativa della tecnica animistica; infatti i mezzi magici possono essere usati, sia per avere a che fare con gli spiriti, sia nei casi in cui la spiritualizzazione della natura non è stata ancora compiuta. Essa deve servire agli scopi più disparati:
Assoggettare alla volontà dell'uomo i fenomeni naturali
Difendere l'individuo da nemici e pericoli
Dargli il potere di danneggiare i suoi nemici
Una delle procedure magiche più diffuse per danneggiare un nemico consiste nel farsi un effigie di lui con un materiale qualsiasi, quel che viene fatto all'immagine accade anche all'odiato originale: se si ferisce la prima in una certa parte del corpo, il secondo si ammalerà in quella stessa parte. La stessa tecnica magica può essere posta al servizio della devozione religiosa, e venire in aiuto di divinità contro gli spiriti malvagi. Frazer distingue due tipi di magia, quella imitativa che può essere esercitata da sola e quella contagiosa che deve esser sempre associata alla prima.
Il principio che regge la magia, la tecnica del modo di pensare animistico, è quello dell' "onnipotenza dei pensieri".
Onnipotenza dei pensieri:
Parlando di animismo e di magia ci colleghiamo di conseguenza all'onnipotenza dei pensieri, termine che Freud acquisì grazie ad un suo paziente, particolarmente colto, che ammettendo il suo problema lo denominò appunto "onnipotenza dei pensieri". In sostanza esso delinea la sopravvalutazione del pensiero rispetto alla realtà.
Il nevrotico pensa di influire in modo notevole la realtà semplicemente pensando qualcosa. In questa patologia il soggetto ha un continuo senso di colpa pur non facendo nulla. È portato a pensare che, se per esempio, egli manda una maledizione ad una persona ed ella muore davvero, sia per causa sua; oppure se evoca una persona anche morta ella ha la capacità di parlarle o vederla. Ella dunque non è libera di dare sfogo ai propri pensieri negativi e maligni per paura che essi si possano realmente avverare. In sostanza stiamo parlando di una patologia abbastanza semplice da comprendere ma il dubbio su come essa possa collegarsi al tabù può risultare più complessa. In origine sappiamo che il tabù vietava alcune azioni. Ma se cerchiamo più a fondo scopriamo che alcuni pensieri sono sempre stati pericolosi per paura che un qualche dio capace di scrutare la nostra mente possa punire la persona fautrice di quelle intenzioni non espresse.
Il ritorno del totemismo del bambino:
Abbiamo in precedenza spiegato come nel totem il rapporto tra uomo e animale "simbolo" possa essere profondo. Ora un rapporto simile altrettanto interessante lo troviamo in alcuni complessi dell'età infantile.
In principio l'uomo primitivo non dava classificazioni e l'animale "guida" era considerato alla pari con se stesso. In ugual modo i bambini non tracciano alcuna linea di superiorità fra sé e gli animali, ma anzi riescono a trovarsi meglio con loro che con gli adulti perché più istintivi e in qualche modo primordiali com'è d'altronde il bambino nei primi anni di vita.
Ciò che risulta preoccupante è che il bambino crescendo scopre di aver paura dell'animale che tanto lo aveva affascinato attratto nei primi anni di vita. Tutto ciò che nasconde si nasconde particolarmente nei soggetti maschi, una paura del padre spostata sull'animale. Lentamente riaffiorano le regole tabù del totem: non uccidere il totem e non avere rapporti sessuali con persone facenti parte dello stesso totem. Se facciamo attenzione capiamo che il bambino ha nel profondo del proprio animo il desiderio di uccidere il padre, identificato come totem e sposarsi con la madre, facente parte dello stesso totem. Tutte e due le regole vietate dal momento che il bambino raffigura il padre con l'animale che rappresenta il suo totem. Unendo i due studi si può ricavare un ragionamento simile e anche abbastanza complesso, ma ragionando in termini più recenti si possono fare paragoni al complesso di Edipo e come la nostra realtà e le nostre azioni spesso istintive pongono le loro radici in epoche primitive dove vigila ancora la sovranità del Totem e del Tabù.
Conclusioni dell'autore:
Concludendo, l'autore richiama tutti gli aspetti fondamentali del libro. Ripensando a ciò che il libro lascia dietro di sé, possiamo dedurre che in apparenza non vi sia alcun punto di unione fra i variegati temi trattati. Ma l'autore ci stupisce e trova l'elemento che ci fa comprendere l'origine di tutto il suo lavoro. Dunque dobbiamo tenere conto che il totem e il tabù non sono altro che elementi per analizzare a pieno le nevrosi a cui Freud non trovava risposte. Tutto il suo operato rimane infatti all'aspetto primitivo del nostro carattere. In molte delle nevrosi che abbiamo incontrato vi erano grossi conflitti fra ciò che il cervello comandava e cosa era consentito realmente fare; sappiamo perciò che le inibizioni fermano le azioni che creano di conseguenza delle nevrosi nella mente primitiva, il pensiero si trasforma automaticamente in azione, per così dire un sostituto del pensiero.
Bibliografia:
Nome autore: Sigmund Freud
Titolo del libro Totem e tabù
Fonti: opere di Freud
Casa editrice: FABBRI EDITORI
Luogo si stampa: Nuovo Istituto di stampa d'arti
grafiche Bergamo
anno di pubblicazione:
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