Il romanzo va inquadrato in una precisa situazione storica: quella
dell'Italia tra il 1944 e il 1948, vale a dire il periodo della Resistenza, un
movimento nato nel corso della Seconda Guerra Mondiale contro l'occupazione
delle truppe tedesche in Europa. Ci sono poche date, ma le indicazioni agli
avvenimenti politi-ci, bastano a farci ricostruire l'intera cronologia della
vicenda, che è ambientata in Toscana, e i suoi protagonisti vivono ancora
nell'atmosfera appassionata della Resistenza da poco conclusasi con la
liberazione. Bube è stato un valoroso partigiano nel Fiorentino. Egli conosce
Mara in quanto è la sorellastra del suo compagno ca-duto in guerra, Sante
Castellucci e se ne innamora. Bube ha trovato nella lotta un'immagine di sé che
lo soddisfa. Giovane timido, elementare, la rudezza decisa della sua
determinazione di combattente gli ha conquistato il titolo di "Vendicatore";
quando scende dalle montagne e torna alla vita di pace, sentirsi ancora
"Vendicatore" è per lui un orgoglio e un toccante sentimento di fedeltà. C'è un
episodio molto indicativo a questo proposito: una sera Bube incontra il prete
Ciolfi, vecchio fascista che, come tale, era dovuto scappare dal paese; insieme
al rancore politico, c'è nell'animo di Bube un sentimento di pietà per quel
vecchio conosciuto sin dall'infanzia; fa quindi finta di non vederlo, e cerca
poi di proteggerlo dalla rabbia di qualche donna. Quando sente però che
l'accanimento popolare contro l'avversario è più forte della sua pietà, si
trasforma da difensore in aggressore: è a lui, al "Vendicatore", che tocca il
compito e l'onore di picchiare. Con questo spirito, incorre in un incidente più
grave da cui tutta la sua vita sarà segnata. Nato un contrasto tra comunisti e
un maresciallo dei carabinieri, si accende una sparatoria in cui il graduato
fredda un "compagno", Bube allora, pervaso dall'ira, prima uccide il carabiniere
e poi insegue e ammazza suo figlio. Bube si sente tradito dalla sua
associa-zione politica, non soltanto perché dopo il delitto il partito non lo
difende abbastanza, ma il "tradimento", di cui il protagonista si sente vittima
è antecedente,in quanto ha avuto inizio sin da quando il movimento lo ha
educato ai valori della violenza punitiva, senza avvertirlo dei rischi che egli
correva: era un burattino nelle mani del suo partito. Nella parte terminale, la
funzione di protagonista passa a Mara, la più consapevole dell'atroce tranello
che la vita ha teso al suo uomo, infatti, il delitto non è dimenticato o
archiviato: Bube subisce un processo e la condanna. Mentre questo è in
prigione, nell'attesa del procedimento pe-nale, Mara va a Colle Val d'Elsa a
servizio; qui incontra un giovane operaio ed è sfiorata dalla tenta-zione di un
nuovo amore; ma dopo la condanna di Bube, decide di essere per sempre la sua
donna, di aspettarlo per tutti gli anni che a lui restano da passare in
carcere. Il significato politico de "La ragazza di Bube", coincide con il suo
significato poetico: una generazione sconfitta nella propria giovinezza;
infatti, nel libro del Cassola, è chiamata in causa la storia di una
generazione che, con la Resistenza, è divenuta classe dirigente, protagonista
della vita democratica della repubblica.