LA SECONDA CAMPAGNA DI LUIGI XIV
Il concorso del 1669 appartiene agli inizi
della seconda campagna di Luigi XIV (anni 1670). Qui la documentazione non
manca; essa è sovrabbondante, ma non è data con una precisione sufficiente a
permettere di stabilire con certezza una cronologia degli avvenimenti, il cui
ritmo sia accelera sotto l'effetto di ciò che bisogna ben chiamare i capricci
del re. Maggio 1668: firma della pace di
Aquisgrana. Ottobre: messa in cantiere di un castello nuovo che avvolga il
castello vecchio. Giugno 1669: concorso banditi in vista di una
ristrutturazione totale. Viene
intrapresa la realizzazione del progetto vincente. Ottobre 1669: il ritorno
alla soluzione dell'Envoloppe, con conservazione del
castello vecchio. Nel 1671 i lavori riguardanti la struttura muraria vengono
conclusi.
Il re è favorevole alla
conservazione ma senza ostinazione: al Bernini, che egli ha chiamato per portare a termine il
Louvre, comunica il suo desiderio di conservare ciò che i suoi antenati hanno
fatto, ma precisa di essere disposto a sacrificarlo se necessario.
L'Enveloppe è un insieme di
corpi di fabbrica a U che ammanta il castello vecchio sulle tre fonti dal lato
dei giardini, circoscrivendo due grandi cortili simmetrici. In parte riempiti
da ulteriori ampliamenti, questi cortili sono ancora riconoscibili allo stato
attuale. Originariamente l'Enveloppe era collegato al
castello vecchio solo in pochi punti; faceva eccezione il corpo principale che
veniva raddoppiato, al piano terreno, da una galleria coperta a forma di
terrazza. Neanche la scelta dell'Enveloppe escludeva
la demolizione del castello vecchio. Privato del castello vecchio, l'Enveloppe sarebbe bastato un castello accentuatamente
bipartito, con due dimore distinte e simmetriche, una per il re e l'altra per
la regina, collegate soltanto da una galleria bassa. Il castello di Vincennes, ristrutturato da Le Vau
per Mazzarino, presentava una siffatta bipartizione,
e, insieme a Vaux-le-Vicomte, a Richelieu
e al palazzo reale, è da annoverare fra le opere ben riuscite che Luigi XIV
voleva superare a Versailles. Questa ipotesi di distribuzione ripropone
l'interpretazione politica. La guerra
detta di Devoluzione, conclusasi con la pace di Aquisgrana, era stata condotta
da Luigi XIV per difendere il diritto di Maria Teresa di partecipare alla
successione di Spagna, apertasi con la morte di Filippo IV.
A queste interpretazioni simboliche si è
ritenuto di poter opporre un interpretazione funzionale. Gli architetti
parigini a metà del secolo hanno inventato le dimore doppie in profondità, essi
hanno cioè inserito nella larghezza del corpo centrale dell'edificio due
infilate di stanze parallele. La distribuzione è risultata alquanto migliorata:
i rapporti fra gli ambienti da bilaterali si sono fatti multilaterali. Le Vau stesso ne ha fornito un esempio al castello di Vaux-le-Vicomte. L'Enveloppe
sarebbe stata una soluzione per raddoppiare il castello vecchio che, in tal
caso, doveva necessariamente essere conservato. Questa interpretazione non
appare convincente: non avendo la parte vecchia e quella nuova che punti di
contatto minimi, il risultato non è quello che si sarebbe potuto ottenere
raddoppiando i corpi per la lunghezza. È vero invece che l'Enveloppe
e l'appartamento del castello vecchio, l'uno destinato a ricevere, l'altro alla
vita privata. La terminologia corrente contrappone i grandi appartamenti dell'Enveloppe agli appartamenti interni del castello
vecchio.
Il grande appartamento del re e
quello della regina erano separati, più che collegati, da una ampia terrazza
che copriva galleria bassa. Il paesaggio che metteva in comunicazione i due
grandi appartamenti verrà coperto solo con la costruzione di una galleria alta,
la celebre galleria degli specchi, aggiunta nel corso della III campagna. La galleria bassa di per sé non era che un
portico aperto sul giardino: le sue arcate non erano chiuse da porte ma da
cancelli. È sufficiente ricostruire l'ordinamento del lato giardini quale esso
appariva al completamento dell'Enveloppe per veder
risorgere l'immagine dei due castelli distinti: due masse, ciascuna dotata di
un proprio avancorpo centrale; fra di esse, la galleria bassa, la terrazza e,
al di sopra, arretrata, la fronte ridisegnata del castello vecchio con un
avancorpo nella zona mediana. Il pianterreno è molto francese: le aperture
inscritte in un'arcata provengono dal Louvre di Lescot;
il bugnato continuo dal Luxembourg di Salomon De Brosse; le porte
finestre dall'opera stessa di Le Vau. Le finestre del
primo piano sono originariamente quadrare e sormontate da pannelli ornati; è Mansart che ha soppresso questi pannelli per rialzare le
finestre a tutto sesto. Una testimonianza della disposizione adottata da Le Vau è stato conservato sulle fronti nord e sud dell'Enveloppe.