LA FATTORIA DEGLI ANIMALI
George Orwell (1903 - 1950)
Il padrone di una fattoria Manor, avido e
crudele, maltratta e sfrutta gli animali che un giorno si ribellano e lo
cacciano, cercando di instaurare una propria democrazia. I capi della rivolta
sono Napoleon e Palla di neve, due maiali molto diversi tra loro. Napoleon è un
accentratore che vuole sempre fare a modo suo, Palla di neve è soprattutto un
tecnico e un organizzatore. Dopo aver vinto la battaglia contro l'uomo, gli
animali riescono a creare un nuovo ordine fondato su sette comandamenti che
riassumono i principi dell'animalismo: 1) tutto ciò che va su due gambe è
nemico; 2) tutto ciò che va su quattro gambe o ha le ali è amico; 3) nessun
animale vestirà abiti; 4) nessun animale dormirà in un letto; 5) nessun animale
berrà alcolici; 6) nessun animale ucciderà un altro animale; 7) tutti gli
animali sono uguali. I primi tempi tutto procede bene, ma poi tra Napoleon e
Palla di neve iniziano i contrasti che diventano ben presto un dissidio
insanabile, tanto che Palla di neve è costretto a fuggire. Tra i maiali emerge
una nuova classe di burocrati (guidati ovviamente da Napoleon) che si
comportano da sfruttatori nei confronti degli altri animali. Un triste giorno i
maiali si presentano ritti su due zampe; tra loro e l'uomo non ci sono più
differenze e per gli altri animali inizia una nuova tirannia. Gli ideali di
uguaglianza e di fraternità vengono traditi e i sette comandamenti si riducono
a uno solo: tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli
altri. Napoleon accentra su di sé tutto il potere, si impadronisce degli utili
della fattoria e sotto il dominio dei maiali gli animali conoscono gli stessi
maltrattamenti di prima. E' chiaro il riferimento a Stalin e alla rivoluzione
L'autore non si preoccupa affatto di mascherare i riferimenti politici con la
dittatura comunista, che nella sua critica, nello stile leggero e fiabesco del
racconto, appare precisa e spietata. La similitudine finale tra maiali e uomini
si traduce, in realtà, nella similitudine tra il regime comunista, così come
evolutosi, e il capitalismo. Il disprezzo di Orwell è indirizzato, non verso le
buone intenzioni degli animali, ma verso il sistema tirannico, l'inevitabile
capitalismo, che risorge sempre dalle sue ceneri, pronto a sfruttare i più
deboli e concedere privilegi ai forti.Sintomatico ad esempio l'utilizzo del
nome Napoleon per indicare il maiale rivoluzionario. Napoleone Bonaparte fu
anche lui un chiaro esempio dell'idea di Orwell: figlio dalla rivoluzione francese,
combatté contro le monarchie d'Europa, ma anche lui, alla fine, si ritrovò su
posizioni conservatrici e aristocratiche;'Tutti gli animali sono
uguali', diceva uno slogan della fattoria all'inizio della rivoluzione, ma
qualcuno vi aggiungerà poi, 'ma alcuni sono più uguali degli altri.'
E con questa felice massima, Orwell liquida l'utopia del comunismo, che
combatte contro un 'padrone', il quale purtroppo non è fuori di noi,
nel prossimo, bensì racchiuso in ciascuno di noi e sempre pronto a riemergere.