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Johann Sebastian Bach




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Johann Sebastian Bach



Sommo polifonista, riassume nella sua opera tutta l'esperienza musicale che lo precede, rielaborandola in forme che diventeranno un modello imprescindibile per i musicisti a venire.

Johann Sebastian Bach (23 marzo 1685, Eisenach, Germania - 28 luglio 1750, Lipsia, Germania) nasce da una famiglia di musicisti. Il padre, Johann Ambrosius, è violinista e «musicista principale» di Eisenach, lo zio è organista della chiesa di san Giorgio. Ma da almeno un secolo i Bach ricoprono i più svariati incarichi musicali in molte località della Turingia. Si può dire che in casa Bach si impari a suonare prima che a parlare: la musica non è solo un'attività professionale, ma è la vita stessa della famiglia.

In casa c'è sempre qualcuno che sta suonando uno strumento. Insieme alla musica, in casa Bach si respira la fede luterana, vissuta con severa semplicità. Tutta la vita dei Bach è pregna del binomio fede e musica che permette di affrontare con dignità anche le disgrazie, come la morte di quattro degli otto figli.

Anche il piccolo Johann Sebastian non tarda a rivelare le sue doti musicali. Impara a suonare il violino e l'organo e canta con una bellissima voce. Ma l'infanzia felice dura poco: nel 1694 muore la madre, un anno dopo il padre. Johann si trasferisce a casa del fratello maggiore Christoph. Le condizioni economiche sono modeste e il fanciullo inizia a contribuire al bilancio familiare cantando a pagamento. Nel frattempo prosegue gli studi al Lyceum di Ohrdruf, con esiti eccellenti (è in anticipo di almeno tre anni), e accanto agli studi letterari coltiva con passione quelli musicali. Sotto la guida del fratello familiarizza con tutti i maestri tedeschi dell'epoca: impara e ricopia opere di Buxtehude, Bruhns, Froberger, Pachelbel Ma i soldi a casa di Christian sono sempre pochi, così il quattordicenne Johann decide di incominciare a guadagnarsi la vita da sé. Lascia la casa del fratello e si reca a Lüneburg, perché ha saputo che lì cercano cantori. Non guadagna molto, ma almeno ha vitto e alloggio; poco dopo però cambia la voce, e la nuova voce di basso non ha la bellezza di quella da soprano del fanciullo. Da quel momento si dedica alla musica strumentale.

Negli archivi della chiesa di san Giovanni, il sempre curioso Johann Sebastian trova un vero tesoro: non solo opere per organo di tutti i maggiori compositori dell'epoca, ma anche una serie di opere polifoniche di Monteverdi, di Lasso e di altri polifonisti italiani. Bach si getta a capofitto nello studio di tutte queste partiture.

Frequenta anche la scuola di San Michele, dove invece è di rigore la cultura francese, entrando così in contatto con le opere di gusto più conciso e asciutto dei compositori d'oltralpe contemporanei, soprattutto Lully, d'Anglebert, Delalande. Musicisti francesi e italiani sono, all'epoca, in lotta serrata, le due scuole musicali vengono considerate irriducibili antagoniste: ebbene, Bach assimila tecniche e gusto di entrambe, senza perdere di vista la grande tradizione organistica e corale del suo Paese.

Nel 1702, a diciassette anni, Johann Sebastian termina gli studi a Lüneburg e inizia a cercarsi un posto stabile come organista. Nel frattempo, trova impiego come violinista in un'orchestra di Weimar e qui scopre un altro stile musicale: le composizioni per violino dei maestri italiani, da Locatelli a Tartini. Nel luglio 1703, finalmente, ha luogo l'audizione per il posto di organista nella cittadina di Arnstadt. Il suono di Bach affascina i membri del consiglio municipale e viene assunto immediatamente.

Arnstadt però è una cittadina di provincia, dai gusti ristretti mentre Bach è ormai un musicista dagli orizzonti amplissimi: sa fondere l'ampiezza melodica del concerto e dell'opera italiana e il gusto razionale della musica francese con la tradizione tedesca (che ha i suoi punti di forza nell'organo e nel corale luterano), unite in una ricchezza polifonica senza precedenti. Viene ripetutamente accusato di introdurre nella musica novità incomprensibili, inoltre il coro che deve dirigere è di livello infimo. Alla fine Bach decide di andarsene da Arnstadt insieme a Maria Barbara Bach, una sua lontana cugina con la quale convola a nozze nel 1707, non appena ottenuto un nuovo impiego alla chiesa di San Biagio a Mülhausen.

Qui vedono la luce i suoi primi lavori compositivi: alcune Cantate e diversi pezzi per organo. Tuttavia Bach non viene apprezzato per le sue composizioni bensì per le eccelse qualità di organista, capace di eseguire, di improvvisare, di commuovere come nessun altro. Ma anche a Mülhausen il rapporto lavorativo dura poco: incompreso nelle sue novità (e, d'altra parte, incapace di accettare compromessi), Bach litiga con il consiglio municipale e nel 1708 accetta il posto che gli viene offerto di organista della cappella del duca di Weimar.

È un grande passo avanti: Weimar non è una grande città, ma è perlomeno un centro molto attivo, dove la devozione religiosa e l'apertura culturale vanno di pari passo. La musica è considerata il vertice della cultura religiosa, in quanto opera dell'ingegno dell'uomo che rende lode a Dio e veicolo prezioso per il coinvolgimento spirituale dell'ascoltatore. È il posto ideale per Bach, che infatti resterà a Weimar fino al 1717. Il duca lo stima, gli permette di comporre ciò che vuole e di viaggiare per assistere all'esecuzione di musiche di altri compositori. Ovunque vada, gli viene richiesto di suonare l'organo e la sua fama, a tal proposito, si diffonde per tutta la Germania. Guadagna discretamente, può mantenere dignitosamente i figli che gli nascono uno dopo l'altro (sei negli anni di Weimar, anche se due gemelli muoiono presto). Compone diverse cantate e, soprattutto, musica per organo: la celeberrima Toccata e fuga in re minore, il Preludio e fuga in do minore, la meravigliosa Fuga in sol minore appartengono al periodo di Weimar.

Anche se è ormai un musicista affermato, non smette di studiare, dedicandosi alla nuova arte italiana del Concerto. Corelli, Torelli, Albinoni e, soprattutto, Vivaldi danno a questo tipo di composizione strumentale la sua forma perfetta, con la contrapposizione e il dialogo di «tutti» e «solo». Bach ne è talmente affascinato da trascrivere una considerevole quantità di concerti di Vivaldi per organo o per clavicembalo, al fine di assorbire totalmente l'arte emergente.

Diventa anche un insegnante ricercato. Oltre ai suoi figli, a vari nipoti e cugini più o meno lontani, dà lezione a numerosi allievi. E proprio dalle necessità didattiche nascono alcune opere per tastiera fra le più belle della sua produzione, come i Sei piccoli preludi e le Invenzioni a due voci.

Concepisce tutta la sua opera (compreso l'insegnamento) come una lode a Dio. La sua arte non è un talento personale di cui essere geloso, ma un dono di Dio e come tale va diviso con gli altri. Significativa, al riguardo, la dedica dell'Orgelbüchlein (Piccolo libro per organo): «All'Onnipotente per onorarlo, al prossimo per insegnargli».

Anche il periodo di Weimar, pur così ricco di soddisfazioni, volge al termine. A Bach, trovatosi suo malgrado implicato in una lite fra il duca e il nipote, viene negato il meritato posto di Maestro di cappella, costringendolo così a cogliere la prima occasione per andarsene.

Nell'agosto 1717 accetta l'offerta del principe di Anhalt-Cothen per un posto di direttore d'orchestra da camera. Il duca di Weimar fa di tutto per trattenerlo, facendolo addirittura incarcerare. Ma Bach, imperturbabile, anche durante la reclusione continua a lavorare. Alla fine il duca è costretto a cedere e il compositore si trasferisce a Köthen.

Lì trova una corte calvinista, il culto è molto più severo di quello luterano e la musica occupa poco spazio. Finalmente Bach può dedicarsi soprattutto alla composizione di musica strumentale senza destinazione liturgica. Ma anche in questa circostanza creativa Bach non cessa di trasfondere la sua straordinaria tempra di polifonista. Nelle sei Sonate e partite per violino solo e nelle sei Suites per violoncello riesce a scrivere musica a più voci anche per strumenti per loro natura monodici, introduce forme di danza nelle opere per tastiera: nascono così le Suites inglesi e le Suites francesi, in cui si alternano brani più severi e le più libere gavotte, allemande, bourée.

È un periodo di grande creatività, funestato però nel luglio 1720 dalla morte della moglie. A questo colpo durissimo, Bach reagisce immergendosi completamente nel lavoro. Nella primavera 1721 presenta al margravio di Brandeburgo Six Concerts avec plusieurs instruments, meglio conosciuti come Concerti Brandeburghesi. Sono sei concerti in cui vengono esplorate tutte le possibilità offerte dalla forma-concerto. Mentre i cicli di concerti dei compositori italiani sono per lo più per un unico strumento, Bach alterna, integra e varia violini, legni, ottoni, tastiere. Il Quinto-brandeburghese in re maggiore, ad esempio, è il primo concerto per cembalo e orchestra della storia della musica. Tutto ciò, senza mai dimenticare ovviamente, l'elaborazione polifonica.

Ma il desiderio di Bach di esaurire il campo delle possibilità musicali raggiunge il suo apice nel Clavicembalo ben temperato. Sono quarantotto preludi e fughe, divisi in due libri di ventiquattro, in cui ogni pezzo è scritto in una tonalità differente (il primo è in do maggiore, il secondo in do minore, il terzo in do diesis maggiore, il quarto in do diesis minore, il terzo in re maggiore e così via) in modo tale da percorrere tutte le tonalità possibili. È un'opera di studio, ma tutt'altro che l'elucubrazione di un pedante teorico della musica: mentre esplora la struttura musicale Bach non rinuncia mai a cantare, a sorridere, a sorprendere, a commuovere.

Nel frattempo il compositore ha trovato un'altra donna che possa prendersi cura dei suoi figli ed essere sua compagna di vita. Nel dicembre 1721 sposa Anna Magdalena Wulcken, valente musicista che aiuterà il marito nel suo lavoro copiandone le partiture, e alla quale Bach dedicherà le piccole composizioni raccolte nel delizioso Quaderno di Anna Magdalena.

Poco dopo si sposa anche il principe di Köthen. La nuova sovrana non ama affatto la musica e di conseguenza il clima della corte cambia rapidamente. Bach deve cercarsi un nuovo posto.

A Lipsia, la scuola di San Tommaso (annessa alla chiesa omonima) cerca un nuovo Cantor, un posto di prestigio, ma anche di grande impegno. Il Cantor, infatti, non solo è responsabile della musica sacra in tutte le chiese della città (con obbligo di comporre una cantata per ogni domenica e ogni festività) ma deve anche occuparsi della scuola sotto ogni aspetto, dall'organizzazione materiale all'insegnamento del latino: il musicista tentenna, ma alla fine decide di concorrere per il posto. Anche il Consiglio municipale è perplesso: Bach è considerato solo un grande organista e a Lipsia dovrebbe svolgere numerose mansioni, tranne suonare l'organo. Alla fine viene assunto, ma il comitato di ammissione lo considera un ripiego. Anche Bach la ritiene una sistemazione temporanea, invece resterà lì fino alla morte.

I timori di Bach si rivelano fondati. La scuola è in pessime condizioni e il Consiglio non fa nulla per migliorarla pretendendo, anzi, che il Cantor produca puntualmente una cantata alla settimana. Eppure, è proprio in questi anni e in queste condizioni che Bach produce i suoi capolavori sommi. Primo fra tutti, la Passione secondo Matteo. Eseguita per la prima volta il venerdì santo 1727, non ottiene un grande successo. Con i suoi 68 numeri eseguiti da due cori (più uno di voci bianche), due organi e due orchestre supera smisuratamente qualunque lavoro precedente. Ma non è solo una questione di dimensioni: la varietà e l'articolazione interna dell'opera esprimono, come mai prima d'ora, il coinvolgimento emotivo, la commovente partecipazione di un uomo alla Passione di Cristo. Per i membri del Consiglio il lavoro è troppo audace e riceve solo critiche.

Accanto alla Matthäus-Passion vive la mole impressionante delle Cantate sacre (più di trecento, delle quali ne sono pervenute quasi duecento) per tutti i tempi e le festività dell'anno liturgico, l'altra Passione (quella secondo Giovanni) e la grande Messa in si minore, scritta per l'elettore di Sassonia nel tentativo (risultato in seguito vano) di ottenere il posto di Maestro di cappella di corte.

Il successo di Bach va scemando. La giovane generazione di musicisti lo accusa di essere all'antica, ancorato a uno stile (quello contrappuntistico) ormai superato dal nuovo gusto «galante». Anche i pur scarsi successi ottenuti come compositore si appannano definitivamente, cosicché la fama di Bach resta fino a metà '800 solo quella di eccezionale organista.

L'unica parentesi di serenità è nel 1747, quando viene ospitato dal re di Prussia Federico II, suo grande ammiratore ed egli stesso ottimo musicista dilettante. Durante una serata dedicata alla musica, Bach, accettando l'invito di improvvisare su un tema composto dal re, inventa seduta stante una fuga a tre voci che lascia tutti i presenti senza fiato. Come se non bastasse, nei giorni seguenti compone, sempre sul «tema regio», un'altra fuga a sei voci, dieci canoni e una sonata che fa pubblicare con il titolo di Offerta musicale.

Negli anni successivi, incompreso, abbandonato dagli amici (ma non dai figli e dalla fedele Anna Magdalena) e ormai malfermo di salute, lavora alla summa dell'arte contrappuntistica, l'Arte della fuga: su un tema semplice, quasi banale, si diverte ad esercitare tutti gli artifici del contrappunto. Intervengono fughe a due, a tre, a quattro soggetti in cui il tema appare in forma diretta, rovesciato, capovolto, giocato in un caleidoscopio di combinazioni che sembra non avere fine. Su quest'opera Bach, ormai incurante del mondo circostante, lavora fino agli ultimi giorni di vita, nonostante una progressiva, inesorabile cecità. L'ultima fuga, la ventunesima, la più maestosa, rimane incompiuta, spegnendosi in un improvviso silenzio. Johann Sebastian Bach muore la sera di martedì 28 luglio 1750. Il Consiglio municipale ha già scelto il sostituto, soddisfatto di essersi liberato di quel Cantor troppo presuntuoso. La vedova, rimasta in miseria, chiede un contributo: per tutta risposta il consiglio acquista il manoscritto dell'Arte della fuga per una misera cifra. Quando muore (dieci anni dopo il marito), Anna Magdalena Bach, non avendo neppure i soldi per pagarsi il funerale, viene sepolta in una fossa comune.

L'11 marzo 1829 Felix Jacob Ludwig Mendelssohn-Bartholdy alza la bacchetta per dirigere, per la prima volta dalla morte di Bach, la Passione secondo Matteo e decreta l'inizio della tanto auspicata riscoperta del maestro di Eisenach.

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