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IL BUDDISMO
Il Buddismo è una delle religioni più diffuse e antiche del mondo, ed è la quarta dopo il Cristianesimo, l'Islamismo e l'Induismo.
Agli inizi, il buddismo ebbe il suo massimo promotore in India, dove, scomparve verso il 1200 a causa dell'invasione mussulmana , che provocò la distruzione di monasteri e università, e anche in parte per il sopravvento dell'Induismo così che i buddisti persero la loro creatività e il loro dinamismo.
Oggi il Buddismo è particolarmente esteso in Cina e in generale in tutta l'Asia.
Il Buddismo più che una religione si può definire come una filosofia di vita. Infatti non implica l'idea di fede, di chiesa, di potere spirituale e di un Dio da adorare, ma esso è frutto di una ricerca con la semplice intelligenza umana.
L'uomo buddista è chiamato a realizzare un'esperienza spirituale, mistica, nella quale egli realizza se stesso con le proprie forze, senza l'aiuto di alcune essere a lui superiore.
Sono presenti nel mondo diversi tipi di Buddismo: quello cinese, giapponese e quello più importante chiamato tantrico.
Il simbolo del Buddismo è la Ruota della Vita. Gli otto raggi rappresentano i sentieri spirituali che portano i fedeli a raggiungere il Nirvana.
Possiamo quindi concludere dicendo che il Buddismo non è una religione poiché non si crede e non si onora alcuna divinità, ma esso è soprattutto equilibrio, ed è proprio il Budda che mostra all'umanità la via per evitare i dolori o almeno i disagi della società moderna.
LA VITA DI BUDDA
La leggenda vuole che Siddhartha , figlio di un nobile capo tribù, appena riuscì a camminare fece sette passi nella direzione dei quattro punti cardinali, pronunciando le parole con le quali prendeva possesso dell'universo. Sul corpo aveva i segni rivelatori della sua grandezza futura e i saggi, vedendoli, compresero che il bambino sarebbe divenuto un Budda. Il padre lo presentò al tempio e in quella circostanza le statue degli dei discesero dai loro piedistalli per adorarlo. Il padre lo affidò ad un precettore e il ragazzo lo confuse con la sua sapienza universale.
All'età di 16 anni il padre lo fece sposare con una bellissima principessa, sua cugina, dalla quale ebbe un figlio. Siddhartha si dedicò poi ai piaceri, al lusso, alle gioie più materialistiche. All'età di 29 anni, però, fu colpito dalla vista contemporanea di un vecchio, di un malato, di un religioso e di un cadavere. Meditò a lungo sulle miserie della vita umana e sul disgusto che essa deve ispirare al saggio. La sera stessa si allontanò dal sontuoso palazzo in cui abitava per recarsi presso i più illustri filosofi brahmani. Ma essi lo delusero e così partì alla ricerca della "suprema pace del Nirvana". Per sei anni il giovane principe visse nel più assoluto ascetismo, nutrendosi di semi, erba e persino letame. Ma ad un certo punto pensò che in quel modo non sarebbe più riuscito ad affrancarsi dal proprio corpo, così prese posto sotto un fico sacro (l'albero della sapienza) e decise di non muoversi finché non avesse raggiunto l'Illuminazione Suprema e trovato il modo di liberare l'uomo da se stesso. Mara, il demone del male, prese a tentarlo, ma lui sprofondò sempre più nella meditazione. Alla fine, in una grande estasi mistica che durò 49 giorni, fece sua l'Illuminazione e diventò il Budda (l'illuminato) predicando la nuova religione con parole molto semplici ma affascinanti.
Egli affermava che l'anima degli esseri viventi è sottoposta a un processo di evoluzione che la porta, l'individuo alla ricerca spasmodica di una sorta d'immortalità attraverso la rinascita continua in corpi materiali sempre nuovi: ogni esistenza è così legata indissolubilmente alle infinite esistenze precedenti e a quelle future. Solo quando questi vengono distrutti, l'anima raggiunge lo stato chiamato Nirvana.
Dopo 45 anni di predicazione Budda morì nel 486 a.C. .
LA VIA DEL NIRVANA
Budda proclamò il dogma chiamato "Quattro nobili verità":
1. Tutto è dolore
2. L'origine del dolore è il desiderio
3. Se estinguo il desiderio(cose superflue) estinguo anche il dolore
4. Se riesco ad annullare il desiderio raggiungo il Nirvana (condizione perfetta)
Ogni essere è responsabile dei propri atti e ne subisce fatalmente le conseguenza, e se raggiunge la perfezione, diventa un budda.
Il peccatore, invece, rinascerà come uomo di condizione inferiore, cioè come genio delle tenebre, demone animale, oppure può essere mandato all'inferno.
L'inferno buddista non è eterno: le pene sono proporzionali al male commesso e, una volta terminata l'espiazione, l'anima riprende il posto a lei destinato, a seconda degli atti meritori che ha al proprio attivo.
Solo i budda non devono più rinascere e possono godere della perfetta beatitudine del Nirvana, cioè l'annullamento dell' individuo nell'Anima Universale.
La religione buddista, quindi, è atea, in quanto Budda non ha mai parlato di un Dio.
Budda indica ai suoi discepoli otto vie ( Ottuplice Sentiero ) che conducono al Nirvana:
l Farsi idee giuste e corrette della realtà
l Decidere con coraggio per la verità
l Proclamare con la parola tale verità
l Agire di conseguenza alla verità che si conosce e che si proclama
l Impegnarsi con coraggio nelle scelte giuste
l Vivere in concreto la verità conosciuta
l Impegnarsi continuamente a riflettere sul senso della vita
l Concentrarsi con giusto equilibrio nella meditazione interiore.
I monaci non vivevano separati, ma formavano una società dotata di una propria organizzazione e di leggi proprie: la comunità. La tradizione attribuisce a Budda la fondazione di un ordine di monache soggette a regole analoghe a quelle fissate per i monaci. Esse dovevano obbedienza e rispetto ai monaci di qualsiasi età. I monaci si radevano, e lo fanno tuttora, barba e capelli, portavano abiti di tela grezzi tinti di ocra, non dovevano ingerire alcun alimento tra mezzogiorno e l'alba del mattino successivo e, infine, dovevano accontentarsi di dormire sotto alberi frondosi.
Ad essi è raccomandata la massima discrezione durante i loro giri per raccogliere le elemosine.
La scuola Theravada (Piccolo Veicolo), diffusa nel Sud dell'Asia, predica la fedeltà assoluta del Budda storico e si ritiene inoltre custode di quei testi sacri del buddismo che costituirebbero, secondo la tradizione, il resoconto fedele delle parole del Budda riguardo ai più diversi argomenti dottrinali e disciplinari. Essa si attiene rigidamente alla dottrina originaria. Riserva la salvezza soltanto ai monaci e ha come ideale di santità il monaco che con estrema decisione e grandi sforzi ha percorso il 'nobile ottuplice sentiero' e si è liberato da ogni influsso Karmico.
La scuola Mahayana (Grande Veicolo), diffuso in Cina ed in Giappone, riprende l'idea che Budda sia una delle manifestazione storiche di un Budda eterno e trascendente, egli sarebbe apparso sulla terra per comunicare all'umanità la via della salvezza. Il Buddismo Mahayana sviluppa gli insegnamenti del Budda che non si trovano, o sono appena accennati nei testi più antichi. Si ritiene che questi insegnamenti siano stati tenuti in serbo in attesa che gli uomini fossero sufficientemente avanzati nella comprensione per riceverli. Il Buddismo Mahayana afferma che non solo i monaci, ma anche i laici, restando nella vita laicale, possono giungere al nirvana. Il Buddismo Mahayana afferma che non solo i monaci, ma anche i laici, restando nella vita laicale, possono giungere al nirvana. Un punto importante è che il raggiungimento del Nirvana non deve essere tenuto per se, ma condiviso con tutti gli esseri che soffrono o che lottano.
Nella prima fase dell'arte buddista, il Budda non veniva raffigurato. La figura del Budda viene rappresentato da vari simboli i più comuni dei quali sono la ruota, le sue impronte, lo stupa e l'albero dell'illuminazione.Sin dai primi tempi il buddismo osservò particolari usanze religiose in omaggio al Budda, alla legge e alla comunità. Culto particolare venne tributato alle reliquie e furono elevati monumenti (stupa) destinati ad accoglierle o a commemorare avvenimenti della vita e dell'esistenza anteriore del Budda.
Nel Buddismo la condizione della donna è di inferiorità rispetto all'uomo Budda disse che non condanna la donna in sé, ma la donna come fonte di piacere. Egli condanna il sesso maschile e femminile, e quindi anche il potere di seduzione della donna, perché lo ritiene la radice principale di quell'attaccamento alla vita che, perpetua la condizione di essere nel mondo e vincola, di conseguenza, l'individuo al suo dolore.
L'amore e l'unione sessuale sono le forme più evidenti in cui si manifesta la sete di vita, che la dottrina di Budda intende distruggere. Il Buddismo tradizionale nega alla donna la possibilità di accedervi e di giungere al Nirvana, se prima non ha annullato in sé tutto ciò che è femminile.
Anche nel Buddismo moderno la donna deve continuare a sentirsi inferiore secondo il detto "ho ottenuto un corpo di donna perché ho commesso il male in una passata esistenza".
Il Buddismo non interviene nella vita quotidiana e nemmeno nelle vicende fondamentali dell'esistenza: infatti esso non comporta alcun rito, alcun sacramento che conferisca la qualità di buddista. Il laico, donna o uomo che sia, è buddista per il solo fatto che accetta l'insegnamento di Budda; per ciò che riguarda il matrimonio, le norme sono le seguenti: il marito deve amare la moglie, trattarla con riguardo, esserle fedele, offrirle vestiti e ornamenti di cui ha bisogno, badare che sia rispettata e onorata. La moglie, a sua volta, deve manifestare la propria tenerezza al marito, mostrarsi casta, tenere in ordine la casa, dare ospitalità a parenti e amici, mostrare abilità e zelo in ciò che deve fare.
AUMENTO IN ITALIA
Il Buddismo si sta diffondendo in modo sorprendente in Europa, anche in Italia. Ciò accade perché gli europei trovano nel Buddismo e nelle sue regole di vita quel distacco e quella serenità che la vita occidentale non concede.
Vi sono molti Buddisti in Italia, anche se non ne conosciamo il numero preciso in quanto essi sono "mimetizzati", perché la loro religione consiste solamente nella meditazione, un fatto totalmente interiore.
Le stime del loro numero parlano di circa ventimila buddisti in Italia, in aumento. Un esempio di questo è dato dalla rivista buddista italiana a diffusione nazionale, Paramita, che in pochi anni ha triplicato il numero di copie vendute. Inoltre nel 1986 è stata fondata l'Unione buddista italiana, un'associazione che raccoglie diciotto monasteri sparsi nel centro e nord Italia.
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