Confronto tra punti di vista diversi su argomenti di
carattere religioso e storico
Il mondo intero è
sempre stato diviso per problemi di tipo religioso, infatti in molti Stati
convivono, pacificamente o con una continua tensione, etnie diverse aventi,
quindi, differente religione. Spesso sono anche scoppiate guerre per
l'indipendenza di questi gruppi dal loro stato di appartenenza. Però,
sicuramente, la religione è anche un fattore molto importante di
caratterizzazione per un paese, da cui, spesso trae anche leggi, usi e costumi;
ma, spesso, le religioni sono anche un modo diverso per vedere avvenimenti
storici, anche se esiste una verità inconfutabile che non può essere cambiata.
Ogni persona può interpretare la parte storica a cui si riferisce un credo con
più punti di vista. La settimana scorsa ho capito come possa diventare
interessante una discussione su argomenti di carattere storico-religioso a cui
partecipano ragazzi appartenenti a diverse religioni.
Il confronto è
iniziato grazie al fatto che sulla lavagna era scritta una parola ebraica,
Shabbat, che era stata menzionata e ne era stato spiegato il significato dalla
professoressa durante l'ora di religione. Shabbat in ebraico significa Sabato,
che, al contrario dei cattolici, è considerato come giorno sacro; di
conseguenza durante il sabato non si dovrebbero usare e toccare oggetti che
potrebbero cambiare l'andamento naturale dei fatti. Questa regola è così
importante per le persone di religione ebraica che è riportata nel quarto
comandamento. I miei compagni ne avevano parlato quando la prof. Martinelli
aveva spiegato loro quelli che, secondo le sue nozioni, sono i motivi storici
per cui gli ebrei non considerano Gesù come loro salvatore. Questi sono sei,
cioè: egli non corrispondeva alle aspettative degli ebrei, infatti era
solamente un figlio di un povero contadino; lavorava anche durante il giorno
del sabato; parlava con i malati, e questo scandalizzò gli ebrei perché
credevano che la malattia fosse un peccato; gli ebrei credevano Gesù un mago,
poiché aveva compiuto dei miracoli, come ridare la vista ad un cieco; era
considerato un bestemmiatore, infatti affermava di essere il Messia; come ultimo
motivo ci si basa se delle parole di Gesù che disse: "Prendete il mio sangue e
bevetelo", ma il sangue è, sì, elemento indispensabile e simbolo della vita, ma
anche segno del peccato, quindi tutti coloro che lo bevono sono considerati
peccatori. Questi sono i motivi che, secondo la professoressa Martinelli, sono
alla base del fatto che gli ebrei non credono in Gesù, ma la mia compagna Anna,
ha risposto affermando che, secondo le sue conoscenze, non tutti questi punti
sono esatti. Infatti gli ebrei principalmente non considerano Gesù il loro
messia, perché egli sarà colui che porterà la pace tra tutti i popoli del
mondo, potrà resuscitare i morti e guarirà i malati. Invece il concetto
espresso nell'ultimo punto è esatto, infatti gli ebrei non possono bere o
mangiare sangue, sia di persone, sia di animali.
A questo
proposito abbiamo anche parlato di come le tradizioni e le usanze legate
all'osservanza delle regole di una religione siano ormai passate in secondo
piano e che, in ogni modo, spesso hanno anche un'origine di carattere medico o
sanitari. Per esempio, la ormai poco seguita regola dei cristiani di non
mangiare la carne il venerdì, ha principalmente come origine il pentimento
poiché in quel giorno è morto Gesù, ma, secondo qualche compagno, la regola è
stata anche istituita per regolare l'alimentazione. Invece per gli ebrei è
vietato mangiare carne di maiale e di qualunque animale che sia stato macellato
in un certo modo; secondo la mia compagna Anna questo obbligo è stato istituito
anche perché spesso il maiale era un animale non sano, portatore di malattie.
Inoltre la prof. ci ha raccontato come queste regole, una ventina di anni fa,
erano rispettate da tutti i credenti, mentre ora solo da pochi fedeli
praticanti.
Inoltre abbiamo
anche accennato un motivo storico che potrebbe essere alla base della
persecuzione e strage degli ebrei da parte di Hitler e Mussolini. Qualche
compagno, infatti, ha affermato che uno dei veri motivi è stato che gli ebrei
avevano acconsentito alla crocifissione di Gesù; ma, in verità, solo i pochi
ebrei presenti in piazza quel giorno avevano dato una parola favorevole, mentre
gli altri non avevano potuto pronunciarsi. Quindi questo può essere stato un
motivo secondario, certamente sbagliato e, in ogni modo, non abbastanza fondato
per giustificare un genocidio.