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IMPRESE PUBBLICHE
L'attività pubblica, oltre come nascente da un organismo unico e compatto si realizza anche attraverso l'operato di organismi decentrati: i due più importanti sono le imprese pubbliche e gli Enti amministrativi locali ( Regioni, Province, Comuni).C'è un collegamento fra queste due strutture, perché molte imprese pubbliche ( ad esempio, le centrali del latteo le imprese di fornitura del gas e dell'acqua potabile) sono organizzate a livello comunale. I due tipi di organismi hanno caratteristiche abbastanza diverse da giustificare la loro trattazione separata, anche se entrambi rappresentano casi di attività pubblica decentrata.
Nella maggior parte dei paesi occidentali si riscontra che oltre a fornire i beni pubblici e a gestire i programmi di spesa per la sanità, l'istruzione e la sicurezza sociale, lo Stato svolge un ruolo importante nell'area dei cosiddetti servizi di pubblica utilità, che consistono nella produzione e fornitura di servizi tecnologici di base, come l'energia (acqua, elettricità, gas), le comunicazioni (poste, telefono, radio e TV) ed i trasporti (treno, aerei, autobus).
Lo stato è presente in prima persona, tramite le imprese pubbliche, nella produzione dei servizi di pubblica utilità, e che, se l'attività è affidata al un impresa privata, lo Stato ne regolamenta la produzione imponendo, ad esempio, specifiche condizioni di prezzo.
La spiegazione che si dà della presenza pubblica nella produzione di beni privati è che tale produzione è caratterizzata dal cosiddetto monopolio naturale. Il monopolio è svantaggioso per la collettività rispetto alla concorrenza: i monopolisti vendono a prezzi più elevati delle imprese in competizione, con la conseguenza che la quantità complessiva di merce acquistata dai consumatori è inferiore. Questo fatto motiva certe politiche di tutela della concorrenza, note come politiche antitrust. Tuttavia, esiste un caso particolare di monopolio, detto appunto monopolio naturale, dove l'introduzione di concorrenza non sarebbe vantaggiosa per i consumatori.
Il monopolio naturale si verifica quando i costi medi calano all'aumentare della produzione; in altre parole, tanto maggiore è la produzione, tanto meno costa produrre ciascuna singola unità.
Lo Stato, data la necessità di assicurare comunque la produzione del servizio di pubblica utilità, ha due alternative: o assume la produzione in prima persona o attua una regolamentazione della produzione privata.
Per regolamentazione si intende un insieme di norme di condotta che garantiscano a tutti i consumatori l'accesso ad un determinato bene prodotto in regime di monopolio naturale da un'impresa privata.
In generale, possiamo ricondurre sotto l'etichetta regolamentazione due tipi di intervento pubblico, che mirano entrambi all'obiettivo di tener bassi i costi del servizio e diffonderlo sull'intera cittadinanza, ma seguono strade diverse:
e lo stimolo della concorrenza limitata
e la regolamentazione vera e propria
Lo stimolo della concorrenza parte dal presupposto che in monopolio naturale sia possibile avere, se non centinaia di imprese di concorrenza, almeno due competitori. Questo, ad esempio, è stato realizzato nell'ambito della telefonia comune, dove le telecom ( impresa un tempo pubblica, ora privata) gestiva originariamente in monopolio la comunicazione telefonica; nella seconda metà degli anni '90 si sono inseriti dei concorrenti ( Infostrada, Wind, tele 2, Blu ecc) che tentano di attrarre nuovi clienti praticando tariffe più favorevoli, scatenando così la stessa reazione da parte di Telecom. Il risultato di tutto ciò è che gli utenti del servizio telefonico hanno di fronte un'ampia gamma di opportunità a prezzi vantaggiosi, con ovvi guadagni in termini di benessere collettivo.
Invece, la regolamentazione in senso stretto influenza direttamente 'operatore del gestore privato di un servizio di pubblica utilità, ponendo, ad esempio, limiti al prezzo praticabile, oppure obblighi di distribuzione in certe zone.
Sono definiti come prezzi pubblici o tariffe i prezzi assegnati ai beni privati (rivali ed escludibili) prodotti dallo Stato; secondo la classificazione si tratta di un'entrata di diritto privato, cioè non regolata ed imposta per legge, bensì frutto di un contratto.
Ci sono delle regole generali alle quali le imprese pubbliche devono attenersi per fissare le tariffe. Un primo aspetto d rilievo è dato dall'economicità della gestione, ovvero dall'esigenza di portare il bilancio quanto meno in pareggio.
Questo obiettivo si può ottenere in vari modi.
Una prima possibilità (detta regola di Hotelling dal nome dell'economista che la rese nota, riprendendo una proposta risalente al 1844 e dovuta dell'ingegnere ed economista francese Dupuit ) è quella di fissare un prezzo pari al costo marginale. Il costo marginale è il costo per produrre una unità in più del bene, e la regola prezzo = costo marginale è quella che vige in un mercato di concorrenza perfetta.
Una seconda possibilità è di utilizzare la cosiddetta discriminazione di prezzo, cioè fare pagare lo stesso servizio a due tariffe diverse. L'idea di base è che coloro i quali sono disposti a pagare di più (presumibilmente perché sono più ricchi) dovrebbero sopportare una tariffa superiore a quella di coloro che sono disposti a pagare di meno (presumibilmente perché sono più poveri; in tal modo, i primi coprirebbero parte delle spese necessarie a fornire il servizio ai secondi. In genere, questo è possibile se si accompagna alla differenza di prezzo una differenza qualitativa (non sostanziale) nel servizio.
Una terza possibilità è quella più semplice di tutte, di fissare semplicemente la tariffa uguale al costo medio e qualora si voglia realizzare il pareggio di bilancio, ciò dovrà esser fatto necessariamente, per un qualche motivo, non è possibile ricorrere al canone o alla discriminazione di prezzo.
L'efficacia delle imprese pubbliche viene propriamente caratterizzata dagli economisti come x-efficienza: un'impresa si dice x-efficiente se produce il bene o servizio che è deputata a fornire alla collettività con il minor costo possibile.
In sostanza, l'x-efficienza è una situazione in cui non vi sono sprechi di risorse.
In realtà, il problema non è se lo Stato e le imprese pubbliche siano x-efficienti o meno; l'esperienza quotidiana e studi approfonditi ci insegnano che anche le grandi banche o le assicurazioni hanno problemi analoghi di lungaggini e sprechi. La vera questione da risolvere è se, per caso, le imprese pubbliche sono sistematicamente e necessariamente più x-inefficienti di quelle private.
Possiamo individuare tre gruppi di cause per cui le imprese pubbliche soffrono di x-inefficienza:
carenza di incentivi organizzativi,cioè la mancanza del rischio di fallimento e l'assenza di competizione
carenza di incentivi individuali,come i limiti alle retribuzioni o la sicurezza del posto di lavoro
burocrazia, per il problema che esiste un conflitto di interesse fra le ambizioni personali del manager pubblico( il burocrate) e le esigenze di gestione x-efficiente dell'impresa pubblica.
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