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Il "welfare state"




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IL "WELFARE STATE"


Diritti sociali come diritti fondamentali

I diritti sociali sono una categoria di diritti riconducibili al principio di solidarietà. Essi consentono, sia ai cittadini che agli stranieri, di accedere ai benefici della vita associata e costituiscono il fondamento dell'impegno, da parte dei pubblici poteri, di attivarsi affinché ogni soggetto appartenente alla collettività possa fruire di tutte le libertà garantite dalla Costituzione.

I diritti sociali si iscrivono nella categoria dei diritti fondamentali della persona. Attraverso la loro protezione si realizza l'uguaglianza sostanziale affermata dalla Costituzione. Essi si sono affermati solo dopo il riconoscimento dei diritti di libertà, infatti per essere goduti presuppongono, nella maggior parte dei casi, l'intervento dei pubblici poteri; per questa ragione si configurano come "diritti condizionati" nel loro soddisfacimento. Ad esempio il diritto al lavoro del portatore di handicap non si configura come diritto immediatamente accessibile in quanto è subordinato all'emanazione di una specifica norma con la quale viene previsto l'obbligo di assumere disabili in una percentuale stabilita. La Corte costituzionale ha il compito di controllare il rispetto delle leggi emanate dal parlamento, affermando il principio dell'intangibilità dei diritti sociali in quanto diritti della persona.


Il diritto al lavoro

Il diritto al lavoro si configura come diritto a svolgere qualsiasi attività che comporti l'accrescimento del benessere materiale e spirituale della società. Esso viene garantito come libertà, cioè come facoltà del singolo di scegliere l'attività lavorativa o di non lavorare. Il principio di solidarietà trova una sua particolare attuazione nei confronti dei portatori di handicap, in particolare nell'art.38 della Costituzione vi è una legge che tutela le persone affette da minoranze fisiche, psichiche e funzionali. Inoltre esistono varie leggi nei confronti dei portatori di handicap, ossia l'art. 1 della legge n 104/1992 afferma che la Repubblica garantisce il pieno rispetto della dignità umana e i diritti di libertà e autonomia della persona handicappata e ne promuove l'integrazione nella famiglia, nella scuola e nel lavoro.


il diritto all'assistenza e alla previdenza

Il sistema previdenziale, delineato dalla Costituzione nell'art.38, diversifica l'assistenza dalla previdenza sociale. Al primo comma stabilisce che ogni cittadino, inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi di sussistenza, abbia diritto all'assistenza sociale. Al secondo comma riconosce ai lavoratori il diritto a fruire dalla previdenza e dell'assistenza nei casi di infortunio, malattia, invalidità, vecchiaia e disoccupazione involontaria.  I due diritti sono riconducibili a principi diversi. L'assistenza in caso di inabilità al lavoro si collega alla dignità della persona, mentre la pretesa del lavoratore di ottenere specifiche prestazioni da parte dello Stato è collegata al diritto a un'esistenza libera e dignitosa. L'assistenza può essere anche affidata a soggetti privati; il regime giuridico dell'assistenza è il frutto dell'attività integrata di soggetti pubblici e privati. I soggetti pubblici stipulano convenzioni con le organizzazioni private non aventi fini di lucro: ad esempio le cooperative di solidarietà sociale o le "case-famiglia".


Il diritto all'abitazione

Il diritto all'abitazione è collocato fra i diritti sociali fondamentali, attraverso i quali si realizza la dignità dell'uomo. La forma costituzionale di stato sociale implica il dovere collettivo di porre le condizioni affinché l'abitazione sia un diritto accessibile a tutti. Essendo un diritto sociale, il diritto di abitazione non è immediatamente fruibile e, per essere soddisfatto, richiede l'intervento mirato dei pubblici poteri.


Il diritto alla salute

Il diritto alla salute è l'unico che la costituzione definisca fondamentale. Esso ha assunto una grande importanza nella considerazione giuridico - sociale, in quanto espressione di alcuni profili della persona riconducibili all'integrità psicofisica e all'identità sessuale. Esso costituisce un diritto dell'individuo e un interesse della collettività. La sua tutela viene realizzata prevalentemente attraverso le strutture pubbliche e la somministrazione di cure gratuite agli indigenti.


L'ambiente

L'ambiente costituisce sia un diritto della persona sia un interessa della collettività. Il diritto alla solubilità dell'ambiente è correlato alla tutela dell'integrità psicofisica degli individui, sia come singoli sia come membri della collettività. Il bene ambientale, comprensivo di tutte le risorse naturali e culturali, può essere danneggiato attraverso attività che arrecano pregiudizio alle piante, agli animali, alle risorse naturali e anche alle persone : il cosiddetto danno ambientale.

La tutela alla salubrità dell'ambiente

Il diritto alla salubrità dell'ambiente non implica la possibilità, per il singolo, di agire in giudizio. La sua garanzia, infatti, è solo indirettamente collegata alla tutela della salute e del paesaggio. La legge riconosce a ciascuno la facoltà di denunciare fatti lesivi all'integrità dell'ambiente. Il risarcimento dei danni è un diritto che può essere fatto valere dallo Stato, dalle Regioni, dalle Province o dai Comuni nel cui territorio si trovano i beni danneggiati, ma non del cittadino.

La protezione dell'ambiente e i limiti della proprietà privata

La protezione dell'ambiente come "bene primario e valore assoluto" giustifica alcune limitazioni della proprietà privata. Nessuna legge riguardava la protezione dell'ambiente, che quindi consentono al cittadino interessato di partecipare ai programmi d'intervento sull'ambiente nei confronti di un'opera che potrebbe pregiudicarne l'integrità. L'ambiente costituisce uno degli scopi essenziali della Comunità.


Il diritto allo studio

Il diritto allo studio è un diritto sociale che si scinde in due: il diritto di istruzione e diritto a essere istruiti.

Il diritto all'istruzione comprende la libertà di insegnamento e la libertà di istituire scuole. La libertà di insegnamento è espressione della libera manifestazione del pensiero diretta alla preparazione e all'educazione scolastica dei discenti. L'idoneità all'insegnamento dei docenti può essere accertata attraverso una valutazione da parte degli organi pubblici. La libertà di istituire scuole, deve svolgersi nel rispetto degli interessi generali normativamente previsti, quali, ad esempio, la sanità e la sicurezza.

Il diritto a essere istruiti si articola nella libertà di studiare e nel diritto di ottenere i mezzi per studiare. La legge n 53/2003 assicura a tutti il diritto all'istruzione e alla formazione per dodici anni o, comunque, fino al conseguimento di una qualifica entro il diciottesimo anno di età. Tela legge prevede che, dal compimento del quindicesimo anno di età, i diplomi e le qualifiche si possono conseguire in alternanza scuola-lavoro o attraverso l'apprendistato, sulla base di convenzioni con le imprese, le camere di commercio, con le associazioni di rappresentanza o con gli enti pubblici e privati disponibili ad accogliere studenti per periodi di tirocinio.

Il diritto allo studio nell'ambito dell'università

La Corte Costituzionale ha sollecitato il Parlamento a emanare una legge che regolasse l'accesso all'Università. Le possibilità di accesso sono programmate sul piani nazionale e tengono conto delle decisioni limitative dei singoli atenei. La legge del 2 dicembre 1991, n 390 riconosce agli atenei autonomia nella determinazione delle regole che disciplinano concretamente il diritto degli studenti a ricevere un'istruzione.


La proprietà privata

La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale. La proprietà privata può essere espropriata per motivi d'interesse generale. La legge stabilisce le norme e i limiti della successione legittima e testamentaria e i diritti dello Stato sull'eredità. Quindi la proprietà privata consiste nel potere di godere e disporre del bene in modo pieno ed esclusivo; nel limitarla, l'ordinamento tende a colmare le disuguaglianze che posono derivare dall'esistenza di situazioni sociali non equilibrate.

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