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Sudan




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SUDAN


Generalità

Il Sudan è uno stato dell'Africa centro-orientale., il più vasto di tutto il continente. Il suo territorio corrisponde a una grande depressione ed ha quindi una sua unità fisica, ma non etnica. Nel Sudan esiste una netta frattura tra il Nord e il Sud del Paese. La parte settentrionale si aggancia all'ambiente del Nilo con origini nella civiltà egizia e poi invaso dall'arabismo; quella meridionale appartiene all'Africa nera, legata al tribalismo e alla religiosità animista. Politicamente il Paese si identifica in una unione creata in nome dell'islamismo e del Mahdi, il capo religioso. Ma l'integrazione del meridione del Paese, in parte cristianizzato dall'azione missionaria, ha creato diversi problemi di carattere etnico che hanno poi causato conflitti con la parte settentrionale, precedentemente islamizzata e sostenuta da un acceso nazionalismo.

Il Paese si estende per 2.505.813 km2 e ha una popolazione di 25.200.000 ab. (1998), la capitale è Khartoum. La lingua ufficiale e più ampiamente parlata è l'arabo. Quanto alla religione, l'assoluta maggioranza della popolazione è musulmana (73%), ma numerosi sono gli animisti, diffusi soprattutto nel Sud, dove hanno un rilievo anche i cristiani, cattolici soprattutto.

Dopo l'arabizzazione del nord del paese, il sud è stato sottoposto tra il 1960 e il 1970 a una politica di sterminio da parte del governo centrale, che ha costretto alla fuga milioni di persone. Poi nel paese si sono rifugiati numerosi profughi, principalmente provenienti dall'Etiopia.

Negli ultimi anni si sono accentuati i contrasti nelle zone centrali dove c'è un contatto diretto tra musulmani e animisti. Nel Nord e nel Sud, invece, la popolazione diminuisce per il sottosviluppo economico, per i conflitti religiosi e per le rivolte, che inducono all'emigrazione masse di giovani che raggiungono le zone centrali del Paese ed economicamente più vitali.


Organizzazione militare

Le forze armate di terra dispongono di 65.000 uomini organizzati in brigate corazzate, brigate di fanteria, una brigata di paracadutisti, reggimenti d'artiglieria, 3 reggimenti d'artiglieria antiaerea e un reggimento del genio. La marina (500 uomini) comprende, fra l'altro, di motovedette vendute dall'Iran e dalla ex Iugoslavia. L'aviazione (6000 uomini e 40 aerei da combattimento). Altre forze paramilitari ammontano complessivamente a 3500 uomini. Il servizio militare è obbligatorio.


Storia antica

Dagli inizi del sec. XVI, il Sudan costituiva uno Stato indipendente dominato dalla stirpe guerriera dei Fung. Per tre secoli i Fung respinsero gli attacchi portati dall'Abissinia e dal vicino Darfur, ma non poterono resistere all'invasione egiziana del 1820, per cui il Sudan divenne dapprima un governatorato egiziano e nel 1899 un dominio inglese. Le richieste autonomiste del Sudan cominciarono a delinearsi fra la I e la II guerra mondiale, promosse dal partito patriottico Umma; ma nel 1922, quando l'Inghilterra riconobbe l'indipendenza dell'Egitto, non volle cedere il Sudan. Intanto in Egitto salì al potere Nasser, primo ministro favorevole al nazionalismo sudanese. Nel 1953 Nasser riuscì a stipulare col governo britannico un accordo che stabiliva l'indipendenza del Sudan, avvenuta il 1s gennaio 1956.


La decolonizzazione

Il nuovo governo si trovò ad affrontare gravi problemi: il separatismo del Sudan meridionale, i rapporti con l'Egitto, la lotta destra-sinistra, l'impegno del Sudan rispetto al conflitto araboisraeliano e lo sviluppo economico, sociale e culturale. Nel Sudan meridionale le popolazioni animiste o cristiane, intendevano difendere la propria identità dall'arabizzazione e subito mostrarono una combattiva volontà separatista. I primi tentativi di repressione delle rivolte sudiste suscitarono una reazione inattesa da parte dei sudisti, che sfociò in una rivolta armata che inflisse gravi perdite alle forze governative. All'aggravarsi della situazione pose fine per il momento un colpo di Stato attuato il 17 novembre 1958 dal generale Ibrahim Abbu'd. Tuttavia anche il regime autoritario di quest'ultimo nel novembre 1964 dovette cedere il campo a un governo civile che, dominato dai sindacati comunisti, non fu in grado di risolvere i problemi del Paese.


Jaafar el-Nimeiry

Nel maggio 1969 un nuovo colpo di Stato promosso dai militari assegnò i poteri a un Consiglio rivoluzionario presieduto dal colonnello Jaafar el-Nimeiry, che proclamò la Repubblica Democratica del Sudan. Assumendo dapprima posizioni di sinistra, Nimeiry represse duramente la destra e strinse legami coi Paesi del blocco comunista. Poi, spinto dall'esigenza di pacificare la nazione, avviò una politica di riconciliazione coi separatisti del Sud, di riequilibrio interno fra destra e sinistra e di disimpegno dalle aspirazioni del nazionalismo arabico. La svolta si precisò nel corso del 1971, quando Nimeiry sciolse il Partito comunista e costituì come unica formazione politica legale l'Unione Socialista Sudanese. Nel 1972 istituì una Regione Meridionale autonoma, mettendo termine a una guerriglia costata, sino a quel momento, un milione di morti. Nell'aprile 1973 fu emanata una nuova costituzione. L'unificazione nazionale si scontrò con dissensi ideologici e rivalità territoriali. Nacquero incessanti complotti e contestazioni violente contro il regime di Nimeiry che alternò la linea dura con tentativi di conciliazione. A queste tensioni si aggiunsero, dopo il 1977, gli effetti di un'acuta crisi economica causata dall'afflusso di migliaia di profughi dall'Eritrea e dal Ciad. Con l'appoggio militare e finanziario degli U.S.A. e dell'Arabia Saudita, Nimeiry rafforzò i legami con Il Cairo. La crisi economica, unita all'attivismo dei musulmani e alle continue rivolte dei neri del Sud, dopo il 1980 indebolì il governo di Khartoum.


Sviluppi successivi

Il 6 aprile 1985 il generale Abdel Rahman Sewar el Dahab depose Nimeiry con un colpo di Stato. Le elezioni del maggio 1986 portarono al potere il partito di Sadia el Mahdi, divenuto primo ministro, mentre la presidenza passò ad Ahmed Ali el Mirghani. Nella seconda metà degli anni Ottanta la guerriglia, che da lungo tempo interessava le regioni meridionali, si inasprì gravemente provocando una disgregazione sociale, produttiva e politica. In questo quadro di forti tensioni e di instabilità ha trovato spazio un nuovo colpo di Stato militare (giugno 1989) con il quale il potere è stato assunto da un Consiglio della Rivoluzione per la Salvezza Nazionale, il cui presidente, generale Omar Hassan Ahmed el Bashir, è divenuto anche capo dello Stato e del governo. Il nuovo regime si è presto mostrato autoritario ed ha accentuato la tensione nelle regioni meridionali, optando per l'alleanza con il Fronte Nazionale islamico e per l'introduzione (gennaio 1991) della shari'ha, la legge islamica. Nel Sud del Paese il governo ha conseguito nel corso del 1992 delle vittorie sui guerriglieri. Nell'ottobre 1993 la giunta militare che governava il Paese dal 1989 si è autosciolta nominando el Bashir nuovo presidente della Repubblica. Bashir attualmente, però, non possiede un vero e proprio ruolo politico, in quanto i poteri effettivi sono nelle mani di Turabi.

Nel Sudan possiamo riconoscere tre forze principali:

Il governo di Khartoum che mira a mantenere unito il paese tramite l'arabismo e sopprimendo qualsiasi ostacolo

Il movimento sudista arabo che richiede l'indipendenza dal nord

Il movimento indipendentista sudista comprende cristiani ed animisti.


Situazione attuale

Oggi i Sudisti sono sostenuti dall' Uganda, Etiopia ed Eritrea; questi stati sono accusati da Kartoum di voler controllare illegalmente il potere, che appartiene per diritto agli arabi, e di voler conquistare pezzo per pezzo il sud del Sudan. Uganda, Etiopia ed Eritrea sono a loro volta sostenuti dagli U.S.A. e dall'Inghilterra, mentre il governo della capitale è sostenuto dall' Iran e dalla Francia (non dimentichiamo che il Sudan era colonia inglese). Khartoum ha rifiutato proposte di pace provenienti dal Kenya, Eritrea, Etiopia, Uganda, Gibuti e persino da Juba, la capitale del sud. Il governo arabo è accusato da osservatori internazionali di mantenere attivi più di centocinquanta campi di concentramento, dove prigionieri sudisti vengono educati all' arabismo.

Negli ultimi anni si sono svolte numerose rivolte popolari o studentesche, che sono state represse condannando a morte i partecipanti. E' anche stata chiusa l'unica università sudanese.


Mentre il governo è occupato con la guerra le uniche risorse della regione, quelle petrolifere, sono controllate interamente da Arakis (compagnia statunitense e canadese), la quale ha ingaggiato a pagamento dei soldati sudanesi per evitare eventuali attentati. Arakis sta anche costruendo un oleodotto privato che arriva fino a Port Sudan, principale porto del Sudan, in modo da avere pieno controllo del commercio petrolifero.


Ultimamente la situazione in Sudan è peggiorata molto a causa dell'afflusso massiccio di profughi provenienti dall'Etiopia ed Eritrea, a causa dello sfruttamento petrolifero da parte di Arakis e per il crollo del mercato del cotone, principale prodotto agricolo sudanese.


Fonti consultate:

Governo Sudanese

Enciclopedia "Gedea multimediale"

CNN Italia

CNN Sudan

CNN Africa

"Manitese"

"Altr'Econimia"

"Terre Di Mezzo"

Radio "Rete Missione Francescana"

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