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Riforma protestante




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Riforma protestante

L'insieme dei movimenti religiosi che, nel XVI secolo, provocarono le fratture della cristianità, dando vita alle Chiese protestanti. Assieme al movimento culturale del Rinascimento, questa storica trasformazione nel modo di intendere e vivere l'esperienza religiosa si colloca agli albori della storia moderna dell'Occidente. Benché la Riforma avesse avuto inizio nel XVI secolo, quando Martin Lutero sfidò l'autorità della Chiesa, prepararono il terreno alla sua comparsa eventi di carattere politico, economico e culturale risalenti ai secoli precedenti.

Le origini della Riforma

Dalla rinascita del Sacro romano impero con Ottone I di Sassonia nel 962, papi e imperatori vennero coinvolti in una continua lotta per la supremazia, che condusse a una generale vittoria del papato ma creò un aspro antagonismo tra Roma e l'impero germanico, aggravato nei secoli XIV e XV con l'ulteriore sviluppo del sentimento nazionalista tedesco; lo scontento per le richieste economiche del clero e per la sottomissione a un papato straniero e lontano si manifestò in numerosi paesi europei.Nel XIV secolo il riformatore inglese John Wycliffe aveva attaccato direttamente il papato, criticando la vendita delle indulgenze, i pellegrinaggi, il culto smodato dei santi e la statura morale e culturale dei sacerdoti. Per raggiungere la gente comune tradusse la Bibbia in inglese e predicò in questa lingua invece che in latino. Il suo insegnamento si diffuse in Boemia dove trovò un forte sostenitore in Jan Hus; l'esecuzione di quest'ultimo come eretico nel 1415 portò alle guerre hussite, espressione violenta del nazionalismo boemo, che anticiparono la guerra civile religiosa tedesca dei tempi di Lutero. In Francia un concordato del 1516 estese il controllo del sovrano sulla Chiesa francese.Fino dal XIII secolo venalità, immoralità e ignoranza del clero avevano reso vulnerabile la gerarchia ecclesiastica. I vasti possedimenti ecclesiastici di terreni esenti da tasse (forse un quinto o addirittura un terzo dei terreni europei) suscitarono l'invidia dei contadini che possedevano poca terra. La cosiddetta 'cattività avignonese' dei papi e il Grande scisma avevano gravemente minato l'autorità della Chiesa e l'avevano divisa tra sostenitori dell'uno o dell'altro papa. Le autorità ecclesiastiche riconoscevano la necessità di una riforma, che venne discussa al concilio di Costanza dal 1414 al 1418, senza però determinare mutamenti decisivi.L'umanesimo, la rinascita della cultura classica e dell'indagine speculativa che ebbe inizio in Italia nel XV secolo, soppiantò lo strapotere della filosofia scolastica nelle università e nelle istituzioni culturali europee privando le autorità ecclesiastiche del monopolio culturale. L'invenzione della stampa a caratteri mobili accrebbe notevolmente la circolazione di libri e idee in Europa. Umanisti non italiani, come Erasmo da Rotterdam in Olanda, Tommaso Moro in Inghilterra, Johann Reuchlin in Germania e Jacques Lefèvre d'Etaples in Francia, applicarono il nuovo sapere a una riflessione sulla Chiesa e a fondare nuovi stili di esegesi delle Scritture.

Nascita della Riforma

La rivoluzione protestante iniziò in Germania quando Martin Lutero, nel 1517, pubblicò le sue 95 tesi schierandosi contro la pratica delle indulgenze.

Movimenti nazionali. La Germania e la Riforma luterana

Le autorità papali ordinarono a Lutero di ritrattare e di sottomettersi all'autorità della Chiesa, ma egli divenne più intransigente, reclamò la riforma, attaccò il sistema dei sacramenti, affermò che la religione si fonda sulla fede individuale, illuminata e alimentata dalla Bibbia. Minacciato di scomunica dal papa, Lutero bruciò pubblicamente la bolla di scomunica e con essa un libro di diritto canonico: questo atto di sfida simboleggiava una rottura definitiva con l'istituzione ecclesiastica. Nel tentativo di arginare l'ondata di rivolta l'imperatore Carlo V, nel 1521, convocò Lutero dinnanzi alla Dieta di Worms, ordinandogli di ritrattare. Questi rifiutò e venne dichiarato fuorilegge. Per quasi un anno visse nascosto nel castello di Wartburg, sotto la protezione del principe elettore Federico il Savio, stilando opuscoli che esponevano i suoi principi e traducendo il Nuovo Testamento in tedesco. Benché i suoi scritti fossero stati proibiti per editto imperiale, essi venivano venduti pubblicamente, rivelandosi così un potente strumento di propaganda che trasformò le grandi città tedesche in centri di diffusione del luteranesimo.Il movimento si diffuse rapidamente tra la popolazione e, quando Lutero lasciò il suo ritiro, tornò a Wittenberg come un rivoluzionario. La Germania era pertanto divisa da confini religiosi, oltre che economici. I più interessati al mantenimento dell'ordine tradizionale (tra questi l'imperatore, la maggior parte dei principi e l'alto clero) difendevano la Chiesa cattolica, mentre il luteranesimo era sostenuto dai principi tedeschi del Nord, dal basso clero, dai commercianti e da buona parte dei contadini, che accoglievano il cambiamento come occasione per una maggiore indipendenza sia nella sfera economica sia in quella religiosa.Lo scontro aperto tra le due fazioni esplose nel 1524 con l'inizio della guerra dei contadini, fondamentalmente un tentativo compiuto da questi ultimi per migliorare le loro condizioni economiche. Il loro programma, ispirato all'insegnamento di Lutero e formulato in termini religiosi, reclamava la liberazione da una serie di servizi pretesi dai loro signori, ecclesiastici e laici. Lutero disapprovò l'utilizzo delle istanze di riforma religiosa al fine di giustificare la modifica radicale dell'economia esistente, esortò comunque i signori a soddisfare le richieste nell'interesse di una soluzione pacifica del conflitto. Si volse, però, presto contro i contadini e, in un opuscolo del 1525, condannò fermamente la nuova ondata di violenza invitando i principi tedeschi a reprimere senza pietà le rivolte (Vedi Münzer, Thomas).I contadini furono sconfitti nel 1525, ma la frattura tra cattolici e protestanti si approfondì. Si raggiunse un compromesso con la Dieta di Spira del 1526, in cui, ai principi tedeschi che lo avessero desiderato, venne riconosciuto il diritto di abbracciare il luteranesimo; durante la seconda Dieta di Spira, convocata tre anni più tardi, la maggioranza cattolica abrogò l'accordo, la minoranza luterana protestò e venne quindi definita 'protestante'; i primi protestanti furono dunque luterani, e il significato del termine venne poi esteso fino a comprendere tutte le sette cristiane discese dalla rivolta contro Roma.Nel 1530 Melantone, studioso tedesco e riformatore religioso, tracciò una sintesi conciliante delle tesi luterane, la confessione di Augusta, che fu presentata all'imperatore Carlo V e al gruppo cattolico. Non riconciliò cattolici e luterani, ma rimase la base della Chiesa e del credo luterani. In seguito, una serie di guerre con la Francia e con i turchi impedì a Carlo V di volgere le forze militari contro i luterani, ma nel 1546 l'imperatore fu libero da impegni internazionali e, alleatosi col papa e con l'aiuto del duca Maurizio di Sassonia, fece guerra contro la lega di Smalcalda, alleanza difensiva di principi protestanti. Le forze cattoliche furono all'inizio vittoriose. In seguito, però, il duca Maurizio passò al fronte luterano e Carlo V fu obbligato alla pace. La guerra civile religiosa terminò con la pace di Augusta nel 1555. Questa stabiliva che ciascun governante degli stati tedeschi, che ammontavano a circa trecento, scegliesse tra cattolicesimo e luteranesimo, e imponesse ai sudditi la fede scelta. Da allora circa la metà della popolazione tedesca è luterana ed ebbe fine l'unità religiosa dell'Europa occidentale sotto l'autorità del papa.

Scandinavia

Nei paesi scandinavi la Riforma avvenne pacificamente, con l'appoggio dei governi monarchici di Danimarca e Svezia. Nel 1536 a Copenhagen un'assemblea nazionale abolì l'autorità dei vescovi cattolici in Danimarca e nelle terre a essa soggette, Norvegia e Islanda; il re Cristiano III invitò il riformatore Johann Bugenhagen a organizzare una Chiesa nazionale luterana in Danimarca. In Svezia i fratelli Olaus e Laurentius Petri capeggiarono il movimento favorevole all'adozione del luteranesimo come religione di stato. Questo mutamento importante avvenne nel 1529 con il sostegno del re Gustavo I Vasa e per decisione della Dieta di Svezia.

Svizzera


Il primo movimento riformatore svizzero, contemporaneo alla Riforma tedesca, fu guidato dal pastore svizzero Ulderico Zwingli, divenuto celebre nel 1518 per la sua vigorosa denuncia della vendita delle indulgenze. Zwingli, che, analogamente a Lutero, considerava la Bibbia l'unica fonte dell'autorità morale, espresse la propria opposizione pubblicamente. A Zurigo, dal 1523 al 1525, fece abolire quanto restava delle pratiche cultuali e liturgiche cattoliche, tranne una versione semplificata della comunione; questi provvedimenti, con i quali la città si separava dalla Chiesa cattolica, vennero adottati legalmente, grazie ai voti del Consiglio cittadino di Zurigo. Altre città svizzere, come Basilea e Berna, adottarono riforme simili; le zone agricole rimasero invece cattoliche dal momento che, come in Germania, l'autorità politica centrale era troppo debole per imporre un'uniformità confessionale e prevenire una guerra civile. Scoppiarono due conflitti di breve durata tra cantoni cattolici e protestanti nel 1529 e nel 1531. Nel secondo, a Kappel, Zwingli venne ucciso. Raggiunta la pace, si consentì a ciascun cantone di scegliere la propria religione.In seguito, la principale figura di riformatore fu Giovanni Calvino, teologo protestante francese che, per fuggire le persecuzioni religiose, nel 1536 si stabilì nella repubblica di Ginevra, da poco indipendente. Calvino rese esecutivi i provvedimenti di riforma adottati precedentemente dal concilio di Ginevra ed esercitò una pressione politica in direzione di riforme ulteriori. L'organizzazione calvinista della Chiesa era democratica e accoglieva elementi di governo rappresentativo: pastori, insegnanti, presbiteri e diaconi erano eletti da membri della comunità.Benché Chiesa e stato fossero teoricamente separati, essi cooperavano così strettamente che Ginevra era di fatto una teocrazia. Per imporre la disciplina morale Calvino istituì una rigida ispezione della condotta domestica e organizzò un consiglio, composto da pastori e laici, dotato di ampi poteri coattivi sulla comunità. Furono prescritti minuziosamente abbigliamento e comportamento, vietati danza, giochi d'azzardo e altri svaghi; bestemmia e oscenità venivano puniti severamente, e chi non si conformava veniva perseguito e persino messo a morte. Per favorire la lettura e la comprensione della Bibbia, a tutti i cittadini veniva impartita almeno un'istruzione elementare. Nel 1559 Calvino fondò a Ginevra un'università che divenne famosa per la formazione di pastori e insegnanti. Le grandi doti organizzative di Calvino, la sua influenza sull'educazione e l'ampia circolazione dei suoi scritti furono all'origine del peculiare carattere che emergeva tanto nella struttura istituzionale quanto nella teologia, delle 'Chiese riformate', nome collettivo che designa le Chiese protestanti in Svizzera, Francia e Scozia.

Francia

La Riforma in Francia ebbe inizio da un nucleo di mistici e umanisti che al principio del XVI secolo si incontravano a Meaux vicino a Parigi sotto la guida di Lefèvre d'Etaples. Come Lutero, Lefèvre d'Etaples studiò le lettere di san Paolo e ne ricavò il principio della giustificazione in virtù della sola fede individuale; negò inoltre la dottrina della transustanziazione. Nel 1523 tradusse tutto il Nuovo Testamento in francese. In principio i suoi scritti furono accolti favorevolmente dalle autorità religiose e civili, ma, dopo la diffusione delle dottrine luterane in Francia, l'opera di Lefèvre d'Etaples fu assimilata a esse; egli e i suoi discepoli furono quindi perseguitati. Molti autorevoli riformatori francesi ripararono in Svizzera, dove si accrebbero numericamente, attingendo nella dottrina alla riforma calvinista. Più di 120 pastori istruiti da Calvino a Ginevra tornarono in Francia prima del 1567 per diffondere il protestantesimo; nel 1559 i delegati di 66 Chiese protestanti si incontrarono a Parigi in un sinodo nazionale per formulare una professione di fede e una norma disciplinare plasmate su quelle ginevrine.In questo modo si organizzò la prima Chiesa protestante di Francia; i suoi membri, chiamati ugonotti (non è ben nota l'origine della parola), vennero a costituire un folto gruppo; la divisione fra cattolici e protestanti condusse tuttavia a lunghe guerre civili (1652-1698). Uno degli episodi più noti di questa lotta fu la notte di san Bartolomeo, in cui fu massacrato un gran numero di protestanti. Sotto Enrico IV, sovrano protestante, gli ugonotti trionfarono per un breve periodo, ma poiché Parigi e oltre il 90% dei francesi rimasero cattolici, il re giudicò vantaggioso convertirsi al cattolicesimo, proteggendo però gli ugonotti e proclamando nel 1598 l'editto di Nantes che garantiva ai protestanti una certa libertà. L'editto fu però revocato nel 1685.

Paesi Bassi

Nei Paesi Bassi il protestantesimo fu accolto favorevolmente dalla colta e potente borghesia che si era formata sin dal Medioevo. L'imperatore Carlo V tentò di arrestare la diffusione delle dottrine protestanti bruciando i libri di Lutero e istituendo l'Inquisizione nel 1522. Questi provvedimenti non sortirono, però, effetti rilevanti: alla metà del secolo XVI il protestantesimo si era affermato nelle province settentrionali, note come Olanda; le province meridionali (attualmente Belgio) rimanevano prevalentemente cattoliche. La maggioranza degli olandesi abbracciò il calvinismo, che ebbe la funzione di forza di aggregazione nel corso della lotta contro i dominatori cattolici, gli spagnoli. La ribellione esplose nel 1568 e il conflitto si protrasse fino al 1648, quando la Spagna, con la pace di Vestfalia, rinunciò a qualsiasi pretesa sul paese. I Paesi Bassi divennero una nazione protestante indipendente.

Scozia


In Scozia, come in altri paesi, la Riforma si diffuse entro un contesto sociale già parzialmente ostile alla Chiesa di Roma. Qui, alla scarsa stima nei confronti del clero cattolico si aggiunse la presenza importante di gruppi di lollardi e di seguaci delle dottrine di John Wycliffe. Mercanti e nobiltà minore furono particolarmente attivi nel sostenere la Riforma scozzese tanto come veicolo per l'autodeteminazione nazionale e l'indipendenza da Inghilterra e Francia, quanto per il suo aspetto religioso; il protestantesimo, pertanto, si diffuse rapidamente, nonostante le misure repressive adottate dalla monarchia. Il primo movimento riformatore ebbe carattere luterano; la rivoluzione vera e propria, avvenuta sotto la guida del riformatore religioso John Knox, discepolo di Calvino, impose il calvinismo come religione nazionale. Nel 1560 Knox persuase il parlamento scozzese ad adottare una professione di fede e un manuale di disciplina modellati su quelli ginevrini. Il parlamento in seguito creò la Chiesa presbiteriana scozzese e ne affidò il governo a riunioni della Kirk (la parola scozzese che significa 'chiesa') locale e a un'assemblea generale in rappresentanza delle Chiese locali di tutto il paese. Maria Stuart, la regina cattolica di Scozia, tentò di abbattere la nuova Chiesa protestante, ma dopo sette anni di lotte dovette lasciare il paese; così il cattolicesimo rimase forte solo in pochi distretti settentrionali, specialmente tra le famiglie nobili.

Inghilterra

In Inghilterra la rivolta contro Roma fu diversa da quella degli altri paesi per due motivi. In primo luogo, l'Inghilterra era una nazione compatta con un forte governo centrale; la rivolta fu nazionale; re e parlamento agirono di concerto per trasferire al re la giurisdizione ecclesiastica appartenuta precedentemente al papa. In secondo luogo, la rottura politica avvenne prima della riforma religiosa, in conseguenza della decisione di Enrico VIII di divorziare dalla prima moglie, e i mutamenti dottrinali si ebbero successivamente sotto i regni di Edoardo VI ed Elisabetta I.Dopo il matrimonio con Anna Bolena e il divorzio da Caterina, Enrico fu scomunicato dal papa e nel 1534 reagì facendo approvare al parlamento un atto che nominava lui e i suoi successori capi supremi della Chiesa inglese, stabilendo così una Chiesa indipendente anglicana. Una legislazione successiva abolì l'autorità politica e religiosa del papa in Inghilterra. Tra il 1536 e il 1539 i monasteri vennero soppressi e le loro proprietà acquisite dal re. Enrico non aveva interesse a spingersi oltre a questi mutamenti, motivati da considerazioni politiche più che dottrinali. Anzi, per prevenire la diffusione del luteranesimo, ottenne dal parlamento nel 1539 un corpus di editti severi che giudicavano eretica (Vedi Eresia) la negazione dei principali contenuti teologici del cattolicesimo medievale. L'obbedienza al papato, però, venne considerata un crimine; molti luterani furono arsi vivi come eretici e i cattolici che rifiutarono di riconoscere la supremazia ecclesiastica del re furono giustiziati.Edoardo VI ammise l'introduzione nella Chiesa anglicana delle dottrine e delle pratiche protestanti respinte da Enrico VIII. Nel 1549 fu pubblicato un completo Book of Common Prayer (Libro di preghiera) in inglese per conferire uniformità cultuale alla Chiesa anglicana, e il suo uso fu imposto per legge. Un secondo apparve nel 1552; fu adottato un nuovo credo in 42 articoli. Maria I Tudor tentò di restaurare il cattolicesimo come religione di stato: sotto il suo regno numerosi protestanti finirono al rogo, altri si rifugiarono all'estero. Una sistemazione definitiva si raggiunse sotto Elisabetta I nel 1563, con la restaurazione del protestantesimo e la persecuzione dei cattolici. I 42 articoli del credo anglicano passarono agli attuali 39. Questo credo è protestante e più vicino al luteranesimo che al calvinismo, ma l'organizzazione episcopale e la liturgia sono sostanzialmente le stesse della Chiesa cattolica. Al tempo della regina Elisabetta quanti non giudicavano sufficientemente riformata la Chiesa d'Inghilterra formarono sette di matrice calvinista come presbiteriani, puritani e quaccheri.

Sette minori

Oltre alle tre grandi Chiese - luterana, riformata e anglicana - create dalla Riforma, nacque anche un ampio numero di piccole sette basate sul rifiuto dell'autorità tradizionale e sull'esaltazione del giudizio individuale. Una delle più importanti, quella degli anabattisti, trovò molti aderenti in Europa, specialmente in Germania, dove acquistò importanza nel corso della rivolta dei contadini. Furono perseguitati tanto da cattolici, quanto da luterani, zwingliani e altri protestanti. Gli unitariani ebbero numerosi seguaci in Svizzera, Germania, Paesi Bassi e Polonia.

Esiti della Riforma

Malgrado le discrepanze confessionali fra le varie forze rivoluzionarie del XVI secolo, in Europa la Riforma ebbe conseguenze ampiamente omogenee. In generale, il potere e la ricchezza della nobiltà feudale e della gerarchia cattolica passarono alle classi medie e ai monarchi. Varie regioni europee raggiunsero indipendenza politica e religiosa. Anche in paesi nei quali continuò a prevalere il cattolicesimo (Francia e Belgio) sul terreno politico-culturale si svilupparono individualismo e nazionalismo. L'importanza riconosciuta al giudizio individuale favorì lo sviluppo di governi democratici; l'eliminazione delle tradizionali restrizioni religiose su commercio e operazioni finanziarie aprì la strada alla nascita del capitalismo moderno. Durante la Riforma fecero grandi progressi le lingue e le letterature nazionali per l'ampia diffusione di opere religiose scritte nella lingua locale e non in latino, mentre l'istruzione popolare fu incrementata grazie alle nuove scuole fondate da John Colet in Inghilterra, Calvino a Ginevra e dai principi protestanti in Germania. Non per questo, tuttavia, scomparve l'intolleranza religiosa, e tutti gli schieramenti continuarono a perseguitarsi l'un l'altro per almeno un secolo.

Calvinismo Dottrina teologica elaborata dal riformatore francese Giovanni Calvino nelle Istituzioni della religione cristiana (1536-59), uno degli scritti fondamentali del protestantesimo.Ispirata alla teologia di san Paolo e di sant'Agostino, la dottrina calvinista muove dal concetto dell'assoluta sovranità di Dio e della giustificazione per mezzo della sola fede, codificando in una rigida teoria della predestinazione la convinzione, già propria di Lutero, dell'impossibilità per l'uomo, segnato dal peccato originale, di raggiungere la salvezza con le proprie forze. Assegnando alla Bibbia il ruolo di autorità unica per i fedeli, Calvino propugnava una stretta dipendenza del potere politico da quello religioso - egli riuscì a fare di Ginevra una vera e propria città-chiesa - e si distaccava dagli altri riformatori nell'interpretazione dell'Eucaristia.Secondo il sociologo Max Weber il ruolo del calvinismo ebbe particolare rilevanza sociale perché interpretò il successo nell'attività economica come segno dell'azione della Grazia e della predestinazione, favorendo così lo sviluppo della mentalità capitalistica.Le Chiese calviniste, in Europa dette 'riformate' (vedi Chiese riformate), si diffusero ben presto da Ginevra in tutta la Svizzera, oltre che in Olanda - il sinodo di Dort (1618-1619) ne fissò l'ortodossia contro le rivendicazioni dell'arminianesimo - e in Francia, rappresentate dal movimento degli ugonotti, duramente perseguitati dalla Chiesa cattolica.Di matrice calvinista è anche il puritanesimo inglese, adottato, oltre che dalla Chiesa di Scozia nel 1648, dalle Chiese presbiteriane, tuttora diffuse soprattutto negli Stati Uniti ed eredi delle comunità fondate da quei fedeli che, emigrati dall'Inghilterra perché dissentivano dalle posizioni dell'anglicanesimo, contribuirono a costruire, con il loro rigore etico, uno dei tratti distintivi della cultura americana.Le chiese riformate e presbiteriane, che annoverano oltre 32 milioni di fedeli, hanno espresso nel XX secolo figure di spicco come il teologo svizzero Karl Barth, e sono impegnate nelle attività del Consiglio ecumenico delle Chiese.

Lutero, Martin (Eisleben 1483-1546), teologo e riformatore tedesco, artefice della Riforma protestante, che esercitò un influsso fortissimo sulla cultura occidentale.


I primi anni

Figlio di un minatore arricchitosi e diventato magistrato a Mansfeld, Lutero studiò a Mansfeld, Magdeburgo e Eisenach. Entrò diciassettenne all'università di Erfurt, conseguendo il diploma di magister artium nel 1505. Iniziò poi gli studi giuridici, su consiglio del padre, ma li interruppe per entrare nel monastero agostiniano di Erfurt, dove fu ordinato sacerdote nel 1507.Dedicatosi allo studio della teologia, Lutero fu nominato da Johann von Staupitz, vicario generale degli agostiniani e suo amico e consigliere, lettore di filosofia morale presso un'università di recente fondazione, a Wittenberg. Laureatosi in teologia nel 1511, tornò a Erfurt, dove continuò a insegnare e a studiare (1509-1511). Nel novembre 1510, fu inviato a Roma e poté osservare da vicino la dissolutezza del clero romano. Tornato a Erfurt, fu poi professore a Wittenberg, dove completò gli studi in teologia ricevendo un dottorato nel 1512 e ottenendo in seguito la cattedra in teologia biblica che tenne fino alla morte.

L'esordio della Riforma

Il 31 ottobre 1517 Lutero affisse sulla porta della cattedrale di Wittenberg 95 tesi redatte in latino in cui esprimeva la sua opposizione alla vendita delle indulgenze promossa da Leone X per la raccolta di fondi destinati a completare la basilica di San Pietro a Roma. Le tesi di Lutero, tradotte immediatamente in tedesco e divulgate, vennero discusse sia a Wittenberg sia in altre città tedesche, provocando l'intervento della Curia romana che, dopo aver convocato Lutero dinanzi al cardinale legato Caetano e dopo un confronto a Lipsia nel 1519 con il teologo Johann Eck, ne condannò l'insegnamento il 15 giugno 1520 con la bolla Exsurge Domine di Leone X, prima di scomunicarlo nel gennaio 1521. Convocato a comparire di fronte all'imperatore Carlo V alla dieta di Worms nell'aprile 1521, Lutero fu invitato a ritrattare le sue tesi; rifiutò, sostenendo che traeva le sue convinzioni dalla Scrittura e che nessuno era tenuto ad agire contro la propria coscienza. Messo al bando dall'imperatore, Lutero fu salvato con un finto rapimento dal suo protettore, il principe Federico III il Saggio di Sassonia, che lo nascose nella fortezza di Wartburg, dove egli tradusse in tedesco dal greco il Nuovo Testamento.

La guerra dei contadini

Tornato a Wittenberg dopo 16 mesi, Lutero riprese l'insegnamento per difendere la sua dottrina dalle interpretazioni più radicali ed estremistiche, che sarebbero sfociate nella cosiddetta guerra dei contadini (1524-1526). Di fronte alle stragi e alle violenze prodotte dalla guerra Lutero invitò i principi tedeschi a schiacciare la ribellione e a restaurare l'ordine. Nel frattempo aveva esposto le sue dottrine in alcune opere fondamentali come Alla nobiltà cristiana di nazione tedesca (1520); La cattività babilonese della Chiesa (1520); La libertà del cristiano (1520); De servo arbitrio (1525); e il suo più noto Piccolo Catechismo, 1529, in cui formulò prescrizioni liturgiche, disposizioni per la predicazione e la lettura della parola di Dio e il canto corale. Non potendo difendere di persona la sua dottrina alla Dieta di Augusta perché scomunicato, Lutero affidò l'incarico di sostenere la Riforma a Melantone: il testo, noto come Confessione di Augusta del 1530, costituisce ancora oggi la base della dottrina luterana insieme con gli Articoli di Smalcalda, redatti dallo stesso Lutero. Nel 1534 Lutero completò la traduzione dell'Antico Testamento dall'ebraico; nel frattempo la sua fama si era diffusa in tutta Europa e il suo invito ai principi perché si rendessero indipendenti dall'autorità ecclesiastica trovò ampi consensi.

Gli ultimi anni

Dal 1537 Lutero, oppresso da problemi di salute, si dedicò prevalentemente a scritti polemici. All'inizio del 1546 fu chiamato a Mansfeld per risolvere il contrasto tra due principi locali; riuscì nell'impresa, ma si ammalò e si spense a Eisleben il 18 febbraio 1546.

La teologia luterana

Lutero non creò un sistema teologico vero e proprio, ciononostante la sua opera esercitò un'enorme influenza. I suoi scritti traevano ispirazione dai suoi studi sul Nuovo Testamento e dalla dottrina di sant'Agostino.

La Legge e il Vangelo

Secondo Lutero Dio comunica con l'uomo mediante la Legge e il Vangelo. La Legge, esemplificata nei Dieci Comandamenti e nei precetti fondamentali, esprime le attese di Dio: ognuno, indipendentemente dalle proprie convinzioni religiose, può accedere alla Legge attraverso la propria coscienza e le tradizioni etiche della propria cultura, anche se l'interpretazione di essa è sempre distorta dal peccato. La Legge mantiene l'ordine nel mondo, nella società e nella vita individuale e avvicina l'uomo al perdono e a Cristo malgrado il peccato originale.

Dio inoltre si avvicina all'uomo tramite il Vangelo, la 'buona novella'. Secondo Lutero la teologia tradizionale incorre nell'errore se confonde la Legge con il Vangelo: l'uomo può in qualche modo meritare ciò che non può che essere il dono incondizionato della Grazia divina, ottenuta in virtù della sola fede: 'sola gratia, sola fide'.

Il peccato

Secondo Lutero i cristiani, in quanto uomini, sono contemporaneamente peccatori e santi. Il peccato è una caratteristica permanente e diffusa, sia nella Chiesa sia nel mondo, e un santo non è un esempio di moralità, ma un peccatore che accoglie la Grazia divina. A tutti, dai cittadini più rispettabili ai criminali, è necessario il perdono divino.

La teologia della Croce

La teologia cristiana, secondo Lutero, è la teologia della Croce più che una teologia della gloria. L'uomo non può arrivare a Dio mediante la filosofia o l'etica, ma deve lasciarsi guidare da Dio e può vederlo solo quando Egli decide di manifestarsi: Dio rivela la sua saggezza nell'umiltà della preghiera, il suo potere nella sofferenza, e il segreto di una vita sensata attraverso la morte di Cristo sulla Croce.[1]

Indulgenza Nella pratica cattolica, la remissione totale o parziale dinanzi a Dio dei peccati di un fedele, vivo o defunto, concessa, come forma straordinaria di intercessione, dall'autorità ecclesiastica.

Per la Chiesa antica sacerdoti e vescovi imponevano ai colpevoli di peccati gravi severe pratiche penitenziali: digiuni, pellegrinaggi, flagellazioni e altre punizioni di maggiore o minore entità per un periodo di tempo determinato. Le autorità della Chiesa col tempo le sostituirono con opere di devozione (come preghiere e offerte) accompagnate da indulgenze.

Solo nel XII secolo la riflessione teologica si concentrò sulle indulgenze: in principio si verificò qualche opposizione alla pratica, ma verso la fine del secolo l'atteggiamento dei teologi divenne gradualmente più favorevole, mentre la concessione delle indulgenze divenne prerogativa del papa.

Nel Medioevo si verificarono abusi nella concessione delle indulgenze: la loro vendita, in virtù della quale i benefici spirituali venivano ottenuti automaticamente, contribuì a spingere Martin Lutero a spezzare i legami con la gerarchia cattolica e indusse lui a altri capi della Riforma  ad abbandonarne completamente la pratica.

La Chiesa cattolica concede ancora indulgenze, benché se ne sia semplificata la pratica sin dal 1967, con l'introduzione di riforme che limitano le occasioni in cui ottenere indulgenze e riducono i periodi corrispondenti.

Anglicanesimo Una delle principali confessioni cristiane, i cui fedeli costituiscono la Chiesa di Inghilterra, nota anche come Chiesa anglicana. La Chiesa anglicana nacque nel XVI secolo in seguito alla decisione di re Enrico VIII di svincolare il cattolicesimo inglese dalla dipendenza del papato romano: il re, contrariato dal rifiuto di papa Clemente VII di annullare il suo matrimonio con Caterina d'Aragona, indusse il Parlamento ad approvare, fra il 1529 e il 1536, una serie di risoluzioni - fra cui il celebre 'Atto di Supremazia' del 1534 - che sottraevano al papa ogni potere sulla Chiesa inglese, assegnando al sovrano la giurisdizione in campo ecclesiastico. A questi atti fondativi risale quindi l'istituzione del divorzio, che la Chiesa anglicana riconosce, discostandosi dalla concezione della indissolubilità del matrimonio religioso sancita dalla Chiesa cattolica. Ai monarchi britannici veniva così attribuito ufficialmente il titolo di vertici supremi della Chiesa d'Inghilterra, un ruolo rimasto sostanzialmente immutato fino al 1996, quando un'iniziativa condotta di comune accordo dal Parlamento e dalla Corona stessa ridimensionava sensibilmente la portata di questo titolo. Primate della Chiesa è l'arcivescovo di Canterbury, che ha sede a Londra.Nella sua iniziativa Enrico VIII fu sicuramente sostenuto da buona parte del clero inglese e dal laicato, dando vita a una Chiesa nazionale che manteneva comunque saldi i principi teologici del cattolicesimo, a differenza del protestantesimo che si stava diffondendo in quegli stessi anni. Una certa influenza protestante cominciò comunque a penetrare dopo la morte di Enrico, come risulta evidente nel Book of Common Prayer (Libro di preghiere), promulgato nel 1549, e ancor più nella sua seconda versione, imposta nel 1552 e simile nei contenuti ai principi dottrinali dei Trentanove Articoli, a essa contemporanei.Dopo la parentesi di formale obbedienza al papa, dal 1553, anno dell'ascesa al trono di Maria I, fino al 1558, anno della sua morte, si ebbe, con Elisabetta I salita al trono nello stesso anno, un ritorno ai principi riformatori, con una situazione di conflitto fra le tendenze moderate della sovrana e le pressioni dei puritani (vedi Puritanesimo) in direzione di una svolta protestante. Con Giacomo I, re dal 1603, le controversie religiose confluirono facilmente nella dimensione politica, all'epoca della lotta del Parlamento contro l'assolutismo monarchico degli Stuart: intorno al 1645 il Parlamento era già in grado di dichiarare fuori legge il Libro di preghiere e nel 1649 il re Carlo I fu condannato a morte, provocando il rovesciamento temporaneo della monarchia. Nel 1662, dopo il processo di restaurazione condotto da Carlo II, fu di nuovo imposto il Libro di preghiere rivisto nella forma ancor oggi in uso, mentre Giacomo II cercò di reintrodurre il cattolicesimo prima di perdere il trono nel 1688.

Evoluzione

Fin dal XVII secolo l'anglicanesimo ha subito sviluppi sostanziali sia in campo spirituale sia organizzativo: nel XVIII secolo il movimento del 'risveglio evangelico' infuse nell'anima popolare, non senza la manifestazione di diversi fenomeni di contestazione e di dissenso, un rinnovato spirito di devozione e una marcata sensibilità ai temi sociali ed etici (vedi Etica); il XIX secolo vide invece la nascita di un movimento di tendenza cattolica fondato da alcuni chierici dell'università di Oxford, il cosiddetto 'movimento di Oxford'. Divenne allora più evidente la divergenza fra i membri della cosiddetta Chiesa Bassa (Low Church), di tendenza protestante e progressista, e quelli della Chiesa Alta (High Church), più conservatori e inclini alla tradizione cattolica, con una situazione di eclettismo nei riti e nella dottrina che permane sostanzialmente ancora oggi. Una Chiesa Larga (Broad Church), di orientamento spiccatamente liberale e molto influenzata dalle istanze della ricerca storico-critica delle origini cristiane, fu attiva nel secolo scorso, per poi rientrare nell'alveo della Low Church.Con la nascita della Chiesa episcopaliana degli Stati Uniti, all'epoca della guerra di indipendenza, prende avvio il processo di formazione di quelle Chiese che, traendo ispirazione dalla Chiesa di Inghilterra, ma proclamando nel contempo la propria indipendenza, andranno a costituire la Comunione anglicana: chiese anglicane esistono così, oltre che in Inghilterra, Galles, Irlanda e Scozia (anche qui con il nome di Chiesa episcopaliana), in Canada, Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica e in tutti gli altri paesi soggetti all'influenza politica e culturale britannica. Momenti ufficiali di incontro dei diversi rami dell'anglicanesimo sono dal 1867 le conferenze di Lambeth, che si tengono ogni dieci anni, oltre ai congressi mondiali anglicani, inaugurati nel 1903. Gli anglicani, il cui numero complessivo supera i 70 milioni, pari a circa il 5% dell'intera cristianità, rappresentano in Gran Bretagna circa la metà della popolazione, costituendo inoltre una cospicua minoranza negli Stati Uniti e in altri paesi.

Tendenze recenti

Fondata sul Libro di preghiere e sui Trentanove Articoli, la dottrina della Chiesa anglicana continua ad accettare formalmente molti principi del cattolicesimo; l'unico motivo sostanziale di divergenza con il cattolicesimo risiederebbe dunque nel rifiuto del primato attribuito al pontefice romano, e, a maggior ragione, nella non accettazione del dogma dell'infallibilità pontificia. Se per il processo ecumenico, avviato attivamente dalle due Chiese dopo il concilio Vaticano II , non costituisce motivo di ostacolo il problema disciplinare del celibato ecclesiastico, obbligatorio per i sacerdoti cattolici ma non per quelli anglicani, difficoltà ben maggiori ha provocato in questa direzione la questione del sacerdozio femminile: la Chiesa anglicana ha infatti proceduto, il 12 marzo 1994, all'ordinazione dei primi sacerdoti di sesso femminile, proprio quando papa Giovanni Paolo II aveva dottrinalmente sancito l'inammissibilità del sacerdozio femminile nella Chiesa cattolica. Il problema dell'ordinazione delle donne ha del resto sollevato aspre polemiche all'interno della stessa Chiesa di Inghilterra, con manifestazioni di aperto dissenso da parte della cospicua minoranza di ecclesiastici e di fedeli laici che non accettano le nuove disposizioni, i più tradizionalisti dei quali hanno persino abbandonato l'anglicanesimo per passare tra le file della Chiesa cattolica. Così hanno fatto del resto anche alcuni sacerdoti, a cui la Santa sede ha concesso di esercitare il loro ministero in comunione con Roma, ritenendo quindi valida l'ordinazione sacerdotale anglicana, indipendentemente dalla condizione celibale.[2]

Enrico III (di Francia) (Fontainebleau 1551 - Saint-Cloud 1589), re di Francia (1574-1589) e di Polonia (1573); fu l'ultimo sovrano della dinastia Valois. Figlio di Enrico II e di Caterina de' Medici, fu acerrimo nemico degli ugonotti (protestanti francesi); nel 1572 fu uno dei promotori, assieme alla madre, del massacro della notte di San Bartolomeo. Nel 1573 venne eletto re di Polonia, ma l'anno successivo, alla morte del fratello Carlo IX, abbandonò la corte polacca e tornò precipitosamente in patria per salire sul trono francese.Incapace di sedare le guerre di religione che infiammavano la Francia, nel 1576 dovette concedere l'editto di Beaulieu, con il quale garantì la libertà di culto agli ugonotti e concesse loro otto città. L'editto attirò sul sovrano l'ostilità dei nobili cattolici, i quali, sotto la guida di Enrico di Guisa, formarono la Lega cattolica, sostenuta anche dal re di Spagna, e diedero nuovo impulso alla guerra contro gli ugonotti. La Lega venne ufficialmente sciolta nel 1577, con la pace di Bergerac, ma la tregua durò soltanto pochi anni. Nel 1584 morì il fratello minore del re e, poiché Enrico III non aveva figli, in base alle leggi dinastiche l'erede della corona divenne Enrico III di Navarra (salito poi al trono come Enrico IV), un ugonotto, a cui il sovrano consigliò di convertirsi al cattolicesimo.La Lega cattolica tornò a impugnare le armi e costrinse il sovrano a escludere Enrico di Navarra dalla successione e a negare i diritti precedentemente concessi ai protestanti. Nel 1585, però, Enrico di Navarra si schierò contro il re e contro la Lega nella cosiddetta 'guerra dei tre Enrichi'. Il sovrano subì una prima sconfitta a Coutras nel 1587, e l'anno successivo Enrico di Guisa capeggiò una sollevazione popolare a Parigi, obbligandolo ad abbandonare la città. Lo stesso anno il sovrano riuscì però a far assassinare sia Enrico di Guisa sia il fratello Luigi, e si alleò con Enrico di Navarra dichiarandolo nuovamente suo successore. I due Enrichi si posero alla guida di un esercito di ugonotti e assediarono Parigi nel 1589; durante l'assedio il re venne pugnalato a morte da un frate domenicano, Jacques Clément

Caterina de' Medici (Firenze 1519 - Blois 1589), regina di Francia (1547-1559), svolse un ruolo rilevante nella politica francese durante le guerre di religione tra cattolici e calvinisti. Figlia di Lorenzo II de' Medici, duca d'Urbino, nel 1533 sposò il duca d'Orléans, che divenne re di Francia nel 1547 con il nome di Enrico II. Durante il regno del marito e del loro primogenito Francesco II, Caterina non intervenne nelle questioni di stato, ma alla morte di Francesco assunse il controllo del regno. Fu reggente per il secondo figlio, Carlo IX, fino al 1563, ma la sua influenza su di lui continuò anche in seguito.

Determinata a mantenere il potere a ogni costo, Caterina dedicò le proprie energie al mantenimento dell'equilibrio fra gli ugonotti, guidati da Gaspard de Coligny, e i cattolici, guidati dalla potente casa di Guisa. Seguendo più gli interessi politici che quelli religiosi, tentò una riconciliazione con gli ugonotti, anche combinando i matrimoni delle figlie: nel 1560 fece sposare la figlia Elisabetta con il cattolico re di Spagna, Filippo II; nel 1572 organizzò un matrimonio di convenienza anche per l'altra figlia, Margherita di Valois, con il protestante Enrico di Navarra, divenuto poi re Enrico IV di Francia. Sempre nel 1572, allarmata per la crescente influenza degli ugonotti sul figlio Carlo, ispirò un complotto per assassinare il capo dei protestanti, Coligny, che trovò la morte con circa 3000 ugonotti nel massacro della notte di san Bartolomeo. Dopo la morte di Carlo (1574) e l'ascesa al trono del terzo figlio, Enrico III, l'influenza politica di Caterina decadde rapidamente.

Oltre a occuparsi di politica, Caterina promosse lo sviluppo delle arti, in particolare dell'architettura, commissionando la costruzione del castello di Monceau e quella di una nuova ala del Louvre, e dando inizio alla costruzione del palazzo e dei giardini delle Tuileries. La sua biblioteca personale, contenente numerosi manoscritti, non aveva eguali nella Francia del tempo.

Enrico IV (di Francia) (Pau 1553 - Parigi 1610), re di Francia (1589-1610); a lui andò il merito di aver riportato la stabilità dopo le guerre di religione che avevano prostrato il paese. Fu il primo re Borbone di Francia; salì al trono per diritto ereditario: suo padre, Antonio di Borbone duca di Vendôme, era un discendente di nona generazione del re Luigi IX, vissuto nel XIII secolo, e la madre Giovanna d'Albret era nipote del re Francesco I. Dalla madre ereditò anche la corona di Navarra (1572-1610).

Le guerre di religione

Anche se era stato battezzato nella fede cattolica, Enrico fu allevato come calvinista dalla madre, una donna molto risoluta che apparteneva alla setta degli ugonotti (protestanti francesi). A partire dal 1560 ugonotti e cattolici si scontrarono in una serie di guerre civili. Il matrimonio di Enrico (1572) con Margherita di Valois, sorella del monarca regnante, Carlo IX, fu seguito dal massacro di migliaia di ugonotti nella notte di san Bartolomeo. Enrico venne risparmiato, ma fu costretto a convertirsi al cattolicesimo e rimase prigioniero a corte fino al 1576. Dopo essere fuggito, ritrattò la conversione e assunse il comando del movimento ugonotto. L'assalto di Enrico alla città-fortezza di Cahors, avvenuto nel 1580, gli diede la fama di valoroso comandante. A Coutras, nel 1587, conseguì un'altra brillante vittoria nella guerra detta 'dei tre Enrichi', e due anni dopo si alleò con Enrico III (l'ultimo re francese della dinastia Valois) contro la Lega Santa, dominata dalla famiglia Guisa. Quando il re venne ucciso da un fanatico della Lega (1589), Enrico salì sul trono di Francia con il nome di Enrico IV.Tuttavia la Lega Santa, sostenuta dalla Spagna e dal papa, che lo aveva scomunicato, rifiutò di riconoscere la legittimità di un sovrano protestante, e molti nobili cattolici che fino ad allora avevano sostenuto Enrico III abbandonarono l'esercito reale. Dopo aver accresciuto il proprio prestigio con altre importanti vittorie ad Arques e a Ivry, Enrico pose l'assedio a Parigi, roccaforte della Lega. Alla fine, l'assedio venne rotto da un esercito spagnolo proveniente dall'Olanda; Enrico sfruttò abilmente le divisioni all'interno della Lega e nel 1593 obbligò gli oppositori ad accettare una tregua, annunciando nuovamente la propria conversione al cattolicesimo. Un anno dopo corruppe il comandante della Lega di stanza a Parigi e lo convinse a farvi entrare il proprio esercito. Uno a uno, Enrico riuscì a battere o a corrompere i membri della casa di Guisa e nel 1595, quando dichiarò ufficialmente guerra alla Spagna, il papa gli concesse l'assoluzione.Con l'editto di Nantes (1598) Enrico lasciò una parziale libertà di culto ai protestanti; subito dopo firmò un trattato di pace con la Spagna. Vinta ogni opposizione, poté finalmente essere incoronato.

Il regno di Enrico

Nel 1599 Enrico ottenne dal papa l'annullamento del primo matrimonio, e l'anno successivo sposò Maria de' Medici. Affidò la riorganizzazione delle finanze al ministro Maximilien de Béthune, che favorì la ripresa economica della Francia dopo decenni di guerra civile. Furono incoraggiati l'agricoltura, l'artigianato e il commercio, e contemporaneamente vennero ridotti il carico fiscale sui contadini e i debiti contratti dalla nobiltà, con la promulgazione di una moratoria. Il sistema di nomine regie dei funzionari delle finanze e della magistratura venne formalizzato nel 1604 con l'istituzione di una tassa sulla carica, nota come paulette. Contemporaneamente Béthune iniziò la sostituzione dei funzionari regi con quelli impiegati nei corpi rappresentativi locali. Il programma di riforme interne venne accompagnato fino al 1609 da una politica estera volta al mantenimento della pace. In quell'anno però, nonostante l'opposizione di una buona parte dei cattolici francesi, Enrico iniziò i preparativi per intervenire in Germania contro la famiglia degli Asburgo; poco prima dell'inizio della campagna militare venne assassinato a Parigi da un fanatico cattolico.

Ugonotti Appellativo dato ai protestanti francesi di tendenza calvinista tra il 1560 e il 1629. Il protestantesimo si diffuse tra la nobiltà e la borghesia francesi nella prima metà del XVI secolo, favorito inizialmente dal re Francesco I; egli tuttavia verso la fine del suo regno modificò il proprio atteggiamento opponendosi al nuovo movimento religioso, così come il suo successore, Enrico II. Ciononostante nel 1559 il protestantesimo poteva contare su quindici chiese organizzate, divenute oltre 2000 due anni dopo.

La guerra civile

Tale crescita finì col suscitare l'allarme dei cattolici, aggiungendo l'elemento religioso ai motivi di scontro politico-dinastico che in quel periodo opponevano la casa regnante dei Valois a quella di Guisa. Caterina de' Medici (reggente per il figlio Carlo IX) seguì verso gli ugonotti una politica ambigua, avversandoli sul piano religioso ma appoggiandosi politicamente a loro; assunti i pieni poteri, Carlo IX passò invece a una persecuzione aperta, che provocò una violenta reazione anticattolica, portando a una serie di gravi conflitti interni alla nazione, consumatisi tra il 1562 e il 1598 (Vedi Guerre di religione). Alla guida degli ugonotti si susseguirono Luigi I di Borbone, principe di Condé, l'ammiraglio Gaspard de Coligny ed Enrico di Navarra (il futuro Enrico IV di Francia).Tra i cattolici vi furono invece Enrico I di Lorena, la stessa Caterina de' Medici ed Enrico III. Entrambe le parti si avvalsero di aiuti stranieri: gli ugonotti ottennero l'appoggio dell'Inghilterra, di molti principati tedeschi e della Svizzera; i cattolici ebbero il sostegno della Spagna. La prima fase del confronto sembrò chiudersi nel 1572, quando, a due anni dalla firma di un trattato che aveva garantito la libertà di culto agli ugonotti, Caterina e Carlo IX organizzarono il famoso massacro di San Bartolomeo in cui migliaia di protestanti, incluso lo stesso Coligny, vennero uccisi a tradimento.Le guerre proseguirono sotto il regno del successore di Carlo IX, Enrico III. Gli ugonotti, riorganizzatisi sotto la guida di Enrico di Navarra e riprese le armi, nel 1587 inflissero a Coutras una pesante sconfitta ai cattolici; fra questi si aprì un sanguinoso conflitto interno che portò in rapida successione all'assassinio del duca di Guisa (1588) e di Enrico III (1589), con cui la dinastia dei Valois si estinse, lasciando legittimo erede al trono di Francia proprio il protestante Enrico di Navarra. Assunta la corona con il nome di Enrico IV, questi si convertì al cattolicesimo per porre fine al conflitto (1593) e nel 1598 emanò l'editto di Nantes con cui riconosceva agli ugonotti una quasi completa libertà religiosa.

La fine delle persecuzioni

Sotto Enrico IV il partito protestante si rafforzò al punto che i successivi sovrani Luigi XIII e Luigi XIV, entrambi fautori di un potere monarchico assoluto, ripresero le persecuzioni, accendendo così una nuova fase della guerra civile. Il cardinale Richelieu indebolì innanzitutto gli ugonotti, espugnandone nel 1628 la principale roccaforte, La Rochelle. Luigi XIV si fece fautore di una linea di rigida intransigenza che lo portò a revocare l'editto di Nantes (18 ottobre 1685). Migliaia di ugonotti cercarono rifugio in Inghilterra, Germania, Olanda, Svizzera e nelle colonie inglesi nordamericane di Massachusetts, New York e South Carolina; gli altri, circa un milione, rimasero in patria, sistematicamente avversati dalla corona.

Solo l'affermarsi dello spirito dell'Illuminismo favorì il cessare delle persecuzioni: i protestanti francesi riguadagnarono gradualmente i diritti loro negati, fino a che un editto del 1787 non garantì loro il pieno esercizio dei diritti civili.

Notte di San Bartolomeo Uccisione di massa dei protestanti francesi (Ugonotti) perpetrata a Parigi nel 1572, nel giorno dedicato a San Bartolomeo (il 24 agosto), su ordine della regina madre Caterina de' Medici, intenzionata in questo modo ad avere definitivamente ragione del partito legato alla casa di Condé e del suo leader Gaspard de Coligny, che si opponevano all'autorità del figlio, il re Carlo IX. Le stime del numero delle vittime variano da 2000 a 100.000. Il massacro si diffuse dalla capitale francese verso le province, scatenando una nuova guerra di religione


Editto di Nantes Decreto emanato dal re di Francia Enrico IV il 13 aprile 1598 e revocato da Luigi XIV nel 1685. L'editto pose termine alla serie di guerre di religione che devastarono la Francia dal 1562 al 1598, regolando la posizione degli ugonotti (calvinisti).

L'editto concedeva la libertà di coscienza in tutto il territorio francese, la libertà di culto (tranne che a Parigi) e la possibilità per chiunque di accedere a cariche pubbliche e scuole.

I provvedimenti contenuti nell'editto non furono mai pienamente posti in atto e alcune clausole vennero abrogate dal cardinale Richelieu, ministro di Luigi XIII (1629). La persecuzione contro gli ugonotti riprese durante il regno di Luigi XIV, in particolare dopo il 1681; l'editto fu revocato quattro anni dopo.






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