|
Visite: 839 | Gradito: | [ Picolo appunti ] |
Leggi anche appunti:Il 1943 in Italia e la caduta del fascismoIl 1943 in Italia e la caduta del fascismo Nella lotta che seguì allo sfondamento I problemi dell'Italia UnitaI problemi dell'Italia Unita All'indomani dell'unificazione il nuovo stato si I trattati di pace dopo la prima guerra mondialeI trattati di pace dopo la prima guerra mondiale Alla conferenza di pace |
Marguerite Yourcenar arriva alla composizione di questo romanzo dopo lunghi anni di ricerche, indagini e tentativi. Il suo scopo era quello di far raccontare ad Adriano stesso la propria vita e coglie le sue impressioni nel momento in cui l'uomo vive la morte: Adriano è in fin di vita e scrive questa lettera a Marco Aurelio con le sue ultime forze. Yourcenar decide di effettuare la narrazione in maniera diretta, senza bisogno di intermediari, in questo modo il suo romanzo sfiora, per certi aspetti, la poesia. La prima idea era stata quella di fare del romanzo una serie di dialoghi, ma così facendo la personalità di Adriano sarebbe stata soffocata dalle altre. Il libro rappresenta per l'autrice una chiara presa di posizione del proprio mondo interiore. Per definire la tecnica letteraria dell'autrice potremmo dire che la lettera di Adriano presenta aspetti propri del monologo interiore: Adriano esprime fra sé e sé i suoi pensieri più reconditi e non li trasforma in un discorso pronunciato, i suoi pensieri vengono enunciati direttamente e seguono un ordine logico (rispettivamente a differenza del discorso indiretto libero e del flusso di coscienza).
Nel romanzo troviamo citazioni di riti religiosi: sappiamo che Adriano esercitò a lungo la carica di Pontifex Maximus. Nel libro vengono citati anche dei miti: il mitraismo, ad esempio; il culto del dio Mitra ebbe un'influenza enorme sulla formazione di Adriano. Mitra rappresenta la sua giovinezza passata nell'esercito a chilometri di distanza da Roma, a stretto contatto con le popolazioni barbare delle quali apprezzava in modo particolare la cultura.
Il romanzo è una lettera che Adriano scrive a Marco Aurelio. È una lettera divisa in diverse parti: Anima vagula blandula, Varius multiplex multiformis, Tellus stabilita, Saeculum aureum, Disciplina augusta, Patientia. Marguerite Yourcenar aggiunge, alla fine della lettera diverse pagine di appunti che ella stessa aveva scritto prima, dopo e durante la composizione del romanzo.
La lettera di Adriano per Marco Aurelio
diventa, poco a poco, 'lo sfogo d'un uomo che non ha più l'energia
necessaria per applicarsi a lungo agli affari dello stato; la meditazione
scritta d'un malato che dà udienza ai ricordi'. Nel libro c'è molta
malinconia: traspare sofferenza dalle parole di Adriano.
L'imperatore è pronto alla morte ed aspetta il fatidico momento con serenità,
calma e sollievo: rinuncia a combattere la morte, in un primo momento ha
intenzione di togliersi la vita da solo, ma viene persuaso dal tragico gesto
del suo amico medico. Accetta la fine da uomo e da imperatore, per quanto
riconosca quanto sia difficile rimanere imperatore in presenza del proprio
medico, con nobile e umile rassegnazione.
Adriano rivisita con la mente i principali eventi che hanno caratterizzato la sua straordinaria esistenza (regnò dal 117 al 138): parla della madre Plotina, che, oltre ad essere stata una delle donne più importanti della sua vita, era stata la sua unica vera amica; parla delle sue campagne militari, per lo più difensive; racconta dei suoi lunghi viaggi e cita le località visitate: 'L'estate successiva al mio incontro con Osroe, la trascorsi in Asia Minore: sostai nella Bitinia per sorvegliare di persona il taglio delle foreste di Stato. A Nicomedia, città luminosa, civile'(pag. 145); esprime i propri pensieri sulla famiglia (31 e oltre), sui libri (22); si lascia trasportare dai ricordi delle sue battute di caccia (8) e delle sue interminabili discussioni filosofiche; espone, descrivendolo minuziosamente il suo invidiabile 'modus vivendi' (41 e oltre). Parla dei sui rapporti con Traiano e del suo matrimonio con Sabina.
Se volessimo definire 'Memorie di
Adriano' ad una prima superficiale analisi diremmo che si tratta di un
romanzo epistolare: 'Mio caro Marco,'.
Non è così: troviamo aspetti tipici del romanzo epistolare, ma lo scopo di
Yourcenar non era certo quello di immedesimarsi in Adriano per scrivere una
semplice lettera, un diario immaginario o un'autobiografia intima e
spregiudicata al tempo stesso; 'Adriano' racconta la sua esperienza
umana, ma il suo scopo è quello di proclamare la sua verità interiore,
faticosamente raggiunta. Yourcenar utilizza documenti storici e letterari
incastrandoli nella sua creazione geniale. La sensibilità intellettuale e
l'intensità di analisi dell'autrice fanno di 'Memorie di Adriano' uno
scritto moderno, seppur riguardante la mentalità di un uomo vissuto duemila
anni fa.
Roma era per Adriano come una grande domus
che egli dirigeva con saggezza e maestria, la sua casa non avrebbe però dovuto
risentire delle sue assenze. Aveva capito che se Roma non fosse stata pronta ad
essere la città guida del mondo sarebbe stata schiacciata dall'enorme peso che
portava sulle spalle. Il compito di Adriano era quello di riorganizzare un
mondo già vivo: Humanitas, Felicitas, Libertas, queste le
parole che fece incidere sulle monete del Suo Impero. Aveva compreso
l'importanza del passato di Roma: doveva seguire l'esempio dei suoi
predecessori, senza però commettere gli errori che furono fatali per loro.
Adriano racconta di un episodio accaduto durante una sua visita in una miniera
in Spagna: uno schiavo si era scagliato su di lui armato di pugnale; Adriano
non ebbe difficoltà a neutralizzarlo, ma successivamente lo portò dal suo
medico; lo schiavo di colpo si rivelò una persona sensata e fedele. Adriano
paragona tutti gli uomini a quello schiavo e utilizza questa tematica per
esaminare argomenti importanti come la condizione della donna, la situazione
militare di Roma, l'igiene nella città, le varie caste sociali, ecc
Adriano aveva effettuato diverse conquiste militari, anche se viene ricordato
principalmente per i suoi interventi a difesa dell'Impero, conservando però il
rispetto verso l'uomo, lo stesso rispetto che la civiltà romana aveva ereditato
da quella greca.
L'ultima parte del libro è caratterizzata dall'intensa meditazione di Adriano: esamina le debolezze del suo spirito ed effettua intense considerazioni sulla sua esistenza. Potremmo dividere quest'ultima parte in tre livelli: nel primo Adriano parla della sua rassegnazione nei confronti dell'ormai imminente morte e riconosce come la sua pazienza stia dando i suoi frutti, non nega una certa preoccupazione per l'Impero che sta per lasciare; nel secondo effettua considerazioni sulle sue disperate condizioni fisiche (è malato incurabilmente di idropisia al cuore, una malattia che, per sua fortuna lo lascia lucido fino al momento del trapasso); nel terzo e ultimo esprime i suoi sentimenti di riconoscenza nei confronti delle persone che gli sono state sempre vicine e che non lo abbandonano neanche in quella disperata e tragica situazione. Yourcenar fa citare ad Adriano, alla fine del libro, dei versi composti realmente dall'imperatore stesso poco prima di morire: 'Piccola anima smarrita e soave, compagna e ospite del corpo, ora t'appresti a scendere in luoghi incolori, ardui e spogli, ove non avrai più gli svaghi consueti. Un istante ancora, guardiamo insieme le rive familiari, le cose che certamente non vedremo mai più Cerchiamo d'entrare nella morte a occhi aperti'.
Appunti su: |
|
Appunti Astronomia cosmologia | |
Tesine Archeologia | |
Lezioni Aeronautica | |