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Processi dell'unificazione dell'Italia
Risorgimento (1800) = è il periodo precedente all'unità d'Italia. L'Italia si liberò dai popoli stranieri.
Prima dell'unità ci furono tre guerre d'indipendenza, per scacciare gli austriaci dal Lombardo-Veneto.
L'Italia era divisa in tre blocchi: Impero Austriaco [Nord];
Stato della Chiesa [Centro];
Regno delle due Sicilie [Sud].
I Borboni
vengono mandati via con
si forma il Regno d'Italia senza lo Stato della chiesa e Venezia.
Lo Stato della Chiesa era molto vasto (comprendeva il territorio del Lazio, Umbria, Marche e Toscana).
Il Papa era contrario all'unità. Il re blocca Garibaldi che voleva entrare nel papato. Il papato era protetto dalla Francia e il re voleva evitare qualsiasi squilibrio.
Venezia era autonoma e indipendente.
Sotto i Savoia..
(Problemi dell'Italia unificata).
Era stato istituito il suffragio per censo, quindi non tutti possono votare.
Bisognava avere 25 anni e saper leggere e scrivere.
Nel 1861 il censimento rivelò il 90% di analfabeti in Italia, invece nel 1870 (con l'annessione di Roma e Venezia) abbiamo l'85% di analfabeti.
L'economia era arretrata a causa dell'organizzazione politica per l'unità.
Al nord gli austriaci avevano promosso l'economia (aziende e prodotti tipici della zona), adottarono inoltre il Codice Napoleonico : 1 - Istruzione Elementare, 2 - Aziende agricole a conduzione familiare.
Al sud abbiamo ancora un'economia feudale. Agricoltura feudale, latifondo, contadini con mezzi arretrati. [Questione meridionale].
Si presenta il problema istituzionale.
Nascono i primi governi di destra e di sinistra.
Si trova un compromesso: ogni territorio sarà sotto l'autorità di un prefetto e le regioni avranno un potere ma limitato.
La sinistra sale al potere.
Crispi.
Dopo l'unità fino alla prima guerra mondiale l'Italia venne caratterizzata da due importanti capi di governo, che furono Crispi e successivamente Giolitti.
Crispi, politico di sinistra, aveva un'impronta da conservatore e autoritario e salì come capo del governo alla morte di Depretis.
Diede luogo a delle riforme amministrative, era uno statalista. La sua politica estera era potente. Istituì un nuovo codice penale, abolì la pena di morte e attuò un'economia protezionistica [: si vogliono proteggere le dogane, più esportazione e meno importazione, dunque meno tasse].
Attuò una politica coloniale e abbandonò
l'alleanza con
Il Colonialismo esiste di due tipi differenti:
il colonialismo di sfruttamento: come fecero gli Spagnoli in America del Sud, ovvero sfruttamento di terre e abitanti;
e il colonialismo di popolamento: come fecero gli europei in America del Nord, ovvero la costruzione di Colonie.
L'Africa era l'oggetto di desiderio degli europei tra la fine dell'800 e l'inizio del 900.
Fallì il tentativo delle truppe italiane di insediarsi in Etiopia, la guarnigione italiana fu massacrata.
Allora Crispi firmò un trattato con l'imperatore etiope, ma il conflitto fu inevitabile quando gli italiani presero i possedimenti sulle coste del Mar Rosso e dovettero bloccare il passaggio di altri italiani, così Crispi dette le dimissioni.
La crisi agraria.
La crisi agraria colpì le economie agricole più arretrate, tra cui l'Italia, negli anni ottanta.
Caddero i prezzi dei prodotti agricoli, soprattutto dei cereali, a causa del commercio proveniente dal nord America. Questo provocò un calo della produzione agricola e mise in luce l'arretratezza dell'agricoltura italiana che era impreparata ad affrontare la concorrenza estera.
La fragilità economica colpiva anche l'industria, i prodotti erano più cari che quelli importati: vennero istituite della tariffe doganali che proteggevano dalla concorrenza sia alcuni settori industriali che i produttori di cereali.
Questa decisione non andava bene alla Francia, che danneggiò le agricolture specializzate da esportazione del sud, aggravando così lo squilibrio tra nord e sud d'Italia.
Crisi finanziaria:
alcuni istituti di credito e banche hanno fallito perché emettevano troppo denaro, più della quantità di oro posseduto dallo stato.
Giolitti
riordinò il sistema bancario istituendo
Nascita dei partiti di massa: Socialisti e Cattolici.
Nel nord si formarono le Leghe dei contadini a seguito della crisi agraria (fu necessario importare il grano dall'America). L'agricoltura era il settore più diffuso su cui si basava il paese.
Il governo peggiorò la situazione utilizzando misure protezionistiche.
Ci fu un malessere generale dopo l'unità.
A causa dell'istituzione della leva obbligatoria, le campagne disponevano di meno braccianti; il sistema fiscale dei Savoia venne applicato anche al Sud; col passaggio alla moneta unica ci fu un rincaro prezzi e l'inflazione; le tasse vennero pensate per un'agricoltura ideale (sul quantitativo di terreni e non più sui prodotti).
Nel Nord ci fu l'organizzazione in Leghe che si trasformarono nei SINDACATI;
nel Sud
invece si organizzarono in Fasci e Bande e da lì nacque il BRIGANTAGGIO
MERIDIONALE e
[Grazie a Marx cominciò a diffondersi il pensiero politico comunista e socialista.]
L'obbiettivo era quello di ottenere un migliore tenore di vita e un giusto salario.
I Socialisti
volevano ottenere i loro obbiettivi con una Lotta di Classe [il popolo contro la classe abbiente], secondo loro
i Cattolici, invece, tramite una Lotta Interclassista [accordo, mediazione], secondo loro la giustizia si può ottenere solo dopo la morte.
Si diffuse velocemente un forte sentimento Anticlericale perché la chiesa era ancora contro l'unità d'Italia. Il papa non voleva perdere il potere temporale. Nel mentre tutti i beni della Chiesa vennero confiscati dallo Stato.
Cominciò la costruzione dei partiti.
Turati fece nascere il primo partito politico italiano: il PSI, partito socialista italiano.
Il papa con il Non Expedit aveva vietato ai Cattolici di prendere posto alla vita politica.
I cattolici allora si organizzarono tra di loro. In seguito il Non Expedit venne abolito.
Nel 1901 nasce Democrazia Cristiana: i cattolici entrano nella scena politica, appoggiando Giolitti vogliono contrastare i Socialisti.
Venne
attuata in quel periodo anche
Crisi del 1898
Ci fu un rincaro del pane a causa del dazo sul grano.
Si diffusero varie malattie tra la popolazione (rachitismo, tubercolosi, pellagra, malaria).
Si verificarono varie rivolte in tutto il Paese, queste erano spontanee, ovvero non c'era un'organizzazione dietro, ed erano contro il Re, a causa della fame.
Nel
Le situazioni del Nord e del Sud sono differenti: al Nord scioperano gli operai e c'è la presenza dei sindacati, al sud c'è la rivolta nelle campagne.
Lo stato fa fatica a controllare il malcontento e si agisce con forme repressive nei confronti della popolazione; non c'è un governo solido e non c'è una storia di unificazione.
Con il lavoro nelle fabbriche si ha la prima divisione del lavoro, anche le donne e i bambini ci lavoravano (questi ultimi anche nelle miniere).
Nasce il Proletariato , una nuova forza lavoro.
I sindacati si formano nel Nord grazie alle fabbriche, perché tutti i lavoratori sono a contatto tra loro per la maggior parte della giornata. Nel sud ci sono ancora i latifondi.
Nacque
Giolitti
Nel primo 900 andava affermandosi un relativo benessere europeo e cominciò con un grande ottimismo (guardando soprattutto ai progressi della scienza).
In Italia dopo l'autoritarismo di Crispi, Giolitti sale come capo del governo; questo periodo venne chiamato "Età Giolittiana".
La politica interna e la politica estera erano due cose distinte.
Fallì completamente nella politica estera, conquistando solo qualche colonia africana.
Diede invece un grande contributo alla politica interna. Intraprende un percorso diverso da Crispi nei riguardi delle manifestazioni sindacali degli operai. In questo periodo ci fu la nascita di partiti politici che segneranno il 900.
Nel 1906 ci fu il primo sciopero generale su tutta l'Italia, partì dalla Sardegna.
Giolitti non persegue gli scioperi con la forza, se succede è per colpa degli amministratori locali.
Preferisce ascoltare i lavoratori; riuscì a stabilire una mediazione tra i lavoratori e i grandi capitalisti proprietari delle fabbriche.
Questo fu uno sciopero solo operaio, più avanti si avrà l'occupazione delle terre.
Giolitti concede alla classe operaia dei diritti molto importanti: la tutela alla salute per gli uomini, la tutela alla maternità per le donne, l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e la pensione.
Tutti questi diritti vennero dati alla classe operaia delle grandi fabbriche e solo quando il capitalista accettava, quindi dato che non tutti godevano di questi diritti, si può parlare di Aristocrazia Operaia.
Verso il 1910 cominciò un flusso migratorio verso Argentina e Stati Uniti, che partì soprattutto dal meridione.
Per lo stato, consapevole di questo fenomeno, l'emigrazione è vista come una valvola di sfogo, anche dal governo; quest' ultimo non ostacola questi flussi, ma li favorisce. L'emigrazione toglie tensioni sociali dovute alla fame e alla miseria.
Bisogna impegnarsi e creare le situazioni adatte per far sì che l'emigrazione non accada.
Giolitti
riesce a mantenere
Giolitti ottenne un largo consenso tra i grandi partiti, perde consenso popolare e politico solo nella politica estera, dove appunto fallì.
istituisce il suffragio universale maschile - dai 21 anni (dai 30 anni per il senato), bisognava saper leggere e scrivere. Era limitativo perché in Italia c'era ancora il 50% di analfabeti.
Giolitti pian piano perde il controllo della situazione: viene appoggiato dai conservatori - nazionalisti.
La società cambia e le idee di Giolitti sono passate.
| Col
governo Salandra si scatenano
scioperi e insurrezioni popolari,
| Il governo attuò un'azione repressiva contro i manifestanti.
L'economia sotto Giolitti.
Ci fu un incremento della produzione industriale. Vennero affermandosi nuovi settori, come quello della Meccanica, chimica e siderurgia.
Si verificò una trasformazione dell'organizzazione societaria delle imprese, con un passaggio da una società di persone ad una società per azioni, e la figura del padrone-capitano dell'industria divenne capitalista-imprenditore.
Ci fu un grande balzo per la produzione di ghisa e acciaio.
La meccanica pesante era legata alle commesse di materiale navale e andava affermandosi sempre di più.
L'apparato industriale non era orientato verso il mercato interno ma alla spesa pubblica e alle protezioni del governo.
L'industria saccarifera crebbe, si espandevano le agricolture di barbabietole nella pianura padana.
Giovanni Agnelli, Vincenzo Lancia e Camillo Olivetti erano industriali che si lanciarono nella produzione di nuovi beni, in Italia sconosciuti, come l'automobile o la macchina per scrivere.
In questi nuovi settori si diffuse la catena di montaggio, la produzione di serie, le reti commerciali e la pubblicità.
L'industria chimica produceva concimi per l'agricoltura.
La nuova energia prodotta dall'industria idroelettrica sostituì pian piano la macchina a vapore e la forza motrice idraulica. Il mercato era stato monopolizzato da poche imprese, in questo caso.
Urbanesimo. Tutti negli agglomerati cittadini, le fabbriche e gli operai erano collocate in Periferia.
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