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Prima guerra mondiale appunti
Guerra combattuta tra il 1914 e il 1918 da
ventotto nazioni, raggruppate negli opposti schieramenti delle Potenze alleate
(comprendenti tra le altre Gran Bretagna, Francia, Russia, Italia e Stati
Uniti) e degli Imperi Centrali (Germania, Austria-Ungheria, Turchia e
Bulgaria). Causa immediata della guerra fu l'assassinio, il 28 giugno
Sarajevo 1914: attentato all'arciduca Francesco Ferdinando Il 28 giugno
. L'assassinio dell'arciduca austriaco agì perciò da detonatore in un'Europa già profondamente lacerata da rivalità nazionalistiche, con effetti catastrofici.
Dichiarazione di guerra.
Il governo di Vienna, ritenendo l'assassinio opera del movimento nazionalista serbo, assicuratosi l'appoggio della Germania inviò un ultimatum alla Serbia ritenuta responsabile di un piano antiaustriaco. A quel punto la catena delle alleanze fece precipitare la situazione e in rapida successione si ebbero la dichiarazione di guerra dell'Austria alla Serbia (28 luglio), la mobilitazione della Russia, le dichiarazioni di guerra della Germania alla Russia (1° agosto) e alla Francia con la conseguente invasione del Belgio (3 agosto), e l'entrata in guerra della Gran Bretagna a sostegno dei belgi (5 agosto) che provocò la reazione tedesca. Mentre l'Italia si dichiarava neutrale, anche il Giappone (alleatosi con gli inglesi nel 1902) dichiarò guerra al Reich il 23 agosto, attaccandone subito dopo i possedimenti asiatici. La firma del trattato di Londra, avvenuta il 5 settembre 1914, sanciva l'alleanza tra Francia, Gran Bretagna e Russia
Il fronte occidentale
Il piano strategico
tedesco (noto come 'piano Schlieffen', dal nome del capo di stato
maggiore che lo aveva elaborato già nel 1905), affidato al generale Helmuth von
Moltke, prevedeva una rapida guerra di movimento contro
DEFINIZIONE TRINCEE: Trincee
della prima guerra mondiale
Successive offensive franco-inglesi portarono allo sfondamento della prima linea delle trincee tedesche, ma in termini generali nel corso del 1915 non si produssero sostanziali modifiche rispetto alle posizioni stabilite alla fine dell'anno precedente. Il fallimento della guerra-lampo portò alla sostituzione di von Moltke con il generale Erich von Falkenhayn al comando supremo delle forze tedesche.
Il fronte orientale
Nell'agosto del 1915 due armate russe attraversarono il confine orientale della Germania, ma furono fermate dalle divisioni dei generali von Hindenburg e Ludendorff che inflissero agli invasori una sconfitta decisiva nella battaglia di Tannenberg (26-30 agosto) e in quella dei laghi Masuri (6-14 settembre). Nel frattempo altre quattro armate russe, invaso il territorio austriaco, avanzarono in Galizia senza incontrare resistenza sino ai confini con l'Ungheria (fine marzo 1915); l'azione venne però bloccata dalla controffensiva austro-tedesca che dai monti Carpazi proseguì in Polonia centrale (maggio), Lituania e Curlandia (settembre), obbligando i comandi russi a richiamare le truppe dalla Galizia.
Il fronte turco
Turchia entrò in guerra il
29 ottobre 1914, cooperando da subito con
Il fronte italiano
L'Italia stipulò un
trattato segreto, il cosiddetto patto di Londra (26 aprile 1915), con Gran
Bretagna, Francia e Russia, in base al quale si impegnava a entrare in guerra
in cambio di compensi territoriali in Trentino, Alto Adige, Istria, Dalmazia,
Albania e nel Dodecaneso. Il 24 maggio dichiarò guerra all'Austria-Ungheria,
impegnando quest'ultima su un secondo fronte. Le prime quattro battaglie
dell'Isonzo (29 giugno-7 luglio, 18 luglio-10 agosto, 18 ottobre-3 novembre, 10
novembre-10 dicembre) ebbero un esito incerto per le forze italiane, che
fallirono l'obiettivo di spezzare le linee austriache e conquistare Trieste.
Come per tutte le potenze belligeranti, anche per l'Italia la guerra si
tradusse in un logorante conflitto di posizioni, per di più affrontato in
condizioni sfavorevoli in quanto gli austriaci controllavano le postazioni più
elevate nel Trentino, nel Friuli e in Carnia. Gli austriaci allentarono la
pressione italiana con una violenta controffensiva in Trentino (
1916:
Nel 1916, dopo aver trasferito 500.000 uomini dal fronte orientale a quello occidentale, l'esercito tedesco sferrò un massiccio attacco alla Francia: primo obiettivo fu la cittadina fortificata di Verdun (21 febbraio), ma l'avanzata tedesca fu contenuta e le forze alleate poterono rispondere con una controffensiva. Essa iniziò il 1° luglio e protrattasi fino al mese di novembre. Né l'una né l'altra operazione furono tuttavia decisive: la spaventosa carneficina (1.600.000 morti) risultò inutile ai fini della guerra.
Fronte italiano (1914-1918) Dopo aver dichiarato guerra all'Austria-Ungheria, nel maggio del 1915, le forze italiane attaccarono i contingenti austriaci lungo i confini. Nel tentativo di occupare Trieste, città di tradizioni italiane e importante sbocco sul mare per l'Europa continentale, gli italiani combatterono, fra l'estate e l'autunno del 1915, quattro battaglie di esito incerto.
L'esercito italiano occupò Trieste solo nel 1918, e al termine del conflitto la città venne annessa al Regno d'Italia.
Sul fronte italiano il 1916 fu segnato dalla quinta inconcludente battaglia dell'Isonzo e dall'offensiva austriaca in Trentino, i cui risultati furono comunque annullati dalla reazione italiana nella campagna estiva. Tra agosto e novembre altre quattro battaglie ebbero luogo sull'Isonzo, ancora senza risultati a parte la conquista italiana di Gorizia (9 agosto).
Tentativi di negoziato |
Nel corso del 1916 il
presidente degli Stati Uniti (a quel tempo ancora neutrali) Woodrow Wilson
cercò di spingere al negoziato le potenze belligeranti sulla base di una
'pace senza vittoria'. A fine anno il governo tedesco rese nota la
disponibilità in tal senso degli Imperi Centrali, alla quale tuttavia
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1917: L'ENTRATA IN GUERRA DEGLI STATI UNITI E IL RITIRO RUSSO |
La posizione di Wilson
riguardo alla guerra mutò decisamente nel gennaio del 1917, quando
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Lo sbarco degli americani |
Dopo la dichiarazione di guerra alla Germania, il governo degli Stati Uniti organizzò rapidamente una forza di spedizione in Europa al comando del generale John Pershing. Entro la fine di maggio 175.000 soldati americani erano già dislocati in Francia; sarebbero ammontati a quasi due milioni verso la fine della guerra.
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La guerra sottomarina |
Sempre nel 1917 i tedeschi
dovettero riconoscere fallito il tentativo di spingere
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Lo scoppio nel marzo 1917 dell'insurrezione popolare contro il governo imperiale portò all'abdicazione dello zar Nicola II. Appena insediato, il governo provvisorio si impegnò a proseguire la guerra, ma la successiva Rivoluzione bolscevica (6-7 novembre, 24-25 ottobre secondo il calendario giuliano) avrebbe portato al ritiro della Russia dalla guerra. Sul fronte militare, le forze russe al comando del generale Aleksej Brusilov avanzarono sul fronte della Galizia, perdendo successivamente gran parte del territorio conquistato; la controffensiva tedesca ebbe come risultato la conquista di Riga, difesa dal generale russo Lavr Kornilov, di gran parte della Lettonia e di alcune isole russe nel Baltico. Il 20 novembre il nuovo governo offrì alla Germania la sospensione delle ostilità: l'armistizio, che determinò la fine dei combattimenti sul fronte orientale, fu firmato dai rappresentanti di Russia, Austria e Germania il 15 dicembre.
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Sconfitte italiane |
Durante i primi otto mesi dell'anno, nonostante le carenze in effettivi, artiglieria e munizioni, le forze italiane al comando del generale Luigi Cadorna proseguirono gli sforzi per sfondare le linee austriache sul fiume Isonzo e conquistare Trieste (decima e undicesima battaglia dell'Isonzo), senza che si producessero risultati di rilievo. L'ultimo trimestre dell'anno fu invece segnato da una decisa offensiva mossa da nove divisioni austriache e sei tedesche, sopraggiunte dall'ormai inattivo fronte orientale: attaccando sulla parte alta dell'Isonzo, riuscirono a rompere le linee italiane, costringendo il contingente nemico a ripiegare disordinatamente sul fiume Piave. Nella disastrosa battaglia di Caporetto, oltre alle vittime le truppe italiane contarono 300.000 prigionieri e quasi altrettanti disertori, sfiorando la disfatta. Sull'estrema linea del Piave venne fermata la controffensiva che avrebbe potuto costringere l'Italia alla resa definitiva; in novembre truppe inglesi e francesi giunsero di rinforzo, mentre Cadorna veniva sostituito dal generale armando diaz
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L'entrata in guerra della Grecia |
Vista la situazione di stallo sul piano delle operazioni militari sul fronte dei Balcani, gli Alleati esercitarono pressioni sul re Costantino I con l'obiettivo di ottenere la sua abdicazione. L'invasione della Grecia fu avviata nel giugno del 1917: il monarca greco rinunciò alla corona in favore del figlio Alessandro e Venizelos assunse la guida del nuovo governo, dichiarando guerra agli Imperi Centrali il 27 giugno.
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1918: |
Il 3 marzo 1918 la Russia
firmò la pace di Brest-Litovsk, che poneva ufficialmente fine alla guerra con
gli Imperi Centrali in termini decisamente favorevoli a questi ultimi; il 7
maggio fu
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Ritiro della Bulgaria e dell'Austria-Ungheria |
Proprio sul fronte dei
Balcani, tuttavia, l'esito finale dei combattimenti risultò disastroso per gli
Imperi Centrali: in settembre 700.000 soldati alleati avviarono contro le
truppe nemiche di stanza in Serbia un'offensiva congiunta che alla fine del
mese costrinse
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Ritiro della Turchia |
Anche la campagna in Palestina
si concluse vittoriosamente per gli Alleati. In settembre gli inglesi misero in
fuga l'esercito turco e il corpo di spedizione tedesco che lo assisteva; nel
frattempo le forze francesi conquistavano il Libano e
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Ultime offensive tedesche |
La politica di pacificazione
del presidente americano Wilson, riassunta nei famosi Quattordici punti, aveva
come obiettivo il conseguimento di una pace giusta e indusse gli Imperi
Centrali a cessare le ostilità alcuni mesi dopo. All'inizio del 1918,
rendendosi conto della necessità di portare a conclusione il confronto sul
fronte occidentale prima che gli americani potessero attestarvisi, i tedeschi
decisero l'attacco finale che avrebbe dovuto portarli fino a Parigi.
L'offensiva, iniziata il 21 marzo, fu diretta contro il fronte britannico
dislocato a sud di Arras; gli Alleati incaricarono del collegamento delle
operazioni il generale Foch, che assunse il comando generale di tutti gli
eserciti alleati in Francia. Da aprile a giugno le forze tedesche avanzarono
fino a giungere a
Tra la fine di agosto
e i primi di settembre le forze britanniche e francesi conseguirono una serie
di vittorie, obbligando i tedeschi a retrocedere fino alla linea Hindenburg;
l'avanzata continuò tra ottobre e novembre, quando forze angloamericane
raggiunsero Cambrai, la foresta delle Argonne e Sedan, costringendo le truppe
tedesche a ritirarsi progressivamente da tutto il fronte occidentale. Nel
frattempo, su richiesta del generale Ludendorff, il governo tedesco tentava di
avviare trattative per un armistizio, subito arenatesi però per il rifiuto del
presidente Wilson di negoziare con governi non democratici. La disfatta militare
ebbe ripercussioni nella situazione politica interna tedesca: la flotta si
ammutinò, l'imperatore Guglielmo II abdicò e cercò rifugio in Olanda, mentre in
Germania veniva proclamata
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Il più importante scontro
navale fu la battaglia dello Jutland, combattuta fra il 31 maggio e il 1°
giugno 1916 tra le flotte inglese e tedesca. Seppure le perdite inglesi, sia in
navi sia in vite umane, superassero quelle della Germania, la flotta del Reich
rientrò nei porti nazionali per non tornare più in azione. Nel 1917 i
responsabili militari tedeschi fecero nuovamente ricorso alla guerra
sottomarina indiscriminata, convinti che questo fosse l'unico modo per
contrastare
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LA GUERRA AEREA |
La prima guerra mondiale incoraggiò la produzione e l'uso militare di aeroplani e dirigibili utilizzati per azioni di perlustrazione, osservazione e bombardamento. Una caratteristica della guerra furono le incursioni condotte per mezzo di dirigibili o di aeroplani su importanti centri nemici situati lontano dal fronte di battaglia. La prima incursione aerea tedesca su Parigi ebbe luogo il 30 agosto 1914; la prima ai danni dell'Inghilterra fu scatenata su Dover, il 21 dicembre dello stesso anno. Durante il 1915 e il 1916 dirigibili tedeschi del tipo Zeppelin effettuarono 60 incursioni sull'Inghilterra orientale e su Londra, con l'obiettivo di danneggiare l'industria inglese e minare il morale della popolazione civile.
A partire dalla metà del 1915 i duelli aerei tra singoli aeroplani o tra squadroni nemici diventarono comuni. I tedeschi imposero la loro superiorità aerea dall'ottobre del 1915 al luglio del 1916, quando la supremazia passò agli alleati (in particolare agli inglesi), che la mantennero definitivamente anche grazie all'entrata in guerra degli Stati Uniti. Tra gli assi del volo più famosi, si ricordano l'italiano Francesco Baracca, abbattuto sull'altopiano del Montello dagli austriaci, l'americano Eddie Rickenbacker, il canadese William Avery Bishop e il tedesco Manfred von Richthofen, noto come 'Barone Rosso'.
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I TRATTATI DI PACE |
Durante la conferenza
di Versailles, che vide riunite le 27 nazioni vincitrici della guerra tra il
gennaio del 1919 e l'agosto del 1920, furono concluse le paci separate con le
potenze sconfitte: il trattato di Versailles (28 giugno 1919) con
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BILANCIO DELLA GUERRA |
La guerra era durata 4 anni, 3 mesi e 14 giorni di combattimenti, causando circa 12 milioni di morti tra militari e civili; diversi milioni furono i feriti. Un'intera generazione di europei fu falcidiata dalla carneficina: francesi, inglesi, tedeschi e russi persero tra il 15 e il 20% dei loro uomini in età compresa tra i 18 e i 30 anni, appartenenti indifferentemente alle classi inferiori e a quelle elevate. Infatti, nel carnaio delle trincee e nei massacri delle battaglie morirono tanto i soldati semplici, reclutati perlopiù tra i contadini, quanto gli ufficiali che li guidavano.
Nonostante la speranza che gli accordi raggiunti alla fine della guerra potessero ristabilire una pace duratura, la prima guerra mondiale pose al contrario le premesse di un conflitto ancor più devastante. Gli Imperi Centrali dichiararono la loro accettazione dei 'Quattordici punti' del presidente Wilson come base per l'armistizio, aspettandosi che i loro princìpi ispiratori avrebbero costituito il fondamento dei trattati di pace. Al contrario, gli Alleati europei si presentarono alla conferenza di Versailles e a quelle successive determinati a esigere dagli Imperi Centrali riparazioni equivalenti all'intero costo della guerra, nonché a spartirsi tra loro i territori e i possedimenti delle nazioni sconfitte, secondo gli impegni presi in accordi segreti stabiliti tra il 1915 e il 1917, prima dunque dell'entrata in guerra degli Stati Uniti.
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Conseguenze economiche |
Ancor più grave fu il dissesto finanziario i cui effetti negativi si aggiunsero ai problemi derivanti non solo dalla riconversione delle industrie dalla produzione militare a quella civile, ma più in generale dal riassetto di un intero sistema economico. La guerra per oltre quattro anni aveva finalizzato la produzione, gli scambi, la gestione monetaria, la macchina burocratica degli stati, realizzando la mobilitazione totale delle risorse umane e materiali. Ne erano state sconvolte le regole precedenti.
Per quanto concerne l'aspetto finanziario, la guerra aveva generato un enorme disavanzo nei bilanci statali, sollecitati alla spesa dalle esigenze militari. Nelle transazioni monetarie l'instabilità dei cambi aveva prodotto inflazione e svalutazione a livelli incontrollati. In queste condizioni rimettere sotto controllo le finanze statali si presentava come un problema arduo, dai complessi risvolti sociali e politici, prima che tecnici. Anche la situazione industriale apparve di difficile gestione nel momento in cui vennero a mancare le commesse statali, che in tempo di guerra avevano trainato interi settori, quali il meccanico, il tessile, il chimico. Insorsero gravi problemi legati alla riconversione dell'industria bellica. Inoltre bisognava trovare un lavoro per i milioni di reduci dal fronte.
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Conflitti sociali |
La guerra aveva innescato profondi e ampi sommovimenti in tutte le società coinvolte e aveva depositato nella coscienza di milioni di uomini il ricordo brutale della violenza. Dal rifiuto morale che molti soldati e ufficiali elaborarono in risposta ai massacri, scaturì un odio profondo verso la guerra che si tramutò in un impulso di riscatto. Sentimenti simili furono all'origine della Rivoluzione russa del 1917, ma anche delle lotte operaie e contadine che si manifestarono in Germania, in Francia, in Italia tra il 1917 e il 1922. Al contrario, nei soldati che non avevano avvertito un'opposizione morale alla guerra, l'esperienza sotto le armi aveva lasciato impressioni di forza bruta, abitudini all'uso della violenza, attitudine alla prevaricazione fisica, tutte componenti queste che prepararono il clima psicologico delle forze reazionarie attive in Europa già dal 1919. La crisi del dopoguerra infine, se travolse operai e contadini, agrari e industriali, turbò ancora di più i ceti medi, esposti ai contraccolpi dell'inflazione e alla perdita di reddito e di prestigio, predisponendoli a favorire soluzioni autoritarie con le quali liquidare i conflitti ideologici e gli squilibri sociali.
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