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L'Uomo di Neandertal
Già attorno ai 300.000 anni fa, durante la fase più recente del Paleolitico inferiore, in Europa si vengono lentamente a definire i caratteri di un tipo umano assai particolare, protagonista indiscusso del Paleolitico medio europeo (120-35.000 anni fa circa): l'uomo di Neandertal o Homo sapiens neanderthalensis.
I neandertaliani possedevano una massa cerebrale di dimensione analoga a quella dell'uomo moderno. Non erano particolarmente alti di statura, ma presentavano una corporatura assai robusta e muscolosa.
Il loro cranio era schiacciato e allungato; avevano una fronte bassa e sfuggente, caratterizzata da un'arcata sopracciliare piuttosto marcata.
Abitati e modo di vita
Il loro modo di vita era caratterizzato da
una elevata mobilità stagionale, indirizzata allo sfruttamento di una vasta
gamma di risorse. |
Le sepolture
All'uomo
di Neandertal sono associate le più antiche sepolture intenzionali della storia
umana.
Questa preoccupazione di tipo spirituale si associa alle più antiche tracce di
comportamenti simbolici, come incisioni su ossa, presenza di sostanze coloranti
(ocra rossa) e raccolta di oggetti curiosi (minerali, fossili).
I manufatti
I manufatti in pietra dell'uomo di Neandertal sono in gran parte ascrivibili alla cosiddetta cultura Musteriana (dal sito francese di Le Moustier). Tra i metodi di scheggiatura prevalgono quelli levallois.
Gli strumenti sono costituiti da punte, ritoccate o no, raschiatoi, di diversa forma e dimensione, denticolati e più raramente da bifacciali, grattatoi e bulini.
Gli ultimi neandertaliani
Tra i
40 ei 30.000 anni fa, contemporaneamente alla diffusione in Europa dell'uomo
moderno, alcune comunità di Neandertaliani, poste in zone periferiche, daranno
vita a nuovi aspetti culturali (Castelperroniano, Uluzziano). I metodi di
scheggiatura di tipo laminare diventeranno pressoché esclusivi e compariranno
elementi decorativi costituiti da denti, ossa e conchiglie.
Questi manufatti rappresenteranno l'ultima espressione culturale dei
Neandertaliani, che si estingueranno del tutto attorno ai 35-30.000 anni fa.
Lfuomo sapiens sapiens
L'uomo è un mammifero relativamente primitivo per quanto riguarda l'anatomia: ad esempio il numero di dita è quello originario della classe e non presenta grosse specializzazioni. Possiede una mole notevole, ben superiore alla media dei Mammiferi e degli stessi Primati.
Una particolarità notevole è la stazione eretta, ottenuta mediante rotazione di 90< dell'asse corporeo all'altezza del bacino.
Conseguenze di tale modifica sono: l'irrobustimento degli arti inferiori rispetto ai superiori, varie modifiche alla spina dorsale e alla circolazione e la liberazione degli arti superiori da funzioni locomotorie. Questo adattamento è relativamente recente rispetto alla scala temporale dell'evoluzione organica: una conseguenza è la suscettibilità a patologie della colonna vertebrale e della circolazione degli arti inferiori.
Le mani umane hanno subito un'evoluzione che perfeziona l'adozione del pollice opponibile da parti di quasi tutti i Primati e permette la costruzione di strumenti e altri lavori delicati e di precisione.
Lo sviluppo della corteccia cerebrale ha permesso un salto di qualità nel livello di complessità del comportamento.
L'
essere umano (Homo sapiens sapiens) è un mammifero
placentato appartenente all' ordine dei Primati.
Il maschio
adulto è detto uomo,
la femmina
adulta donna.
Unica specie
attualmente vivente del genere Homo, pur essendo cosmopolita, è caratterizzata
da un' inusitata omogeneità genetica
Homo sapiens sapiens
Nel 1868 alcuni operai francesi, che lavoravano alla linea ferroviaria Marsiglia-Bordeaux, scoprirono a Cro-Magnon in Dordogna i resti di cinque scheletri umani disposti sopra focolari contenenti strumenti lavorati ed ossa di animali. Gli scienziati poterono presto confrontare quegli scheletri con altri nel frattempo rinvenuti: tutti vennero attribuiti ad un tipo di uomo più evoluto dell' uomo di Neandertal, che fu chiamato uomo di Cro-Magnon. Seguendo la classificazione ora correntemente adottata dai paleoantropologi, questi uomini appartengono alla sottospecie Homo sapiens sapiens, cioè in altre parole non differiscono dall'umanità attuale se non per particolari morfologici trascurabili.
L'uomo di Cro-Magnon si diffuse in Europa intorno a 40.000 anni or sono, e in poco tempo soppiantò le preesistenti popolazioni di neandertaliani. Sulla sua origine prevale l'ipotesi africana: Homo sapiens sapiens si sarebbe formato in Africa a partire da 200.000 anni or sono, convivendo per un lungo periodo con le popolazioni di Homo sapiens, e si sarebbe poi irradiato fuori dall'Africa.
Con l'uomo di Cro-Magnon e i suoi contemporanei europei ed extraeuropei l'evoluzione fisica raggiunge il livello dell'uomo attuale e l'evoluzione culturale, in progresso sempre più rapido, diviene il meccanismo principale con cui l'uomo risponde alle pressioni dell'ambiente in cui vive. Questi 'uomini moderni' in effetti manifestano di possedere una cultura ben articolata e molto più complessa rispetto ai loro progenitori, come è testimoniato dalle nuove tecnologie per la lavorazione della pietra, dell'osso, del corno, dai ritrovamenti di vere e proprie opere d'arte, dallo sviluppo di una sempre più organizzata vita sociale.
Probabilmente questa rapida evoluzione fu favorita dall'invenzione
di vere e proprie forme di linguaggio, che permisero in modo molto più chiaro e
immediato lo scambio di idee, esperienze, sensazioni, sentimenti; quel che è
certo è che i ritrovamenti sinora effettuati dai paleoantropologi hanno messo
in luce la grande quantità e qualità di strumenti di selce, osso e corno usati,
e in particolare gli strumenti usati esclusivamente per fabbricarne altri.
Venne inventata la tecnica dell'incastro e con essa si fabbricarono armi e
altri oggetti con manici in legno.
Gli uomini inventarono l'arco, e impararono a cucire e a preparare indumenti in
pelle con maniche e pantaloni adatti per proteggere il corpo dal freddo, dagli
animali, dalla vegetazione. Artisti scolpirono statuette di pietra e di
argilla, incisero la pietra e l'avorio e dipinsero le pareti delle caverne,
forse per esprimere i loro sentimenti, o per scopi magici e religiosi e per
esorcizzare le loro paure più che per scopi decorativi.
Homo sapiens sapiens gradualmente raggiunse quasi tutte le
terre emerse, popolando regioni che fino ad allora non erano state interessate
dalla presenza di ominidi o di proto-umani. Si ritiene che i primi gruppi umani
abbiano raggiunto l'America settentrionale attraverso lo stretto di Bering nel
corso dell'ultima grande glaciazione, quando per l'abbassamento del livello dei
mari collegato all'estensione dei ghiacci continentali si formò un'istmo al
posto dell'attuale stretto che permetteva l'agevole collegamento tra la Siberia
e l'Alaska. Gli studi di geologia e di paleoclimatologia suggeriscono che due
furono i periodi nei quali più facile si presentò tale passaggio: tra i 70.000
e i 35.000 anni e tra i 26.000 e i 9.000 anni: a partire da quest'ultima data
lo stretto di Bering fu nuovamente sommerso dalle acque.
La presenza dell'uomo preistorico in America è documentata da numerosi reperti:
l'industria litica daterebbe a circa 50.000 anni or sono la sua attività in
Canada.
Il popolamento dell'Oceania avvenne attraverso gli arcipelaghi dell'Asia sudorientale, allora più numerosi e separati da bracci di mare meno vasti e profondi: le più antiche testimonianze di culture umane sul continente australiano risalgono a circa 36.000 anni fa.
L'Homo sapiens è una specie cui appartengono le sottospecie:
Sono state proposte nel corso del tempo come paleosottospecie di Homo sapiens:
Ricavato da 'https://it.wikipedia.org/wiki/Homo_sapiens'
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