L'unita d' italia

L'UNITA D' ITALIA

Dopo il convegno di Plombiers ( luglio 1858 ) fu raggiunto un accordo di alleanza fra Napoleone III e il regno sardo con Cavour per la lotta contro l'Austria. Il 1859 si apre con una dichiarazione della Francia che segnalava il peggioramento delle relazioni con l'Austria e allo steso tempo Vittorio Emanuele II  affermava che gran parte dell'Italia non sopportava più l'oppressione straniera. Fu allora intensificata l'alleanza con la Francia e preparata la guerra all'Austria che un esercito che fu in parte affidato Garibaldi che spinse l'Austria a intensificare le sue forze al confine.

L'Inghilterra provò a convocare un congresso per impedire la guerra ma l'Austria consegnò un ultimatum che il Piemonte respinse chiedendo l'aiuto alla Francia.

Il 29 aprile 1859 l'Austria entrò in Piemonte e iniziò la guerra con l'alleanza franco-piemontese. Dopo varie battaglie ( montebello, paterno, Magenta ) vittoriose per l'alleanza, l'8 giugno, Vittorio Emanuele II riuscì a entrare in Milano mentre Garibaldi liberava l'alta Lombardia .

Intanto in toscana , nei ducati di Parma, Modena e stato pontificio scoppiarono delle insurrezioni: i sovrani e i governatori pontifici fuggirono e si formarono dei governi provvisori che chiesero la protezione del Piemonte. Il 24 giugno 59 gli austriaci furono nuovamente battuti dagli alleati a solforino e san martino ma improvvisamente Napoleone III, preoccupato della minaccia di un intervento prussiano, si incontrò con Francesco Giuseppe a Villafranca, vicino Verona, per stabilire con lui le condizioni di pace.

I due imperatori decisero che la Lombardia fosse unificata al regno sardo e che i sovrani spodestati ritornassero sui loro troni. Questo accordo provocò in Italia una profonda delusione e un ondata di indignazione contro Napoleone. Questo porto anche a un burrascoso colloquio fra Cavour e Vittorio Emanuele e finì nelle dimissioni di Cavour. Ma i governi provvisori dell'Emilia e della toscana riaffermavano la volontà di unirsi al Piemonte e si prepararono a resistere ad eventuali tentativi di restaurazione. La questione si trascinò fino all'inizio del 60 , quando Cavour, tornato al potere, decise di cedere a Napoleone Nizza e Savoia in cambio del consenso ad effettuare in Emilia e in toscana i plebisciti per l'annessione al Piemonte.

Nel frattempo, nel regno delle due sicilie, Ferdinando II, prima di morire proclamò la sua estraneità alle attuali vicende e lasciò il posto al figlio Francesco II. Il 4 aprile 60 ci fu un primo tentativo di insurrezione a Palermo ma represso dai borboni che lasciarono molte bande antiborboni in tutta l'isola.

Successivamente , due democratici Pilo e Crispi di origine siciliana convinsero Garibaldi ad attuare una spedizione per liberare il mezzogiorno. Così, con 1000 uomini, il 5 maggio 1860, Garibaldi partì da Quartu per raggiungere Marsala l'11 maggio 1860 dopo una sosta a Telamone.

Il 14 maggio assunse la dittatura della Sicilia e il 15 maggio a Calatafini ebbe il primo scontro vittorioso con i borboni. Dopo di che si diresse verso Palermo attaccandola e liberandola costringendo le forze borboniche a ritirasi a Messina ma che batte a Milazzo il 20 luglio. Passato lo stretto di Messina, avanzò rapidamente fino a Napoli, dove entrò il 7 settembre mentre Francesco II si era rifugiato a Gaeta e le forze borboniche ancora efficienti si ritiravano sul Volturno, dove si svolse l'ultima vittoriosa battaglia di Garibaldi ( 1-2 ottobre 1860 )

A questo punto mancava di annettere Roma, Marche e Umbria che Garibaldi intendeva prendere rapidamente, in contrapposizione a lui si trovava Cavour e il suo pensiero moderato, quindi decise di intervenire prima di Garibaldi con l'esercito regio in Umbria e Marche per liberarlo dai borboni e dopo entrare a Napoli con a capo il Re Vittorio Emanuele. A questo punto Garibaldi si dimise al potere del Re e si ritirò a Caprera. Per mezzo di plebisciti, l'Italia si unificò al regno sardo.

Nel gennaio 1861 si tennero le elezioni per la camera dei deputati composta per lo più da liberali ed affidato il titolo di Re d'Italia a Vittorio Emanuele II

Al nuovo stato italiano mancavano Roma e il veneto; Cavour tentò in un primo tempo di offrire al papa Pio IX la libertà della chiesa in cambio del potere temporale ma che il papa rifiutò. Il nuovo governo proclamò anche il diritto di annettersi il Veneto ma Cavour morì il 6 giugno 1861.