LE CORRENTI POLITICHE DEL RISORGIMENTO
q Nei decenni successivi al 1830 il panorama economico e sociale
dell'Italia si presenta molto differenziato. Sotto il profilo agrario, nella
fascia lombardo-piemontese della Pianura Padana si sviluppa la grande azienda
capitalistica, mentre nell'area pedamontana sopravvive un'agricoltura di
sussistenza; nell'Italia centrale la mezzadria ostacola un effettivo
ammodernamento; nei latifondi laziali e meridionale strutture agrarie e
rapporti sociali restano arretrati. In Piemonte e in Lombardia si verifica un
primo sviluppo dell'industria tessile, connotato ancora da forti legami con il
mondo rurale; nel Regno delle Due Sicilie la nascita dei grossi stabilimenti
non innesca una duratura crescita economica, data la ristrettezza del mercato e
la carenza di infrastrutture.
q Nel 1831, muovendo da una critica delle società segrete, Mazzini fonda
la Giovine Italia. La nuova organizzazione, che dichiara apertamente il suo
programma, mira alla realizzazione di un'Italia
unita, indipendente dallo straniero e repubblicana, attraverso un'opera
de educazione morale del popolo
sfociante nell'insurrezione. Al raggiungimento di questo obbiettivo devono
concorrere in modo solidale ceti borghesi e ceti popolari, diretti dagli
"intellettuali". Nella concezione storico-religiosa di Mazzini il popolo
italiano è chiamato ad assumere in prima persona l'iniziativa politica e a
guidare il processo di liberazione dei popoli europei. Nonostante lo slancia
impresso da Mazzini agli ideali unitari e indipendentisti, tutti i moti della
Giovine Italia, fra 1833 e 1844, falliscono. Ne consegue il rafforzamento delle posizioni politiche
moderate, contrarie alla strategia insurrezionale.
q Negli anni Trenta e Quaranta il liberalismo riesce a coinvolgere nel
movimento nazionale l'opinione pubblica borghese, ampi settori del mondo
culturale e cattolico. Fautori di un riformismo graduale e di una
modernizzazione economica e civile del paese, i moderati guardano a una
Confederazione dei vari Stati della penisola come all'unica prospettiva
realistica per l'Italia. Due i progetti di riferimento: quello "neo-guelfo" di
Gioberti, che auspica una Confederazione sotto la guida del papa, e quello di
balbo, il quale ritiene che solo la dinastia sabauda, facendo leva sul
probabile spostamento degli interessi austriaci dall'Italia ai Balcani, possa
dirigere un processo di unificazione in senso confederale e monarchico-
costituzionale.