La
colonizzazione e il Terzo Mondo
Parola chiave: Neocolonialismo
processo di decolonizzazione.
Con la carta atlantica del '41: principio di autodeterminazione dei popoli.
La democrazia parlamentare di tipo europeo si affermò solo in pochi paesi.
ragioni: l'Europa aveva mostrato in Africa e in Asia non il suo volto liberale,
ma quello autoritario del governo coloniale; prevalsero regimi di stampo
autoritario, di sistemi a partito unico tanto di destra quanto di sinistra, di
vere e proprie dittature militari.
Asia
1947: videro la luce , l'Unione Indiana, a maggioranza indù, e il Pakistan
musulmano (il troncone orientale si sarebbe a sua volta separato nel 1971,
prendendo il nome di Bangladesh). La creazione dei due Stati non impedì il
moltiplicarsi degli scontri fra indù e musulmani. Gandhi stesso fu vittima di
questo clima di violenza e di odio religioso e fu assassinato da un estremista
indù, nel gennaio del 1948
India indipendente: aspetti autoritari e personalistici del potere esercitato
prima da Nehru, poi da sua figlia Indira Gandhi (primo ministro dal '66 al '67
e dall'81 all'84, quando morì mano di un militante sikh), le istituzioni
democratico-parlamentari, nate con l'indipendenza, ressero.
Il Pakistan fu invece a lungo governato da dittature militari.
Il sud est asiatico: Birmania e Malesia, Thailandia (l'ex Siam), Filippine
1945: Fu proclamata ad Hanoi la Repubblica democratica del Vietnam. Divisione
provvisoria del Vietnam in due Stati: uno comunista a nord, l'altro
filo-occidentale a Sud.
paesi mediorientali:
1946: la Gran Bretagna riconobbe l'indipendenza della Transgiordania e la
Francia ritirò le sue truppe dalla Siria e dal Libano.
Iraq, Egitto, Arabia Saudita e Yemen formarono, nel 1945, la Lega degli Stati
arabi
Questione palestinese e l'immigrazione ebraica:
La pressione del movimento sionista per la creazione di uno Stato ebraico si
fece sempre più forte, alimentata dall'immigrazione degli ebrei europei che
fuggivano dal terrore nazista. La causa sionista trovò un potente alleato negli
Stati Uniti, dove la comunità ebraica era numerosa e influente, ma fu
ostacolata dalle autorità inglesi, preoccupate di inimicarsi i vicini Stati
arabi.
1947: la Gran Bretagna annunciò che avrebbe ritirato le sue truppe dalla
Palestina il 15 maggio 1948. L'Onu approvò un piano di spartizione in due
Stati, che venne però respinto dagli arabi.
Maggio 1948: gli ebrei proclamarono la nascita dello Stato di Israele e gli
Stati della Lega araba reagirono subito attaccandolo militarmente.
prima guerra arabo-israeliana. sconfitta delle forze arabe e definitiva
affermazione del nuovo Stato ebraico: Stato moderno, ispirato ai modelli delle
democrazie occidentali, dimostrò una forza insospettata rispetto alle sue
piccole dimensioni.
Con la guerra del '48 lo Stato ebraico si ingrandì rispetto al piano di
spartizione dell'Onu, occupando anche la parte occidentale di Gerusalemme. La
Transgiordania mutò il suo nome in Giordania, incamerò alcuni territori
sottraendoli all'ipotizzato Stato arabo di Palestina, che non vide mai la luce.
Un milione di profughi arabi abbandonarono i territori occupati da Israele e
ripararono nei paesi vicini, per lo più in Giordania. Cominciò così il dramma
palestinese, sul quale si sarebbe incentrato il conflitto arabo-israeliano.
Inizio anni '50: il nazionalismo arabo trovò il suo centro e la sua guida
indiscussa nell'Egitto. sistema di governo sempre più corrotto e inefficiente.
1952: La rivoluzione nasseriana. Nasser assunse il potere rovesciando la monarchia.
ottenne lo sgombero delle truppe inglesi dal Canale e stipulò accordi con
l'Urss.
1956: gli Stati uniti bloccarono il finanziamento della grande diga di Assuan.
Nasser rispose nazionalizzando la Compagnia del Canale di Suez.
La guerra di Suez => crisi internazionale.
1956: d'intesa con Londra e Parigi, Israele attaccò l'Egitto e lo sconfisse.
L'Urss inviò addirittura un ultimatum a Francia, Gran Bretagna e Israele. Prive
dell'appoggio americano le due vecchie potenze coloniali dovettero cedere. L'effetto
più immediato della crisi di Suez fu quello di rafforzare la posizione
dell'Egitto e soprattutto il prestigio personale di Nasser, anche se in
generale i sogni di unità panaraba si scontrarono ben presto con la realtà
delle gelosie nazionali e delle divisioni ideologiche.
Libia: di ispirazione nasseriana fu la rivoluzione del 1969 che depose la
monarchia e portò al potere Gheddafi, che nazionalizzò le compagnie petrolifere
straniere ed espulse la numerosa comunità italiana ancora residente nel paese
Paesi del Maghreb: in Marocco e in Tunisia i francesi concessero l'
indipendenza (1956). resistenza dei francesi in Algeria: 1957: battaglia di
Algeri. Crisi della Quarta Repubblica => ritorno al potere di De Gaulle. Si
apriva così la strada all'indipendenza algerina che sarebbe stata sancita con
gli accordi di Evian nel 1962.
Africa nera
1958: la Guinea ottenne l'indipendenza dalla Francia
1960: fu chiamato «l'anno dell'Africa», ottennero l'indipendenza ben
diciassette paesi. Fra questi, la Nigeria, il Congo belga (poi ribatezzato
Zaire), il Senegal e la Somalia, il Kenya nel '63 (campagna terroristica dei
Mau Mau), La Rhodesia del Sud nel 1965, e prese il nome di Zimbabwe nel 1980.
Unione Sudafricana: negli anni '50 e '60 fu inasprito il regime di apartheid.
Caso di decolonizzazione particolarmente drammatica e cruenta fu quello del
Congo nel 1960 (dovette intervenire l'Onu)
Contrasti dopo la decolonizzazione:
In Nigeria, la sanguinosa repressione del tentativo secessionista, fra il '66 e
il '68; le lotte degli indipendentisti eritrei contro il governo etiopico
inaspritesi dopo il colpo di Stato del 1974.
Tentativo di imporre strutture da Stato-nazione a popolazioni eterogenee per
etnia e religione. Il ricalco delle istituzioni democratico-parlamentari europee,
non poteva essere che di breve durata e lasciarono il posto a regimi militari
di stampo autoritario o decisamente dispotico.
«Seconda decolonizzazione»: l'Angola e il Mozambico, giunti all'indipendenza
nel 1975.
1955: Conferenza afroasiatica di Bandung in Indonesia (29 Stati, inclusa la
Cina)=> proclamò l'eguaglianza fra tutte le nazioni e il rifiuto delle
alleanze militari egemonizzate dalle superpotenze e segnò l'atto di nascita del
movimento dei non allineati e l'affermazione del Terzo Mondo sulla scena
mondiale.
America Latina
Uno sviluppo socio-economico era già in parte avviato, ma scontava ancora il
peso di una diffusa arretratezza e di una forte dipendenza dagli Stati Uniti
(es del Messico: dominio delle grand corporations, come la United Fruit
Company)
1948: fu creata in piena guerra fredda, l'Organizzazione degli Stati americani,
che doveva realizzare una più stretta cooperazione economica frai paesi del
continente.
1946: Peron in Argentina, culto carismatico della figura del presidente e di
quella di Evita.
1955: Peron fu rovesciato da un coplo di Stato militare e costretto a lasciare
l'Argentina. Nei dieci anni sucessivi: governi civili, per lo più a direzione
radicale.
1966: ferrea dittatura di destra.
Anni '30: Brasile => il primo e più importante esperimento populista
dell'America Latina, quello di Vargas. Rovesciato nel '45 dai militari, tornò
al potere nel '50. Nel '54. Nel 1964, un nuovo colpo di Stato appoggiato dagli
Stati Uniti riportò al potere i militari.
I soli paesi in cui le istituzioni democratiche tennero furono l'Uruguay, il
Cile e il Messico.
Rivoluzione cubana: la dittatura reazionaria di Fulgencio Batista fu rovesciata
nel 1959 da un movimento rivoluzionario guidato da Fidel Castro. Schierato
inizialmente su posizioni democratico-riformiste.
Gli Stati Uniti assunsero un atteggiamento ostile. Castro si rivolse allora
all'Urss e nel giro di pochi anni il regime cubano si orientò sempre più
decisamente in senso socialista.
Uno dei più stretti collaboratori di Castro, l'argentino Ernesto «Che» Guevara,
si impegnò in prima persona nel vano tentativo di suscitare «fuochi» di
guerriglia in tutta l'America Latina e fu catturato e ucciso nel 1967 dai
militari in Bolivia, dove cercava di organizzare un movimento rivoluzionario.