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La civiltÀ egiziana




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LA CIVILTÀ EGIZIANA


TREMILA ANNI DI STORIA


La storia del Regno egiziano cominciò poco dopo l'invenzione della scrittura, quando il faraone guerriero Narmer sottomise tutti i faraoni del Basso Egitto, cioè della zona del delta del Nilo, e quelli dell'Alto Egitto.


Narmer pose la sua capitale a Menfi, nel Basso Egitto.




II periodo più ricco e splendido della civiltà egiziana si svolse però tra i 3500 e i 3200 anni fa.

Tra gli altri, in questo periodo regnarono il faraone 'religioso' Aken-Aton e sua moglie Nefertiti, Tutankhamon loro figlio, e poi faraoni 'guerrieri' come Ramses II, che conquistò la Palestina e la Siria. In questo periodo gli Ebrei lavorarono per i faraoni finché Mosè li portò fuori dell'Egitto.



[PAGINA 29]


II FARAONE


Gli egiziani furono uno dei popoli più religiosi della storia e gli unici a sentire il bisogno di avere accanto addirittura 'un dio sulla terra', ruolo che attribuirono al faraone.


Era lui che faceva straripare il fiume tutti gli anni, assicurava la riproduzione degli uomini e del bestiame e induceva  il Sole a risorgere tutti i giorni.

Diversamente da ciò che accadeva altrove, il faraone non si limitava a far da ponte tra gli uomini e l'Universo, ma era egli stesso l'Universo.

Non era il sommo sacerdote degli dèi: era un dio e dialogava da pari a pari con gli altri dèi.


Ma se era l'universo, secondo il principio magico del transfert, egli non poteva ammalarsi, altrimenti tutta la comunità sarebbe stata esposta al male.

Non poteva invecchiare e perdere le forze né la sua capacità di generare figli, altrimenti ne avrebbe risentito l'intera natura. Il suo benessere era essenziale per il benessere dei suoi sudditi e il loro impegno per assicurarglielo non conosceva limiti e non terminava con la sua morte: ogni faraone defunto doveva avere a disposizione un sepolcro confortevole e un corpo intatto per l'eternità. Altrimenti il suo spirito vendicativo avrebbe oscurato l'Egitto estendendosi come un'ombra orrenda e travolgendo il suo erede e tutti i suoi sudditi.


[PAGINA 30]

LA MUMMIA


Per conservare il corpo dei faraoni intatto per l'eternità i medici egiziani usarono la tecnica dell'imbalsamazione. Appena il faraone moriva essi lo svuotavano degli organi interni (stomaco, fegato, intestino, polmoni ecc.) che riponevano in vasi di alabastro chiamati 'canòpi'. Estraevano anche il cervello, che però veniva gettato via, in quanto gli Egiziani non vi attribuivano alcuna importanza. Dopo questa operazione, nel corpo restava solo il cuore, perché i miti raccontavano che, quando il defunto avrebbe compiuto il suo viaggio nell'aldilà, esso sarebbe stato pesato dalle divinità infernali per valutare quante buone azioni aveva compiuto.


Il corpo umano però è composto per il 75 per cento di acqua. Poiché tutto ciò che è umido marcisce molto rapidamente era necessario trovare qualcosa che assorbisse tutto quel fluido corporeo.

A questo scopo gli imbalsamatori usavano il natron, un composto chimico salino che si trovava sulle rive dei piccoli laghi intorno a Menfi. Dopo l'asportazione dei visceri, il corpo veniva deposto nel natron per settanta giorni ;quindi veniva lavato e avvolto dalla testa ai piedi con bende di lino candido cosparse di resine e cera d'api.

In copto, la lingua deriva dall'Egiziano, la parola 'mummia' significa appunto 'cera'.

Per secoli invece si credette che le mummie fossero cosparse di bitume, tanto che in mancanza carbone e di legname, migliaia di esse furono usate come combustibile dalle ferrovie egiziane.

Intanto gli artigiani avevano preparato la maschera funebre, fatta di legno, oro, lapislazzuli e altri materiali preziosi, che i sacerdoti deponevano sul suo viso.

Quindi il corpo veniva deposto in diversi sarcofagi l'uno contenuto nell'altro, con un sistema simile a quello delle 'matrioske', le bambole di legno russe.

Infine i sacerdoti compivano una cerimonia fondamentale chiamata 'apertura della bocca': se infatti la bocca del morto non fosse sta aperta (simbolicamente), la mummia non avrebbe potuto mangiare, bere, parlare o respirare nell'oltretomba.

Finalmente poteva compiersi il funerale, dopo il quale il sarcofago veniva portato di notte e segreto nella camera apposita ricavata nella piramide.


LA PIRAMIDE


Tra le imprese compiute per il benessere  del faraone, la più colossale fu la costruzione delle piramidi.

Essa si collegò alla convinzione egiziana che dopo la morte la vita continuasse come era sempre stata e che l'anima del defunto avesse bisogno nell'aldilà delle stesse cose che questi aveva amato da

vivo: il buon cibo, la sua casa, i suoi mobili, i vestiti,  le armi, i gioielli, i profumi, gli strumenti musicali che avevano allietato i suoi momenti di svago.


Per il faraone fu quindi inventata la tomba più monumentale che sia mai stata concepita, la piramide appunto, le cui stanze furono riempite di cibi e di oggetti di valore.

La prima piramide venne costruita 4700 anni da un grande architetto, Imhotep, per il faraone Gioser.

È una piramide del tipo 'a gradoni' e sorge a Saqqara. Le piramidi successive furono, invece ricoperte da pareti lisce.

Fra i 4700 e i 4200 anni fa ne sorsero più di cento , ma le più celebri sono quelle dei faraoni Cheope, Chefren e Micerino che si ergono a Giza, vicino al Cairo.


[PAGINA 32]


Paragrafo 5 LA SOCIETÀ EGIZIANA.

L'immagine della piramide è stata spesso usata dagli storici per rappresentare le gerarchie della società egiziana. Ecco come essa può essere visualizzata, partendo dal suo vertice, il faraone, fino ad arrivare alla base, costituita dalla massa contadina.


Il faraone: dio, sommo sacerdote e comandante dell'esercito.

Il visìr: il secondo uomo più potente del paese. Doveva controllare che nel regno tutto funzionasse perfettamente, dalla raccolta dei tributi alla costruzione dei templi e alla manutenzione del sistema di canali. Inoltre era il sommo giudice. Il Primo sacerdote si collocava alla pari con il visìr, e aveva il compito di sostituire il faraone in molte delle sue incombenze religiose quotidiane.

Gli 'onorevoli'' amici e familiari del faraone. Avevano gli incarichi più prestigiosi ed erano quindi ambasciatori, generali o cerimonieri di palazzo come il 'custode dei gioielli della corona', il 'custode degli olii e dei profumi', il 'custode dei sandali' o il 'custode delle parole'; quest'ultimo onorevole decideva di volta in volta chi aveva i requisiti per parlare direttamente al faraone.


4. I nomarchi: i nobili che governavano i 'nomi', cioè i distretti in cui era diviso il paese. Mantenevano l'ordine pubblico e reclutavano l'esercito quando il faraone dichiarava una guerra.

Gli scribi: funzionari istruiti e ben pagati che tenevano la contabilità del regno e dei distretti, registravano le sentenze o stendevano i messaggi per gli ambasciatori.

I sacerdoti: migliaia, che si occupavano dei culti e delle cerimonie e amministravano le immense ricchezze ammassate nei templi degli dèi.

7. Gli artigiani: lavoratori specializzati che soddisfacevano le richieste dei ricchi. Erano tessitori, architetti, pittori, scultori, mercanti, gioiellieri, falegnami ed ebanisti, fabbri, imbalsamatori.

8. I contadini: costituivano il restante novanta per cento della popolazione. Coltivavano i campi e lavoravano nei grandi cantieri per costruire piramidi o templi e per mantenere efficienti i canali. Gli schiavi erano prevalentemente domestici e troppo pochi per comparire nella piramide sociale.


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Paragrafo 7 LA VITA QUOTIDIANA DEI CONTADINI


I contadini lavoravano dall'alba al tramonto: nei campi tra  novembre e marzo, nei cantieri tra marzo e giugno. Si riposavano in luglio, quando il Nilo inondava i campi.

Abitavano in case di fango, ma in questo non c'è nulla di strano. Il fango era a portata di mano e versandolo in apposite cassette, si induriva immediatamente al torrido sole estivo e formava matttoni duri come pietra.

Ancora oggi molti Egiziani costruiscono così le loro case nei  viaggi lungo il Nilo.

Per vestirsi si avvolgevano un pezzo di stoffa lungo i fianchi e le contadine una veste che copriva anche il seno. Ai piedi portavano sandali di papiro.

La base dell'alimentazione era un pane non lievitato che consumava i denti e causava carie perché, dato che veniva impastato all'aperto, si mescolava alla sabbia del deserto portata dal vento.


Questo inconveniente colpiva i poveri come i ricchi, tanto è vero che è stato scoperto esaminando i denti delle mummie dei faraoni e degli 'onorevoli'.


Oltre al pane i contadini mangiavano cetrioli, sedano, diversi tipi di insalata, cipolle e aglio.

Tra i frutti c'erano meloni, fichi, melograni, mandorle e datteri.

Qualche volta i contadini riuscivano a portare in tavola carne di montone e di capra (mai di maiale, un animale considerato immondo).

Bevevano una birra ricavata dalla fermentazione dell' orzo.

Addestravano babbuini etiopici a cogliere i datteri dalle palme.

Avevano molte mogli: ognuna di esse dava al marito mediamente sei o sette figli, ma l'erede era il primo figlio della prima moglie

I bambini giocavano a fare il giocoliere con palle di cuoio riempile di grano, facevano roteare trottole di pietra lucida competevano nelle corse di ginocchio.


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Paragrafo 8 LA RELIGIONE


Oltre che nel loro 'dio sulla Terra' gli Egiziani credevano in una quantità sterminata di divinità e furono dunque politeisti. La loro religione era formata da dèi dalla forma umana (antropomorfi), dèi in forma di animale (zoomorfi) e pietre divine, che rappresentavano con alti pilastri chiamati obelischi.

Alcune divinità, come Horus, Iside, Osiride, Amon-Ra (un dio potentissimo che aveva come simbolo il disco del Sole), erano adorate in tutto il paese; altre, meno potenti, avevano culti ciascuna nella propria città o nel proprio villaggio.

Tutte comunque, secondo gli Egiziani, avevano la caratteristica di aver preceduto gli uomini sulla Terra e di possedere una forza e un potere che nessuno, al di fuori del faraone, poteva eguagliare.


Tra gli dèi e le dee, i più antichi erano gli dèi zoomorfi e le divinità che rappresentavano le Forze della Natura, ad esempio l'acqua, l'aria o gli astri come il Sole e la Luna, che derivavano dalle credenze magiche della Preistoria; i più recenti erano quelli associati alle tecniche, come l'agricoltura, l'artigianato, la scrittura.

I racconti mitici che fiorirono sugli dèi legarono poi le diverse divinità con vincoli di parentela.

Un solo faraone, Amenons IV, vissuto intorno a 3350 anni fa, cercò di abbattere il politeismo e di indirizzare il culto verso un unico dio, Aton, del quale si proclamò 'figlio' assumendo così il nome di Aken-Aton, ma la massa dei sudditi e dei sacerdoti non lo seguì.

Oggi viene ritenuta una singolare coincidenza che gli Ebrei, che poi furono condotti fuori dall'Egitto da Mosè. soggiornassero proprio a Teli el-Amama. la città fondata e costruita dal faraone monoteista.


[PAGINA 41]

CULTURE PREISTORICHE E CIVILTÀ DEI FIUMI


SINTESI


Con la fine dell'Era glaciale e l'inizio dell'Era temperata comparvero gli animali di media taglia e i cereali che, in Medio Oriente, permisero l'invenzione dell'allevamento e dell'agricoltura, due  tecniche rivoluzionarie che rappresentarono il primo intervento tecnologico umano per

modificare la natura. Scegliendo i capi di bestiame e i chicchi di grano migliori, infatti, gli uomini operarono una selezione che modificò artificialmente le caratteristiche fisiche di piante e animali e che diede vita a un'economia di produzione, basata sul controllo dei processi naturali: era la Rivoluzione agricola o Rivoluzione neolitica.


Gli agricoltori divennero sedentari, costruirono villaggi stabili e inventarono innumerevoli strumenti: il filatoio, il telaio, la ruota da vasaio, il forno chiuso, il chiodo. Alle donne si deve l'invenzione del pane. Tra nomadi e sedentari cominciarono a crearsi fitti scambi che furono enormemente fruttuosi, come dimostra la vicenda della fusione dei metalli.

Circa 9000 anni fa i nomadi cominciarono a fondere in appositi pozzetti il rame e l'oro, che poi venivano versati in stampi di cui assumevano la forma. Circa 6000 anni fa fu scoperto lo stagno che, fuso insieme al rame, produsse il bronzo. Infine, tra i 4000 e i 3200 anni fa, il popolo ittita proveniente dalle steppe russe si stabilì in Asia Minore e diffuse la tecnologia del ferro, con il quale furono costruite armi micidiali ma anche aratri resistenti che permisero di estendere l'area delle terre coltivate.


La complessa serie di scambi che determinava la circolazione dei beni aveva quattro forme principali il baratto, cioè lo scambio di un bene con un altro bene di valore uguale; la razzìa, cioè il saccheggio di villaggi e città o l'attacco a una carovana di mercanti; il dono, che accompagnava tutti gli eventi significativi della vita delle comunità; il tributo, ovvero uno scambio tra soggetti di rango ineguale.


La Rivoluzione agricola si verifico prima lungo il corso dei fiumi Tigri, Eufrate e Nilo, più tardi lungo l'Indo e il Fiume Giallo. Perché lungo i fiumi e non vicino al mare o a un lago? Innanzitutto perché il fiume era un'immensa e costante riserva di acqua dolce che serviva per bere, lavare, cucinare e irrigare i campi. In secondo luogo perché rappresentava la più economica e rapida via di trasporto che l'uomo antico avesse a disposizione.


LA FORMAZIONE DELLA CITTÀ E DELLO STATO


Per migliala di anni gli agricoltori della Mesopotamia  e dell'Egitto coltivarono i campi utilizzando l'agricoltura secca e affidando la fertilità della terra alle piene dei fiumi e alle piogge, ma intorno a 5500 anni fa due popoli di quelle regioni, i Sumeri e gli Egiziani, compirono un secondo intervento sulla natura costruendo dighe e canali per regolare le piene e per portare l'acqua ai terreni più secchi; essi inventarono dunque l'agricoltura irrigua.

Il comando di lavori tanto complessi fu affidato a un singolo uomo, il quale ebbe un potere sovrano, che assommava il  diritto di usare la forza, di emanare leggi, di esercitare il diritto di giudice supremo e di sommo sacerdote, o addirittura di dio in Terra. Nacque così la figura del re, chiamato in Egitto faraone.


La costruzione di dighe e canali creò la divisione sociale del lavoro: la maggioranza della popolazione coltivava la terra per produrre i beni alimentari per tutti e inoltre svolgeva i lavori manuali nei cantieri, mentre una minoranza organizzava e dirigeva il lavoro degli altri.

Per mantenere questa minoranza i contadini versavano un  tributo in un apposito tempio-magazzino amministrato dai sacerdoti. Il re, le leggi, il tempio e il tributo determinarono la nascita dello Stato; ai villaggi organizzati in questo modo gli storici danno il nome di città.


Lo Stato è un'organizzazione sovrana, finanziata attraverso le tasse, che ha il monopolio della forza legittima.

Le principali forme assunte dallo Stato nel corso della storia sono: Stato teocratico, Stato laico, Stato assoluto, dittatura, Stato parlamentare e democrazia. I primi Stati del mondo ebbero la forma di Stato teocratico, fondato sulla forza legittima e sul tributo.

Via via che aumentava l'importanza del tempio-magazzino, i sacerdoti dovettero imparare a gestirne la contabilità. A questo scopo, intorno ai 5500 anni fa, Sumeri ed Egiziani inventarono la scrittura e i sacerdoti divennero anche scribi.

All'inizio essi usarono dei semplici pittogrammi, ovvero dei disegni che rappresentavano oggetti concreti, poi affinarono il sistema per arrivare a comporre intere frasi e a esprimere idee astratte.

I Sumeri, che usavano come materiale scrittorio l'argilla, adottarono una scrittura cuneiforme basata sul sistema sillabico (un segno = una sillaba). Gli Egiziani, che confezionavano veri e propri fogli con il papiro, inventarono una scrittura esteticamente splendida, i geroglifici, che funzionavano

con il sistema del rebus.


La civiltà egiziana

L'Egitto divenne un regno circa 5000 anni fa quando il faraone Narmer unì il Basso Egitto all'Alto Egitto

Quella fu l'epoca delle piramidi. Fra i 3500 e i 3200 anni fa esso raggiunse il massimo della potenza e dello splendore

In quell'epoca la famiglia reale veniva sepolta nelle Valli dei re e delle regine.


Gli Egiziani furono l'unico popolo della storia a considerare proprio re, il faraone, un 'dio sulla Terra'. A lui tributavano grandissimi onori anche dopo la sua morte, imbalsamandone  il corpo e seppellendolo nelle piramidi. Il secondo uomo più potente del paese era il visìr, sotto il quale stavano le diverse categorie che formavano una vera e propria 'piramide sociale' in fondo alla quale era collocata la massa contadina. Gli schiavi, invece, erano pochi e, per lo più, domestici Nella famiglia, basata sulla poligamia, era contemplato il divorzio fra coniugi e la donna godeva di grande considerazione e prestigio.


I ricchi vivevano in lussuosi palazzi; vestivano semplici abiti di lino che tuttavia adornavano con gioielli;

Mangiavano carni, pesci, dolci e bevevano vino. I contadini vivevano invece in case di fango, mangiavano soprattutto pane non lievitato, verdura e frutta e bevevano birra.


La religione egiziana era politeista. Alcuni dèi avevano forma umana (antropomorfi), altri forma di animale. Horus, Iside, Osiride, Amon-Ra erano adorati in tutto il paese; altri dèi, meno potenti, avevano culti locali. Il solo faraone, Amenophis IV, cercò di abbattere il politeismo e indirizzare il culto verso un unico dio, Aton, ma la massa dei sudditi e dei sacerdoti non lo seguì.

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