|
Visite: 1067 | Gradito: | [ Medio appunti ] |
Leggi anche appunti:La Seconda Guerra Mondiale - Le origini della guerra, La guerra lampo di Hitler: l'occupazione della Polonia e l'offensiva ad occidente, L'espandersiLa Seconda Guerra Mondiale Le origini della guerra La seconda guerra Cronologia del secondo '900 - linea del tempoCronologia del secondo '900 - linea del tempo 1945-1952: presidenza Truman. 1945: La questione palestineseLa questione palestinese Il conflitto tra israeliani e palestinesi è entrato |
Il periodo che va dal 1200 all'
Il MEDIOEVO
ELLENICO ( XII - IX SEC. A.C. )
Intorno al
Essi erano culturalmente più arretrati delle popolazioni greche, infatti erano
guerrieri che vivevano di rapine, di caccia e di pastorizia, ma conoscevano già
l'uso del ferro.
Questa invasione determinò un vasto movimento migratorio di Greci che,
abbandonate le proprie terre, si trasferirono sulle coste dell'Asia Minore,
dove fondarono città con usi, lingua e costumi greci (prima colonizzazione).
Cominciò allora quel lungo periodo di tempo, i secoli bui della storia greca,
di cui ben poco conosciamo, che fu detto medioevo ellenico.
Durante questa epoca l'organizzazione statale micenea si frantumò e le
condizioni di vita peggiorarono.
Molte regioni si spopolarono, i commerci diminuirono, la popolazione, ridotta
in povertà, tornò alla coltivazione dei campi e all'allevamento del bestiame,
l'arte inaridì la sua creatività e forse si perse anche l'uso della
scrittura.L'età buia, tuttavia, fu non solo un'epoca di decadenza; a poco a
poco
Il dominio del re si indebolì a vantaggio dei nobili, i grandi proprietari
terrieri che, in grado di procurarsi le armi più costose conquistarono un
primato economico, militare e politico e, gradatamente, determinarono la
scomparsa della monarchia e la nascita dell'aristocrazia (potere dei nobili).
Il re
miceneo, come i faraoni egiziani e i re mesopotamici, aveva goduto di enormi
privilegi: il suo palazzo si identificava con lo Stato, con l'economia, con la
religione e il suo potere quasi assoluto non era mai stato messo in discussione
dall'aristocrazia guerriera che lo circondava. Dall'invasione dorica invece la
figura del re uscì fortemente ridimensionata: l'eliminazione fisica di molti
sovrani micenei e l'abbattimento delle basi stesse del loro potere, fece
emergere infatti, in modo sempre più prepotente, il ruolo dell'aristocrazia,
composta sia dalla nobiltà dorica che da quella micenea, ormai
amalgamatesi.Ovunque il re, che ora veniva chiamato basiléus, rimase in carica
ancora per un certo periodo, ma solo come un primo tra gli uguali che governava
sotto lo stretto controllo degli altri aristocratici. Poi egli fu ridotto al
ruolo, molto modesto, di supremo sacerdote.Con la dissoluzione dei regni
micenei emerse dunque una situazione sociale del tutto inedita: gli
aristocratici colsero l'occasione di creare un'organizzazione in cui il potere
del singolo nobile trovava un rafforzamento, ma anche un limite, nel potere
degli altri nobili. Fu un processo lungo, ma alla fine nacque una forma
associativa del tutto nuova nella storia dell'umanità: la polis.La polis
comprendeva anche il territorio circostante, costituito dai campi, dai
villaggi, dai pascoli e dai porti.
La città era governata dai rappresentanti delle famiglie nobili raccolte in un
consiglio cittadino, la gherusia, mentre il resto della popolazione partecipava
alle assemblee.
Ogni polis si considerava indipendente, per questo vi furono fra le città
continui scontri che impedirono la formazione di uno stato unitario.
La nascita della città determinò la ripresa economica in Grecia grazie
soprattutto all'incremento delle attività artigianali e commerciali che
contribuirono alla formazione di un nuovo ceto di ricchi.
La polis dei cittadini
Nella polis
tutti coloro che possedevano la qualifica di cittadini avevano gli stessi
diritti e gli stessi doveri; si riunivano in assemblea ed eleggevano i
magistrati, cioè gli esecutori del volere collettivo. Bisogna tuttavia tener
ben presente che i cittadini non si identificavano completamente con gli
abitanti; essi erano dei privilegiati che detenevano il potere e lo
esercitavano sul resto della comunità. Nelle prime poleis il gruppo dei
cittadini era estremamente ristretto e coincideva con gli aristocratici, ma
presto, anche se non dovunque, esso si allargò anche ad altre classi sociali.
Noi moderni traduciamo spesso la parola polis con « città stato », ma in realtà
lo Stato non si identificava con la città, perché anche la campagna
circostante ne faceva parte. Città e campagna erano infatti un'unità
inscindibile poiché anche se occupava un territorio ben definito, la polis non
era semplicemente un luogo geografico. Un greco non avrebbe mai espresso l'idea
di « Stato ateniese » dicendo « la polis di Atene » : nessuno lo avrebbe
capito. Egli diceva invece « la polis degli Ateniesi ». « Atene » era un
luogo con case, templi, edifici pubblici, ma erano gli Ateniesi a costituire la
polis.
La piazza
La polis gravitava attorno all'« agorà », che è la piazza in cui i cittadini si riuniscono in assemblea per discutere i problemi della comunità e decidere collegialmente sulle leggi che occorrono ; essa è contemporaneamente il luogo del mercato e il centro economico e religioso, e perciò vi sorgono gli edifici pubblici, gli uffici, i templi, gli altari. L'agorà è un'autentica invenzione urbanistica, che non trova riscontro né nei centri del Vicino Oriente né in quelli micenei dove tutto dipendeva dal re e non c'era bisogno di un luogo dove tenere l'assemblea.
Il potere e la discussione
Quando tutti i cittadini diventano uguali e le decisioni politiche nascono da un accordo o da un compromesso tra diverse istanze, ecco che diventa fondamentale farsi capire bene e riuscire a convincere una folla che ascolta e ha delle emozioni tutte particolari e tipiche della folla.La retorica diventa un'arte o una scienza con regole ben definite e con insegnanti prestigiosi. Prevale chi esprime l'idea migliore nel modo migliore. I Greci fecero addirittura della persuasione una dea, la dea Peithó.
Religione greca
Benché Zeus fosse il sommo dio, i greci lo consideravano più il governatore del mondo che il suo creatore. La sua supremazia era limitata dal fatto che gli altri dei possedevano volontà e funzioni indipendenti: Apollo (identificato anche con Febo, il dio della luce) presiedeva alla medicina, agli animali, alla musica e all'Oracolo di Delfi; Era, sposa di Zeus e protettrice del matrimonio; Poseidone, dio del mare e provocatore dei terremoti; Atena, patrona di Atene e delle arti; Afrodite, dea dell'amore. Più tardi, Dioniso, dio della vegetazione e centro dei culti misterici, giunse ad occupare uno dei primi posti. A mano a mano che le città-stato si sviluppavano, la religione si mescolava sempre di più alla vita politica; il culto venne infine disciplinato dalle esigenze della comunità, assumendo più che altro il valore politico e formale di religione di stato. Le funzioni del culto, che prima erano privilegio del monarca o di pochi aristocratici vennero ora affidate ai sacerdoti; questi erano privati cittadini che venivano eletti come i normali magistrati, e al termine del loro mandato abbandonavano la carica. In assenza di una casta sacerdotale specializzata come, per esempio, i bramini indiani o i sacerdoti cristiani, il culto aveva in Grecia un carattere di estrema semplicità : chiunque poteva rivolgersi agli dei e praticare i riti in loro onore.Per soddisfare le esigenze di una religione più intima, profonda e personale ci fu un sempre maggiore sviluppo dei culti misterici: - l'orfismo e i misteri eleusini o quelli dionisiaci - molti greci erano scontenti degli dei olimpici che rispecchiavano i costumi di un'aristocrazia dominante.
L'oligarchia
Nonostante
le città-stato greche avessero ciascuna una propria autonomia, esse furono
comunque caratterizzate da un comune sviluppo politico: alle originarie
monarchie, tra l'800 e il
Il distacco tra gli aristocratici e il popolo non poteva essere più grande. Il
problema principale per l'uomo comune era quello di sempre: la sopravvivenza.
Esso era particolarmente assillante per i semplici braccianti, i teti, che non
possedevano nulla tranne il proprio corpo, e che si mettevano a disposizione
dei proprietari terrieri ricevendo in cambio un misero salario.
Carestie ed espansione
Una serie di
carestie e di cattivi raccolti coinvolse nell'ottavo secolo non solo i poveri
contadini senza terre, ma anche i piccoli proprietari terrieri, che nel secolo
precedente se l'erano cavata abbastanza bene.
Quando un piccolo proprietario terriero non raccoglieva abbastanza da sfamare
se stesso e la famiglia chiaramente non poteva neanche pagare i debiti
contratti con chi gli aveva fatto credito durante i mesi invernali.
Non potendo restituire il prestito con i relativi interessi, nel migliore dei
casi era costretto a cedere il proprio campo, che andava così ad allargare le
proprietà del suo creditore; nel peggiore, subiva insieme alla sua famiglia la
sorte di tutti coloro che non pagavano i debiti: la schiavitù.
Se egli riusciva invece a giungere fino alla morte senza subire questo destino,
ciò capitava inevitabilmente ai suoi figli; con l'eredità infatti, la proprietà
paterna veniva divisa in parti uguali, e diminuivano quindi le possibilità di
trarre di che vivere da un campo di modesta estensione.
D'altra parte i terreni agricoli della Grecia non permettevano di sfamare una popolazione in espansione, quindi ad un certo punto i cittadini in soprannumero di una polis erano costretti a scegliere tra la miseria e la partenza per fondare una nuova colonia. Ma sfuggendo alla fame e alla miseria divennero protagonisti dell'espansione della civiltà greca in tutto il Mediterraneo.
L'espansione greca
Colonia
in greco antico si dice apoikìa, che letteralmente significa 'casa
fuori'. Il termine, nella sua etimologia, non contiene alcun significato
riconducibile all'intento di conquista o di imperialismo.
La diaspora dei Greci, che li portò alla fondazione di poleis in tutto il
Mediterraneo, si verificò in due fasi: in un primo momento, verso il XII sec.
circa, si ebbe una pura e semplice fuga, a causa delle invasioni, specialmente
quella dorica. La gente scappava per salvare la pelle e la libertà, cercando
rifugio soprattutto nelle isole del Mar Ionio e dell'Egeo. Nell'VIII sec. a. C.
cominciò invece un flusso migratorio organizzato, provocato dal forte
incremento demografico delle poleis.
I primi viaggi
furono promossi da Calcide, polis della penisola Eubea, ma ben presto seguirono
altre spedizioni da tutta
Agricoltura e controllo del traffico commerciale
La grandezza e
il vanto della maggior parte delle colonie erano basati sull'agricoltura: la
prosperità agricola di Cuma, Catania, Lentini, Siracusa, Sibari, Nasso era
famosa nell'antichità.Alcune colonie erano state invece fondate con lo scopo
preciso di controllare i flussi del traffico commerciale: in queste l'attività
prevalente non fu l'agricoltura, ma il commercio.
Pitecusa (Ischia) deteneva una posizione chiave lungo la via marittima verso
l'Etruria, terra ricca di ferro e altri minerali. Messina e Reggio, fondate
sulle due sponde dello Stretto occupavano una posizione altrettanto strategica.
La più avanzata città greca nel Mar Tirreno Marsiglia la quale diffuse in
Spagna, Gallia ed Etruria i prodotti dell'artigianato greco, olio e vino in
cambio di argento, stagno e altri minerali.Dalle colonie del Mar nero proveniva
il legname da Costruzione e il grano.
I rapporti
con le culture locali
I
rapporti tra i coloni greci e le popolazioni locali, le quali erano ad uno
stadio culturale più arretrato, Per la maggior parte, le popolazioni indigene
erano a uno stadio più arretrato di quello greco. Con i Siculi della Sicilia, i
Lucani e i Bruttii dell'Italia meridionale (la cosiddetta Magna Grecia), i
Traci del Mar Nero, i Libici dell'Africa i contatti tra le due culture (quella
dei coloni e quella degli indigeni) assunsero forme molto diverse, in rapporto
all'atteggiamento delle popolazioni locali, al comportamento dei nuovi venuti,
alla situazione geografica.Vediamo tre esempi completamente diversi riguardanti
la colonizzazione della Sicilia.
Convivenza pacifica. A Nasso e Lentini si instaurò una fin dall'inizio una
proficua convivenza pacifica: la popolazione locale conservò gran parte delle
terre e si aprì spontaneamente all'influenza culturale greca.
Indigeni in riserva. Nella Sicilia sud-orientale gli indigeni furono
confinati in zone precise e tenuti a bada.
Indigeni schiavizzati. A Siracusa e non solo gli indigeni furono
spogliati di ogni avere, resi schiavi e costretti ai lavori nei campi.In ogni
caso ad un certo punto gli indigeni venivano almeno in parte assimilati, anche
perché i coloni greci non si portavano dietro donne dalla madre-patria.
Nelle colonie
ci sono minori differenze sociali
Nelle
colonie contavano poco la nobiltà e i privilegi di casta, nelle colonie
contavano lo spirito d'iniziativa, la volontà di lavorare molto, la capacità
organizzativa, il coraggio, la decisione, a volte la spietatezza. E' perciò
normale che proprio nelle colonie siano stati sperimentati nuovi rapporti
sociali: le terre venivano divise in lotti uguali, diventava importante anche
la nuova classe degli artigiani che si poteva alleare con la classe dei liberi
agricoltori e dei commercianti ai danni della nobiltà.
Legislazione
scritta
Zeleuco
di Locri, Diocle di Siracusa, Caronda di Catania furono gli autori delle prime
legislazioni scritte tra il VII e il VI secolo a.C. Questo fatto è coerente con
quanto detto nel paragrafo precedente riguardo ad maggiore giustizia sociale
nelle colonie. Infatti quando la giustizia era amministrata da giudici
aristocratici che si trasmettevano le leggi oralmente è chiaro che non tutti i
cittadini potevano essere uguali davanti alla legge.Dalle colonie le leggi
scritte furono poi gradualmente adottate anche nelle poleis della madre-patria.
I beni in
comune delle isole Lipari
L'apertura
delle comunità coloniali verso esperienze sociali nuove e stimolanti ha una
delle sue manifestazioni più sorprendenti in ciò che accadde nelle isole
Lipari, dove, nel vi secolo, si erano insediati coloni di Cnido e di Rodi.Poiché
i pirati etruschi facevano agli abitanti di Lipari una guerra continua, essi
crearono una flotta e si divisero in due gruppi: gli uni coltivavano le terre
che avevano messo in comune, gli altri combattevano i pirati; i beni erano di
tutti e i pasti venivano consumati insieme. Essi vissero per un certo tempo
così, in regime comunistico. Più tardi si spartirono l'isola di Lipari, dove si
trovava la loro città, ma continuavano a coltivare in comune le altre isole.
Infine si divisero il suolo per un periodo di venti anni; ogni volta che
terminava questo periodo rimettevano a sorte i lotti. Così sconfissero gli
Etruschi in molte battaglie navali
Diodoro Siculo.Il « comunismo » delle isole Lipari è certo un caso del tutto
eccezionale, ma non per questo meno significativo, della tendenza verso
l'uguaglianza sociale che doveva manifestarsi lontano dalla madrepatria, in
situazioni particolarmente difficili.Tuttavia, con il passare del tempo, i
tradizionali modelli sociali finirono per prevalere, e sorsero ovunque, anche
nelle colonie, potenti aristocrazie locali detentrici del potere politico e
della maggior parte della ricchezza.
Appunti su: |
|
Appunti Astronomia cosmologia | |
Tesine Architettura | |
Lezioni Archeologia | |