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Il mondo contemporaneo




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Il mondo contemporaneo


Dopo il secondo conflitto mondiale le nazioni dovettero affrontare nuove crisi politiche ed economiche. In alcuni paesi queste si trasformarono in vere e proprie guerre interne, senza mai però coinvolgere tutto il mondo, anche se in virtù degli accordi presi durante i trattati di pace, le nazioni più potenti parteciparono attivamente a sostegno delle più deboli, specie se queste si ribellavano agli oppositori, come le colonie che chiedevano l'indipendenza.


La fine dei regimi comunisti


Tra il 1988 e il 1991 si assiste al crollo dei regimi comunisti in Europa. La Polonia e l'Ungheria furono le prime ad abbandonare i regimi comunisti e a dare ampio spazio alle riforme democratiche. Nel 1989entrambe le nazioni si proclamarono Repubbliche. Nello stesso anno anche la Cecoslovacchia e la Bulgaria seguirono l'esempio. La rivoluzione più sanguinosa fu quella contro il dittatore Ceausescu in Romania. Il popolo rumeno scese in piazza per protestare contro il regime e sostenere il suo oppositore il padre calvinista Tokes, ma fu inviato l'esercito che fece fuoco sulla folla. Anche la città di Bucarest si ribellò, e alla fine dell'anno Ceausescu e sua moglie furono arrestati e processati. In Albania, nel 1990 fu invece concesso il multipartitismo.

Tutte queste guerre hanno portato alla nascita di nuovi Stati Europei. Nel 1991, dopo un colpo di stato Gorbacev è costretto a dimettersi, e con lo scioglimento dell'Urss si sono costituiti: la Federazione Russa, l'Ucraina, la Bielorussia, la Moldavia, la Georgia, l'Armenia, l'Azerbaigian e gli Stati balcanici della Lituania, della Lettonia e dell'Estonia, riunitisi in seguito nella CSI (comunità degli Stati Indipendenti).

Nel 1993 si è conclusa la pacifica divisione della Cecoslovacchia, con la nascita di due nuovi Stati: la Repubblica Ceca e la Slovacchia.

Dopo hanno di estenuante guerra civile anche la Jugoslavia si è divisa. Nel 1991 sono nate la Slovenia e la Croazia; nel 1992 la Bosnia-Erzegovina, nel 1993 la Macedonia acquista l'indipendenza.

Nel 2003 la repubblica federale Iugoslava è diventata Unione di Serbia e Montenegro.


La riunificazione della Germania


Nel 1961, il 13 agosto, venne eretto un muro che divideva in due la città di Berlino, ma era anche la divisione simbolica del mondo comunista sotto l'influenza russa e il resto delle nazioni sotto l'influenza statunitense. Fu costruito per arginare le fughe dai tedeschi orientali che si spingevano verso ovest in cerca di condizioni migliori. Nonostante la barriera l'esodo non si arrestò anzi, i motivi per evadere divennero maggiori. Dopo quasi trenta anni, il 9 novembre del 1989 il muro fu abbattuto, e la Germania si avviò verso l'unificazione che fu concessa con la vittoria alle elezioni dei democristiani. Il 3 ottobre del 1990 il paese fu unificato.


La guerra civile dell'ex Jugoslavia

La popolazione della Federazione era costituita per il 36% da serbi, per il 20 da croati , per il 9 da bosniaci, per l'8 da sloveni, per il 7 da albanesi, per il 6 da macedoni , per il 2,6 da montenegrini, più minoranze di ungheresi, italiani, bulgari e turchi. Il 36% della popolazione era di religione ortodossa, il 29 cattolica e il 14 musulmana. La Repubblica bosniaca si presentava come la più composita: il 43% della popolazione, musulmana, si concentrava nelle città, il 31% era formata da serbi nelle campagne orientali e il resto da croati lungo le coste adriatiche a sud. Dopo la prima guerra mondiale dall'aggregazione della Serbia con i territori slavi meridionali appartenuti all'impero austroungarico, nasce la Iugoslavia. Ma tra i vari gruppi etnici e religiosi nascono subito dalle rivalità e dai conflitti. Gli odi esplosero nel corso della seconda guerra mondiale, quando il paese fu smembrato dai Tedeschi per costituire, in Croazia, uno stato fascista che condusse una politica di sterminio nei confronti dei Serbi. L'impossibile riconciliazione sembrò realizzarsi per opera del croato Tito, durante la lotta di resistenza contro gli invasori Tedeschi e Italiani: alla fine della guerra egli costituì la Repubblica federale socialista di Iugoslavia, formata da sei repubbliche (Serbia, Croazia, Slovenia, Bosnia-Erzegovina, Macedonia e Montenegro) e due regioni autonome (Vojvodina e Kosovo).


Le guerre arabo-palestinesi


Nel 1917 La Gran Bretagna, con la Dichiarazione di Balfour, promise agli Ebrei la creazione di uno stato Sionista autonomo in Palestina, e nel 1922 ottenne il mandato su quel territorio. Di conseguenza, migliaia di Ebrei immigrarono nella regione palestinese con la speranza di realizzare l'ideale sionista, anche se la convivenza con le popolazioni arabe si rivela molto ostica. Dopo il genocidio da parte nazista, che provocò circa 6 milioni di vittime, si riaccende la questione della creazione di uno stato sionista. Nel '47, l0'assemblea delle Nazioni Unite, vota per la spartizione della Palestina, da vita alla creazione di uno stato ebraico, con Gerusalemme vincolata a rimanere sotto l'amministrazione dell'Onu.

Dal ritiro delle truppe britanniche nel 1948 al 1973, Israele ha dovuto sostenere ben quattro guerre contro i vari stati arabi che ne hanno messo in discussione la legittimità.

Nel 1948, Israele sbaraglia le truppe della lega Araba (Giordania, Egitto, Libano, Siria, Iraq)

Nel 1956, nella guerra del Canale di Suez, in cui intervengono Francia e Gran Bretagna, contro l'Egitto, ma la condanna dell'Onu costringe tutti alla resa

Nel 1967 inizia la guerra del sei giorni in cui Israele occupa il Sinai, Gerusalemme, la Cisgiordania e le alture del Golan

Nel 1973 la guerra del Kippur, combattuta contro Egitto e Siria


Nel 1978 il capo di stato Rabin si accorda a Camp David per il ritiro dal Sinai, successivamente nel 93 cercherà un accordo con Arafat. Il clima di pace dura poco perché due anni dopo Rabin viene ucciso


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