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I PROGETTI POLITICI
L'OBIETTIVO DELL'UNITA' NAZIONALE. Il fallimento dei moti del 20-21 aveva evidenziato
L'inadeguatezza delle società segrete
Il bisogno di programmi politici in grado di ottenere il consenso dell'opinione pubblica
Inoltre si allargavano le prospettive: non bastava più ottenere una costituzione o un governo liberale ma occorreva realizzare un obiettivo più ambizioso: l'unità nazionale.
Vennero elaborate diverse proposte su come raggiungere l'unità e l'indipendenza, e i due schieramenti fondamentali furono quello liberal-moderato e democratico, che differivano per:
I mezzi da usare
La forma di governo da dare alla futura Italia unita
I LIBERALI MODERATI. I liberali moderati ritenevano che:
Occorreva rinunciare alle azioni insurrezionali care alla carboneria. A prendere l'iniziativa doveva essere un sovrano, con i mezzi tradizionali della politica (accordi, alleanze ecc)
Bisognava escludere soluzioni democratiche o popolari; l'Italia unita doveva essere una monarchia parlamentare retta da un sovrano, il cui potere fosse bilanciato dagli ordinamenti previsti da una Costituzione
Vincenzo Gioberti: Fra i moderati si distinse Vincenzo Gioberti, il quale voleva risolvere il problema dell'unità costituendo una confederazione di Stati italiani, ciascuna governata dal proprio principe, sotto la presidenza del Papa, cosa che avrebbe permesso di superare l'ostacolo dello Stato della Chiesa nel centro della penisola.
Cesare Balbo: Cesare Balbo, altro autorevole esponente moderato, accettò l'idea di Gioberti, ma propose alla guida della confederazione la dinastia dei Savoia; egli vedeva infatti nel Regno di Sardegna l'unico stato in grado di sfruttare le circostanze favorevoli del contesto europeo.
Proprio questa, grazie all'apporto di Cavour, si sarebbe rivelata la linea vincente del Risorgimento italiano.
I DEMOCRATICI. I democratici ritenevano invece che:
Il Risorgimento italiano dovesse realizzarsi attraverso un'azione rivoluzionaria popolare
L'Italia futura non avrebbe dovuto essere una monarchia costituzionale ma una repubblica democratica, basata sul principio della sovranità popolare.
Giuseppe Mazzini Aveva della nazione una concezione di tipo religioso, riassunta nel motto "Dio e popolo". Per lui il Risorgimento doveva essere sostenuto da una profonda fede: una "fede" tutta laica e terrena, di una forza ideale che occorreva diffondere a tutto il popolo e che fosse in grado di svolgere un'opera di educazione morale e civile del popolo, guidandolo all'obiettivo dell'insurrezione generale. Il passo successivo sarebbe stato l'instaurazione di una Repubblica democratica il cui organo fondamentale doveva essere un Parlamento eletto a suffragio universale.
A tale scopo fondò prima la Giovine Italia e poi la Giovine Europa.
Carlo Cattaneo illustre illuminista lombardo, fondò e diresse per molti anni la prestigiosa rivista "Il Politecnico". Come Mazzini, pensava che l'indipendenza dovesse venire "dal basso". Auspicava però un'Italia organizzata come federazione di Stati, sul modello degli Stati Uniti.
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