GIUSTINIANO (527-565d.C.)
Divento imperatore
d'oriente nel 527, Giustiniano(482-565) è ricordato dai posteri soprattutto per
il Corpus Iuris Civilis immensa
opera di codificazione del meglio della tradizione giuridica romana. Agli occhi
dei suoi contemporanei egli fu piuttosto l'artefice della riconquista
dell'Occidente barbarico condotta fra il 534 e il 554, impresa nella quale
rivelò l'ambizione e la vastità del suo disegno universalistico. Ma lo storico Procopio
di Cesarea, che aveva a lungo vissuto alla corte bizantina e ne era stato poi
allontanato, ne traccia un profilo impietoso:"L'imperatore Giustiniano
era affabile e mite con chiunque; non rifiutò mai a nessuno un'udienza, non si
irritava nemmeno con chi, in sua presenza, teneva un discorso o un
comportamento poco corretto. Ma neanche arrossiva davanti alla gente che aveva
già destinato a morte; non lasciava trapelare ira o sofferenza verso chi lo
aveva offeso; al contrario, con espressione tranquilla, occhi abbassati e voce
sommessa, ordinava lo sterminio di migliaia e migliaia di innocenti, la
distruzione di città, la confisca di interi patrimoni. Giustiniano era più
leggero della polvere nei suoi giudizi". Più equilibrato il profilo di uno
storico contemporaneo, Michel Kaplan:"Giustiniano in carne la diversità, la
grandezza ma anche le contraddizioni dell'Impero. Originario dell'Illirico, di
lingua latina regna su un impero in cui si parla il greco o anche, in Oriente,
il siriano o il copto. Minacciato in Oriente, riconquista l'Occidente ma
trascura la difesa dei Balcani. Benché autoritario, rischia di cedere davanti
la rivolta 'Nika'. Portavoce dell'aristocrazia ortodossa, fa chiudere
l'Accademia di Atene per il suo paganesimo e fa ricostruire la basilica di
Santa Sofia, destinata a restare la più grande chiesa della Cristianità fino
alla caduta di Costantinopoli. Nel contempo sposa una donna monofisita,
domatrice di orsi[.].