BENITO MUSSOLINI
Benito Mussolini nacque a Dovia di Predappio nel 1883. Studiò nel
collegio Carducci di Forlimpopoli. Nel 1901 conseguì il diploma di maestro
elementare. Nel 1900 si iscrisse al partito socialista, in seguito, per sottrarsi al servizio militare, fuggì in
Svizzera. A causa dell'amnistia del 1904, Mussolini rientrò in Italia e
intraprese a Trento l'attività giornalistica, le sue idee anticlericali però lo
fecero espellere dall'impiego.
Quando si tenne il congresso socialista gli fu affidata la direzione
dell' "Avanti!", un quotidiano socialista. Scoppiata la guerra, il suo
atteggiamento antimilitarista si mutò presto in interventista, per questo fu
espulso anche dal partito socialista. Nel dopoguerra Mussolini fondò i "Fasci
di Combattimento" (23 marzo 1919), in seguito ordinò a tutti i fascisti di
marciare su Roma, in questo modo Mussolini voleva impadronirsi del potere. Dopo
la marcia su Roma Mussolini fu incaricato dal re, (28 marzo 1922), di formare
il nuovo governo. Il suo potere si consolidò dopo le elezioni del 1924, quando
Mussolini iniziò la sua vera e propria dittatura. Egli entrò però in crisi dopo
l'assassinio di G. Matteotti, che aveva denunciato le gravissime irregolarità
di quelle elezioni, dopo qualche esitazione, da cui i partiti antifascisti non
seppero trarre profitto, Mussolini riuscì a superarla con un atto di forza. Col
suo discorso alla Camera del 3 gennaio 1925 e i provvedimenti che lo seguirono,
la struttura liberale e parlamentare dello Stato italiano fu radicalmente sovvertita.
Con i patti Lateranensi (11 febbraio 1929) Mussolini volle chiudere l'ultima
questione circa la sovranità di Stato e Chiesa. La sua politica interna fu in
sostanza conservatrice. Mussolini volle la conquista dell'Etiopia, da un lato
si guadagnò molte approvazioni da parte
degli italiani, ma dall'altro provocò l'urto con l' Inghilterra e la società
delle Nazioni. In seguito, Mussolini intervenne nella guerra civile spagnola,
inviando milizie di volontari italiani. Alleatosi con il Patto d'Acciaio alla Germania
di Hitler, intraprese la persecuzione degli Ebrei, malvista dagli Italiani.
Scoppiata la guerra, Mussolini arrivò militarmente impreparato e legato a un
alleato troppo più potente. Dopo un periodo d'incertezza, nascosta, decise di
intervenire credendo imminente la vittoria hitleriana. A causa di questi
insuccessi Mussolini, iniziò a perdere il controllo della situazione, questo
offrì la possibilità al Gran Consiglio di approvare un ordine del giorno contro
di lui, nella seduta del 24 luglio 1943. A questo seguirono, da parte del re la
revoca del mandato di governo e il fermo. Mussolini fu trasferito prima a
Ponza, poi alla Maddalena, infine al Gran Sasso, venne poi liberato con un
colpo di mano e portato in Germania. Egli ritornò in Italia per raccogliere
quel che restava dello sfacelo fascista nella Repubblica Sociale Italiana.
Ritornato capo dello Stato e del governo, dichiarò di proporsi per la
riconciliazione con gli italiani e alla socializzazione. Crollata la linea
gotica, Mussolini si trasferì a Milano e nel precipitare della situazione tentò
di venire a patti con il Comitato di Liberazione Nazionale, temendo poi la
cattura, fuggì verso Como. Nel 1945 fu arrestato dai partigiani, e fucilato.