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Accanto a Pasolini, per l' audacia dello sperimentalismo linguistico, si suol porre Carlo Emilio Gadda, benché i due scrittori abbiano indole assai diversa.
Gadda (Milano 1893 - Roma 1973), laureato in ingegneria (professione che esercitò prevalentemente all' estero), incominciò la sua attività letteraria sulle colonne della rivista fiorentina Solaria, intorno al 1930, ma le sue opere datano almeno dalla prima guerra mondiale a cui partecipò. Scrittore alquanto riservato e schivo, ha acquistato fama soprattutto con le sue due opere Quer pasticciaccio brutto di via Merulana (1957, ma già pubblicato in una prima stesura su Letteratura nel '46-'47), e La cognizione del dolore (1963), anch' esso già apparso a tratti in Letteratura. L' ultima opera, Eros e Priapo (1967), ha confermato le sue singolari virtù di scrittore.
Quel che colpisce immediatamente nelle opere di Gadda, specialmente dal Pasticciaccio in poi, è la singolarità del linguaggio. Gadda rifiuta decisamente il linguaggio della tradizione e viene, invece, inventando un linguaggio suo, fatto di mescolanza di dialetti, elementi letterari e tradizionali e forme gergali e tecniche. Anch' egli, come i neorealisti, si serve largamente e prevalentemente del dialetto, ma non di un solo dialetto, bensì di una varietà straordinaria di dialetti (soprattutto centro-meridionali), a cui accosta i linguaggi tecnici dei bancari, degli ingegneri, dei legali, dei commercianti, ecc., parole inventate ed una sintassi assolutamente personale. Ma se non si tratta di una bizzarria, di un divertimento o di un gioco dell' intelligenza, che cosa vuole dire, che cosa significa la lingua di Gadda? In realtà, essa esprime, con le forme congeniali allo scrittore (che sono l' invenzione favolosa e la creazione linguistica)
La concezione della vita e quasi l' impatto dello spirito di Gadda col mondo.
Gadda, entrato nel mondo recando una salda ed innocente fede nei valori predicati dalla società del suo tempo (l' onore, il dovere, la disciplina, la fraternità, ecc.), avverte, fin dalla prima guerra mondiale, l' ipocrisia con cui quegli ideali vengono maneggiati e traditi. Questa coscienza del tradimento della società si fa sempre più approfondita durante il ventennio fascista; tuttavia, la delusione e la negazione degli ideali non determinano in lui un sistema pessimistico, che dia luogo a narrazioni in cui vengano incarnati i suoi disinganni, ma, ed è qui la sua originalità, ad un "urto" col mondo che lo pone attentamente di fronte ai singoli gesti, alle situazioni, ai particolari atteggiamenti, in cui quei tradimenti si consumano. Allora la parola diviene ideale imitazione in senso artistico di quei gesti, o deformazione proporzionata degli impegni umani non mantenuti. Così, un dramma di sentimento, una dolorosa concezione del mondo, diventano una sorta di catastrofe del linguaggio e invenzione di vicende apparentemente realistiche e sostanzialmente ironiche e persino grottesche e sarcastiche.
Dopo le prime opere (Diario di guerra, Madonna dei filosofi) gli umori di Gadda si liberano nella invenzione linguistica, il che accade anche nella raccolta di racconti Adalgisa (1944) e nelle Novelle del ducato in fiamme (1953), volumi che segnano un' altra tappa nel cammino dello scrittore. La maturità del nuovo linguaggio gaddiano appare in pieno nel Pasticciaccio, un "giallo" che narra di un misterioso delitto avvenuto in un palazzone di via Merulana a Roma e che non si conclude, nonostante tutte le indagini, le supposizioni e i pettegolezzi di poliziotti, vicini e curiosi. Qui la varietà dei linguaggi vuole indicare la varietà delle persone e le loro "deformazioni", sicchè vicende, persone e linguaggio fanno tutt' uno.
La concezione del mondo come contraddittorietà, assurdo, genera in Gadda un' estraneità dal mondo che è espressa nella Cognizione del dolore, titolo significativo di una favola, apparentemente bizzarra e al fondo allegorica, di un curioso personaggio che vive disprezzando la società intorno a lui e tenendosene lontano, compresa la propria madre verso cui ha comunque alcuni slanci d' affetto. Don Gonzalo, il protagonista del libro, ha ormai acquisito la cognizione del dolore e rifiuta nella sua sprezzante solitudine il mondo e, col mondo, persino la madre: metafora dell' odio-amore di Gadda di fronte ai suoi simili ed alla sua madre-patria.
L' ultimo libro, Eros e Priapo, è una satira contro i miti del ventennio fascista (tema che ritroviamo anche nel Pasticciaccio per l' ironia con cui è descritta la borghesia romana del tempo).
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