ALFREDO
CASELLA
Torino 1883- Roma 1947;
pianista e compositore, collezionista
Inizia la sua formazione a
Torino. Tra il 1896 e il 1916 è a Parigi, dove studia con Gabriel Fauré. Entra
in contatto con gli ambienti musicali più avanzati (oltre a Fauré, Debussy,
Ravel, e Strawinskij), così come si interessa alle ricerche letterarie e
figurative d'avanguardia e acquisisce quel respiro europeo tanto poco frequente
tra i compositori italiani dell'epoca. ( si veda, ad esempio il suo giudizio su
Strawinskij: ' ha definitivamente orientato la musica europea verso una
tendenza antiretorica, spoglia di artifici, priva di virtuosismi ornamentali,
decisamente tonale, antimpressionistica ed essenzialmente
architettonica.').
Nel 1916 fa ritorno in Italia e fino al 1923 insegna pianoforte al
Conservatorio di S. Cecilia in Roma, per passare nel 1932 alla cattedra di
perfezionamento pianistico. Nel 1917 fonda la rivista 'Ars Nova',
alla quale collaborano, oltre ai musicisti, anche letterati e artisti come
Giorgio de Chirico, Carlo Carrà, Mario Broglio.
Nel 1923 dà vita, con Malipiero e Labroca, la Corporazione delle nuove musiche,
intesa al risanamento del gusto musicale in Italia. Tutta la sua attività (è
stato, fra l'altro, direttore dell'Accademia Chigiana e organizzatore delle
prime Settimane musicali senesi) è rivolta allo scopo di costituire in Italia
un gusto musicale moderno ma fondato sull'esperienza classica. Tale ricerca è
per molti versi parallela a quella compiuta dai suoi amici Bontempelli,
de Chirico, Savinio,
Carrà nel campo della pittura e della letteratura. Anche la sua vena
collezionistica è motivata da un bisogno di confronto linguistico: 'Ho
viva passione per la pittura - scrive ad Antonio Donghi
nel 1926 - e raccolgo quadri di pittori i quali seguono, nella loro arte e
nelle loro ricerche, la medesima tendenza mia.'. La sua collezione prende
corpo dopo la metà degli anni Venti, arrivando a comprendere due dipinti di Balla,
sette Carrà, tredici Casorati, cinque de
Chirico, tre Depero, tre Morandi, cinque Severini,
tre Spadini, oltre a significative opere di Donghi,
Francalancia, Ferrazzi,
Mafai,
Ruggeri.
Saggista e polemista infaticabile, raccoglie i suoi scritti in 21+26
(1931), cui seguono Il pianoforte (1939), summa della sua
profondissima esperienza pianistica, e le sue memorie artistiche, I segreti
delta giara (1942).
Bibliografia: V. Rivosecchi,
La collezione Casella , in Scuola romana,artisti tra le due guerre catalogo
della mostra a cura di M. Fagiolo, collaborazione di F. R. Morelli, Milano
1988, pp. 59-62;
M. Carrà, Alfredo Casella tra musica e pittura, in Realismo magico, catalogo
della mostra a cura di M. Fagiolo, Verona- Milano 1988-1989.