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VERGA, Giovanni(Catania 1840-Roma 1922)




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VERGA, Giovanni(Catania 1840-Roma 1922)


La poetica e il Verismo italiano Modello del Verismo italiano è Zola,tradotto per la prima volta nel 1875 con La curée.Si diffonde l'immagine del romanziere scienziato, "realista" e "sociale",in lotta contro le piaghe della società in nome del progresso e dell'umanità. Il suo più fervente sostenitore è Felice Cameroni. La sinistra milanese coglie l'importanza delle nuove tendenze ma non è in grado di costruire una valida teoria artistica. Vi riescono invece due intellettuali conservatori, "galantuomini"meridionali: Giovanni Verga e Luigi Capuana. E' quest'ultimo a diffondere la conoscenza di Zola in Italia mediante la recensione delle sue opere.

Esaltazione dell'opera zoliana MA rifiuto della subordinazione del romanzo a scopi estrinseci(es. Dimostrazione tesi scientifiche,impegno sociale)=>l'arte può assimilare un concetto scientifico solo secondo la sua natura di opera d'arte. Positivismo e Naturalismo possono esercitare la loro influenza solo nella forma=>impersonalità dell'opera d'arte =>la "scientificità" non deve dunque trasformare la narrazione in esperimento per dimostrare tesi scientifiche, bensì manifestarsi nella tecnica 

Nella teoria verghiana,non solo la rappresentazione artistica deve essere verosimile, fornendo documenti umani ma deve porre il lettore "faccia a faccia col fatto nudo e schietto":egli non deve perciò percepire la presenza dello scrittore, che deve "eclissarsi", "mettersi nella pelle" dei personaggi affinché il pubblico abbia impressione di assistere a fatti che si svolgono sotto i suoi occhi. Deve essere introdotto nel mezzo degli avvenimenti, senza antefatti né presentazione dei personaggi. Nonostante una certa confusione iniziale il lettore può entrare a contatto in maniera diretta con loro=>eliminazione artificiosità letteraria

Teoria dell'impersonalità=>NON definisce l'arte,cioè non nega rapporto tra creatore e opera: è solo una tecnica narrativa

Tecnica narrativa applicazione dei principi della sua poetica dal '78:

scomparsa narratore onnisciente tradizionale

assenza del punto di vista dello scrittore

regressione al livello dei personaggi: è come se a raccontare fosse una di loro, che però non compare direttamente nella vicenda e resta anonimo

non vengono date dettagliate informazioni su personaggi o luoghi:il narratore parla come se si rivolgesse ad un pubblico che conosce da sempre il contesto

qualsiasi giudizio non viene dall'autore ma dalla visione elementare e rozza della collettività popolare, che deforma i fatti in base ai suoi principi interpretativi

Ideologia verghiana Prefazione al ciclo dei Vinti: chi osserva lo spettacolo della "lotta per l'esistenza"non ha il diritto di giudicarlo=>eclissi dell'autore

Radicale pessimismo:società umana dominata dal meccanismo crudele della "lotta per la vita",che schiaccia i più deboli=>generosità,altruismo disinteressati sono valori ideali. Essa è infatti una legge di natura,universale e immodificabile =>nessuna alternativa alla realtà presente,né nel passato,né nel futuro,né in una dimensione ultraterrena(concezione materialistica e atea) Mancanza di fiducia nella possibilità di modificare il reale =>il narratore non può intervenire per giudicare i fatti,esternando il proprio sdegno e la condanna

=> la letteratura può solo studiare il reale, "senza passione"

=> forte conservatorismo,giudizio negativo verso ideologie progressiste. Non c'è tuttavia una visione acritica della realtà. Anzi,è proprio il pessimismo a consentire una visione lucida della negatività del reale: diviene dunque uno strumento conoscitivo e non un limite. Verga rimane inoltre immune dai "miti" della letteratura contemporanea, il progresso,il popolo(che viene visto con realismo,analizzando gli aspetti più meschini della "lotta per la vita"),il mondo rurale(non vi sono infatti alternative alla realtà presente: anche il mondo primitivo della campagna è retto da leggi egoistiche)

Verismo di Verga//naturalismo zoliano

tecnica narrativa: in Zola la voce narrante assume il punto di vista dell'autore,che esprime giudizi sia impliciti sia espliciti. C'è un distacco netto fra lui ed i personaggi(fa eccezione l'Assommoir), evidenziato da un linguaggio letterario e colto. Verga invece "eclissa" il proprio narratore, facendolo regredire a livello dei personaggi

impersonalità: per Zola è l'assunzione del distacco proprio dello scienziato nella trattazione di temi estrinseci all'arte, per Verga è solo una tecnica narrativa

concezione della letteratura: Zola ha fiducia nella sua funzione progressiva, la possibilità di cambiare la realtà=>giudizi,commenti; il radicale pessimismo di Verga lo porta a ritenere che lo scrittore non abbia diritto di giudicare

autore: Zola borghese democratico, Verga "galantuomo" siciliano conservatore=> il mondo arretrato e parassitario in cui vive lo porta ad una visione fatalista, che l'influenza positivista accentua poiché egli percepisce la realtà sociale come immodificabile

Periodo preverista primi studi presso maestri privati:Antonino Abate=>fervente patriottismo

Formazione non classica ma i moderni e popolari scrittori francesi. 1865: lascia Catania e va a Firenze,dove si stabilisce dal '69. Una peccatrice('66),Storia di una capinera('71). '72: a Milano => influenza Scapigliatura. Eva('73),Eros e Tigre reale('75)

Approdo al verismo '78 Rosso Malpelo: distacco dalla narrativa anteriore, gli ambienti mondani e il soggettivismo esasperato. E' la prima opera verista. Già nel '74 con Nedda si ha un preannuncio della svolta ma vi sono ancora toni melodrammatici e non si è ancora sviluppata la tecnica dell' impersonalità. La "conversione" non è dunque repentina bensì giunge progressivamente,sulla base di propositi già radicati e con lo sviluppo della concezione materialistica e dell' impersonalità.Non c'è tuttavia abbandono degli ambienti dell'alta società per quelli popolari.  

Influenze: Zola, l'Assommoir=>suggerisce la tecnica della regressione; Capuana, con l'interpretazione delle teorie veriste

1880: Vita dei campi:Cavalleria rusticana,La lupa,Jeli il pastore,Fantasticheria sono alcune delle novelle dove spiccano figure caratteristiche della vita contadina siciliana e la tecnica dell'impersonalità, ad eccezione di Fantasticheria. In questo periodo c'è ancora in Verga una contraddizione tra le tendenze romantiche e quelle veriste,come dimostrano alcune tracce di atteggiamento romantico.

Il ciclo dei Vinti e I Malavoglia(1881) Verga concepisce il disegno di un ciclo di romanzi finalizzati a delineare la "fisionomia della vita italiana moderna" passando in rassegna tutte le classi sociali. Criterio unificante è il principio di derivazione darwiniana della "lotta per la sopravvivenza",che si ripropone con diverse modalità. Nei Malavoglia essa è la semplice "lotta pei bisogni materiali". Il romanzo rappresenta la vita di un mondo rurale arcaico,chiuso in ritmi e in una visione della vita tradizionali(si notino i proverbi di Padron 'Ntoni). L'azione ha inizio nel 1863,all'indomani dell'unità d'Italia: il villaggio siciliano è investito dalle tensioni di un momento di rapida trasformazione della società italiana, la "fiumana del progresso"=>processi di declassazione(i Toscano) ma anche ascesa(don Silvestro)sociale: il villaggio non è dunque immobile. E' nel giovane 'Ntoni che si incarnano le forze disgregatrici della modernità: avendo fatto il soldato a Napoli è entrato in contatto con la modernità e ora non può più adattarsi ai ritmi di vita del villaggio,ad un'esistenza di fatiche e miserie => conflitto con il nonno,legato a valori antichi ma contribuendo in questo modo alla sua rovina. Sebbene Alessi riesca a ricomporre un frammento dell'antico nucleo familiare non c'è un ritorno perfettamente circolare alla situazione iniziale. Finale emblematico: 'Ntoni si allontana per sempre dalla realtà del villaggio, verso la realtà del progresso.

I Malavoglia non vanno interpretati come idoleggiamento nostalgico di una civiltà contadina primordiale, anzi il romanzo rappresenta il superamento irreversibile delle reminiscenze romantiche presenti nella produzione verghiana anteriore. Lo scrittore ha compreso pienamente che non si tratta di un mondo che scompare semplicemente perché esso non è mai esistito. La vita popolare è vista nelle sue componenti reali: permane l'idealizzazione ma è limitata ad alcuni personaggi, e dall'altro lato l'ambiente del villaggio è rappresentato nei suoi aspetti più crudi,analizzandone con chiara consapevolezza i meccanismi fondamentali dell'interesse egoistico e dell'uso della forza.

Struttura narrativa bipolare: Malavoglia fedeli ai valori puri//comunità del paese pettegola,cinica, mossa solo dall'interesse,insensibile. L'ottica del paese ha il compito di straniare i valori ideali proposti dai Malavoglia, che appaiono così strani. Il punto di vista dei Malavoglia fa emergere,senza interventi del narratore, la disumanità della logica dell'interesse e della forza.   

Dai Malavoglia al Gesualdo Il marito di Elena(1882),Novelle rusticane e Per le vie(1883), Cavalleria rusticana(1884,opera teatrale tratta dall'omonima novella di Vita dei campi.

1889 Mastro-don Gesualdo:storia dell'ascesa sociale di un muratore che accumula enormi ricchezze ma fallisce tragicamente nella sfera degli affetti familiari. Resta il principio dell'impersonalità ma si eleva il livello sociale:ambiente borghese e aristocratico=>il punto di vista del narratore,che deve ricalcare quello dei personaggi,torna a coincidere con quello dell'autore. Sguardo lucidamente critico,sarcasmo corrosivo. Non c'è tuttavia ritorno a narratore onnisciente. Si ha uno scorcio della storia del personaggio,fornito però da una digressione di quest'ultimo. Tecnica drammatica,fedeltà al principio dell'eclisse del narratore. Il racconto è focalizzato sul protagonista, mediante il discorso indiretto libero. Scompare la bipolarità tra personaggi depositari di valori e rappresentanti della legge della lotta per la vita: il conflitto si interiorizza in un unico personaggio, individuo eccezionale di cui vengono narrate ascesa e caduta. Egli ha impulsi generosi e sente il bisogno di autentiche relazioni umane ma non arriva mai a praticare tali valori, sempre soverchiati dall'interesse egoistico ed economico=> trionfo della logica dell'economicità

Il pessimismo di Verga diviene assoluto=>la scelta di Gesualdo in favore della "roba"è una totale sconfitta umana. L'epica lotta per l'accumulo delle ricchezze è fonte esclusivamente di sentimenti negativi,odio,amarezza e dolore. Lo scrittore non celebra l'accanimento del suo eroe nell'accumulare ricchezza,bensì lo presenta in una luce duramente critica=> approccio problematico: Gesualdo ha tratti faustiani. Egli è un "vincitore"materialmente ma è vinto sul piano  umano. E' un eroe della modernità,il tipico self-made-man

Il pessimismo di Verga non approda comunque alla proposta di soluzioni alternative

L'ultimo Verga lo scrittore non completa i Vinti: La Duchessa de Leyra rimane incompiuto, L'onorevole Scipioni e L'uomo di lusso non sono nemmeno affrontati. Le cause sono probabilmente inaridimento dell'ispirazione,stanchezza dello scrittore,difficoltà di applicare il metodo prescelto agli ambienti dell'alta società. 1893: ritorno definitivo a Catania,dove è ossessionato da preoccupazioni economiche. Muore nel '22.


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