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Shopenhauer




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MORTE BELLA PAREA NEL SUO BEL VISO VV.151 - 172 La morte di Laura (da Triumphus
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SHOPENHAUER


Per via della sua personalità viene collocato nei sistemi anti idealistici.La sua influenza è legata alla dottrina estetica,che viene identificata con un momento importante del romanticismo ed apre la strada ad una concezione estetica moderna.La filosofia che gli appartiene è quella pessimista,che lo porta ad affiancarsi al Leopardi.Come si è detto S. è un anti idealista radicale e pensa che la natura non abbia nulla di razionale e che sia un sistema meccanicistico,alla base del quale si scopre un dura realtà propria di tutti gli esseri viventi e dell'uomo,che porta questi ultimi a dover soddisfare i propri bisogni e a causa della consapevolezza di ciò,viene tolta la libertà di pensare,in quanto non ce ne possiamo liberare.S. fu un personaggio particolare,ciò che risaltava di più in lui era il suo isolamento,da cui deriva la psicologia tendente all'autoriflessione e lontana dalle tecniche scottanti del suo tempo(come la lotta di classe),rifiuta anche la filosofia precedente dominata dall'idealismo.Condivide con Fouerbach ed altri la rivendicazione degli individui,partendo dall'analisi delle concrete esistenze,rifacendosi anche a Kant.Per S. la ragione è uno strumento che solo l'uomo a differenza degli altri animali possiede e che utilizza per capire come funzionano le cose;viene anche classificata come dissidio tra la natura e l'individuo,infatti quest'ultimo coglie il male di vivere perché si rende conto del fatto che la sua esistenza non è libera e la ragione lo illude di essere qualcosa di diverso da quella che è la base biologica,ma quando la verità viene resa nota scopre che la ragione altro non è che uno strumento che lo aiuta a soddisfare meglio o peggio i suo bisogni vissuti con noia.Il filosofo pensa inoltre,che siamo degli individui isolati la cui vita non ha uno scopo e non vi è uno spirito assoluto che ci guida per un nostro miglioramento,arrivando così in fine ad affermare che tutte le costruzioni razionali devono essere ricondotte alla loro base ormai dimenticata.Punto cardine della sua filosofia è il pessimismo da cui dice che l'uomo non può liberarsi,in quanto è la sua essenza,inoltre è un pessimismo cosmico,legato ai principi di tutti gli esseri viventi,diverso da quello di Rousseau,in quanto per lui il pessimismo era legato dal processo storico,mentre per S. deriva dal fatto che la vita non ci può dare nulla di nuovo;cambiano i modi con cui facciamo cessare le tensioni quotidiane,ma non il sistema di base.La realtà  per S. è un insieme non razionale di elementi che appaiono in una dimensione monodica e in una sorta di isolamento,è vista inoltre come une meccanicismo di causa ed effetto al si sopra del quale non vi è un auto coscienza ed è designato anche come volontà di vivere;con il termine volontà designa l'essenza di tutte le cose ed è il meccanicismo di base su cui si fonda la vita che determina tutte le sue manifestazioni,e afferma che se non ci fosse la volontà non ci sarebbe neppure la vita.L'obiettivo di S. non è quello della liberazione dalle sue necessità,perché questo coinciderebbe con l'auto annullamento,in quanto libertà significa liberarsi dai bisogni utili per la vita e condanna il suicidio affermando che questo non è la via di liberazione della volontà,ma l'affermazione assoluta di questa,ossia è un bisogno di negare la vita,ed inoltre non servirebbe a nulla poiché la necessità di soddisfare i propri bisogni muore in un individuo,ma rinasce in altri mille.Anche quando ci sentiamo scagionati dalle necessità corporee,ciò che avvertiamo non è altro che un momentaneo bisogno che è stato soddisfatto,anche la compassione è un bisogno che ho di allontanare la sofferenza,i miei pensieri dal dolore,portando la vita di ogni ente a rimanere chiusa in se stessa;è proprio questo pensiero che induce S. a negare la filosofia idealistica ed Hegel.Il pessimismo si accentua anche quando presa coscienza di ciò si pone il problema del se è possibile liberarsi da questo meccanicismo,e più lo studia più scopre che si identifica con la vita stessa.Il suo corpo non può essere indipendente del tutto,ma avendo la ragione può vivere con dignità limitando al massimo le sue necessità e il modello al quale deve pervenire è l'ASCESI,ossia la capacità di sospendere temporaneamente i bisogni e della quale parlerà nella sua opera principale. L'ascesi è inoltre un atteggiamento di vita che il filosofo riprende dalla filosofia buddista che si propone di viaggiare dentro di se tramite tecniche a cui bisogna esser allenati per sospendere le attività,e differisce dalla filosofia occidentale che contrariamente sostiene la scienza sia come madre sia come istanza epistemologica ed ha come scopo quello di ricercare una verità,dicendo che tre sono le vie che conducono al NIRVANA(il nirvana è la scissione della ragione dai bisogni concreti)che vengono sintetizzate con il termine di Trifarmaco.La sua opera principale è "Il mondo come volontà e rappresentazione" ,questa si presenta in quattro libri sul piano strutturale ed il più importante è il terzo.





I LIBRO:Illustra il percorso o passaggio filosofico che l'uomo compie dalla presentazione alla volontà,ossia da una conoscenza rappresentativa ad una vera.

II LIBRO:Parla della volontà come principio del mondo. Arte,compassione ed

III LIBRO:Viene esposta la sua idea di arte,propria dell'artista.   Ascesi,costituiscono

IV LIBRO:Nel quarto ed ultimo libro illustra le due forme di compassione     

propria dell'eremita e l'ascesi,propria dell'asceta.                                                                                 Il trifarmaco(ripreso da Epicuro che invece lo chiamava quadrifarmaco),ossia le tre vie di liberazione dal dolore.


Queste tre forme al contrario della scienza,sono vie che non si piegano ai bisogni da soddisfare. Per S. l'artista non vive per se stesso,ma per cogliere l'occhio del mondo andando al di là in modo da abbracciare un ottica universale.L'artista non vive la vita in senso individualistico.Recuperando Aristotele dice che tutte le arti sono imitazioni tranne la musica,poiché non ci sono idee alle quali corrisponde,infine per lui arte non è vita,ma contemplazione della vita.Per quanto riguarda l'asceta e l'eremita,il primo tende a calarsi nei bisogni osservandoli nella loro concretezza attraversando un cammino opposto al secondo,in quanto l'eremita è disinteressato alla realtà.

Riprendendo la visione kantiana dualistica di fenomeno e noumeno con l'aggiunta di una terza forma:IL PRINCIPIO DI CASUALITA',attraverso cui possiamo riconoscere la causa dell'oggetto non solo in forma spazio-temporale e afferma che la relazione di causa ed effetto siamo noi a porla nelle cose,perché queste non sono in relazione tra di loro.La novità attinente al suo terzo principio è la possibilità di conoscere il noumeno,ossia la realtà da parte della nostra coscienza spazzando il velo di Maya della rappresentazione proposta dalla cultura orientale.Al contrario Kant pensa che nell'uomo non esistano gli strumenti per conoscere il noumeno ed è proprio su basi rappresentative che vengono stabiliti i rapporti con la realtà e non attraverso la sostanza di un qualsiasi essere.Per S. noi possediamo una visione razionale ALTRA che è possibile attivare prescindendo dalla rappresentazione e ciò che ci conduce da quest'ultima alla volontà è il mio Corpo.Da qui il filosofo introduce il discorso riguardante il RAPPORTO CON IL CORPO,dicendo che questo è di duplice natura.Quando si ha che fare con il proprio corpo,lo si può conoscere rappresentativamente e nei confronti di esso si ha una conoscenza diversa da quella che invece si ha nei confronti degli altri oggetti,in quanto io conosco il mio corpo attraverso una conoscenza altra perché lo avverto con tutti i suoi bisogni;mentre nei confronti degli altri oggetti si ha una percezione rappresentativa.Sentire il nostro corpo è proprio di questo e grazie alla sensazione costantemente data perveniamo ad una seconda forma di conoscenza ed in seguito tramite il filo di Arianna(ovvero il corpo) possiamo ottenere la realtà noumenica,ossia:se io sento il mio corpo anche gli altri lo sentono e ciò mi consente di vedere la realtà per quella che è,e se gli altri sentono i loro corpi,sentiranno anche gli stessi bisogni che avverto io.Il sentire il mio corpo sia dal punto di vista rappresentativo che rappresentativo,mi porta alla conoscenza del mondo dentro di me,squarciando il velo di Maya.

COSA E' IL VELO DI MAYA?

Nel 3700 a.C.,venne scritto un poema in indiano antico,questo è la GITA,punto numero uno del buddismo.In questo poema vi è un dialogo tra Arjuna(un guerriero)e Krsna(una divinità),nel quale la divinità disse al guerri9ero che se avesse voluto vincere avrebbe dovuto squarciare il velo,alludendo alla conoscenza della realtà in modo diverso.

La realtà si può conoscere solo non pensando in modo razionale e S. ci dimostra che se la si vuole conoscere,lo si deve fare rinunciando a conoscere razionalmente(in modo rappresentativo e fenomenico),arrivando così a capire che affiancato a questo vi è il sentire.Attraverso il sentire viene scoperta la Volontà Di Vivere che viene estesa e tutti gli esseri viventi e si manifesta in base al loro grado di consapevolezza;questo principio governa perfettamente i corpi ed è universale,perché non c'è un solo essere capace di sottrarsi ad esso in modo permanente,è inoltra la rappresentazione della vita nella legge biologica,in quanto comincia come causa ed effetto quando nasco e finirà quando sarò morto,ed è anche principio personale- singolare,perché è tutto in ogni ente cioè è completo in ogni essere. La volontà si trova al di là del fenomeno e per questo presenta caratteri contrapposti a quelli rappresentativi;la volontà può essere primordiale ossia inconscia,poiché sia l'intelletto che la consapevolezza vengono sostituiti dagli impulsi.In secondo luogo,la volontà risulta unica poiché si trova al di là dello spazio e del tempo ed essendo al di fuori di queste è anche eterna,venendo così denominata come forza libera e cieca,ossia come energia incausata.S. ritiene che la volontà si manifesti secondo due fasi;la prima si oggettiva in un sistema di forme invariabili che chiama platonicamente idee;la seconda si oggettiva tra i vari individui del mondo naturale,dove si struttura a propria volta in una serie di gradi disposti in ordine ascendente.In questa scala il grado più basso dell'oggettivazione della volontà è costituito dalle forze generali della natura,i gradi superiori sono le piante e gli animali;questa sorta di piramide culmina nell'uomo,nel quale la volontà diviene consapevole.

Il DOLORE

Per S. è una mancanza o un dolore di per se,consiste nella cessazione di uno stato di tensione ed è anche l'inizio di un nuovo bisogno.Finisce di esserci per pochi istanti e non ha margini di libertà,perché questo meccanismo non ha pausa.

La GIOIA

E' anch'essa la fine di uno stato di tensione dietro al quale vi è inconsistenza,viene anche considerata come una breve sospensione del dolore e della noia.La gioia è fugace,si può prolungare,ma è sempre qualcosa che è destinato a finire.

Mentre Kant fa risalire l'attività morale al dolore,per S. nasce dal sentimento che ci spinge a fare come nostro il dolore altrui contemplandolo.

Accanto al dolore e alla gioia pone una terza situazione esistenziale di base,la noia,la quale subentra quando viene meno il desiderio o le preoccupazioni e conclude dicendo che la vita umana è come un pendolo che oscilla incessantemente tra il dolore e la noia passando attraverso l'intervallo fugace,e per di più illusorio,del piacere e della gioia.


GIUSTIZIA,ha un carattere negativo,perché consiste nel non

fare il male e nell'essere disposti a riconoscere agli altri ciò che

La MORALE si manifesta in          siamo pronti a riconoscere a noi stessi.


CARITA',vista come vero amore perché disinteressato.Per S.

L'amore provato per qualcuno è appagamento dei bisogni

Dell'eros;mentre vi è un'altra dimensione dell'amore che non è

Legata ai bisogni ed è la pietas.


RELAZIONE TRA NIRVANA E NULLA

Il nulla per S. non è il niente,ma è una condizione di lontananza dal mondo ed è impensabile.Mentre il nirvana è il contrario del nulla,ossia è una condizione di esistenza che vede l'uomo senza il mondo.Per il buddismo invece fuori dalla natura nulla(inteso come negazione del mondo stesso)c'è.                                                                       







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