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Satyricon: il genere letterario
Gli antichi applicano a queste opere narrative termini molto generici (historia, fabula) o designazioni particolari, usate senza nessun rigore (p.e. Milesia).
Per questa classe di testi non abbiamo trattazioni teoriche; sospettiamo tuttavia che di narrativa si facesse un gran consumo.
a) due testi latini, indipendenti e poco simili tra loro: il Satyricon di Petronio e le Metamorfosi di Apuleio
b) una serie di testi greci, databili tra il I sec. d. C (Caritone) e IV secolo (Eliodoro)
Trama-tipo del romanzo greco
La trama è quasi invariabile: si tratta delle traversie di una coppia di innamorati, un giovane e una ragazza, che vengono separati dalle avversità e superano mille avventure e pericoli (scambi di persona, naufragi, intrighi di rivali, finte morti, viaggi in paesi lontani etc) prima di riunirsi e coronare il proprio amore.
Nel romanzo di Petronio l'amore è visto in modo ben diverso: non c'è spazio per la castità, e nessun personaggio è un serio e credibile portavoce di valori morali.
La cosiddetta fabula Milesia è un genere letterario difficilmente determinabile, che assume la denominazione dal titolo di un'opera di Aristìde di Mileto il quale, intorno al 100 a.C., mise insieme una serie di novelle, ambientate nella città d'origine (tradizionalmente licenziosa) di argomento erotico (situazioni comiche, piccanti e amorali), trattato senza patetismi e in maniera frivola. Questo testo è completamente naufragato (rimane una sola parola) come sostanzialmente perduta è la traduzione (di cui restano 10 frammenti) che in epoca sillana ne fece lo storico Cornelio Sisenna. L'opera di Aristìde ebbe comunque una notevole diffusione nel mondo romano.
a) complesso gioco di richiami narrativi
b) Linea guida: Encolpio continua ad essere intrappolato, umiliato, costretto a tentativi di fuga che si risolvono in peggioramenti ulteriori.
c) La presenza di un protagonista-narratore passivo, ingenuo, sottoposto a continui passaggi di fortuna, è tipica di Petronio e di Apuleio come della moderna narrativa picaresca: è un modo di costruire il racconto.
d) Fondamentale è la struttura del 'viaggio'
e) Alternanza di prosa e poesia
La forma del Satyricon: alternanza di prosa e poesia
La prosa narrativa del romanzo è interrotta, con apprezzabile frequenza, da inserti poetici affidati soprattutto ala voce di Eumolpo (cfr. Presa di Troia, Guerra civile)
a) citazioni di autori classici (con valenza parodiata e distorta)
b) parti poetiche composte in proprio (veri e propri pastiches)
a) il libello di Seneca è un libello politico, attacco personale contro un bersaglio esplicito: l'imperatore Claudio. In Petronio nessun intento del genere è percepibile
b) la mescolanza degli stili, il prosimetro (= mistura di versi e prosa) nella satira menippea era solo una risorsa formale. In Petronio, invece, è un modo inedito di costruire il racconto: molto spesso gli inserti poetici forniscono al lettore la prospettiva in cui è immerso il narratore Encolpio
PER CONCLUDERE
MODELLI E ORIGINALITA'
REALISMO E PARODIA
Il Satyricon deve molto:
a) al romanzo greco (narrativa seria) e alla fabula milesia (narrativa comica) per trama e struttura del racconto
qualcosa:
b) alla satira menippea per la tessitura formale, il prosimetro
ma li trascende entrambe le tradizioni per complessità e ricchezza di effetti.
Nella satira latina (Lucilio, Orazio, Persio, Giovenale) il realismo del genere si sofferma su tipi sociali ben precisi ( = il parassita, il ricco stupido, il poetastro, la donna che ostenta virtù etc) e questi tipi sono visti e costruiti attraverso un filtro morale. C'è insomma un commento morale continuo, anche se spesso implicito e il lettore è sempre in grado di formarsi un giudizio sulle realtà rappresentate.
La parodia di Petronio è un modo di vedere la realtà e le cose carico di ambiguità
Parodie dei diversi generi letterari: possibile perché in età Giulio-Claudia la moda letteraria portava a questo.
La parodia era l'unica forma possibile di lotta contro il potere: si può ridere solo dei generi letterari allora in voga
Petronio sceglie generi di gran moda per la sua parodia:
il romanzo greco: genere di cultura bassa, ma di grande successo di pubblico
il poema epico: Omero e il viaggio di Ulisse; Lucano e il Bellum civile (cfr. Eumolpo)
le declamationes, le suasoriae
[Seneca il Vecchio e lo scadimento delal retorica: la sua opera testimonia il mutamento che l'avvento dl principato e la progressiva scomparsa della libertà politica hanno prodotto sull'attività retorica a Roma. Venuta meno lo spazio dell'oratoria politica e anche di di quella giudiziale, viene meno la funzione civile della retorica (= un tempo era lo strumento più appropriato per la formazione dei futuri cives; ora serve soprattutto ad addestrare brillanti conferenzieri) la quale si immiserisce in futili esercitazioni, le declamationes, che vertono su temi ed argomenti fittizi, romanzeschi prescelti per la loro singolarità e starnezza.
La declamazione diventa uno spettacolo pubblico: destinatari = studenti delle scuole di retorica e il pubblico generico.
I due tipi di esercizi più in voga: a) la controversia che rientrava nel genere giudiziale e consisteva nel dibattimento, da posizioni contrapposte, di una causa fittizia; b) la suasoria, appartenente al genere deliberativo, consistente nel tentativo da parte dell'oratore di orientare l'azione di un personaggio famoso della storia o del mito di fronte a una situazione incerta o difficile.
Scopo dell'oratore non è tanto quello di convincere quanto di stupire il suo uditorio (con l'uso massiccio anche dei colores, cioè delle coloriture stilistiche)]
le recitationes:
si tratta della lettura di brani letterari ad opera dell'autore davanti a un pubblico di invitati, in sale pubbliche o teatri. La letteratura diventa spettacolo e il letterato finisce per comportarsi come una sorta di prestigiatore della parola: la letteartura diventa performance.
[Tacito, Dialogus de oratoribus:
analizza le cause della decadenza dell'eloquenza a Roma. Cfr discorso di Materno: una grande oratoria era possibile solo con la libertà, o piuttosto con l'anarchia, che regnava al tempo della repubblica, nel fervore dei tumulti e degli scontri civili: divine anacronistica, e sostanzialmente non più praticabile, in una società tranquilla e ordinata come quella dell'Impero. La pace che esso garantisce deve essere accettata senza rimpianti: indiscutibile necessità dell'impero come unica forza in grado di salvare lo stato dal caos delel guerre civili.
Il principato restringe lo spazio per l'oratore e l'uomo politico, ma al principato non esistono alternative
LA TRAMA
a) all'inizio in una Graeca urbs (città non meglio identificata posta sul litorale campano)
b) prosegue sul mare aperto, a bordo della nave di Lica (mercante) diretta a Taranto
c) si conclude a Crotone, dove il naufragio ha condotto Encolpio, Gitone, ed Eumolpo
PARTE a)
all'inizio una matrona di nome Quartilla coinvolge Encolpio, Gitone ed Ascilto in un rito in onore del dio Priàpo. I tre riescono a sfuggire, in un secondo tempo, ai capricci lussuriosi di Quartilla
Appena sfuggiti a Quartilla i tre vengono scritturati per un banchetto in casa di Trimalcione, un ricchissimo liberto dalla sconvolgente ricchezza
La rivalità omosessuale tra Encolpio e Ascilto precipita: i due, gelosi dell'amico Gitone, hanno un violento litigio e Ascilto si porta via il ragazzo.
Encolpio, affranto, entra per caso in una pinacoteca e qui conosce Eumolpo, poeta vagabondo, uomo anziano, insaziabile come letterato e come avventuriero.
Eumolpo esibisce le sue doti poetiche e recita una sua composizione: La presa di Troia]
Dopo varie peripezie, Encolpio riesce a recuperare Gitone e a liberarsi di Ascilto. Ma scopre in Eumolpo un nuovo aspirante alle grazie di Gitone (= nuovo terzetto amoroso)
PARTE b)
I tre lasciano precipitosamente la Graeca urbs e si imbarcano in incognito su una nave mercantile: quella del mercante Lica, che ha motivo di vendicarsi su Encolpio. Eumolpo svaga i compagni di viaggio raccontando la piccante novella della Matrona di Efeso.
Encolpio è ormai in balia della vendetta di Lica, quando interviene una provvidenziale tempesta. Lica viene spazzato in mare, la nave cola a picco e i tre si ritrovano soli sulla riva.
PARTE c)
Sono a Crotone, città tutta rivolta a una pratica particolare: la caccia all'eredità. I cacciatori di testamenti colmano di onori e di favori i ricchi senza eredi, per ottenerne le eredità. Eumolpo recita allora la parte del vecchio facoltoso e senza eredi: Gitone e Encolpio impersonano i suoi schiavi. In principio la commedia di Eumolpo funziona e i tre vivono comodamente alle spalle dei cacciatori di testamenti.
Encolpio è abbandonato durante un'avventura con una donna dalle sue facoltà sessuali e si sottopone a umilianti pratiche magiche per riacquistare la virilità. Intanto la commedia di Eumolpo comincia a incrinarsi: Crotoniani stanno per scoprire il raggiro.
Mentre si dirigono a Crotone, Eumolpio tiene una lezione sulla poesia epica e declama un lungo poemetto sulla guerra tra Cesare e Pompeo: il Bellum civile]
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