Relazione di "Il compagno" di Cesare Pavese
Narratore e poeta
nato a Cuneo nel 1908 e morto per suicidio a Torino nel 1950.La sua giovinezza
la passa a Torino, dove studia e si laurea in lettere. Al liceo subisce
l'influenza antifascista del suo professore Augusto Monti. Insegna per qualche
tempo e poi inizia a lavorare per la casa editrice Einaudi. Nel frattempo
collabora anche alla rivista romana "Cultura" soppressa però nel 1953 dal
governo fascista. In quel anno Pavese pur non facendo parte del movimento
antifascista, viene condannato a tre anni di confino a Brancaleone Calabro, ma in seguito a un
condono l'anno successivo torna a Torino. Nel 1943 si rifugia a Monferrato per scappare alla guerra; dopo la
librazione si iscrive al partito comunista, in questo periodo pubblica la
maggior parte delle opere.
Nei suoi libri
possiamo ritrovare un po' il ritratto della sua vita. Nel compagno Pablo, il
protagonista, all'inizio è un ragazzo spensierato che pur vendendo giornali non
si preoccupa di leggerli e di capire ciò che sta succedendo intorno a lui. Vive
a Torino, una città già grande eppure nella prima parte del libro è totalmente
distante da ciò che succede nel frattempo. Pablo passa le sue giornate in
negozio, a suonare e ad uscire con gli amici. Un giorno l'incidente che
paralizza un suo amico Amelio a letto, lo inizia a far maturare, a chiedersi se
non varrebbe la pena di fare qualcosa più consapevolmente. Conosce Linda, la ex
ragazza di Amelio, con la quale inizia a frequentarsi e ad uscire.
Decide in seguito
di iniziare a viaggiare sui camion e lì conosce Milo, un altro ragazzo. Infine
decide di trasferirsi a Roma, ed è qui che conoscendo molte persone inizia a
rendersi conto della realtà fascista-antifascista che lo circonda, viene anche
condannato (come lo scrittore stesso) e poi liberato. Conosce Gina, Carletto,
Fabrizio, Giuseppe, Gino Scarpa.insieme a loro passa definitivamente dal
ragazzo spensierato all'uomo impegnato e comunque interessato socialmente e
politicamente.
Il
libro non mi è piaciuto per niente, ho trovato difficoltà nel leggerlo. È
interessante l'analisi della maturazione di un ragazzo, ma nel testo appaiono
molti personaggi forse anche troppi o comunque che non vengono bene
identificati e chiariti ed è come se attraverso la lettura si passasse in una
nebbia, di nomi, eventi e personaggi che pronunciano dialoghi confusi e
agiscono in maniera non troppo chiara.
Forse questo vuole portare il lettore a maturare contemporaneamente ai
personaggi del libro, il fatto è che questa maturazione che avviene nei
personaggi per lo meno a me, non è , nemmeno al termine del libro apparsa
chiara. Non si capisce cosa questi ragazzi vogliano, cosa pensino e come la
pensino su quello che succede. Persino il rapporto con Amelio, l'amico che ha
subito l'incidente che lo costringe a letto, dal quale però sembra dirigere un
movimento antifascista, non è molto chiaro, cosa c'è tra questi due ragazzi?
Cosa pensano uno dell'altro? Che cosa fa realmente Amelio dal suo letto?
Credo che i libri
ambientati in epoche storiche abbiano il dovere di chiarirci meglio com'era
realmente quell'epoca, e renderci più vicina ad essa per comprenderla meglio di
quanto potremmo fare attraverso i libri di storia, ma sinceramente credo che da
questo libro io abbia ricevuto solo confusione.