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Relazione del libro
"I Sentieri Dei Nidi Di Ragno"
di
Italo Calvino
IL ROMANZO:
Sono narrate le vicende di un ragazzino di nome Pin, che quasi per gioco si trova a partecipare alla lotta partigiana contro i tedeschi durante la seconda guerra mondiale, dapprima nel suo paese e più tardi sulle montagne liguri. Pin, fratello di una prostituta, è un ragazzo ribelle e scanzonato che non gioca mai con i suoi coetanei, ma si diverte andando all'osteria dove canzona e deride i grandi. Una sera arriva all'osteria Miscel che parla della guerra e del "gap" e il bambino ne rimane estasiato. Proprio per entrare nel circolo dei grandi, Pin è costretto a rubare una pistola a Frick, un ufficiale tedesco che frequenta sua sorella. Quando ritorna però all'osteria per mostrare la pistola ai grandi, nessuno gli da retta e decide di andarsene via. Vagando per i boschi prova una nuova sensazione nell'avere una pistola che nessuno, da quel momento in poi, gli avrebbe portato via. Allora decide di nasconderla in un luogo che solo lui conosce, cioè dove fanno i nidi i ragni. Mentre stava tornando a casa dalla sorella, viene notato da delle guardie tedesche che lo fermano perché stava giocando con il cinturone della pistola. Pin viene portato al comando tedesco, dove incontra Miscel e sua sorella e dove subisce un duro e pesante interrogatorio; cominciando a piangere a causa delle botte e della paura, viene portato in prigione dove incontra un partigiano, che è stato catturato durante un colpo mal riuscito, Lupo Rosso. E' proprio con questo nuovo amico che Pin scappa di prigione e insieme si rifugiano dietro un serbatoio, aspettando che cali la notte. A notte inoltrata, Lupo Rosso parte per un'ispezione, promettendo a Pin che sarebbe tornato a prenderlo. Non vedendolo arrivare, il bambino comincia a girare per i boschi, piangendo, ma viene trovato e aiutato da un partigiano di nome Cugino. Questo omone lo porta all'accampamento dei partigiani dove Pin fa amicizia con tutti, aiuta a preparare da mangiare e a pulire le armi. Il suo scopo non è quello di combattere i nazisti, ma di trovare un amico che abbia le sue stesse idee, per confidarsi, per sentirsi importante. Una mattina i partigiani sono costretti a partire per una battaglia e il bambino vuole andare con loro, ma è costretto a rimanere all'accampamento con il capo, Dritto, e Giglia, la moglie del cuoco Mancino. Alcune sere dopo la battaglia, Pin incomincia, come di consueto, a scherzare tutti, arrivando a parlare di Giglia e di Dritto; proprio questo per farlo rimanere zitto, lo costringe a fuggire dall'accampamento, e Pin decide di andare dove fanno i nidi i ragni a riprendersi la pistola che aveva nascosto. Quando giunge alla meta prefissatasi, non la trova più; infatti Pelle, un ex partigiano che viene ucciso proprio per essersi alleato con i tedeschi, gliela aveva portata via. Disperato per non poter più ritornare all'accampamento, decide di tornare da sua sorella, che nel frattempo si era alleata con i nazisti; proprio da lei ritrova la sua pistola, una p38, che Pelle le aveva dato, assicurandole che "in fondo la pistola era di famiglia". Riottenuta la pistola, Pin scappa di nuovo nei boschi dove viene nuovamente aiutato da Cugino, e, in quel momento, capisce che l'amico che aveva tanto cercato lo ha finalmente trovato.
QUALE E' L'ATTEGGIAMENTO CON CUI PIN GUARDA AL MONDO ADULTO? SI PUO' INDIVIDUARE IN CIO' UN RAPPORTO CON L'ATTEGGIAMENTO CON CUI CALVINO GUARDA ALLA LOTTA PARTIGIANA?
In questo romanzo Pin è sempre a contatto con il mondo degli adulti; però per lui è incomprensibile, come dimostra il fatto che non riesce a trovare una giusta motivazione alla continua presenza nei dialoghi dei grandi delle donne e delle pistole, argomenti ancora inutili per la sua età.
La guerra scoppiò quando Calvino aveva diciassette-diciott'anni, sicché lui non fece in tempo ad assorbire l'ermetismo imperante e le sue prime cose riflettono uno stato d'animo naturalmente
resistenziale, in sintonia con le passioni e le illusioni che stavano dietro i vari tentativi di neorealismo. Quando Calvino cominciò a sviluppare il racconto sul personaggio di un ragazzetto partigiano che aveva conosciuto nelle bande, comprese che l'identificazione tra se stesso e il protagonista era diventata qualcosa di più complesso. Il rapporto tra il personaggio del bambino Pin e la guerra partigiana corrispondeva simbolicamente al rapporto che con la guerra partigiana si era trovato ad avere l'autore. L'inferiorità di Pin come bambino di fronte all'incomprensibile mondo dei grandi corrisponde a quella che nella stessa situazione provava Calvino, come borghese. E la spregiudicatezza di Pin, per via della sua tanto vantata provenienza dal mondo della malavita, che lo fa sentire complice e quasi superiore verso ogni "fuorilegge", corrisponde al modo "intellettuale" d'essere all'altezza della situazione, di non meravigliarsi mai, di difendersi dalle emozioni. Così la storia in cui il punto di vista personale di Calvino era bandito, ritornava ad essere la storia dell'autore.
ANALIZZARE IL TESTO SECONDO ALCUNI INDICATORI:
a) Situazione tipica della fiaba:
In questo romanzo si può identificare il protagonista con Pin, gli antagonisti con i tedeschi. Sono presenti anche due aiutanti, Lupo Rosso quando lo fa evadere Pin di prigione e Cugino quando lo incontra la prima volta nei boschi e lo aiuta, e una falsa aiutante che si può identificare con sua sorella che si allea con i tedeschi. All'inizio si ha la situazione in cui Calvino descrive Pin con le sue abitudini e i luoghi che frequenta. La rottura di quest'equilibrio si ha con l'arresto del protagonista da parte degli antagonisti, mentre l'evoluzione della vicenda, che in questo caso avviene con dei processi di miglioramento, si attua con la fuga dalla prigione e con l'incontro con Cugino. Si arriva alla situazione finale quando Pin si ricongiunge con Cugino, dopo essere scappato dall'accampamento. Il narratore è onnisciente, il linguaggio è semplice e la narrazione veloce, intervallata da molti dialoghi.
b) Rappresentazione non celebrativa dei partigiani:
In questo romanzo una parte importante la svolgono anche i partigiani. Essi sono descritti come se fossero degli uomini qualunque, facendo risaltare i soliti vizi, cioè la donna e il bere; quindi Calvino decide di compiere una loro rappresentazione non celebrativa. I partigiani presenti nel racconto non sono i migliori, ma i peggiori possibili, che formano un reparto composto da individui un po' storti. Ma questo non ha cambiato niente, perché in loro ha agito un'elementare spinta di riscatto umano che li ha resi molto superiori rispetto ai componenti degli altri reparti. Nessun partigiano emerge com'eroe nel romanzo; infatti Calvino, per formare il reparto che avrebbe fatto maturare Pin, prese spunto dai suoi compagni, con cui per mesi e mesi aveva spartito la gavetta di castagne e il rischio della morte, scomponendo i loro tratti del viso, infondendogli perpetue smorfie e maschere grottesche.
c) Prospettiva straniante di Pin:
Il sentiero dei nidi di ragno è un racconto della Resistenza; è già folto di domande sulla Resistenza. L'antifascismo e la Resistenza non sono vissuti ingenuamente, ma sono guardati con occhi già smagati. Quella grande avventura però è vista e descritta con gli occhi e le impressioni di Pin, un ragazzo, e se ne ottiene un effetto di straniamento che costituisce la novità geniale del libro, ed è la ragione del fascino che esso esercita ancora. È una dura storia di guerra e una rappresentazione cruda dell'uomo: omaccioni assatanati dal sesso, e da, aveva detto Foscolo, un «natio delirar di battaglia»; ma chi guarda e racconta è un ragazzo: uno strano ragazzo smaliziato e ingenuo, che tutto ha visto della vita e che pure ha un'anima ancora bambina in cerca d'affetto e ha un bisogno disperato di fiaba, sicché, mentre vive quelle sue crude esperienze di guerra e di morte, le mitizza: la pistola, i nidi di ragno e il loro nascosto sentiero
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