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RECENSIONE:
Autore Italo Calvino
Titolo "Il Visconte dimezzato"
Casa Editrice: Oscar Mondadori
N. pagine:
- Riassunto della trama:
Il visconte Medardo di Terralba, zio del narratore, parte per la guerra contro i Turchi e nella sua prima battaglia viene colpito da una palla di cannone che lo divide verticalmente a metà.
Inizialmente, sembra che solo la metà destra sia rimasta intatta e i medici riescono a salvarla. Così Medardo, dopo diversi anni, fa ritorno al suo castello e al suo popolo, ma il suo carattere é irrimediabilmente cambiato: dapprima non vuole vedere nessuno, poi, quando si decide ad uscire dalla camera dove si è isolato, si comporta in modo violento e brutale, sia nei confronti delle persone, sia verso le cose e la natura. Chi osa contraddirlo viene punito con l'impiccagione; per questi motivi il visconte é odiato da tutto il popolo. Medardo si accanisce anche contro le persone più care: il nipote viene più volte messo in pericolo di vita e la vecchia balia Sebastiana viene esiliata per vendetta a Pratofungo, dove risiedono in isolamento tutti i lebbrosi. Il visconte decide di innamorarsi della pastorella Pamela, per fare uno dei suoi soliti dispetti, e cerca di convincerla a seguirlo con le minacce e facendo uso dei suoi soliti metodi brutali.
Un giorno arriva al villaggio un altro visconte dimezzato, che però si comporta in maniera opposta al primo: aiuta i bisognosi, é tollerante, premuroso e vuole a tutti i costi fare del bene. Si tratta della metà sinistra che si credeva perduta del visconte Medardo di Terralba. I paesani lo chiamano "il Buono" mentre la sua metà malvagia è soprannominata "il Gramo". Tuttavia, a lungo andare, le ottime virtù del buono staqncano la popolazione: egli, cercando insistentemente di fare del bene, si dimostra invadente, ficcanaso e stucchevole.
Anche il Buono s'innamora di Pamela, così i due "mezzi-visconte" si sfidano a duello per stabilire quale dei due avrebbe sposato la ragazza. Ma durante il combattimento, l'uno colpiva la parte inesistente dell'altro, senza mai, quindi, riuscire a ferirlo. Alla fine entrambi infliggono all'altro una ferita parallela alla linea che interrompeva il corpo dell'altra metà: le vene si riaprono, il sangue si mescola ed il dottor Trelawney, amico del narratore, li unisce di nuovo. Così Medardo ritorna ad essere intero, esteriormente uguale a come era prima dell'incidente, in realtà reso più saggio dalla doppia esperienza che aveva vissuto.
- Descrizione dei personaggi principali:
IL VISCONTE MEDARDO DI TERRALBA:
-'Il Gramo': é la metà destra del visconte, si comporta esclusivamente in modo crudele e spietato; é violento, vendicativo e non rispetta i sentimenti e la libertà degli altri. É un solitario che si aggira per la campagna provocando distruzione e panico nella popolazione; Egli inoltre esprime odio e fastidio verso tutto ciò che é intero dimezzando tutto quello che trova sul suo cammino, come ad esempio frutti, funghi o fiori. Per questi motivi è odiato e temuto da tutti.
-'Il Buono': é la parte sinistra del visconte. É dolce, disponibile, sempre pronto a dispensare consigli e ad aiutare tutti, anche se non gli viene chiesto alcun favore. La sua bontà, però, dopo qualche tempo, diventa insopportabile e le buone intenzioni di Medardo sono temute quasi quanto le cattive.
Dunque, le due metà del visconte Medardo concentrano la loro esistenza in direzioni opposte; entrambi, però sono eccessivi: l'uno troppo cattivo e l'altro troppo buono e per questo entrambe le metà non hanno un giusto equilibrio. Questo equilibrio verrà ritrovato solo quando il visconte ritornerà intero.
IL NIPOTE DI MEDARDO: é narratore della vicenda e diretto testimone dei fatti accaduti, che vengono descritti a partire dal suo punto di vista. Egli è il nipote del visconte ed è rimasto orfano da piccolo: viene ospitato da Medadro al castello di Terralba, e fin da piccolo ha potuto godere di grandi libertà poiché nessuno si prendeva direttamente cura di lui. Passa le sue giornate nel bosco, a volte in solitudine, a volte in compagnia del dottor Trelawney, spinto dalla sua inesauribile curiosità e dalla voglia di cercare sempre nuove avventure.
SEBASTIANA: é la balia di casa Terralba, ha cresciuto tutti i figli della famiglia, compresi Medardo e suo nipote. É una donna energica, saggia, affezionata al visconte e ormai anziana. Per i suoi rimproveri e le sue critiche verso la metà cattiva del visconte, viene da lui confinata a Pratofungo, il paese dei lebbrosi, ma non si ammalerà poiché conosce la ricetta di decotti segreti che immunizzano dalla malattia.
PAMELA: é la pastorella di cui entrambe le metà del visconte s'innamorano; é una ragazza semplice, ma astuta: infatti riesce ad evitare la persecuzione di uno e le eccessive gentilezze dell'altro. Alla fine del libro è contenta che le due metà del visconte vengano riunite, perché in questo modo avrà per marito né troppo buono, né troppo crudele, ma sintesi di cattiveria e di bontà un po' come tutti gli uomini.
LA COMUNITÀ DEGLI UGONOTTI: si tratta di una grande famiglia scappata dalla Francia in seguito a persecuzioni religiose. Essi si sono stabiliti su una collina sopra il paese. Seguono regole di vita molto rigide: infatti vivono di duro lavoro agricolo e non hanno svaghi. Il loro capo Ezechiele, é un vecchio severo ed esigente, ma con valori morali molto forti. Tuttavia, sono consapevoli di non conoscere a fondo la religione e il Dio in cui credono: per questo la loro fede è insicura e incerta.
IL DOTTOR TRELAWNEY: É un medico straniero, approdato per caso a Terralba dopo il naufragio da una nave inglese. Non si occupa tuttavia delle cura dei malati, ma preferisce dedicarsi allo studio della biologia animale e vegetale. Nonostante ciò sarà proprio lui a ricomporre il visconte: grazie a questa vicenda del visconte dimezzato, ritrova la propria vocazione di medico e lascia la sua dedizione alla biologia per occuparsi finalmente dei malati. Alla fine del libro, la sua vecchia nave, quella del capitano Cook con cui aveva fatto tanti viaggi, ritorna a Terralba e il dottor Trelawney parte da quella che per molto tempo era stata la sua casa.
LA COMUNITÀ DEI LEBBROSI: é un gruppo di persone confinate al paese di Pratofungo, per via della malattia contagiosa. Nessuno ha mai visto realmente Pratofungo, ma si favoleggiava che lì la gente sia allegra e libera molto più di quanto lo siano i sani: si dice che essi facciano festa per tutto il giorno, con canti, balli e comportamenti sfrenati.
- Genere e stile:
"Il visconte dimezzato" è un romanzo fantastico, che tuttavia presenta una precisa collocazione storica: Calvino cita il movimento degli Ugonotti e le persecuzioni religiose, la guerra contro i Turchi, il capitano Cook e i viaggi di esplorazione; si può dunque facilmente intuire che il periodo storico a cui l'autore fa riferimento è il 1500 circa.
Come accade anche negli altri due romanzi, Calvino riserva molto spazio alle descrizioni di luoghi e personaggi, dei quali fornisce un'immagine ben precisa e dettagliata.
Il linguaggio non risulta particolarmente difficile, anche per il fatto che il compito di narrare i fatti è affidato a un ragazzo. Questa scelta dell'autore condiziona il punto di vista con il quale il lettore si relaziona con le vicende: tutto è filtrato attraverso lo sguardo del nipote di Medadro. Se invece Calvino avesse scelto come narratore, ad esempio, il visconte, oppure avesse optato per un narratore esterno onnisciente, l'effetto sortito sarebbe stato di tutt'altro genere.
- Idea di fondo dell'autore:
Similmente a "Il cavaliere inesistente" e a "Il barone rampante", la precisa collocazione temporale è accompagnata dall'irrealtà e dai connotati fiabeschi e grotteschi che Calvino conferisce ai suoi personaggi: la figura di un visconte dimezzato è alquanto improbabile nella realtà, ma diventa il mezzo che l'autore utilizza per analizzare quella realtà che in questi casi sembra essere così lontana; proprio come avviene nelle fiabe.
Infatti, la vicenda di Medadro diventa pretesto per approfondire l'animo umano e le sue virtù: sviluppare una sola caratteristica del proprio animo (bontà o cattiveria) diventa dannoso, poiché una tale personalità risulta essere limitata e priva del giusto equilibrio, necessario per la propria sopravvivenza e per la possibilità di potersi relazionare con gli altri. La cattiveria del visconte è eccessiva, ma lo è anche la sua bontà: solo componendo queste caratteristiche Medardo trova una sua stabilità. Bisogna quindi conoscere le proprie doti ed i propri difetti e saperli calibrare in un insieme: è questo l'insegnamento che Medadro trae dalla sua singolare vicenda, e tale messaggio è quello che Calvino nasconde tra le righe del suo romanzo.
- Giudizio personale:
Ho abbastanza apprezzato questo libro, in particolare per il messaggio che Calvino vuole trasmettere al lettore attraverso le vicende del visconte dimezzato. Inoltre, la connotazione irreale e grottesca del personaggio di Medadro mi è parsa maggiormente giustificata rispetto a quella di Agilulfo ne "Il cavaliere inesistente", proprio per il fatto che Medadro viene utilizzato con lo scopo di fare un'analisi di alcune caratteristiche della realtà umana, mentre il fatto che Agilulfo fosse inesistente mi è parso un po' campato per aria.
Appunti su: https:wwwappuntimaniacomumanisticheletteratura-italianorecensione-italo-calvino-il-vi85php, cosa vuole insegnare il visconte dimezzato, |
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