Recensione
della commedia di William Shakespeare: Romeo e Giulietta
A partire dal primo martedì di
novembre (7-11) è in scena al teatro Nuovo una delle più belle e famose opere
scritte da William Shakespeare: Romeo e Giulietta. Per opera del regista
Maurizio Scaparro, a Milano sarà possibile vedere in tutta la sua bellezza la
commedia romantica che fu scritta nel 1595 dal drammaturgo britannico e
stampata per la prima volta nel 1597.
L'opera, interamente costruita
sulla concezione medioevale e cortese dell'amore, rievoca le tragiche vicende
di due giovani uniti da un amore fatale, che causerà la loro morte. Tutta la
rappresentazione è dominata dal contrasto fra un odio antico, che divide le due
famiglie di cui fanno parte Romeo e Giulietta (Montecchi e Capuleti) ed un
amore giovane e disgraziato nato fra i due protagonisti, che porrà fine agli
scontri fra le famiglie avversarie.
Lo spettacolo è
suddiviso in cinque atti come l'originale shakespeariano con una rapida
chiusura di sipario per permettere la riorganizzazione della scena, che è
apparsa molto sobria e semplice. Compare, infatti, solo una struttura mobile
che è l'unico strumento di carattere paesaggistico. La scelta dello scenografo
Emanuele Luzzati potrebbe essere facilmente giustificabile con l'intento di
voler lasciare "correre" la fantasia dello spettatore, che oggigiorno si trova
davanti ad un mondo già precostituito senza l'impegno di dover sforzare la propria immaginazione.
Molto
apprezzabile la recitazione degli attori ed in particolare dei due
protagonisti: M. Malatesta e G. Di Rauso, che hanno interpretato i personaggi
in maniera estremamente realistica e mai esasperata. La rappresentazione non è
stata mai troppo lenta, fatta forse eccezione per le scene d'amore fra i
protagonisti, rivelandosi in alcuni casi particolarmente movimentata, grazie
alla presenza di litigi e duelli molto spettacolari.
Spettacolo
indicato per giovani che amino riscoprire valori ed emozioni che non fanno più
parte del nostro tempo.