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Pollon nella letteratura, nell'arte e nella storia




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Pollon

nella letteratura, nell'arte e nella storia


























Introduzione



Pollon

nella letteratura, nell'arte e nella storia




Fin dalle medie mi sono interessata ai miti antichi, affascinata dai mondi descritti, dalla presenza di dei con vizi e virtù come gli uomini e da personaggi con caratteristiche particolari (ammetto che ha fatto la sua parte anche il cartone animato Pollon).


I popoli antichi cercarono di comprendere l'origine del mondo e degli uomini e il primo mezzo fu quello di descrivere gli elementi naturali ispirandosi alla propria fantasia (una delle doti innate degli uomini e che ci distingue dagli animali).

La mitologia non non è propria solo della cultura greca e romana ma si estende a quelle di tutti i popoli. Esistono miti indiani (racconti di un'epoca antica in cui vivevano divinità e personaggi leggendari ), cinesi ( dualismo fra Luce/Tenebre, Sole/Luna, Fuoco/Acqua), germanici ( presenza di un mondo degli Dei, un mondo dei defunti, la presenza di Giganti, nani, elfi. ), egizi ( divinità con fattezze animali-umane che rappresentavano particolari aspetti della natura ).


Ho deciso di scrivere il mio approfondimento personale su questo argomento vastissimo ma interessante per le sue peculiarità e i suoi possibili riferimenti ai giorni nostri.

Tuttavia non ho una conoscenza abbastanza approfondita di tutti i racconti dei diversi paesi ma conosco un minimo della vastissima collezione di miti greci. Ho sempre apprezzato come questa cercasse di descrivere non solo le origini del mondo ma anche alcuni vizi e virtù degli uomini. Posso citare alcuni dei personaggi che sono noti anche nella cultura generale odierna quali per esempio Edipo, Pigmalione, Eco, Narciso. o altri ancora sconosciuti quali Crisippo ( che si suicidò per la vergogna dopo essere stato rapito da Laio il quale era innamorato di lui ), Ippodamia ( fanciulla di mirabile bellezza che per amore tradì suo padre), Anteros ( Dio dell'amore corrisposto fratello del più celebre Eros).

Solo facendo questi pochi esempi possiamo comprendere quanto sia immenso l'universo di racconti che si apre innanzi ai nostri occhi. Ciò mi porta a esplicitare l'analisi che mi impongo di fare a proposito di alcuni personaggi della cultura europea che hanno deciso di ispirarsi ad alcuni miti e al motivo per il quale li hanno scelti a sfavore di altri.


Voglio partire da Shaw, probabilmente il più celebre, che con l'opera teatrale Pygmalion ha descritto le vicende di Eliza e del professor Higgins. Mi collego successivamente così alla Sinphonie pastorale di Gide, récit meno associato al mito di Pigmalione. Per quanto riguarda storia dell'arte molti artisti hanno raffigurato soggetti della mitologia antica ( Il trinfo di Galatea di Raffaello o Pigmalione e Galatea di Falconet o Narciso di Caravaggio) ma ho scelto Dalì perché è un autore difficile da comprendere e interpretare, ma particolare nella sua visione del mondo e dell'arte

In ultima analisi pongo infine Hitler e il nazismo facendo riferimento alla delegazione inviata dal dittatore in Tibet per la celebrazione dell'anno nuovo buddhista.


Concludendo voglio far presente come la mitologia abbia influenzato anche i giorni nostri dando, per esempio, nomi antichi a malattie o complessi particolari (complesso di Edipo, complesso di Elettra, sindrome di Pigmalione.), o ambientando giochi e storie in luoghi cosidetti fantasy o diventando soggetti di canzoni ( Parole di burro di Carmen Consoli e Narcissus di Alanis Morisette).































Inglese


Pygmalion

By George Bernard Shaw


"Happy is the man who can make a living by his hobby!"

("Pygmalion", George Bernard Shaw


Pygmalion is a play written by Shaw and it is inspired by the ancient myth of Pygmalion.


This myth is about Pygmalion, king of Cyprus, who loved to make sculpture. He didn't get married because he thought that no one could find the perfect woman. Venus, god of beauty and love, wanted to punish him for his behaviour and she made him falling in love with his statue.

Pygmalion prayed Venus to free him, pushed by pity she decided to make that statue come alive. At the end of the myth Pygmalion got married to Galatea, the statue, from whom he had one son, Pafo.


In Shaw's play we can find a lot of common elements with the myth but the story had been adapted by the author in his historical period.

The main character Eliza, a young flower girl, represents Galatea and her phonetic teacher, Dr. Higgins who represents Pygmalion.

Caused by the historical adaptation and the realism of the writer, Shaw couldn't create a goddess who punished Dr. Higgins for his love for the study of phonetic so he made him bet with his friend Colonel Pickering, about the fact that he could make Eliza a higher class lady.

At the beginning of the play Eliza Dolittle is like a statue because she didn't have his ideas, she was pestered him and she didn't have any good manners. Only with the intervention of Dr. Higgins she became a real lady with her view of life and, as a matter of fact, at the end of the play, she criticizes her teacher for his rudeness. The statue of Eliza became a lady like Galatea.

The end of the play is different from that of the myth because the girl leaves Dr. Higgins and got married to Freddy.


In my opinion in this play Shaw wanted society of the late Victorian period.

The same Dr. Higgins said that phonetic should be learned even in the higher class. Everyone could make his life better with engagement and the help of someone.

Moreover I think the author wanted to show that people are alive only when they have their ideas and their opinions. At the beginning infact Eliza is compared with the statue, without life.

Shaw's realism, stimulated him to exclude some elements of the ancient myth, for example the intervention of Venus which note, changed the entire plot. However the title takes us back to the original story.
























Francese


La synphonie pastorale

de Andrè Gide



"L'oeuvre d'art, c'est une idée qu'on exagère"

("Journal" Andrè Gide)


Gide est né en France en 1869 dans une famille bourgeoise de religion protestante. Puor cette motivation il a eu une éducation très stricte qui a marquée sa vie et sa production. Grace à un voyage en Tunisie où il a eu ses premières expériences homosexuelles loin de la morale de son époque et de sa religion il a msi renouvellé la technique d'écriture avec "Les faux monnayeurs" nommé anti-roman avec la technique de la mise en abime.


La "Synphonie pastorale" est un journal écrit par un pasteur qui a accueillie une jeune fille aveugle abandonée. Dans cette oeuvre on lit les progrès de Gertrude et les pensées les plus intimes du pasteur. Quand elle grandit le père tombe amoureux d'elle mais il est divisé entre la morale et ses sentiments. Il y a une recherche des valeurs simples invisibles aux hommes normales mais évidents aux yeux de la jeune aveugle. Le pasteur cherche à cacher à Gertrude les péchés des hommes. A la fin quand Gertrude est operée aux yeux elle comprend d' être amoureuse de Jacques, le fils du pasteur mais pour ne donner aucun chagrin à son père elle décide de se suicider.


Cette oeuvre peut etre rapportée à le mythe de Pigmalione.

Le pasteur (Pigmalione) éleve Gertrude (Galatea) dont il tombe amoureux. Elle est comme son oeuvre d'art parce que elle était une enfant grandit comme un animal avant de connaitre le pasteur. Pour le pasteur (homme de religion ) Geltrude est parfaite parce que elle est un être pure qui ne connait pas le péché. Parallèlement pour Pigmalione (artiste) Galatea est parfaite, une statue crée par lui. Ils critiquent les personnes autour d'eux: Pigmalione ne se marie pas parce que il pense que personne peut être belle comme ses oeuvres tandis que le pasteur, déjà marié, critique sa femme parce qu' il la considère comme une personne impure et jalouse.

Les deux désirent que leurs oeuvres soient vives mais si Pigmalione peut épouser son amour, le pasteur, après l'operation aux yeux, au contraire est refusé par Gertrude qui est amoureuse d'un autre homme et elle décide de se suicider.

Les deux oeuvres sont très similes au début mais ils ont deux finals complétement différents.



Pour conclure je me demande puorquoi Gide a décidé de s'inspirer au mythe de Pigmalione. Je pense qu'il voulait exprimer comme la morale gagne toujours dans cette période historique.L'homme est toujours poussé par des impulses qu'il ne peut pas supprimer mais il cache derrière une façade. Ce mythe pour Gide a était seulement un moyen d'exprimer sa critique à la morale et à la religion.
















Storia dell'arte

La metamorfosi di Narciso

Di Salvador Dalì





Molti autori hanno rappresentato miti greci ma solo Dalì, attraverso il surrealismo, è riuscito a far percepire allo spettatore una sensazione di continuità altrimenti improbabile. Ho, dunque, scelto di approfondire in particolare quest'artista per la possibilità di attribuire alle sue opere diverse interpretazioni e il metodo differente di raffigurare soggetti già rappresentati da altri.


Il mito di Narciso narra di un giovane di mirabile bellezza che rifiuta in malo modo tutte le fanciulle che si dichiarano a lui finché una di queste, Eco, non si suicida trasformandosi in pietra. Gli Dei indignati da tale comportamento lo condannarono a innamorarsi di sé fino a morire di dolore per l'impossibilità di conciliarsi con sé.


Nel dipinto di Dalì sono raffigurate due immagini: da una parte vi è Narciso seduto in riva al fiume con la testa appoggiata sul ginocchio, dall'altra vi è una mano che regge un uovo da cui sboccia un narciso, l'unico elemento che richiama il mito. Le due parti sembrano completamente divise da sfondi diversi ma, ad uno sguardo più ravvicinato, ci si può accorgere della continuità del paesaggio. Inoltre, mentre a sinistra appare Narciso ancora nel momento dell'ammirazione di sé e del dolore per l'impossibilità di conciliarsi con se stesso, a destra si nota la mano di pietra, rappresentante la morte di Narciso, che regge un uovo (antico simbolo di fertilità e di rinascita) da cui nasce il fiore, ossia il momento successivo alla morte, quando gli Dei hanno deciso di trasformare il giovane per conservarne la memoria.


La pesantezza dello sfondo dietro al primo Narciso richiama il dolore a cui è sottoposto, mentre nel secondo momento, quando raggiunge la liberazione attraverso la morte, il paesaggio diventa più chiaro e luminoso come dopo il risveglio da un sogno visionario. Si può notare, inoltre, l'immobilità dell'acqua nella quale Narciso si riflette che può spingerci a pensare che Dalì volesse rappresentare la staticità della vita e soprattutto l'impossibilità di cambiare il suo destino ormai segnato. L'uovo ripreso da Dalì da antiche tradizioni è simbolo di rinascita, in questo quadro la nuova nascita è rappresentata con il fiore narciso che nasce nel punto in cui il giovane muore.


Si può dare un'altra interpretazione all'opera:

In questo dipinto Dalì separa due elementi che altri autori uniscono: Narciso nostalgico riflesso nell'acqua ed Eco dietro di lui impietrita. Mentre egli rappresenta i due momenti uno successivo all'altro e dove si può rintracciare la specularità dei due personaggi entrambi puniti dagli Dei.

"Narciso parole di burro
nascondono proverbiale egoismo nelle intenzioni
Narciso sublime apparenza"

("Parole di burro" Carmen Consoli)


Italiano


La divina Commedia

Di Dante Alighieri


"O buono Appollo, a l'ultimo lavoro

Fammi del tuo valor sì fatto vaso,

come dimandi a dar l'amato alloro."

("Divina commedia" Dante Alighieri)


Dante Alighieri, poeta del 1300 scrisse "La Divina Commedia" per narrare il suo viaggio attraverso l'inferno, il purgatorio e il paradiso fino ad arrivare alla visione di Dio. Nella descrizione del suo viaggio voglio mettere in rilievo l'uso della mitologia per aprire le cantiche e descrivere alcuni momenti attraverso similitudini e metafore. Vorrei analizzare in particolare il proemio delle cantiche, elemento caratteristico dei poemi epici e cavallereschi. Questo è suddiviso in due parti: l'argomento e l'invocazione. Nel primo, Dante introduce il luogo dove si trova ("canterò di quel secondo regno dove l'umano spirito di purga") mentre nella seconda invoca prima le muse, poi Calliope ed infine Apollo a seconda dell'importanza della cantica.

Nel secondo canto dell'inferno, Dante apre il discorso descrivendo il momento della giornata in cui comincia il suo viaggio dietro a Virgilio, sua guida. Invoca in seguito le muse facendo un riferimento al viaggio intrapreso da Enea nell'Ade e descritto dalla sua guida nell'Eneide.

Nella seconda cantica egli narra del suo viaggio sulla nave di Catone che si allontana dall'inferno per approdare sulla spiaggia dove le anime sostano in attesa di poter intraprendere il loro percorso di purificazione nel monte per raggiungere il paradiso terrestre dove inizierà la loro ascesa verso il regno dei beati.

In seguito egli invoca Calliope, la musa della poesia epica affinchè egli possa elevarsi un poco per descrivere il luogo che va ad attraversare. Nel v. 10 con "quel suono" Dante fa un'allusione ad una vicenda descritta da Ovidio ne "Le metamorfosi" dove narra delle 9 figlie del re della Tessaglia, Pierio, che sfidarono le muse in una gara di canto. Calliope, da sola, le battè tutte quante con tanta superiorità che queste vennero trasformate in gazze.

Infine nell'ultima cantica il sommo poeta di trova nel paradiso dopo aver abbandonato Virgilio nel purgatorio ed essersi elevato dietro Beatrice. In questo primo canto del Paradiso l'autore indica attraverso una perifrasi il luogo dove si trova e esplicitando già in questi primi versi il tema dell'indicibile che svilupperà nei canti successivi. La descrizione di tale luogo è talmente difficile che egli invoca il dio Apollo affinchè egli gli dia la voce per cantare al meglio queste sue ultime esperienze nel mondo ultraterreno. Nelle cantiche precedenti era sufficiente l'aiuto delle muse ma per quest'ultimo luogo dove avrà la visione di Dio, egli necessita del sostegno del dio delle arti.

In questo passo Dante non fa un solo riferimento mitologico: inizialmente vi è un'allusione all'alloro, pianta cara ad Apollo in quanto Dafne, ninfa di cui egli si era innamorato, per fuggirgli, si fa trasformare in un albero di alloro (Mito riportato ne "Le metamorfosi" di Ovidio). Inoltre il riferimento a questa pianta può essere associato alla corona di alloro che incoronava i poeti.

Egli inoltre fa un collegamento alle due cime del monte Parnaso, una sacra alle muse, l'altra ad Apollo.

Infine l'ultima similitudine accostabile al dio delle arti in questo primo canto è il riferimento alla gara tra lo stesso dio e Marsia, satiro che lo sfidò ad una gara di canto e che fu scorticato per punirne la sua audacia.


Nella "Divina Commedia" Dante non fa riferimenti mitologici solo nelle aperture delle cantiche ma anche all'interno delle stesse.

Spesso questi vengono utilizzati dal sommo poeta per introdurre tematiche elevate o importanti. Egli era particolarmente appassionato della mitologia antica e soprattutto da Virgilio che diventa sua guida nell'inferno e nel purgatorio. Inoltre nella sua opera egli mischia personaggi realmente esistiti con altri fantastici o riferiti ai miti antichi. In questo modo Paolo e Francesca vengono descritti come Caronte, S. Francesco come Cerbero, Anteo come Bonifacio VIII

In questo pout pourri di personaggi si snoda il percorso di Dante verso la visione di Dio e verso la redenzione. Lo scopo di questo viaggio è la redenzione dai vizi e dai peccati degli uomini in seguito alla lettura di quest'opera.





Storia



Nazismo e Mito di Shambala



Adolf Hitler e altri alti gerarchi tedeschi, tra cui Himmler ed Hess, si sono interessati alle scienze occultistiche, in particolar modo ad alcuni miti tibetani secondo cui esisteva un popolo eletto di superuomini abitanti di Agarthi e guidati dal Re del Mondo.

Fu ciò a spingere la Germania nazista ad avvicinarsi al governo tibetano che già mirava ad avere protezione dal Giappone contro l' URSS (La nuova potenza nipponica aveva sottoscritto il patto Von Ribentropp-Molotov con la Germania).

Inoltre prima ancora della nascita del partito nazionalsocialista il filologo Felix Nieder fondò la "Società Thule" (deriva dal nome di una terra mitica che si credeva si trovasse nell'estremo settentrione) di intento solo storico culturale. Fu solo con l'ascesa al vertice di Von Sebottendorf che l'organizzazione prese un carattere spiccatamente antiebraico e anticomunista. Questa società generò il "Partito dei lavoratori tedeschi" a cui Hitler fu iniziato grazie a Eckart, amico e aderente alla società di Thule, (a cui Adolf dedicherà il "Mein Kampf"). Nel 1920 Hitler divenne capo dell'organizzazione che modificò il suo nome in Partito Nazionalsocialista dei lavoratori tedeschi (NSDAP).

Lo spazio vitale tedesco invece fu teorizzato dal generale Haushofer che venne a contatto con il futuro dittatore attraverso Hess. Egli fondò a Berlino la "Società Vril", molto simile alla "Società Thule" che cercava contatti con gli esseri soprannaturali sotteranei da cui si pensava derivasse la razza ariana. Fu egli stesso a convincere Hitler ad usare come simbolo dell'NSDAP la svastica che simboleggiava il potere Vril. Egli, una volta asceso al potere, fondò l'"Ufficio per gli studi dell'eredità ancestrale", scopo di tale ufficio era la ricerca oltre che delle origini della svastica o delle rune germaniche, dei luoghi d'origine della razza ariana mettendo così in luce il Tibet.


La leggenda alla quale si appassionano gli alti gerarchi tedeschi deriva innanzitutto dall'idea che la terra fosse formata da 4 sfere concentriche. Questa idea di terra cava venne a diffondersi mischiandosi con la teoria di "Vril" ossia l'energia psicocinetica di una razza superiore che progettava di conquistare il mondo. Questa nuova teoria si adattava perfettamente all'ideologia nazista influenzata inoltre dalla teoria nietzschiana del superuomo.



Fu così che nel 1938-1939 Hitler inviò una delegazione tedesca su invito del governo tibetano in occasione della celebrazione del nuovo anno buddhista. Schaffer in Tibet praticò studi con misurazioni e confronti su crani degli abitanti determinando che la popolazione locale si situava in una posizione intermedia tra le popolazioni europee e asiatiche concludendo che essi sarebbero potuti diventare degli alleati preziosi all'interno di una confederazione panmongolica guidata dal terzo Reich.



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