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Premessa: caratteri della cultura italiana durante l'età napoleonica
L'archeologo Vinckelmann ed il letterato Lessing si erano dedicati, della seconda metà del secolo XVIII, sia pur per vie diverse, a scoprire il vero volto dell'arte e della poesia classica, al di là delle deformazioni operate dalla tradizione; in sede teorica essi avevano rinnovato la dottrina platonica della bellezza ideale e armonia delle forme, intesa come pura armonia di forme quasi astratte e purificate da ogni carattere materiale e sensibile. Tali teorie trovarono, da noi, pronti seguaci; nei primi anni dell'Ottocento costituirono l'indirizzo predominate del gusto, il presupposto di una voga classicheggiante che fu fenomeno europeo.
Altri nostri teorici, muovendo da una educazione sensista, affermarono che la materia va regolata, per farsi arte, da unità, armonia, grazia; questi ultimi sono i caratteri, anzi, presi insieme, il carattere distintivo della bellezza attuata (cioè realizzata).
Tali teorie dell'arte sono alla base del movimento artistico che si suole designare con il termine neoclassicismo.
Sotto l'aspetto sentimentale, o pratico, esso consiste nel volgersi, obliando il presente doloroso, verso un mondo di serenità, di armonia, di bellezza, sotto l'aspetto letterario, nel tentativo di ricreare un'arte limpida ed armoniosa come quella ellenica.
Naturalmente questo atteggiamento assume aspetti diversi nei vari poeti:
a) Esso è un tendersi ad un mondo perfetto, idoleggiato, alieno e remoto e disperatamente elusivo (= che ci sfugge) in Hoëlderlin e Keats (Ode su un'urna greca).
b) Si fa senso decorativo, amore di belle forme, idoleggiato attraverso la letteratura, nel Monti, il cui allessandrismo è aulica decorzioone. In lui non vi è nulla dello struggimento proprio dei nordici (citati sopra), per il mondo pagano, classico, ma piuttosto amore per un mondo di belle favole consacrato dalla tradizione, favole letterarie gustate e godute come tali.
c) Assume invece il significato e l'aspetto di un processo personalissimo di osmosi (questa aspirazione alla serenità greca) in Chenier e Foscolo, entrambi di madre Greca (Chanier: tradurre in nitide forme di antica bellezza un contenuto di affetti nuovi e ribelli) - sgretolare il classicismo irrigiditosi in norme pedantesche.
Per quanto riguarda in particolare il Foscolo, proprio in grazia del "nativo per sacro" e lui trovava in se stesso quel clima apollineo (=sereni) che Keats si studiava invano di richiamare sulla terra. Erano in lui abituali: dolore e conforto, travagliosa vita e olimpica serenità, onde dalle attorte radici dell'Ortis sarebbe naturalmente sbocciato il fiore delle grazie. Non v'era in lui il violento contrasto di due mondi, il terreno e l'olimpico, come nei poeti nordici, ma un lento dilatarsi, sublimarsi di impulsi, che spiega il passaggio dall'Ortis ai Sepolcri alle GRAZIE. In una parola, se è lecito esprimersi così, la grecità del Foscolo non è trascendente , ma immanente; le passioni umane, vibranti nell'animo del poeta, proprio per opera di questo classicismo intimo ed operante, vanno nelle sue opere addolcendosi: alla fine restano, ma temperate, divenute quasi gesti e simboli rituali. In tal modo il Foscolo continuava la tradizione ellenistica, come Catullo in latino, così egli immaginava grecamente il linguaggio toscano.
Nelle arti figurative = Antonio Canova (scultore).
Per tutto quanto detto del neoclassicismo non appare affatto in contrasto con il Romanticismo, anche se di ciò nell'infuriare della polemica che seguì di lì a poco, classici e romantici non ebbero consapevolezza; invero in quanto il neoclassicismo si sforzava di rivivere modi e concezione del passato, in quanto tendeva, nostalgicamente, verso un mondo remoto, perduto, in quanto lo idoleggiava come un ideale perfetto, immutabile, eterno, di bellezza, rivelava un atteggiamento proprio della sensibilità romantica, che anch'essa, in tanta parte, tenderà ad evasioni delle realtà presente. Il neoclassicismo è, quindi, un primo manifestarsi della sensibilità romantica. Quello che appare un contrasto riguarda quindi solo certe circostanze esteriori all'aspirazione.
N.B. per capire la differenza tra un'opera
classica ed una classicista e neo classicista, bisogna tenere presente questo
criterio: nell'opera classicista il mondo classico; la classicità non è abito
naturale e spontaneo; ma è diventata materia di sogno:
Il neoclassicismo, frutto, in gran parte dell'erudizione e dell'entusiasmo
nordico per il mondo antico, e soprattutto per la Grecia, fu movimento che
doveva appunto esaurirsi in quella erudizione ed in quell'entusiasmo
intellettualistico. Fu fenomeno passeggero di gusto e non un fatto
profondamente religioso e morale. Fu soprattutto una moda (con eccezioni).Fu
diverso dal classicismo cinquecentesco, in quanto questo travestì l'antico
moderno, cioè la classicità nell'attualità del sentimento (si sentivano antichi
nell'animo), mentre il neoclassicismo travestì il moderno da antico
"antiquando" il sentimento; mirò all'armonia, che non possedeva, a dare armonia
e grazia al contenuto sentimentale nuovo
e moderno.
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