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Mutamento linguistico




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MUTAMENTO LINGUISTICO


Nella lezione precedente abbiamo posto l'accento sul significato di etimologia e sul come, grazie ad essa, si possa risalire all'origine (unica) di una parola.

Questo a testimonianza del fatto che una lingua (se parlata) può subire una trasformazione nel tempo; trasformazione meglio conosciuta come MUTAMENTO LINGUISTICO.


Diacronia e sincronia

Secondo il linguista svizzero Ferdinand de Saussure, la lingua può essere studiata secondo due punti di vista, il diacronico e il sincronico.

Il termine DIACRONIA("dia">"attraverso" e "cronia">"dimensione del tempo") indica lo studio e la valutazione dei fatti linguistici considerati secondo il loro divenire nel tempo ;il termine SINCRONIA("sin">"con") invece considera le lingue in un dato momento, astraendo dalla loro evoluzione nel tempo.

Ai tempi di Saussure ('800), si erano studiate soprattutto le lingue antiche, secondo l'impulso del Romanticismo di cercare tutto quello che era antico lontano, esotico era stato privilegiato lo studio Diacronico poiché, quello Sincronico era considerato meno scientifico in quanto concepito come puro studio di grammatica normativa, mentre sembrava essere più scientifico interessante e nuovo, più universitario, lo studio della grammatica storica, ovvero come la grammatica delle diverse lingue si era trasformata nel tempo.


Mutamento nella pronunzia e nella grammatica

Un tipico esempio di grammatica storica è quello che parte dalla constatazione che in latino, già all'epoca del Latino classico ( testimonianza dei graffiti sui muri di Pompei, I secolo d.C.) le consonanti finali erano pronunziate in modo debole. Col tempo, però, questa pronuncia debole delle finali mutò nel non pronunciarle affatto con conseguente cambiamento della grammatica stessa, in quanto, la flessione, vale a dire le desinenze dei casi, compresi quelli delle persone verbali, si trovavano nell'ultima parte della parola es. lupum la cui "m" distingue il caso accusativo dal nominativo lupus, la pronuncia debolissima, quasi inesistente delle finali, porta al non poter più distinguere la funzione sintattica delle parole in base al caso, ma sarà necessario far ricorso a più cose: alle preposizioni. Così, ad esempio, quando cade la desinenza del genitivo, per esprimere dunque il complemento di specificazione, si farà uso della preposizione "de" secondo il passaggio di questo tipo : Templum de Marmore , tempio costruito dal marmo (dal latino de = a partire da, indica un movimento, una provenienza), questa idea, fatto/costruito a partire da, indicando il materiale da cui si parte per la costruzione del tempio, ed altri casi analoghi, fa si che questo "de" diventi indice di provenienza/appartenenza, quindi, usurpi le funzioni del genitivo, ovvero diventi l'espressione del genitivo. Viene a crearsi, dunque, una nuova grammatica del latino che, cerca di ricostituire la dipendenza delle parole della frase facendo a meno delle desinenze dei vari casi. Ne perviene che tutte le parole terminano allo stesso modo in tutti i casi (lupo). Questo è un chiaro esempio di Mutamento Grammaticale. Uno studio che consideri la grammatica nella sua evoluzione nel tempo è definito come studio Diacronico, ovvero, studio della grammatica storica, mentre uno studio che tende a spiegare il valore dei casi o delle preposizioni in latino viene denominata grammatica descrittiva, descrive la situazione in quel momento cioè Sincronia nella storia del Latino (classico) .


Differenza fra sincronia e diacronia

Lo studio sincronico si occupa di descrivere la situazione grammaticale di una lingua in un momento nella sua forma scritta.

A partire da osservazioni sui diversi valori dell'espressione vient de Saussure distinse il movimento nel tempo dal movimento all'interno dello stesso tempo. ( -> vedi lezione 28 Ottobre 2010 )


Uso linguistico e mutamento

Già Humboldt, con forte accezione filosofica, si preoccupò di chiarire il concetto di uso della lingua, alla base del suo divenire.

rinvio all'Atlante, p. 153 definizione di Humboldt sull'uso della lingua.

Quale che sia il rigore con cui si è giunti ad analizzare le lingue nel loro organismo ( grammatica ), la cosa che alla fine dei conti decide del senso del loro divenire è e resta l'uso che se ne fa.

Una trasformazione è allo stesso tempo perdita e acquisizione: questo avvicina il linguaggio al progresso. L'uso di una lingua è sempre contemporaneo ad essa ( sincronia ), pur essendo all'origine del suo divenire ( diacronia ). Tale uso appartiene al parlante; Saussure parlava di massa parlante, ma con tale indicazione risulta forse meno evidente il carattere prettamente individuale della lingua.

La distinzione sullo studio Diacronico e Sincronico ha interessato molto Saussure, e su di essa insiste moltissimo; questa distinzione non riguarda la lingua perché essa non è né diacronica né sincronica, poiché l'importanza reale della lingua è che sia in uso, ma quest'uso è sempre in bilico fra la conservazione e la trasformazione


L'uso linguistico : il circuito della parole

È importante sottolineare che l'uso della lingua è sempre individuale. Quindi, riprendendo la distinzione fatta da Saussure riguardo a langue e parole si può affermare che la langue (ovvero il sistema di segni che forma il codice di un idioma) ha una carattere collettivo e istituzionale mentre la parole (ovvero l'atto linguistico del parlante) sia azione individuale e spontanea.

Tornando alla distinzione tra langue e parole accennata durante la lezione del 28 Ottobre, introduciamo la dialettica tra langue e parole. Non c'è nulla nella langue che non vi sia penetrato attraverso un atto di parole. Questo invita a riflettere su una fase di formazione della lingua: sono necessari atti di parole per poter iniziare a formare il proprio SISTEMA. Si viene così a creare un rinvio continuo tra langue e parole, che Saussure spiega con un modello della comunicazione linguistica, il "circuito della parole" : esso implica l'interazione tra due persone A e B


Trasformazione del suono in impulso nervoso

 

Riproduzione di immagini acustiche

 

orecchio

 

cervello

 

bocca


 

cervello

 

A                 B


L'esposizione alla parole ha fatto sì che l'ascoltatore sia in grado di associare ad un concetto la corrispondente sequenza di suoni, che Saussure chiama "immagini acustiche". Se e solo se B ha nel suo cervello la stessa associazione suono - concetto la comunicazione può riuscire; nel momento in cui i segno di A e B corrispondono il circuito si chiude. Il circuito tra parlante e ascoltatore è perciò un passaggio del concetto da un cervello all'altro per il tramite della realizzazione delle immagini acustiche per mezzo dell'apparato di fonazione e per il tramite dell'aria che porta i suoni all'orecchio.

Il mutamento linguistico non è perciò volontario, ma avviene a causa di disturbi nel segnale del circuito, ovvero la sua "parte esterna"; quindi si dice che è l'uso che determina il mutamento della lingua poiché è solo parlando che i disturbi avvengono.


Afasia

Langue e parole quindi risiedono prima di tutto nel cervello e sono alla base del repertorio di ciascun parlante. Cosa succede quindi nei casi di afasia? Due studiosi di metà '800, Pierre Paul Broca e Karl Wernicke si interessarono del problema. Broca scoprì che in presenza di lesioni cerebrali nella zona temporale anteriore sinistra l'individuo subisce la perdita della capacità di scegliere le parole da usare nei vari contesti; Wernicke scoprì poi che le lesioni nella zona temporale posteriore sinistra comportavano difficoltà nel parlare che si manifestavano in problemi nella costruzione delle frasi.


L'area di Broca è una parte dell'emisfero sinistro del cervello, localizzata nel piede della terza circonvoluzione frontale, le cui funzioni sono coinvolte nella elaborazione e comprensione del linguaggio. Un danno funzionale in quest'area (dovuto a ictus,  ischemia, o altro) può provocare la cosiddetta afasia di Broca. I pazienti colpiti da tale afasia possono essere incapaci di comprendere o formulare frasi con una struttura grammaticale complessa.

L'area di Wernicke è una parte dell'emisfero sinistro del cervello le cui funzioni sono coinvolte nella elaborazione e comprensione del linguaggio. Nei pazienti affetti dall'afasia di Wernicke il linguaggio parlato è scorrevole, ma il senso logico è mancante. Anche la comprensione del linguaggio appare compromessa


Mutamento linguistico e localizzazione cerebrale

Saussure afferma che l'attività del parlare ha sede nel cervello, poiché questo contiene sia la langue che la parole è lì che sono depositate tutte le impressioni che hanno dato origine al sistema ed è lì che sono prodotti gli impulsi che portano alla produzione della parola. Si tratta di concetti solo apparentemente ovvi: in particolare è notevole il termine "immagine acustica" che allude al ricordo della pronuncia della parola non come suono, ma come l'idea di quest'ultimo al suo interno. Il suono realizza l'immagina acustica.

Se A non riproduce perfettamente l'immagine acustica o se B non la interpreta perfettamente, A pensa di aver detto un qualcosa che non è, e viceversa B può aver capito qualcosa di sbagliato, quindi se nel percorso esterno del suono, dalla bocca all'orecchio, avviene un disturbo, emettiamo un segnale disturbato quest'ultimo è il fattore che determina il MUTAMENTO LINGUISTICO, di conseguenza l'uso determina il mutamento se non ci fosse uso non ci sarebbe mutamento (es. ROBINSON CRUSOE).




Pierre Paul Broca ( 1824 -1880 ): fisico, anatomo e antropologo francese conosciuto soprattutto per i suoi studi sull'area di Broca, una regione del lobo frontale che ha preso il suo nome.

Carl Wernicke ( 1848 - 1905 ): fisico, anatomo, psichiatra e neuropatologo tedesco; poco dopo la pubblicazione da parte di Paul Broca sulle sue scoperte sui deficit del linguaggio causati da quella che ora è conosciuta come area di Broca, Wernicke iniziò il suo percorso di studi sugli effetti dei disturbi cerebrali sul linguaggio. Wernicke notò che non tutte le mancanze linguistiche erano il risultato di danni all'area di Broca. Scoprì invece che i danni al lobo temporale superiore posteriore sinistro causavano problemi nella comprensione delle parole. Questa regione ha preso il nome di area di Wernicke, e la sindrome associata è nota come afasia di Wernicke.


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