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Madame Bovary
L' opera, iniziata nel 1851, poco dopo il ritorno dal famoso viaggio in Oriente, occupò l'autore per quasi cinque anni. Portata avanti con un quasi innaturale bisogno di perfezione. Inizialmente l'opera venne pubblicata a puntate tra l'ottobre e il dicembre del 1856, mentre apparve successivamente in un unico volume, nell'aprile 1857, presso l'editore Michel Lévy. Il processo intentato a Flaubert per preteso oltraggio alla morale si concluse nel febbraio del 1857 con una piena assoluzione, ciò fornì all'opera un'immensa pubblicità e ne assicurerò un immediato successo. Lo scandalo, più che il valore letterario del libro, farà improvvisamente di Flaubert, fino a quel momento sconosciuto dal pubblico, un autore alla moda.
La storia di Madame Bovary, piccola borghese insoddisfatta, moglie di uno scialbo medico di campagna, trascinata dallo squilibrio tra i suoi sogni roventi e la meschinità dell'ambiente in cui vive all'adulterio prima e in seguito al suicidio; ma l'eroina del romanzo è sostanzialmente una creazione della fantasia dell'artista, alla cui creazione collaborano, con un insieme di impulsi e di ricordi tratti da tutta la storia della sua vita, soprattutto la sua arte, la sua profonda conoscenza del cuore umano, la sua commossa pietà per il destino di frustrazione e di dolore degli uomini di cui ha fatto i protagonisti del suo romanzo (accanto a Emma, il marito Charles, Rodolphe, il seduttore di provincia, Léon, l'innamorato ardente ma presto soddisfatto e dimentico, il farmacista Homais, divenuto quasi un simbolo delle 'virtù' borghesi ecc.).
La voluta impassibilità dei narratore, che pensa di doversi annichilire di fronte ai suoi personaggi (gli amici Bouillet e Du Camp gli avevano rimproverato il 'romanticismo' della prima versione della Tentation de Saint Antoine) fa in realtà appena velo all'intensa partecipazione di Flaubert al lungo dramma di Emma Bovary: proprio questa contemperazione di distacco e di segreta solidarietà conclude alla creazione di un personaggio che è tra i più significativi di tutta la narrativa dell'Ottocento, creatura nobile e fiera, su cui la sofferenza reagisce provocando risonanze concentriche, infinite ed eterne.
A dispetto del successo editoriale, il valore dell'opera di Flaubert si è venuto chiarendo lentamente: in complesso, esso sfuggì ai contemporanei, che non le perdonarono il carattere spietatamente antiborghese, non ne compresero la cosiddetta impassibilità (Sainte Beuve parlò di mentalità da chirurgo e l'attribuì a un'eredità familiare!), e giunsero a opporle Le roman d'un jeuve homme pauvre di Octave Feuillet. Completamente ignorata risulta invece l'aspirazione fondamentale di Flaubert, di creare un'opera che possedesse, grazie alla sua perfezione formale, la vita e la verità del reale e che di questo reale fosse al tempo stesso trasfigurazione poetica: risultato pienamente conseguito, e che fa di lui uno dei pochi scrittori 'classici' del suo secolo.
(Enea Balmas)
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